Autore: basilica

  • Ospedale da Campo

    Ospedale da Campo

    «La storia è maestra di vita», anche se i potenti di oggi, con i loro egoismi nazionalistici e le nuove guerre di trincea, ne riportano ampiamente indietro l’orologio.

    In un recente incontro – 24 febbraio alla Pro Desio con lo storico Giorgio Del Zanna – si è parlato del secolo XX, spesso definito secolo breve perché idealmente compreso tra il 1914 (inizio della prima guerra mondiale) e il 1989 (caduta del muro di Berlino).

    A metà del secolo la Chiesa cattolica ha vissuto il Concilio Vaticano II (1962-1965), che intendeva favorire, come affermò papa Giovanni XXIII, un aggiornamento della Chiesa per riproporre con linguaggi nuovi la fede di sempre.

    Mi chiedo se non sia accaduto alla Chiesa quello che parve capitare a una parte della cultura e della politica: l’illusione ottimistica di poter imporre a tutti un modello di vita, sostanzialmente improntato allo schema occidentale, superando le disparità tra Est e Ovest e tra Nord e Sud del mondo. Anche il ’68, con la sua contestazione proprio a quel modello, proclamava per tutti la libertà, figlia però del pensiero europeo e nordamericano. Non fu certamente questa l’illusione
    del Concilio, animato dall’esperienza delle giovani chiese di Africa, America Latina e Asia. Forse però si pensò che, aggiornati linguaggio e approccio alla fede, l’umanità si sarebbe convertita in massa e con entusiasmo. Ed ecco allora in quel periodo moltiplicare le costruzioni di chiese, seminari, parrocchie, ecc. Dopo oltre sessant’anni dal Concilio – che ora per molti è un evento storico di cui non hanno vissuto né clima né idee – la Chiesa deve registrare una forte crisi di adesioni proprio in quel mondo occidentale con cui fino a poco fa aveva un legame preferenziale.

    L’avvento di papa Francesco, così poco “occidentale” e per questo sgradito a qualcuno, ha evidenziato per la Chiesa non un ruolo egemone nella società, bensì quello dell’ospedale da campo. Un’espressione che evita l’ossessione di contare di più nella società e avvicina a chi è ferito: «la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti!
    Si devono curare le sue ferite».

    È la voce del Papa. Più probabilmente è la voce dello Spirito che chiede di rivoluzionare il nostro modo di sentirci cristiani e membri della Chiesa.

  • KYRIE, il travaglio e la gioia

    KYRIE, il travaglio e la gioia

    Siamo giunti alla seconda settimana di quaresima, periodo forte e intenso che ci prepara alla Pasqua del Signore. Come già nello scorso anno, anche quest’anno ci lasceremo condurre da alcune proposte spirituali di accompagnamento a partire dalla traccia del libretto che la nostra Diocesi ha preparato per la Quaresima “Kyrie il travaglio e la gioia”.

    Seconda settimana di Quaresima
    Promessa e speranza

    Promesse e speranze sono due facce di una stessa medaglia. Quando qualcuno ci promette di fare qualcosa, noi continuiamo a vivere dentro l’attesa del compimento della promessa. Altrettanto ha fatto Dio con il genere umano: ha promesso la salvezza dell’uomo, ha promesso di liberarlo dal peccato, ha promesso la vita eterna, fin dall’antico testamento, fin dalla creazione dell’uomo e fin dalla rottura provocata dal peccato originale.

    La manifestazione della promessa di Dio è visibile dentro il rapporto di amicizia instaurato con Abramo. Potremmo quasi dire che Dio per Abramo ha un debole: lo ha notato, lo ha scelto, gli ha chiesto di fare cose impossibili e gli ha promesso ricchezza, discendenza, una terra. Abramo ha continuato a vivere dentro questa attesa, con la speranza di un compimento che non si è realizzato dentro la sua esistenza sulla terra, ma che si compie fino ai nostri giorni. Perché per Dio il compimento non è qualcosa che inizia e finisce presto, ma che si estende nei secoli, grazie al Suo amore infinito.

