Autore: basilica

  • Toccatemi/3

    Toccatemi/3

    L’invito di Gesù Risorto – «Toccatemi» – non si limita al tatto: l’ascolto di una voce, di una parola, equivale al toccare, perché crea le stesse sensazioni, o ne procura di più profonde: fiducia, convinzione, sicurezza, tenerezza, stupore, dubbio, spavento, tristezza. Chi ascolta non resta uguale a prima. Questo accade anche di fronte alla parola di Dio, specialmente quando è la parola che i Vangeli mettono in bocca a
    Gesù.

    Quel «Toccatemi» equivale a dire «Cercate di ricordare tutto ciò che vi ho detto, perché la mia morte e risurrezione confermano le mie parole». Ed equivale anche ad affermare «Ricordatevi di ciò che ho fatto e fatelo conoscere, affinché il mio stile di vita diventi il vostro e quello di coloro che vi ascolteranno».

    Ascoltare la testimonianza dei discepoli sulle parole e opere di Gesù è infatti ascoltare Gesù stesso, un altro modo di toccarlo, di entrare in contatto con lui.

    Abbiamo nella Bibbia e specialmente nei Vangeli un tesoro straordinario per toccare Gesù, ma per molti cristiani resta ancora inesplorato, perché contenti di quattro idee imparate al catechismo dell’infanzia e
    magari di qualche bella predica ascoltata in un santuario o di qualche devozione ai santi. Cose buone, ma sotto la linea della sufficienza.

    San Gerolamo, traduttore delle Scritture dagli originali al latino, dichiarava: «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo». Molti conoscono a memoria gli slogan pubblicitari o le canzoni di Sanremo: e i Vangeli?

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    V Domenica di Pasqua

    Mi ha sempre colpito nel racconto della conversione e del battesimo del centurione pagano Cornelio
    l’affermazione di Pietro: ”In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma
    accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.” É bello vedere come anche
    al primo Papa non tutto è chiaro subito, ma si rende conto, poco alla volta, del disegno di Dio riguardo
    alla salvezza che non è riservata solo al Popolo di Israele, ma a tutti coloro che amano il Signore.

    È un richiamo forte per ciascuno di noi quando pensiamo di sapere già tutto, di essere maestri nella
    fede, che, invece, è dono e conquista di ogni giorno ed esige disponibilità di cuore. Gesù, nel Vangelo chiarisce che cosa significa amare il Signore: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama.

    Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. L’amore è la disponibilità
    alla Parola del Signore. Questo amore è la premessa per una vera comunione con Lui. Il segreto è l’amore: ci si incontra veramente quando ci si ama e ci si ama sul serio quando ci si ascolta, ci si fida e si fa quanto l’altro dice. La vita cristiana è una risposta all’amore, un accogliere la Parola, un fare spazio all’amore di Dio. Tutto il resto è conseguenza. Ora questo sarà possibile se apriremo il cuore all’Amore di Dio, che è lo Spirito Santo.

    Ci stiamo avvicinando alla Pentecoste: chiediamolo con insistenza su ciascuno di noi esulla nostra Comunità.

    don Alberto

  • Appuntamento con Gesù

    Appuntamento con Gesù

    Abbiamo ancora ben chiari in mente i momenti di ansia e preoccupazione per il precedente gruppo di bambini che abbiamo accompagnato alla celebrazione della Prima Comunione tre anni fa, immersi in tutte le problematiche della pandemia. Di certo quest’anno abbiamo potuto dedicarci meglio e con più serenità al percorso di avvicinamento dei bambini al Sacramento, cercando di condividere prima tra noi adulti
    e poi nei gruppi le varie sollecitazioni che il catechismo propone. Dopo avere celebrato in autunno la Riconciliazione, abbiamo dedicato incontri di catechismo e novena ad approfondire la dimensione comunitaria della vita di fede ed introdurre i bambini alla partecipazione fedele alla S. Messa domenicale.

    Poi abbiamo cominciato ad avvicinarci alla celebrazione dell’Eucarestia: la moltiplicazione dei pani, la cena pasquale del popolo ebraico, che noi abbiamo concretamente consumato insieme, l’Ultima Cena, i vangeli delle domeniche di Quaresima commentati insieme e accompagnati da una serie di piccoli impegni settimanali, sono la traccia che abbiamo seguito per arrivare al culmine, con la Resurrezione e l’incontro di Emmaus. Ci accorgiamo di come spesso non sia facile percorrere insieme i sentieri della fede, soprattutto quando essa non riesce, per tanti motivi, a diventare centro e sostanza della nostra vita.

