Autore: basilica

  • Festa della Famiglia

    La commissione famiglia cittadina propone:

    Famiglie missionarie a km zero

    Chi sono? Vieni a scoprirlo

    Incontriamo Erika e Matteo testimoni di un nuovo modo di “abitare annunciando il Vangelo con la vita”

    Sabato 28 gennaio 2023 – ore 21,00
    Sala Castelli “Il Centro”- Via Conciliazione 15, Desio

  • Comunità da edificare

    Comunità da edificare

    La settimana di preghiera dell’unità dei cristiani ricorre ogni anno in gennaio nei giorni 18-25 gennaio per accrescere nei credenti la consapevolezza che non si può testimoniare la buona notizia di Gesù nella divisione, nella polemica, nella sfiducia reciproca, con ostilità o inimicizia. Purtroppo la recente celebrazione del Natale cattolico e ortodosso ha messo in evidenza non solo una disparità di calendario – questo però non fa difficoltà perché rispetta e sottolinea tradizioni
    diverse che si arricchiscono a vicenda –, ma anche lo schierarsi delle comunità religiose su due diversi fronti in guerra.

    Possiamo tuttavia osservare che lo spirito di divisione e individualismo attraversa popoli, nazioni, città, famiglie. Bene ha richiamato il papa nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, indicando come necessaria «la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che
    il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo».

    E, come scriveva il card. Martini, la Chiesa stessa deve porsi nel mondo come comunità alternativa: «una rete di relazioni fondate sul Vangelo, che si colloca in una società frammentata, dalle relazioni deboli, fiacche, prevalentemente funzionali, spesso conflittuali. In tale quadro di società la comunità alternativa è la “città sul monte”, è il “sale della terra”, è la “lucerna sul lucerniere”, è “luce del mondo”».

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    II Domenica dopo l’Epifania

    La Liturgia oggi ci presenta il primo miracolo di Gesù. Si tratta di un matrimonio salvato, nella sua gioia, da Gesù.

    Oltre al racconto in sé, c’è il significato biblico del vino che è segno di gioia. All’acqua delle fredde giare di una vita monotona, alla routine di un amore che non ha più nulla da dire, Gesù porta la forza dell’amore che dà sorriso e gioia e tutto questo, come sempre, in modo imprevedibile. Si tratta di un miracolo operato per la mediazione di Maria: Gesù pare resistere alla osservazione della mamma, ma nell’insistenza di Maria vede la volontà del Padre e opera il miracolo.

    Gesù ha voluto con sé nel suo disegno d’amore la mamma: Maria è presente nel presepe, qui al primo miracolo, e ai piedi della croce! Il suo compito è, come dice il Vangelo, di ricordarci che dobbiamo “fare quanto Egli ci dirà“.

    Oggi la Chiesa deve essere “segno “ della presenza di Gesù nel mondo: i miracoli di Gesù, che erano l’occasione della fede in chi ascoltava, si devono ripetere oggi nella vita della Chiesa.

    Tutta la vita cristiana vissuta con coerenza, anche se con difficoltà e sbagli , è un miracolo vivente, è segno che il Signore è presente. Pensando a Maria, dobbiamo riconoscere che l’attenzione
    agli altri, ai problemi materiali e spirituali, in un mondo sempre più chiuso e diffidente, è un miracolo che non può lasciare indifferenti.

    Chiediamo al Signore di aiutarci ad essere “segno” vivente del suo amore nel mondo, attraverso l’intercessione di Maria.

    don Alberto

  • Un impegno di giustizia

    ALLA CURA DEGLI ULTIMI DEGLI ULTIMI

    Tre domande a Fiorenzo De Molli , responsabile del Settore Ospitalità della Casa della Carità a Milano, che sarà con noi a Desio nell’incontro del “Il Sicomoro” del prossimo 20 gennaio.

    Come opera questa realtà verso gli ultimi?

