Autore: basilica

  • Vale la pena?

    Vale la pena?

    «Oh, no! Di già la pubblicità di Natale!»: verso la fine di ottobre ho reagito così di fronte a uno spot televisivo. Mi aspettavo perciò un’ondata di altri fastidiosi intermezzi pubblicitari natalizi in tv o su internet: niente di tutto questo; arriveranno più avanti, forse.

    Sì: vale la pena festeggiare il Natale? Con una pandemia non ancora vinta, una guerra crudele e assurda in corso (non dimentichiamola!), la crisi che svuota le nostre tasche e non riscalda le nostre case (anche le chiese…)?
    Già negli scorsi anni mi è capitato di incontrare persone che, reduci da un lutto recente, comprensibilmente si affrettavano a precisare «per noi quest’anno non è Natale!».

    Vale allora la pena iniziare il tempo di Avvento, preparare qualche segno festivo, pensare al presepio e all’albero? Varrà la pena programmare la confessione e la partecipazione alla Messa di mezzanotte?

    Avvento: sei settimane per recuperare in profondità quel nome – Natale – che significa nascita e che automaticamente richiama Colui che nasce. Da Lui prendono autenticità tutti gli altri messaggi, anche quelli un po’ retorici, sulla pace, sulla bontà, sull’attenzione ai poveri, persino sulla spiritualità.

    La pubblicità faccia il suo corso: in qualche caso ci azzecca pure a dare un messaggio simpatico e pieno di speranza.

    Ma anche noi cristiani facciamo il nostro corso: con il Vangelo davanti agli occhi, un po’ di silenzio per pregare, e lo sguardo benevolo verso coloro che il mondo vorrebbe scartare.

    don Gianni

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    Prima Domenica di Avvento

    Oggi inizia l’Avvento. Da oggi la Chiesa celebra i misteri del Signore con uno dei suoi momenti più forti. Come vivere queste sei settimane in preparazione al Natale?

    Innanzitutto, proprio partendo dal senso stesso dell’Avvento, che è l’attesa di una venuta. Tutta la nostra vita, tutta la storia umana è un’attesa. Per noi cristiani la storia ha un inizio nella mente e nel cuore di Dio e ha un fine che è la venuta di Gesù.

    La venuta di Gesù che si realizza in due tempi: una nella storia (il Natale), che chiude il Primo Testamento, e una alla fine in cui Gesù si rivelerà giudice glorioso come oggi ci narra la seconda lettura. Il brano del Vangelo di Matteo (discorso sulle “ultime cose”) per noi è difficile, perché non siamo abituati al linguaggio apocalittico.

    Ora, mentre sappiamo qualcosa della prima venuta, quella storica, dove e quando è nato Gesù, non sappiamo nulla di quella finale.

    Gesù non ci ha detto la data, ma un programma, per farci vivere bene e non trovarci impreparati. E non ci ha lasciati soli in questo tempo tra la prima e la seconda venuta: “Io sarò con voi fino alla fine del mondo”. Gesù viene ogni giorno, cammina con noi, in particolare nella celebrazione eucaristica: è per questo che ci impegneremo in modo particolare a vivere bene la nostra Messa domenicale. “Il Signore che viene”, trovi il nostro cuore aperto. Viviamo questo tempo avendo come modello Maria, che ha fatto nove mesi di Avvento, nel suo ascolto, nel ringraziare il Signore e nel servire gli altri.

    don Alberto

  • La visita natalizia alle famiglie 2022

    La visita natalizia alle famiglie 2022

    La visita alle famiglie ha spesso mostrato modalità e tipologie molto differenti tra di loro ma sempre orientate a far sentire la vicinanza della chiesa, della parrocchia o della comunità pastorale (a secondo della nostra percezione del territorio) alle famiglie e in genere a tutti quanti abitano un territorio ben definito.

    La situazione pandemica migliorata ci permette quest’anno entrare nelle case e nella vita di tanta gente, con un segno di benedizione e di augurio.

    Se una volta la benedizione natalizia era una occasione per il parroco di “contare” i fedeli abitanti della parrocchia, oggi i moderni strumenti ci danno altre opportunità per farlo.

