Autore: don Alberto Barlassina

  • Il pensiero della settimana – Ascensione

    Il pensiero della settimana – Ascensione

    Carissimi, oggi è la festa dell’Ascensione: Gesù che sale glorioso al cielo, riconosciuto  Signore del cielo e della terra.

    Di solito quando parte una persona cara, c’è malinconia, tristezza, ma nel Vangelo si sottolineano la serenità e la gioia. L’Ascensione non è la partenza di Gesù, ma la sua glorificazione, cioè la proclamazione che Gesù, Uomo-Dio, è eguale in dignità e potenza a Dio Padre. Le espressioni “fu elevato in alto, una nube lo sottrasse ai loro occhi, veniva portato in cielo“ sono espressioni bibliche per dire che Gesù con la sua risurrezione è vicino e uguale al Padre e, quindi, come il Padre è eterno, onnipotente, onnisciente è anche onnipresente, non solo come Dio, ma anche come uomo. Proprio per l’Ascensione, Gesù di Nazareth è qui come in ogni parte del mondo.

    Salendo in Cielo ha portato con sé la nostra Umanità, è andato avanti a prepararci un posto. L’Ascensione è la giornata più bella in cui pensare ai nostri cari che ci hanno lasciato, con nostalgia, perché lì incontreremo di nuovo, con il Signore.

    Ma c’è una frase degli Atti degli Apostoli che ci deve far riflettere: “Quel Gesù di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo“.

    E i discepoli ritornano a Gerusalemme nell’attesa” di ricevere la forza dello Spirito Santo.
    Dobbiamo andare nel mondo a comunicare la gioia di “Dio con noi“, con l’ottimismo, la speranza che è un tema costante in questo periodo pasquale: essere gente che sa lottare, impegnarsi perché sa che il Signore, anche se non si vede, è con noi.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Domenica II di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica II di Pasqua

    Carissimi, dovremmo tutti trovare un momento per riascoltare nel nostro cuore la Parola di Dio, luce e forza nella vita.

    Nel brano sorge il “giorno del Signore” cristiano che è il ”primo giorno dopo il sabato “. Anche se la prima Comunità celebrava con gli altri ebrei il riposo il giorno di Sabato, nella coscienza dei discepoli di Gesù diventa sempre più importante il giorno della Risurrezione, cioè la domenica.

    I cristiani, come i primi discepoli, si trovano insieme in questo giorno per incontrarsi con Gesù risorto, per ascoltare la sua parola, per nutrirsi di Lui e così avere la forza di testimoniarlo.

    Per noi cristiani la domenica è la Pasqua settimanale in cui riviviamo lo “spezzare il pane”, l’Ultima Cena, la Passione e la Risurrezione di Gesù. La S. Messa è il centro di questa giornata che deve essere di gioia e di fraternità.

    Gli Apostoli senza Gesù hanno paura (le porte del Cenacolo erano chiuse) mentre, quando riconoscono Gesù diventano felici: ci pare di essere fuori dal mondo, eppure non ci dobbiamo scoraggiare perché Il Signore è risorto, è con noi, ci sostiene.

    Gesù continua la sua opera di salvezza attraverso gli uomini. Egli dà il potere di rimettere i peccati: dona il suo Spirito agli Apostoli perché possano continuare a dare il suo perdono.

    Gesù sapeva che questo non era facile credere alla risurrezione e proclama: “beati quelli che, senza aver visto, crederanno”: tra questi ci siamo anche noi.

    Chiediamo al Signore “accresci la nostra fede” e fà che la nostra vita sia testimonianza concreta del Vangelo in cui crediamo.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – II dopo il martirio di S. Giovanni

    Il pensiero della settimana – II dopo il martirio di S. Giovanni

    Il pensiero della settimana – II dopo il martirio di S. Giovanni

    La liturgia di questa domenica ci aiuta ad entrare sempre più nel mistero di Gesù per esserne, poi,
    testimoni veri. In questa domenica il Vangelo ci rivela il volto di Gesù: la Parola, fatta carne, che ci
    mostra il Padre.

    Il brano di questa domenica è un ritornello continuo in questo senso: “il Figlio da sé stesso non
    può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre”. Ma queste sono poche frasi che riflettono tutto
    il Vangelo, in cui Gesù si rivela in comunioneII dopo il martirio di S. Giovanni piena con il Padre.

    Le prime e le le ultime parole di Gesù riportate dal Vangelo, riguardano il Padre: a 12 anni ”Non
    sapevate che devo occuparmi delle cose del padre mio?”, sulla croce “Padre, nelle tue mani affido il
    mio spirito”.

    Certo del Padre, Gesù rivela soprattutto l’amore e le sue sono parole di perdono, le sue azioni
    sono gesti di attenzione a chi soffre, anche i miracoli che compie, più che prova della sua divinità, manifestano innanzitutto l’amore del Padre.

    Ma tutto questo non è limitato alla fase terrena della vita di Gesù. Gesù è anche oggi luce, gioia, forza; Gesù rivela il Padre perché, come ricorda Paolo nella seconda Lettura, Gesù è vivo, è risorto ed è il senso
    di tutta la storia umana. Gesù continua la sua rivelazione del Padre, mediante la Chiesa. Anche noi siamo
    mandati ad annunciare il Vangelo, ad essere segno dell’amore del Padre, ad essere testimoni della gioia
    della resurrezione con una speranza ed un ottimismo ad oltranza. Chiediamo al Signore, di essere davvero suoi testimoni nel mondo.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    II Domenica di Pasqua

    Oggi la liturgia sottolinea l’importanza della domenica, come giorno del
    Signore: le due apparizioni di Gesù agli apostoli avvengono “il primo giorno
    dopo il Sabato”. I cristiani, anche se ebrei e quindi legati al Sabato, sentono
    da subito l’urgenza di ricordare, ogni settimana, il fatto centrale della loro fede
    e di sentire, come Giorno del Signore, la domenica, giorno della resurrezione.
    Oggi tocchiamo anche il tema della fede, partendo dalla figura di Tommaso, simbolo di un uomo in crisi di fede. In che cosa credere? Per essere cristiani
    dobbiamo credere che Gesù è il Signore della vita e della morte, è il Figlio di
    Dio e, quindi, il centro della storia. Credere non è solo essere convinti a livello di intelligenza, ma vivere di conseguenza questo primato di Gesù. La difficoltà di
    Tommaso è che l’annuncio della Resurrezione gli è giunto dai suoi confratelli
    apostoli di cui conosceva debolezze e peccati.

    È una delle nostre difficoltà, oggi: dobbiamo credere in Gesù Cristo, presentato dalla Chiesa, fatta da uomini peccatori di cui conosciamo limiti e difetti. Eppure Gesù ha voluto così: “chi ascolta voi, ascolta me”, “a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi”, “fate questo in memoria di me”, anche se chi parla, dona il perdono e celebra non sempre lo testimonia con la sua vita.

    Gesù sapeva che questo non era facile e proclama: “Beati quelli che, senza aver visto, crederanno”.

    Chiediamo al Signore “accresci la nostra fede” e fa’ che la nostra vita sia testimonianza concreta del Vangelo.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    Domenica Battesimo del Signore

    L’Epifania, rivelazione di Gesù, continua nel suo Battesimo. Egli rivela chi è (“Il Figlio prediletto”) e che cosa è venuto a fare nel mondo (in fila con i peccatori). Gesù non ha bisogno di questo gesto di penitenza perché è l’Agnello di Dio, senza peccato. Il fatto di mettersi in fila con i peccatori vuole indicare la sua scelta di campo: è venuto per loro, per chi è peccatore e desidera essere salvato. Si deve notare la differenza del Battesimo di Giovanni da quello di Gesù. Il primo è un gesto penitenziale in cui la persona si riconosce peccatrice e domanda perdono, mentre quello di Gesù dà il dono dello Spirito che ricrea (lo Spirito sulle acque primordiali) e che porta pace (l’immagine della colomba del diluvio) e rinnova. A noi accoglierlo, viverlo riconoscendoci peccatori, bisognosi del perdono. Dobbiamo, poi, lasciarci trasformare da questo Spirito che ci dà degli occhi nuovi (la fede), una forza nuova (la speranza) e un cuore nuovo (la carità).

    È un dono da riscoprire sempre più profondamente, non dando nulla per scontato. Ripensiamo al nostro
    Battesimo e poniamoci qualche domanda: sappiamo la data del nostro Battesimo?

