Autore: basilica

  • Costruttori di pace

    Costruttori di pace

    «Beati i costruttori di pace» proclama Gesù.

    Il Natale si lega alla pace, perché la invocano gli Angeli nel canto di Gloria e perché l’inerme Bambino non è certo animato da propositi di guerra o di violenza.

    Eppure questo Natale porta l’ombra pesantissima di una guerra crudele, di un’aggressione insensata, di milioni di persone prive delle condizioni elementari di vita, per non parlare del numero elevato di morti, di feriti e soprattutto di cuori resi capaci di odiare.

    Cosa fanno i costruttori di pace? Anzitutto non dimenticano. Davanti al presepio non dimenticano il popolo ucraino, le madri russe in lutto, i popoli di Iran, Siria, Afghanistan, Yemen, Congo e tanti altri. La bellezza della festa mette al centro la fragilità del Bambino, della famiglia lontana da casa perché partita da Nazaret per Betlemme, del popolo contato in un censimento che è segno di sottomissione. La festa è bella perché quel Bambino è il Dio-con-noi: un dono insperato, che nessun potente della terra può immaginare e incarnare (e infatti lo perseguiteranno).

    I costruttori di pace pregano: insistono con Dio, che conosce i nostri drammi, affinché conceda ai responsabili (tanti!) il cambiamento del cuore e faccia crollare le loro certezze omicide.

    I costruttori di pace cercano di convertire prima se stessi ed esaminano le loro parole, i loro comportamenti, il loro stile di vita ed evitano di ferire il prossimo, di ignorarlo, di scartarlo.

    I costruttori di pace si impegnano a realizzare la parola del profeta Isaia: «Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra».

    Buon Natale ai costruttori di pace.

    don Gianni

  • Bambino Gesù,asciuga ognilacrima

    Bambino Gesù,
    asciuga ogni
    lacrima

    Natività, Lorenzo Lotto, 1523, olio su tavola cm. 46×38 Washington, National Gallery of Art, collezione Kress
    La piccola tavola è firmata e datata “L. Lotus 1523”
    Bambino Gesù,
    asciuga ogni
    lacrima
    Asciuga, Bambino Gesù,
    le lacrime dei fanciulli!
    Accarezza il malato
    e l’anziano!
    Spingi gli uomini
    a deporre le armi
    e a stringersi
    in un universale
    abbraccio di pace!
    Invita i popoli,
    misericordioso Gesù,
    ad abbattere i muri
    creati dalla miseria
    e dalla disoccupazione,
    dall’ignoranza
    e dall’indifferenza,
    dalla discriminazione
    e dall’intolleranza.
    Sei tu,
    Divino Bambino
    di Betlemme, che ci salvi,
    liberandoci dal peccato.
    Sei tu il vero
    e unico Salvatore,
    che l’umanità
    spesso cerca a tentoni.
    Dio della pace,
    dono di pace
    per l’intera umanità,
    vieni a vivere nel cuore
    di ogni uomo
    e di ogni famiglia.
    Sii tu la nostra pace
    e la nostra gioia!

    San Giovanni Paolo II

  • Auguri a tutta la Comunità

    Gli auguri alla Comunità Pastorale di Desio quest’anno li vogliamo fare con la Preghiera al Signore che consideriamo universale e che proponiamo qui scritta in diverse lingue affinché la si possa recitare tutti insieme, come figli di un unico Dio e Padre.

    Pater Noster (Latino)

    Pater noster, qui es in cælis:
    sanctificétur Nomen Tuum:
    advéniat Regnum Tuum:
    fiat volúntas Tua,
    sicut in cælo, et in terra.
    Panem nostrum
    cotidiánum da nobis hódie,
    et dimítte nobis débita nostra,
    sicut et nos dimíttimus
    debitóribus nostris,
    et ne nos inducas in tentazionem,
    sed líbera nos a Malo. Amen

    Ul nost pa’
    (Brianzolo)

    O nost Pa’ che te stét in Ciel,
    che ul tô Nom al vegna santificà,
    che vegna ul tô regn,
    che sia fà quel che te vöeret,
    inscì in Ciel cumè in tèra.
    Dach incöe ul nost pan
    de tütt i dì, cancèla i nost debit cumè anca nünch i cancèlum
    ai nost debitur e lassich no
    in mez a la tentaziun
    ma liberach dal mà. Amen

    الصلاة الحالية (arabo)

    أبانا الذي في السموات
    ليتقدس اسمك،
    ليأت ملكوتك،
    لتكن مشيئتك،
    كما في السماء كذلك على الأرض،
    اعطنا خبزنا كفاف يومنا،
    واغفر لنا ذنوبنا و خطايانا،
    كما نحن نغفر أيضآ لمن اخطأ واساء الينا،
    ولا تدخلنا في التجربة،
    ولكن نجنا من الشرير
    لأن لك المُلك والقدرة والمجد إلى أبد الدهور.
    آمين.