    Ma non è questa la scelta pastorale che riassumerei invece in questi punti:

    • il messaggio del parroco che a nome dei sacerdoti, dei diaconi permanenti e delle religiose, ci invita a guardare con fiducia e speranza a questi giorni di festa
    • la cordialità e l’attenzione verso tutti, nessuno escluso, segno di una chiesa evangelica e che vuole essere per tutti motivo di gioia
    • un momento di preghiera con le famiglie e la possibilità, pur limitata nel tempo, di ascoltare, raccogliere, condividere fatiche, domande e suggerimenti della gente provata da anni di sacrifici e dai timori per il futuro
    • ed infine la possibilità, con libertà estrema, di sostenere la vita delle parrocchie, la loro attenzione verso i più fragili, la cura alle fasce giovanili ecc…

    La tipologia della visita è varia e dipende dalle forze disponibili in parrocchia e dal fatto che la nostra città, spesso chiamata fuori dai suoi confini per le attività lavorative, si può incontrare facilmente solo nella parte finale della giornata e prima dell’ora di cena, riducendo nel tempo la possibilità dell’incontro. Visita a una parte della parrocchia, visita su invito dei parrocchiani che ne fanno richiesta, chiamata assembleare in chiesa per interi settori del paese, visite ad alcune fasce di età della Iniziazione Cristiana, fatta dal sacerdote o da laici che lo accompagnano. La varietà non riduce tuttavia l’opportunità di un incontro che rimane anche un segno di profonda comunione con quella umanità che un giorno è stata “visitata” dall’amore di Dio e che il Natale continuamente ci ricorda.

    don Flavio Speroni

  • Geografia pastorale d’Avvento: l’Altare

    Geografia pastorale d’Avvento: l’Altare

    In questo Avvento riprendiamo contatto con gli ambienti che frequentiamo per la preghiera, riconoscendone il senso e il rimando liturgico che essi ci affidano. Guarderemo con semplicità ai luoghi primari (altare, ambone, cattedra) e secondari (battistero e tabernacolo). Lo scopo è rileggere gli spazi che abitualmente frequentiamo ma con uno sguardo diverso, comprendendo il senso della loro architettura e il rimando più profondo alla teologia pastorale che li accompagna

    L’altare

    L’altare è il centro del culto sacrificale, non solo nell’ebraismo e nel cristianesimo, ma in tutte le religioni.

    L’altare è il segno della presenza divina; Mosè suppone questo quando spruzza metà del sangue delle vittime sull’altare e l’altra metà sul popolo, che in tal modo entra in comunione con Dio; e lo stesso Paolo, quando dice: “Coloro che mangiano le vittime non sono forse in comunione con l’altare?” (1Cor 10,18 ).

    In Cristo giunge a compimento la realtà dei sacrifici dell’Antico Testamento: il suo è il sacrificio perfetto, Gesù è al tempo stesso sacerdote, vittima ed altare.
    Il rituale pontificale afferma: «L’altare è Cristo.»

    La struttura di una chiesa cattolica prevede la presenza del presbiterio, al cui centro sta l’altare: su di esso si celebra la liturgia eucaristica della Messa, e su di essa si pone l’ostensorio per la solenne adorazione eucaristica.

    Le norme liturgiche prescrivono che l’altare sia rivestito, durante le celebrazioni liturgiche, di una tovaglia, al fine di mettere in evidenza il suo carattere di mensa, cosicché viene espresso il duplice carattere dell’Eucaristia: essa è sacrificio conviviale e convito sacrificale. La riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II collocò l’altare in modo tale che il celebrante fosse rivolto verso l’assemblea, al fine di favorire la piena partecipazione dei fedeli alla ricchezza dell’azione liturgica.
    L’altare deve essere:

    • fisso in quanto Cristo è pietra angolare
    • ben visibile
    • degno nelle fattezze e nella iconografia
    • Unico, perché comunichi l’Unico Cristo e l’unica Eucarestia
    • collocato nell’area presbiterale e rivolto al popolo
    • praticabile tutt’intorno e possibilmente di forma quadrangolare

    A mo’ di provocazione, se l’altare deve richiamare la mensa delle nostre case, è ancora usanza la tavola, il pranzare insieme o la nostra società moderna ci ha fatto dimenticare la convivialità e così anche il senso della “mensa eucaristica e dell’altare”?

    don Flavio Speroni

  • I reietti

    I reietti

    il Sicomoro
    per un cammino di fede

    Venerdì 18 novembre
    alle ore 21 presso la chiesa
    di San Giovanni Battista
    in via G. di Vittorio 18 a Desio

    ● ● ● I reietti ● ● ●

    Interviene don Claudio Burgio cappellano presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria” per provare a rispondere a queste domande: ci sono ragazzi che possiamo definire cattivi? Se esistono rimangono tali per sempre?