    Da una parte noi catechiste percepiamo una vera sete di Buona Parola nei bambini e nelle famiglie, dall’altra, proprio nelle famiglie, che dovrebbero essere il primo ambito di educazione alla fede, si intravedono a volte fatica e discontinuità, causate da ritmi di lavoro e vita o bombardamenti mediatici che trascinano in direzione opposta. In ogni caso, come possiamo e sappiamo fare, noi abbiamo ben chiaro nel cuore e nella mente il messaggio che vogliamo trasmettere: è il Signore che ci cerca, ci invita, ci aspetta, ci conosce, insomma ci ama. “…se fossimo giunti a Gerusalemme dopo la Pentecoste e avessimo avuto il desiderio di incontrare Gesù non avremmo avuto altra possibilità se non quella di cercare i suoi per ascoltare le sue parole e vedere i suoi gesti, più vivi che mai. Non avremmo avuto altra possibilità di un incontro vero con Lui se non quella della comunità che celebra. Per questo la Chiesa ha sempre custodito come il suo più prezioso tesoro il mandato del Signore: fate questo in memoria di me” (Papa Francesco).
    Ecco, ci piacerebbe aver seminato nel cuore dei bambini questo desiderio di conoscere e incontrare Gesù, e vorremmo che le nostre comunità fossero salde, unite ed accoglienti nel custodire e vivere questo tesoro.

    Marina Doni e le catechiste IC4

  • Cos’è l’8‰

    Cos’è l’8‰

    Molto più di un firma.
    Una scelta.

    Un piccolo gesto, una grande missione

    Firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica è una scelta di solidarietà grazie alla
    quale possiamo sostenere più di 8.000 progetti l’anno, in Italia e nel mondo, a
    favore dei più deboli.

    Non è una tassa, e a te non costa nulla.

    Con la tua firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica potrai offrire formazione scolastica ai bambini, dare assistenza ad anziani e disabili, assicurare accoglienza ai più deboli, sostenere progetti di reinserimento lavorativo, e molto altro ancora.

  • Fatima 13 Maggio 1917

    Fatima 13 Maggio 1917

    Maria nostra Madre continua a chiamare a sé i suoi figli…

    Sono passati ormai 106 anni da quando la Madonna apparve a Cova da Iria in Portogallo ai tre piccoli pastorelli: Lucia ed i suoi cugini Francesco e Giacinta. Per molti, i fatti accaduti allora sono ormai quasi dimenticati o legati solamente ai “segreti” che accompagnano le apparizioni di Maria a Fatima.

    Eppure quello che allora disse e chiese Maria è ancora oggi più che mai attuale… Nelle sue “Memorias”, le relazioni che Lucia scrisse per obbedienza al vescovo di Leiria, dopo essere entrata nell’ordine delle suore Dorotee, essa racconta che apparve a lei ed ai suoi cugini, per tre volte l’Angelo del Portogallo, prima che si mostrasse la Vergine Maria, il quale insegnò loro a pregare e ad offrire i loro sacrifici a Dio per la conversione dei peccatori e per coloro che non credono, non sperano e non amano Dio.

    Fu come una preparazione graduale alla missione che Dio voleva affidare loro attraverso Maria. Le apparizioni della Madre di Dio a Cova da Iria furono sei, una al mese dal 13 Maggio al 13 Ottobre. Ma in seguito ve ne furono altre ai veggenti, dette “private”, nelle quali Gesù stesso e Maria chiesero ai tre pastorelli dopo avere mostrato loro l’Inferno “dove vanno a finire i poveri peccatori…”, di divulgare la devozione al Cuore Immacolato Maria, la recita del rosario quotidiano, e la consacrazione al suo cuore attraverso la pratica della comunione riparatrice i primi cinque sabati del mese, come il mezzo attraverso cui permettere la conversione dei
    peccatori, la salvezza del mondo e la pace. Chiese anche al Santo Padre la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria unitamente a tutti i vescovi del mondo, come il mezzo per evitare che la Russia spargesse i suoi errori nel mondo. Il 13 Maggio 1982, San Giovanni Paolo II così si espresse nel suo viaggio a Fatima: «Se la Chiesa ha accolto il messaggio di Fatima è soprattutto perché esso
    contiene una verità e una chiamata, che nel loro fondamentale contenuto sono la verità e la chiamata del Vangelo stesso. “Convertitevi, (fate penitenza) e credete al Vangelo” (Mc 1,15), sono queste le prime parole del Messia rivolte all’umanità. Il messaggio di Fatima è nel suo nucleo fondamentale la chiamata alla conversione e alla penitenza, come nel Vangelo. Nelle parole di Fatima ci sembra di ritrovare proprio questa dimensione dell’amore materno,… La sollecitudine della Madre del Salvatore è la sollecitudine per l’opera della salvezza: l’opera del suo Figlio…. Il Cuore della Madre ne è consapevole, come nessun altro in tutto il cosmo, visibile ed invisibile. E per questo chiama. Chiama non solo alla conversione, chiama ancora oggi a farci aiutare da lei, Madre, per ritornare alla fonte della Redenzione».

    Fabrizio Zo

  • Cena napoletana e Cena con delitto

    Sabato 6 maggio doppio appuntamento: