Autore: basilica
Desio e i giovani
La prima è stata l’occasione per i Måneskin di girare un video all’interno di Villa Tittoni. Poi la bufera sulla squadra delle giovani atlete di ginnastica ritmica ha coinvolto l’Accademia nazionale che si trova a Desio. Qualche giorno fa alla stazione di Seregno l’aggressione di un adolescente con un finale da “tentato omicidio” pare abbia avuto tra i protagonisti un coetaneo residente in città.
Desio e i giovani fanno notizia!
Qui però vediamo solo la classica “punta dell’iceberg”, per cui è utile chiedersi se ci sia altro sotto la linea di galleggiamento. Talvolta troviamo qualcosa di imbarazzante – arresti per droga, scorrazzamenti di baby gang ecc. –, oppure veniamo a sapere, in modo più riservato, di forme di autoisolamento, di vittime di
bullismo, di fenomeni di anoressia e altri disagi, non sempre incontrabili e interpretabili.A ben guardare troviamo anche, più di quanto si pensi, percorsi educativi esigenti di cui famiglie e scuole sono protagoniste silenziose ed efficaci. Non mancano attività sportive o associative che, accanto a competenze specifiche, sviluppano uno sguardo educativo attento alla crescita umana di ragazzi e ragazze. Gli Oratori, una volta punto di riferimento naturale del tempo libero, rimangono aperti per dare opportunità di esperienze mirate di fede, di servizio, di aggregazione.
Le feste della Santa Famiglia e di San Giovanni Bosco interpellano i cristiani adulti: quale “buona notizia” da parte nostra per questi giovani?
don Gianni
Il pensiero della settimana
Santa Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe
La festa di oggi, dopo il S. Natale, ci fa meditare sulla famiglia di Gesù, modello di ogni famiglia.
Oggi la famiglia non sta vivendo un momento facile della sua storia perché forze disgregatrici la minacciano: l’instabilità affettiva della coppia, il salto generazionale velocissimo che rende più difficile il rapporto genitori-figli, le preoccupazioni economiche e la difficoltà di avere un lavoro sicuro. È un valore, quindi, da promuovere e da difendere in tutti i modi, con il contributo di ciascuno di noi.
Dio ha voluto la famiglia perché la prima esperienza di un bambino fosse l’esperienza di un amore gratuito, totale, capace di perdonare: in fondo che fosse l’immagine più bella della Sua natura che è Amore.
L’ha voluta perché collaborasse, anche, nel compito più grande e bello di trasmettere la vita.
L’ha voluta per il Figlio che si è incarnato, perché fosse esempio concreto, modello vivente del suo progetto per la famiglia.
Quando e a quali condizioni la nostra famiglia assomiglia a quella di Nazareth?
San Paolo ricorda quali sono i sentimenti che devono regnare in una famiglia cristiana: “tenerezza, bontà, umiltà, manusetudine, perdono”. E poi ci dà una regola di vita: “La Parola di Cristo abiti in voi; rendete grazie al Signore; tutto avvenga nel nome del Signore”.
Preghiamo insieme quest’oggi per le nostre famiglie, chiedendo l’intercessione della S. Famiglia di Nazareth e chiediamo di riscoprire la bellezza del Sacramento del Matrimonio
don Alberto
ADOLESCENTI E GIOVANI: NUOVE SFIDE CONTEMPORANEE
Fondazione per la famiglia Edith Stein
Nel 2022 i consultori della Fondazione per la famiglia Edith Stein Onlus (con sedi a Bresso, Cinisello Balsamo, Desio e Seregno) hanno accolto 4136 persone per richieste psicologiche, pedagogiche, sociali e sanitarie. Di queste, 1757, il 42,5%, hanno meno di 35 anni. Negli ultimi due anni si è abbassata notevolmente l’età media di chi bussa alle porte dei consultori familiari. La fascia degli adolescenti e giovani ha avuto un sensibile incremento, che merita un approfondimento.