  • Giornata di riflessione per famiglie

    Giornata di riflessione per famiglie

    Decanato di Desio – Giornata di riflessione per famiglie

    DOMENICA 20 NOVEMBRE 2022

    c/o Oratorio Parroccchia San Bernardo Abate
    via Venezia 7 – Nova Milanese

    “Pregare per vivere nella Chiesa come discepoli di Gesù”

    PROGRAMMA:

    • Ore 9,00 Ritrovo nel salone dell’oratorio
      Relazione di padre Piero Ottolini
      Momento di condivisione – Scambio di riflessioni
    • Ore 12,30 Pizza insieme

    Ricordati di prenotare entro giovedì 17 novembre

    Verrà raccolto un contributo per le spese di 3 euro a partecipante
    Il costo della pizza è di 6 euro a porzione

  • Al «Kaire delle 20.32» una preghiera per la pace

    Al «Kaire delle 20.32» una preghiera per la pace

    Dal 13 novembre al 23 dicembre torna l’appuntamento serale con l’Arcivescovo presso alcune famiglie e in alcuni luoghi significativi (come la cappella di un ospedale e di un istituto penitenziario) in collegamento con Chiesadimilano.it, YouTube, i social diocesani, Radio Marconi e, alle 23.30, Telenova

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    Torna anche per l’Avvento 2022 il «Kaire delle 20.32», momento quotidiano di preghiera proposto dall’Arcivescovo. Nell’anno in cui monsignor Delpini ha scelto di focalizzare la Proposta pastorale sulla preghiera, l’iniziativa – avviata nel 2020 in piena pandemia e da allora ripetuta in ogni tempo di Avvento e Quaresima – assume significati ulteriori. Gli interventi daranno inoltre un’attenzione particolare al tema della pace: ogni sera ci sarà un riferimento specifico a un luogo – in Italia o nel mondo – dove sussistono situazioni di violenza. Inoltre l’Arcivescovo proporrà in ogni appuntamento un’intenzione di preghiera per le vocazioni.

    «Abbiamo bisogno di pregare, di imparare a pregare, di insegnare a pregare – scrive l’Arcivescovo nella Proposta pastorale Kyrie, Alleluia, Amen -, perché la grazia di Dio operi e sia anima della missione, della carità, dell’impegno a vivere nel mondo, per il mondo, senza diventare sale insipido, presenza insignificante. Abbiamo bisogno di pregare per attingere ogni giorno, insieme e personalmente, a un principio di pace e di fortezza».

    Ci sarà poi un’Ave Maria con un’intenzione particolare per le vocazioni.

    Le meditazioni saranno realizzate presso alcune famiglie e in alcuni altri luoghi significativi della Diocesi (per esempio la cappella di un luogo di cura e quella di un istituto penitenziario). Verranno trasmesse alle 20.32 di ogni sera, dal 13 novembre al 23 dicembre, sul portale www.chiesadimilano.it, sui canali YouTube, Facebook e Instagram della Diocesi, su Radio Marconi e – alle 23.30 – su Telenova (canale 18 del digitale terrestre).

    Vai allo speciale sull’Avvento ambrosiano

  • Avvento di carità 2022

    Avvento di carità 2022

    Anche quest’anno la nostra città ha scelto di pensare ad alcuni gesti concreti di aiuto e devolvere le offerte raccolte nel tempo di Avvento per alcuni progetti che, seppure non risolveranno del tutto problemi o difficoltà, costituiranno un aiuto e un piccolo segno di vicinanza.

    La Basilica e la parrocchia di San Giorgio sosterranno il progetto promosso da Caritas Ambrosiana a favore del Niger. Il progetto ha lo scopo di creare due pozzi d’acqua con l’installazione di pompe idrauliche muniti di recinti per preservare il luogo. Le famiglie locali potranno così usufruire di acqua potabile grazie al materiale per la raccolta che sarà loro distribuito gratuitamente.

    San Giovanni Battista sosterrà il progetto per il Nepal che mira a garantire l’accesso all’istruzione di qualità a bambini e adolescenti del luogo. In particolare, si provvederà attraverso un accordo con il dipartimento dell’istruzione ad acquistare materiale per l’istruzione a distanza nonché a formare i docenti nell’ambito della psicologia e della pedagogia.

    La parrocchia SS. Pietro e Paolo sosterrà la Comunità Cenacolo di Cascina Litta (Varese), una comunità di ragazzi, femminile e maschile, per il recupero dalla tossicodipendenza. Un ambiente che cerca di essere luogo di accoglienza, di amore e di servizio alla vita per tutti coloro che vogliono risorgere dalle tenebre alla luce attraverso uno stile di vita comunitaria semplice e autogestito.

    La parrocchia San Pio X sostiene la missione di fratel Enrico Meregalli del Pontificio Istituto Missioni Estere, missionario in India, che attualmente gestisce laboratori di falegnameria per dare lavoro ai giovani.

    Con il nostro sostegno non si pretende di risolvere problemi a volte complessi, ma dare un segno di attenzione verso fratelli e sorelle in difficoltà a cui molto spesso mancano elementi fondamentali per un vivere civile e sereno.