    La Casa della Carità promuove accoglienza e cultura, insieme. Con le attività sociali dell’Accoglienza, ci prendiamo cura delle persone: bambini, donne e uomini, persone senza dimora, migranti, disabili, famiglie che si trovano in gravi difficoltà e hanno più problemi sulle loro spalle. Sono “gli ultimi degli ultimi”, per usare le parole del cardinale Carlo Maria Martini, che ha voluto la nostra Fondazione nel 2002. Dalla relazione con loro, nascono le attività dell’Accademia della Carità: iniziative culturali dedicate a tutta la cittadinanza, per accrescere la coesione sociale e attività pensate con e rivolte agli ospiti di questa grande casa alla periferia di Milano. A volere questo doppio impegno, accogliere e promuovere cultura, è stato proprio il cardinal Martini,
    che ha scelto don Virginio Colmegna come presidente, fin dalla nascitadella Fondazione.

    Quale stile è assunto verso gli ultimi?

    Lo stile della Casa della Carità è laico, inclusivo e basato sul dialogo. È ispirato dal Vangelo e dalla lettera Farsi Prossimo del cardinal Martini. Le persone in difficoltà non sono semplici destinatari delle nostre buone azioni, ma sono protagonisti con cui creare relazioni e condivisione, con reciprocità. La Casa della Carità crede nella dignità e unicità di ogni persona, nel valore dell’ascolto e della relazione, contrastando quella che papa Francesco chiama cultura dello scarto, che danneggia le persone e l’ambiente. Per contrastarla bisogna praticare l’ecologia integrale,
    un altro tema affrontato dal Papa nella “Laudato Si’”. L’idea è che giustizia sociale e giustizia ambientale sono strettamente connesse e possono essere promosse solo attraverso solidarietà, responsabilità, cura per sé stessi, per gli altri e per il pianeta. Siamo convinti che prendersi cura
    di chi è escluso generi benessere e coesione sociale, per tutti. Per questo motivo, lavoriamo ogni giorno per accogliere chi è stato rifiutato, per affrontare le emergenze metropolitane e sperimentare nuove soluzioni.

    Come ripartire dopo l’emergenza COVID-19?

    Sono stati mesi lunghi, attraversati da stati d’animo differenti. All’inizio c’era tanto disorientamento, perché non si capiva che cosa bisognava fare. Poi ho vissuto il timore per la mia salute… e ho visto morire anche alcune persone conosciute e questo ha generato un po’ di paura.
    Ho vissuto mesi con molta angoscia per chi abbiamo dovuto lasciare fuori, penso ai senza dimora ospiti delle docce, che non hanno nessuno. Mi sono domandato tante volte: è corretto? Ma questa è stata per noi un’emergenza diversa dalle altre, perché tutta la Casa si è fermata: per usare una metafora calcistica, abbiamo fatto catenaccio per difendere i nostri ospiti e ha funzionato. Certe cose potremo ancora farle come prima, altre dovranno essere pensate diversamente. Anche questa situazione ci servirà a crescere, se riusciremo a lasciarci modellare dai nuovi bisogni, e se sapremo trovare nuove risposte da mettere in campo nei prossimi anni, che si prospettano difficili.

    Vito e Norma

  • I magi a SS. Pietro e Paolo

    Venerdì 6 gennaio, giorno dell’Epifania, a SS. Pietro e Paolo è stato fatto un corteo con i Magi prima della S. Messa. Riviviamo insieme il momento con alcune foto.

  • Preghiera per l’unità dei cristiani

    “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Is 1, 17). È questa perentoria affermazione
    del profeta Isaia che le sorelle e i fratelli del Minnesota (USA) pongono alla nostra riflessione per la preghiera comune di quest’anno.

    È un ammonimento che riceviamo, da comprendere anzitutto nel contesto più generale
    del linguaggio profetico. Il pensiero 693 del filosofo francese Blaise Pascal ci esorta: “senza la voce dei profeti, non sapremmo chi ci ha messo in quest’angolo di universo, che cosa siamo venuti a fare e che cosa diventeremo morendo”. Niente meno di questo ci pone sotto gli occhi la pagina profetica che ci guiderà nella preghiera quest’anno.