L’appello dell’Arcivescovo Delpini del febbraio 2021 ha parlato con preoccupazione dell’“emergenza educativa”. La Pastorale Giovanile della Diocesi di Milano ha promosso per il 2021-2022 un “anno straordinario degli adolescenti” e ha stimolato la creazione di reti territoriali (proposta della “cordata educativa”).
Che cosa sta succedendo? Certamente la pandemia ha avuto un impatto fortissimo soprattutto su coloro che sono nell’età evolutiva, limitando la socialità e distorcendo le tradizionali occasioni di crescita nelle relazioni, a scuola, in oratorio, nello sport. Questo turbamento imprevisto e improvviso ha fatto esplodere fragilità già esistenti, strettamente connesse con l’età, ma ulteriormente amplificate dal “cambiamento d’epoca”. La continua rapida trasformazione della realtà e della sensibilità sfida le generazioni adulte, le quali non sempre sembrano avere criteri interpretativi e strumenti adeguati per affrontare il cambiamento con serenità evangelica.
Tra le pressanti sfide culturali e sociali emerge la cosiddetta “questione gender”, su cui la stessa Diocesi di Milano sta dedicando energie per la formazione. Anche nei nostri consultori, accanto ai problemi dell’ansia, del ritiro sociale o delle difficoltà relazionali vissute nel tempo pandemico si registra un’evidente crescita del disagio relativo alla ricerca di identità. È un fenomeno delicato e complesso e non può essere liquidato con un giudizio frettoloso: riguarda le persone, investe le famiglie, interpella pertanto i cristiani, anche direttamente. Per questo la Fondazione per la famiglia Edith Stein Onlus si sta impegnando nella formazione dei propri operatori su questo tema ed è disponibile ad approfondirlo anche nelle Parrocchie e negli oratori.
Il consultorio decanale è a Desio, Corso Italia, 112 (0362629193 – desio@fondazioneedithstein.it)
Sulla “Candelora”
CENNI SULLA “CANDELORA”
Il 2 febbraio la Chiesa Cattolica celebra la Presentazione del Signore, popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.
La festa è anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo l’usanza ebraica, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cade appunto
40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù.Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania). La denominazione di “Candelora” data popolarmente alla festa deriva dalla somiglianza con l’antico rito dei romani detto Lucernare e con le antiche fiaccolate rituali che si facevano nei Lupercali (antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbraio).
Durante il suo episcopato (tra il 492 e il 496 d.C.), il pontefice Gelasio ottenne dal Senato l’abolizione dei Lupercali, ai quali fu sostituita nella devozione popolare la festa appunto della Candelora. Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.
Oratorio, una “missione” senza muri
SETTIMANA DELL’EDUCAZIONE
La Settimana dell’Educazione 2023 termina con la Messa degli oratori lunedì 30 gennaio 2023, in comunione con tutta la Diocesi, nella chiesa di San Giovanni Battista alle ore 20,30.
L’appuntamento con l’Assemblea ci motiverà e ci rinsalderà nel compito educativo, ci spingerà a guardare nel profondo alla vita dei ragazzi e delle ragazze per servirli con ancora più dedizione. Nei giorni successivi individueremo una “missione”che può essere un cambio di mentalità, una scelta di fondo, un obiettivo, la definizione di uno stile, un cambio di passo o un passo nuovo da realizzare nei prossimi mesi per andare incontro alla vita dei ragazzi e delle ragazze, “senza muri”, accogliendo l’ospitalità come criterio fondante dell’oratorio.
“Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25,35)
SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI
Chi di noi si è trovato a soggiornare anche solo per qualche giorno all’estero conosce il malessere profondo che si prova quando ci si trova nel bel mezzo di una conversazione senza conoscere la lingua del luogo: si odono gli altri chiacchierare fra loro, ed è proprio in quel momento che ci si sente, di colpo, davvero “stranieri”, “estranei”, “strani” – parole, queste, che derivano tutte dalla medesima radice. È questa la situazione in cui si trovano quotidianamente le decine di donne e uomini che, dall’estero, si sono trasferite nel nostro Paese in cerca di nuove opportunità.