    Dio ha promesso di mandare il Suo Figlio unigenito per salvarci dal peccato e dalla morte. Ora noi siamo dentro il compimento di questa promessa (Gesù è venuto al mondo per salvare, non per condannare) e viviamo nella speranza che possiamo essere liberati dall’ultimo dei mali, ossia la morte, e poter godere della promessa della vita eterna.

    Spesso è difficile vivere dentro la speranza di un compimento: abbiamo fretta, siamo nell’epoca
    del “tutto e subito”, ci perdiamo lo spazio e il tempo del silenzio e dell’attesa. Ecco perché in questa settimana vogliamo fermarci e meditare sulla bellezza di questa attesa, sulla certezza che Dio mantiene sempre le Sue promesse, e sulla speranza che possiamo godere presto dei Suoi benefici.

    Affidiamo al Signore le speranze che abbiamo nel cuore, certi che la loro realizzazione avverrà presto in conformità al bene che il Signore vuole a noi e chiediamo il coraggio di vivere le nostre attese senza scoraggiarci mai.

  • LA PREGHIERA DI GESÙ

    LA PREGHIERA DI GESÙ

    Esercizi Spirituali di Quaresima per gli Adulti

    Da diverso tempo all’inizio della Quaresima nella comunità di Desio si offre agli adulti l’esperienza degli Esercizi Spirituali: una predicazione di quattro sere consecutive che introduce a vivere la fede con
    intensità.

    Il nome – esercizi spirituali – richiama gli esercizi di miglioramento, mantenimento o riabilitazione del corpo, tipici degli sportivi, di coloro che vogliono tenersi in forma o di chi deve riabilitarsi dopo un trauma. Così come si fanno per il corpo, si possono fare anche per l’anima e per il benessere complessivo della persona.

    Quest’anno, sull’onda delle indicazioni dell’Arcivescovo, abbiamo proposto un percorso sul tema della preghiera. Per poterci confrontare con il migliore maestro di preghiera in circolazione abbiamo messo a
    tema la preghiera di Gesù.

    Solo guardando alla preghiera di Gesù, infatti, possiamo vivere meglio la nostra preghiera. Lo sapevano gli apostoli che gli chiesero: Signore, insegnaci a pregare.

    Che la preghiera di Gesù fosse frequente e intensa ci viene testimonia fin dall’inizio dal vangelo di Marco: Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto,
    e là pregava (1,35).

    Cosa faceva o diceva Gesù in quei momenti? Certamente egli dedicava un tempo a pregare, così come dovrebbe essere per i suoi discepoli, e viveva un dialogo con il Padre suo.

    Il nostro percorso è partito proprio dal testo del Padre nostro nella versione di Luca, per passare al clima di preghiera dell’Ultima Cena, all’orazione drammatica nel Getsemani e concludere con il grido sulla
    Croce “Ho sete!”.

    Agli approfondimenti che ogni predicatore ha inteso portare nella sua proposta ai partecipanti, si può aggiungere un’osservazione: proprio perché Gesù prega, la nostra preghiera diventa cristiana e ha una
    precisa identità. Infatti noi ci inseriamo nella stessa preghiera di Gesù, ci rivolgiamo all’unico Padre. E Gesù cede a ciascuno di noi il titolo di figlio o figlia, come a dire: «Quando pregate entrate nella relazione
    che io, il Figlio, ho con Dio».

    don Gianni

  • Consiglio Pastorale di Comunità

    Martedì 21 febbraio si è riunito il Consiglio Pastorale per meditare sulle diverse realtà parrocchiali. Partendo dalla I lettera di S. Paolo ai Corinzi, in cui Paolo ricorda al popolo di Corinto che ci è stato fatto il dono dei carismi e di essere uniti nel comunicare il messaggio di Cristo, i consiglieri, divisi nelle cinque realtà parrocchiali di Desio, si sono confrontati sulle caratteristiche e sui carismi che contraddistinguono la propria parrocchia, come queste si rapportano alla Comunità Pastorale e quali cose possono essere migliorate e quali sono invece superflue.

  • Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo

    Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo

    A 100 anni dalla beatificazione: 1923-2023

    Quest’anno si celebrano due ricorrenze legate alla Patrona della nostra Comunità pastorale: 150 anni dalla nascita, avvenuta il 02 Gennaio 1873, ed il centenario della beatificazione, datata 23/04/1923.

    Proclamata beata da parte del nostro concittadino Papa Ratti (Pio XI), celebrerà ancora lui due anni dopo, anche la sua canonizzazione. Sarà sempre il Papa “di Desio” a dichiararla unitamente a San Francesco Saverio: “Patrona dei Missionari” e “Stella del suo pontificato“. Abbiamo così ancora un’altra occasione per farci aiutare da questa giovane santa, che ha chiesto a Dio prima di morire nel Carmelo di Lisieux, di: “Passare il suo cielo a fare del bene sulla terra”. Abbiamo forse anche noi uomini d’oggi, malati di autonomia, bisogno di ritrovare quella profonda fiducia nella Misericordia del Padre che vienedal sentirsi veramente figli, amati sopra ogni altra cosa… Quella fiducia che le farà scrivere nel suo diario “Storia di un’Anima“: “Ho sempre desiderato essere una santa, ma – ahimè – ho sempre accertato, quando mi sono paragonata ai santi, che tra essi e me c’è la stessa differenza che tra una montagna la cui vetta si perde nei cieli e il granello di sabbia oscura calpestato sotto i piedi dei passanti”.

    Teresina cerca quindi una strada, una via diretta che la possa portare comunque verso il cielo…, scrive:
    Vorrei anch’io trovare un ascensore per salire la dura scala della perfezione”… Ma comprende che:
    l’ascensore che deve innalzarmi fino al cielo sono le vostre braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno
    di crescere, al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più
    ”. Sarà questa la sua: “Piccola via”. Scriverà ancora: “La perfezione mi sembra semplice: la perfezione consiste nel compiere la volontà di Dio, nell’essere ciò che Egli vuole che siamo. Vedo che basta riconoscere la propria inadeguatezza e
    abbandonarsi come un bambino tra le braccia di Dio
    ”… “Si ottiene da Dio tutto quanto ci si aspetta
    da Lui
    ”. Possono sembrare cose troppo lontane dal nostro vivere comune, destinate a qualche anima eletta da Dio, per qualche misterioso motivo a noi difficile da comprendere. Anime destinate ad essere
    poste sugli altari, e a cui magari rivolgere preghiere, ma lontane dal nostro quotidiano… Eppure il Padre
    celeste, attraverso la vita di Santa Teresa, ha permesso e voluto che tutti i suoi figli potessero percorrere la sua stessa “Piccola via” per giungere più facilmente a Lui. Questa è la via: “Soffrire per amore, gioire per amore e fare tutto per amore. Ogni piccola rinuncia, ogni piccolo sacrificio quotidiano nutre il cammino d’amore verso Dio. Non sono richieste grandi azioni eroiche, basta il cammino di rinuncia quotidiana”.

    Essere e sentirsi piccoli, amati e compresi: “Non ho il coraggio per mettermi a cercare belle preghiere
    nei libri, non sapendo quali scegliere, faccio come i bambini che non sanno leggere: dico semplicemente a Dio quello che voglio dirgli, e Lui mi capisce sempre”.

    Fabrizio Zo

  • ORATORIO ESTIVO: ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI TE!

    ORATORIO ESTIVO: ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI TE!

    Carissimo/a,
    è tempo di iniziare a dare forma all’Oratorio Estivo 2023!

    L’estate si avvicina e desideriamo che per i nostri bambini e ragazzi possa essere un’occasione di gioia, di crescita e di divertimento attraverso esperienze di gioco, di preghiera e di amicizia.