    Abbiamo ringraziato, qualche volta, i nostri genitori che lo hanno chiesto per noi? Siamo riconoscenti al Signore per il dono dello Spirito? La lettura della Bibbia è davvero per noi il metterci in ascolto del
    Padre, che ci ha scritto questa bellissima Lettera? Ringraziamo di cuore il Signore per il dono dello Spirito Santo che ci ha fatto con il S. Battesimo e chiediamogli di viverlo in pienezza.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    IV Domenica  dopo Pentecoste

    La seconda Lettura ci invita a riflettere sul fondamento della nostra vita cristiana, che è la fede. Senza la fede, dice, è impossibile essere graditi a Dio.

    La fede è un dono da chiedere e da testimoniare nella vita concreta di ogni giorno. In particolare, oggi, nella prima Lettura e nel Vangelo ci ricorda quale deve essere il rapporto tra noi. Certamente condanna la
    gelosia, l’invidia che può portare all’omicidio del fratello: purtroppo sono cronaca di tutti i giorni i delitti, anche in famiglia.

    Condanna anche l’uccisione di un reo confesso di omicidio, “chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte” e questo dovrebbe farci pensare alla pena di morte in vigore ancora in tanti paesi.

    Ma Gesù che non rinnega la prima legge, bensì la porta a compimento nel ”Discorso della montagna”, ci ricorda che si può uccidere il fratello anche col giudizio, con la parola. Se dico “stupido”, “pazzo” a mio fratello, l’ho già ucciso come persona, non vale nulla per me. Non si può pensare di poter pregare, offrire un sacrificio al Signore, se non si è in pace con i fratelli: è per questo brano che il rito Ambrosiano ha anticipato lo scambio della pace, prima dell’offertorio.

    Proviamo a verificare la nostra vita su tutto questo: siamo in pace, siamo capaci di accoglienza, di perdono, per quanto dipende da noi, con tutti? Lo scambio di pace è un gesto formale o un segno di
    impegno?

    Chiediamo al Signore di aiutarci ad essere come egli ci vuole, a perdonare e ad andare d’accordo con tutti.

    Chiediamo un atteggiamento di umiltà di disponibilità

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    Domenica di Pentecoste

    Carissimi, l’anno liturgico è un lungo cammino in cui riviviamo il mistero della salvezza. In questo cammino la Pentecoste è certamente una tappa fondamentale.

    Nella Pentecoste la presenza di Dio diventa realtà per ciascuno di noi: lo Spirito rende presente Gesù in noi, facendoci figli adottivi del Padre celeste. Lo Spirito Santo rende presente oggi Gesù risorto nella Chiesa, altrimenti essa stessa sarebbe un organismo destinato a perire per il peccato delle sue
    membra. Lo Spirito Santo è una fiamma che richiama la luce. Abbiamo bisogno tutti di questa luce, cioè il dono del discernimento, la luce dello Spirito per la nostra vita personale e per le grandi scelte che la nostra società è chiamata a compiere. Un secondo dono da chiedere è la forza, rappresentata dal “vento gagliardo “: non basta sapere, capire, ma bisogna attuare il disegno di Dio.

    Gli Apostoli hanno dovuto affrontare un mondo a loro ostile o indifferente. Anche oggi i cristiani vivono un momento storico delicato perché si avviano ad essere minoranza nel mondo.

    Ma proprio la Pentecoste ci ricorda che la forza del Cristianesimo non sta nel numero ma nella presenza
    dello Spirito e nel lasciarsi trasformare da Lui.

    Il terzo dono da chiedere e sicuramente quello dell’unità, richiamato dal dono delle lingue concesso agli Apostoli. Gesù ha voluto l’unità come segno distintivo della sua Chiesa. Chiediamo allora al Padre di donarci lo Spirito Santo che ci renda come Gesù ci vuole, mediante il dono della sua luce, forza e pace.

    Buona Pentecoste!

    don Alberto

  • IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    III di Pasqua

    Nel brano di Vangelo di questa domenica, Gesù accusa i
    suoi nemici di essere bugiardi e schiavi ed essi reagiscono
    definendolo samaritano ed indemoniato.

    Il contrasto si rivela già dalle prime battute di questo
    brano: Gesù proclama “Io sono la luce“, cioè colui che può dare senso alla vita e alla storia, ma gli avversari chiedono qualche testimonianza di questo. Gesù rivela il volto di Dio, ma essi non l’accettano perché non rientra nei loro schemi: c’è una chiusura totale.