L’ostacolo costituito dalla lingua italiana e la sensazione di isolamento che deriva dal non conoscerla diventano così un fardello ulteriore sulle spalle di persone già fortemente provate dalla lontananza degli affetti più cari. La Scuola di Italiano per Stranieri (SIS) di Desio è nata nel 1996 per tentare di abbattere il muro linguistico, nella convinzione che la conoscenza dell’italiano fungesse da ponte imprescindibile per favorire l’integrazione nella nostra comunità cittadina di quelli che il Vangelo
chiama “forestieri”. Sono stati tanti i semi di pace gettati dai volontari che, con umiltà, ma anche con passione, si sono avvicendati in questi decenni nella SIS. E tanti sono stati i frutti raccolti: non solo miglioramenti linguistici da parte degli studenti, ma anche – e forse soprattutto – rapporti, amicizie, legami profondi, grazie ai quali i volontari hanno potuto toccare con mano la veridicità della frase attribuita a San Francesco: “È dando che si riceve”.Le attività della SIS – che si svolgono nei locali messi a disposizione dal Centro Parrocchiale – includono lezioni di lingua pomeridiane (Martedì e Venerdì, 14.30-16.00) e serali (Martedì e Giovedì, 20.45-22.15), baby-sitting (per permettere alle mamme che hanno bimbi piccoli di parteci- pare alle lezioni pomeridiane) e doposcuola (Martedì e Venerdì, 16.30-18.00) per bambini e ragazzi stranieri.
Quest’anno ai corsi di lingua italiana si sono iscritte complessivamente circa 130 persone. Per quanto riguarda il doposcuola, attualmente frequentato da 25 bambini/ragazzi, purtroppo non è stato possibile accogliere numerose richieste (circa 20 bambini sono in lista d’attesa) per mancanza di volontari. Per far fronte a questo bisogno, l’associazione lancia quindi un appello, affinché nuovi volontari si rendano disponibili per il doposcuola, affiancando nello studio e nello svolgimento dei compiti i bambini e i ragazzi che attendono di poter essere aiutati.
Chiunque desiderasse dare il proprio contributo, può scrivere all’indirizzo mail scuola.italiano.desio@gmail.com o chiamare il numero 338/6086679
La sfida del millennio
Il lettore proclama «Parola di Dio»: le letture della Messa sono ancora il modo più diffuso per la maggioranza delle persone di accostarsi alla Parola di Dio.
Molti posseggono una Bibbia, o almeno i Vangeli, ma quanti li consultano nella loro preghiera personale o durante le grandi feste cristiane, in vista di scelte importanti della vita o, non raramente, in occasione della morte di una persona cara o conosciuta?
Dio parla; ascoltarlo è già inizio di preghiera, che può diventare accoglienza, domanda, discussone, decisione in base a ciò che Dio ha detto. Quello che ha veramente detto, non quindi una frase estrapolata dal suo contesto, così da far apparire Dio a fasi alterne troppo cattivo o troppo buono.
Pregare con la Bibbia sotto gli occhi è ciò che la tradizione cristiana chiama lectio divina, di cui già nel 1992 scriveva il card. Martini: «Sono sempre più persuaso che un’educazione all’ascolto del Maestro interiore passa per l’esercizio della lectio divina, della meditazione orante sulla parola di Dio, e non mi stancherò di ripetere che essa è uno degli strumenti principali con cui Dio vuole salvare il nostro mondo occidentale dalla rovina morale che incombe su di esso a causa dell’indifferenza e della paura a credere. La lectio divina è l’antidoto che Dio propone ai nostri tempi per farci superare il consumismo e il secolarismo, favorendo la crescita di quella interiorità senza la quale il cristianesimo non supererà la sfida del terzo millennio».
don Gianni