    Dopo la bella esperienza dell’estate scorsa, vogliamo mantenere gli stessi
    criteri che ci hanno guidato nella sua organizzazione:

    • Una proposta cittadina nella quale si possano mettere insieme le forze e ciascuno possa sentirsi parte non di un singolo oratorio, ma di una comunità.
    • Strutturata per fasce d’età, ogni oratorio accoglierà una sola fascia.
    • Con la presenza di maggiorenni che supervisionino le attività.
    • Attenta alle esigenze delle famiglie proponendo esperienze il più possibile sull’intera giornata, altrimenti solo nel pomeriggio

    Ci piacerebbe quindi che avesse questa struttura generale (la fattibilità dipenderà dalla presenza dei volontari):

    • Cinque settimane dal 13/6 al 15/7
    • 1°, 2° e 3° elementare al BVI
    • 4° e 5° elementare a SGB
    • le medie a SSPP
    • Gli animatori e volontari della città, come lo scorso anno, si divideranno negli oratori in base all’età e alle necessità

    Anche per gli adulti proponiamo di condividere lo stile della collaborazione e di offrire la propria disponibilità, di tempo e di competenze, ove servirà perché la proposta possa essere più ampia possibile.

    Il numero degli oratori che potremo aprire e il numero di bambini e ragazzi
    che potremo accogliere, dipenderanno infatti dalla disponibilità dei volontari.

    Non serve che tu sia presente tutti i giorni tutto il giorno, ma se ti stanno a cuore i bambini e i ragazzi che potranno beneficiare di questa esperienza, potrai dare il tuo contributo indicando la tua disponibilità sul questionario che ti invieremo.

    Se sei interessato a dare una mano, ti invitiamo il 25 marzo alle 15:00 al BVI per un momento di condivisione e confronto sul progetto e le sue necessità.

    don Pietro e l’equpe di pastorale giovanile

  • Reagire all’impotenza

    Reagire all’impotenza

    Il 24 febbraio abbiamo ricordato il primo anno dall’invasione dell’Ucraina. Le immagini, le riflessioni, le minacce, i toni tragici, i profughi, le sofferenze di chi è rimasto con poco o niente, il dolore per i morti militari e civili (cifre spaventose!), l’avere bruciato nella guerra già 30 miliardi di euro, sottratti ai bisogni dei poveri del mondo, oltre alle difficoltà di far giungere loro gli alimenti base per la loro sopravvivenza… nulla di tutto questo ha ispirato a pietà né coloro che hanno in mano le sorti del prossimo – e del mondo –, né i mercanti di armi, pienamente soddisfatti dei profitti che traggono da questa e da un centinaio di altre guerre aperte sul pianeta. Per non parlare della propaganda che vede nella guerra la sola risposta alle tensioni internazionali e fatica a parlare di pace, cessare il fuoco, tregua. E intanto si armano i cuori, si immaginano i nemici da sconfiggere, si classificano le persone diversamente che da fratelli.

    Scrive un commentatore (Mauro Magatti su Avvenire del 12 febbraio): «Il mondo sembra preda della sindrome della Torre di Babele» ed emerge «in tutta la sua virulenza la parte oscura dell’animo umano»; aggiunge però che «la soluzione più che militare è spirituale».

    Ecco allora – in questo clima di paralisi – l’invito del nostro Arcivescovo: reagire all’impotenza, non lasciarsi prendere dalla meccanica dei fatti, dei pensieri negativi, della resa a un mondo che va storto.

    L’Arcivescovo invita innanzitutto a vivere la Quaresima come tempo di preghiera e penitenza per la pace: non dobbiamo anche noi cristiani purificare e rinnovare pensieri, parole, opere ed evitare le omissioni? Come suggerisce il vangelo della prima domenica di Quaresima, una vita mediocre e distratta farebbe vincere il tentatore, il diavolo, il satana.

    È in questo quadro che si iscrive il ricco programma proposto per questo tempo liturgico e anche un’iniziativa eccezionale: la firma dell’appello dell’Arcivescovo per la pace che troviamo sul sito della diocesi www.chiesadimilano.it a partire da oggi.

    Mons. Delpini si impegna a portarlo «ai potenti, ai politici, ai diplomatici, alle Chiese e alle religioni». A chi obietta che si tratta di un gesto non troppo efficace, mi permetto di chiedere: cosa hai già fatto per la pace in Ucraina? (Chi non sa come fare, chieda aiuto ai nipoti, e faccia firmare anche loro.)

    don Gianni