    Pregare insieme per l’unità dei cristiani ci permette di riflettere su ciò che ci unisce e di impegnarci a combattere l’oppressione e la divisione della famiglia umana.

    don Flavio

    Signore Gesù,
    che alla vigilia di morire per noi
    hai pregato affinché tutti i tuoi discepoli
    fossero perfettamente uno,
    come Tu nel Padre tuo
    e il Padre tuo in Te,
    facci provare dolorosamente l’infedeltà
    delle nostre disunioni.
    Donaci la lealtà di riconoscere
    e il coraggio di rigettare
    quanto si nasconde in noi
    di indifferenza, di sfiducia
    e perfino di reciproca ostilità.
    Concedici di ritrovarci tutti in Te,
    affinché, dai nostri cuori
    e dalle nostre labbra,
    salga incessantemente la tua preghiera
    per l’unità dei cristiani, quale Tu la vuoi,
    con i mezzi che Tu vuoi.
    In Te che sei la carità perfetta,
    facci trovare la via che conduce all’unità,
    nell’obbedienza al tuo amore
    e alla tua verità.
    Amen!
    Paul Couturier
  • Famiglia portavalori

    Famiglia portavalori

    Il Presidente dell’Associazione Famiglie Italiane, sezione di Milano e Brianza in occasione della festa della famiglia ci parla del progetto d’acquisto “virtuoso” che ormai da tempo coinvolge molte famiglie del nostro territorio e della nostra comunità pastorale, finalizzato a dare opportunità di supporto lavorativo a persone in situazioni di disagio.

    Sono Massimo Grandesso, mi presento e vi racconto brevemente in che cosa consiste il progetto “FAMIGLIAPORTAVALORI” e perché partecipare. Ormai da quasi tre anni, sono presidente di AFI Milano e Brianza; AFI (Associazione Famiglie Italiane), è un’associazione nazionale che da oltre 30 anni si occupa e promuove il valore della famiglia e sostiene che sia la cellula fondante della
    nostra società: “Famiglie per e con le famiglie!”

    A tutti i livelli e in vari ambiti, da sempre, ci diamo da fare concretamente per sostenerci a vicenda. Nella nostra sezione milanese e briantea, da ormai qualche anno, promuoviamo e sosteniamo
    questo progetto, che si è ormai diffuso sul territorio, costituendo circa 20 GAF (Gruppi di Acquisto Familiare), i quali animati da uno o più referenti, utilizzano per la spesa familiare un portale on line dei Gruppi di acquisto familiare, accessibile da ogni componente del gruppo. L’acquisto sul sito del GAF, che non presenta per l’acquirente alcuna differenza rispetto ad acquistare presso un qualsiasi negozio, genera invece un circuito virtuoso che dà la possibilità di retribuire alcune persone che vivono situazioni di disagio, in rapporto alla quantità di ordini giunti sul sito, ore di lavoro per il ricevimento, riordino, preparazione e consegna degli ordini. Un piccolo sostegno economico che abbiamo visto nel tempo, essere importante in un momento di difficoltà. Dà dignità, riattiva l’autostima e attraverso la rete apre una serie di stimoli buoni. Obbiettivo finale
    è quello di un breve accompagnamento in attesa di un reinserimento lavorativo effettivo, cosa che è spesso accaduta e che ci dà lo stimolo per continuare a sostenere questo ambizioso progetto di Economia Civile; una economia che sceglie di mettere in pratica comportamenti virtuosi nell’interesse della comunità, oltre che al proprio.

  • Nessuno può salvarsi da solo

    DIALOGHI DI PACE
    Nessuno può salvarsi da solo

    Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace

    A cura di La Foresta di ARDEN

    • Lettori: Gabriele Di Nallo, Isabella Ninotta, Roberta Parma, Graziano Salvò
    • Organo: Enrico Balestreri
    • Chitarra: Clara Ciliberti
    • Flauto: Gacomo Genovese
    • Tenore: Federico La Rocca
    • Voce: Silvia Vavassori

    Basilica SS. Siro e Materno
    Piazza Conciliazione, Desio
    Domenica 22 gennaio 2023 ore 16:30