La Pasqua è il giorno che ha fatto il Signore, è la festa per eccellenza che dà origine a tutte le feste. E’ così importante che i cristiani hanno sentito il bisogno di celebrarla ogni otto giorni, nella domenica. È giorno di luce e di gioia: mentre celebra il trionfo di Cristo, ci aiuta a riscoprire chi siamo noi.
Il cristiano è uno che crede e vive la Pasqua, testimoniandola ogni giorno, e crede nell’avvenimento che gli è stato trasmesso dalla Chiesa: Cristo è morto e risorto. All’inizio della seconda Lettura, Paolo ci riporta il cherigma, il nucleo della fede cristiana: è il mistero centrale della nostra fede; è ciò che ci distingue da ogni altra religione; è il fondamento della nostra preghiera, della liturgia, dei sacramenti che sono incontro con Cristo risorto nella Chiesa; è il senso della morale cristiana che è lasciarsi guidare dallo Spirito di Cristo risorto.
Il cristiano testimonia la sua fede nella Pasqua quando vive come Gesù, quando sa dire il suo sì alla volontà del Padre e crede nel suo amore anche nei momenti più duri e più difficili; quando vede l’autorità come un servizio e non ha vergogna di mettersi il grembiule e lavare i piedi agli ultimi; quando è libero davanti a tutto e a tutti, se è in gioco il Regno di Dio, cioè la giustizia, la dignità della persona, la sacralità della vita; quando sa perdonare chi lo emargina, chi lo rinnega, chi lo tradisce e lo mette in croce.
Il cristiano è un ottimista ad oltranza in un mondo sempre più sfiduciato; vince la guerra con l’amore e il perdono, perché non si sente mai solo!
Certo non è facile: lo scoraggiamento, la paura di aver perso Gesù (come Maria di Magdala), la delusione (come i discepoli di Emmaus) sono sempre alle porte. Abbiamo bisogno che Gesù ci chiami per nome, giorno per giorno, che ci spieghi la nostra vita e che spezzi il pane che dà forza.