    Oce nash (Serbo)

    Oce nash,
    izhe jesi na nebesjeh!
    Da svjatitsja imja Tvoje;
    Da pridet carstvije Tvoje;
    Da budet volja Tvoja,
    Jako na nebesi i na zemlji;
    Hleb nash nasushni dazd nam dnes;
    I ostavi nam dolgi nashja
    Jakozhe i mi ostavljajem
    dolzhnikom nashim;
    I nevvedi nas vo iskusheniye;
    No izbavi nas ot lukavago.
    Amen

    Our father (Inglese)

    Our father, which art in heaven,
    hallowed be thy name.
    Thy kingdom come. Thy will be done on earth as it is in heaven.
    Give us this day our daily bread.
    and forgive us our trespasses as we forgive those who trespass against us.
    And lead us not into temptation, but deliver us from evil. Amen

    Vater unser (Tedesco)

    Vater unser in Himmel,
    geheiligt werde Dein Name;
    Dein Reich komme;
    Dein wille geschehe,
    wie in Himmel so auf Erden;
    unser tägliches Brot gib
    uns heute; und vergib uns unsere Schuld, wie auch wir vergeben
    unseren Schuldigern
    und führe uns nicht in Versuchung,
    sondern erlöse uns von dem Bösen.
    Amen

    Notre père (Francese)

    Notre père, qui es aux cieux,
    que ton nom soit sanctifié.
    Que ton règne vienne.
    Que ta volonté soit faite
    sur la terre comme au ciel.
    Donne-nous aujourd’hui notre pain quotidien.
    Et pardonne-nous nos offenses, comme nous pardonnons à ceux qui nous ont offensés. Et ne nous laisse pas entrer
    en tentation mais délivre-nous du mal.
    Amen

    Baba yetu (Swahili)

    Baba yetu, uliye mbinguni:
    jina lako lisifiwe,
    ufalme wako uje, mapenzi
    yako yafanyiwe duniani kama
    mbinguni.
    Utupe leo chakula chetu
    cha kila siku.
    Utusamehe makosa yetu, kama
    tunavyowasamehe waliotukosea.
    Usituache kushindwa
    na kishawishi, lakini utuopoe
    katika maovu. Amen

    Padre nuestro (Spagnolo)

    Padre nuestro, que estás en el cielo,
    santificado sea tu Nombre;
    venga tu reino;
    hágase tu voluntad en la tierra como en el cielo;
    da nos hoy nuestro pan de cada día;
    perdona nuestras ofensas,
    como tambien nosotros perdonamos a los que nos ofenden; no nos dejes caer en tentación, y líbra nos del mal
    Amen

  • Quando farlo nascere

    Quando farlo nascere

    Durante la visita alle famiglie, molti mostrano con fierezza il presepio (o i presepi) che hanno preparato per il Natale. Ne vedo due tipi.

    Nel primo la culla è vuota perché «Gesù non è ancora nato, lo metteremo alla notte di Natale»; c’è anche una variante: Gesù è nella culla (spesso perché culla e bambino sono un pezzo solo), ma ricoperto da un velo che verrà rimosso nella Notte Santa. In questa rappresentazione c’è il valore dell’attesa: si aspetta qualcosa, anzi Qualcuno, una Buona Notizia, una nuova compagnia. Questo modo di organizzare il presepio dice che è bello avere desideri, quelli infantili legati magari ancora ai regali, e quelli adulti, più profondi.

    L’altro tipo è di coloro che già hanno messo Gesù al suo posto, ben visibile, al centro della scena. A questo forse si riferisce il nostro Arcivescovo che in una recente intervista ha dichiarato: «Gesù è già nato e non nasce di nuovo. Questa visione del Natale come rievocazione di un mito archetipo ed esemplare a me non piace molto. Gesù non rinasce in nessuna parte del mondo: è già nato, la sua testimonianza è palpitante. Però ogni bambino che nasce sperimenta che Gesù è dalla sua parte: che nasca su un barcone o sotto un portico».

    Anch’io preferisco vedere subito Gesù nella culla, nella capanna. Per dire che quel fatto antico è vivo per noi, che quel messaggio ci fa sentire Dio vicino; un Dio povero che ogni giorno rinasce nella nostra fede e che possiamo mostrare e portare ai poveri del mondo.

    don Gianni

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    Domenica dell’Incarnazione

    Oggi celebriamo la Maternità divina di Maria e il mistero dell’Incarnazione: il Figlio di Dio, al sì di Maria, per opera dello Spirito Santo, prende carne e diventa uno di noi.

    È il fondamento di tutti gli altri misteri riguardanti Gesù. Un mistero accennato nell’Antico Testamento che supera tutte le aspettative: nessun profeta o patriarca ha pensato a tanto!

    Ci sono due verità evidenti.

    La prima è che è un fatto storico ben preciso, non una favola o un racconto: viene presentato il luogo, il nome della ragazza, la sua situazione familiare; tutto avviene per iniziativa di Dio che entra nella storia. Lo Spirito Santo rende Maria, Madre di Dio.

    È un mistero che supera la nostra capacità di comprensione, eppure Dio l’ha voluto perché ha mantenuto le sue promesse. Il Signore fa sua la nostra esperienza umana, condivide la nostra vita, dandole un senso e un valore nuovo in tutto, anche al dolore, e ci dà la certezza che la vittoria sarà sempre del bene.

    La seconda verità è che anche questo mistero è un dono che va accolto. La prima lettura è un invito a preparare il nostro cuore. Il Signore agisce nella storia da Padre: per realizzare questo mistero chiede il “Sì” di una ragazzina di Nazareth, paesino sconosciuto della Galilea.

    Dio, per nascere dentro di noi, chiede il “Sì” della nostra libertà; per continuare la sua presenza nel mondo, chiede il “Sì” di ciascuno di noi, per essere testimoni del suo amore.

    Chiediamo al Signore che ciascuno di noi possa dire, come Maria, il proprio “Sì”.

    don Alberto