    Non dobbiamo meravigliarci che la Chiesa faccia fatica ad annunciare il Vangelo e che tanti non la accettino, anzi la ostacolino. Ma qual è il motivo di questo rifiuto? Forse è dovuto al fatto che la Chiesa, come dice il Vangelo, difende il valore della persona al di là di tutte le etichette sociali o di razza; o perché proclama la sacralità della vita dall’inizio alla fine; o perché difende l’istituto naturale della famiglia; o perché come Gesù ha un’attenzione particolare ai poveri, richiamando verso di essi
    l’attenzione delle istituzioni; o perché ricorda a chi ha in mano le leve dell’economia il diritto primario di ogni uomo ad un lavoro onesto e retribuito, non deve meravigliarsi o scoraggiarsi se è rifiutata.

    Se, invece, il rifiuto della Chiesa dipende dagli scandali, allora gli uomini di Chiesa con umiltà riconoscano gli errori, riparino i danni compiuti e si convertano al Vangelo. Lo Spirito Santo, dono di Cristo risorto, ci aiuti in questo lavoro di discernimento, così che la Chiesa possa continuare ad essere segno di Gesù risorto nel mondo d’oggi.

    don Alberto

  • IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    II di Pasqua

    Nel Vangelo di oggi si vede il sorgere del “giorno del Signore” cristiano che è il ”primo giorno dopo il sabato“.

    Anche se la prima Comunità celebrava con gli altri ebrei il riposo il giorno di Sabato,
    nella coscienza dei discepoli di Gesù diventa sempre più importante il giorno della
    Risurrezione, il 1° dopo il sabato, cioè la domenica.

    I cristiani, come i primi discepoli, si trovano insieme in questo giorno per incontrarsi
    con Gesù risorto, per ascoltare la sua parola, per nutrirsi di Lui e così avere la forza di testimoniarlo.

    Per noi cristiani la domenica è la Pasqua settimanale in cui riviviamo lo “spezzare il pane”, l’Ultima Cena, la Passione e la Risurrezione di Gesù.

    Un secondo aspetto che risalta dal Vangelo di oggi è che gli Apostoli senza Gesù hanno paura (le porte del Cenacolo erano chiuse) mentre, quando, invece, riconoscono Gesù diventano sereni e contenti. Ci pare di essere fuori dal mondo, eppure non ci dobbiamo scoraggiare perché il Signore è risorto, è con noi, ci sostiene.

    Un terzo insegnamento è che Gesù continua la sua opera di salvezza attraverso gli uomini. Come regalo di Pasqua, Gesù dà il potere di rimettere i peccati: dona il suo Spirito agli Apostoli perché possano continuare a dare il suo perdono.

    Gesù sa che non è facile credere alla risurrezione e proclama: “beati quelli che,
    senza aver visto, crederanno”: tra questi ci siamo anche noi.

    Chiediamo al Signore “accresci la nostra fede” e fa che la nostra vita sia testimonianza concreta del Vangelo in cui crediamo.

    don Alberto

  • Pasqua di Risurrezione

    Pasqua di Risurrezione

    La Pasqua, come dice il Salmo responsoriale, è “il giorno che ha fatto il Signore“, è la festa per eccellenza, così importante che i cristiani hanno sentito il bisogno di celebrarla ogni otto giorni, nella domenica. È giorno di luce e di gioia che, mentre celebra il trionfo di Cristo, ci aiuta a riscoprire chi siamo noi, perché possiamo dire che il cristiano è uno che crede e vive la Pasqua, testimoniandola ogni giorno.

    Nella seconda lettura, Paolo ci riporta al nucleo della fede cristiana e cioè che Cristo è morto, sepolto, e che è risorto il terzo giorno.

    È il mistero centrale della nostra fede, quello che ci distingue da ogni altra religione; è il fondamento della nostra preghiera, della Liturgia, dei Sacramenti che sono “incontro con Cristo risorto” nella Chiesa; è il senso della morale cristiana che è lasciarsi guidare dallo Spirito di Cristo risorto.

    Il cristiano testimonia la sua fede nella Pasqua quando vive come Gesù: quando sa dire il suo sì alla volontà del Padre; quando vede l’autorità come un servizio; è libero, davanti a tutto e a tutti, se è in gioco il Regno di Dio; quando sa perdonare chi lo emargina, lo rinnega, lo tradisce e lo mette in croce.

    Il cristiano è un ottimista ad oltranza in un mondo sempre più sfiduciato, pessimista, chiuso in sé nella ricerca di piccole gioie; è uno che vince la guerra con l’amore e il perdono, perché non si sente mai solo!

    Buona Pasqua.

    don Alberto