Autore: Eleonora Murero

  • Cittadinanza attiva per 18/19enni

    Cittadinanza attiva per 18/19enni

    Un modo per mettersi al servizio della città: inizia con una pulizia del parco e continuerà tutto l’anno.

    Il gruppo dei 18/19enni della comunità pastorale sta mettendo in pratica l’ideale di cittadinanza attiva nel corso del loro anno di formazione sotto la guida di don Pietro Cibra, responsabile dell’equipe di pastorale giovanile. Quest’anno, il gruppo educatori ha sviluppato nuove esperienze al di fuori degli spazi dell’oratorio, incoraggiando i giovani a partecipare attivamente alla vita della città. Un esempio tangibile di questa iniziativa è stata la partecipazione di una quindicina di ragazzi con i loro educatori alla pulizia
    del parco nella zona dei Santi Pietro e Paolo, avvenuta la mattina di domenica 22 ottobre.

    Arianna Mingotto, educatrice del gruppo, ha condiviso la sua soddisfazione riguardo all’attività, sottolineando come “i ragazzi hanno accolto l’attività con entusiasmo, apprezzando l’opportunità di pensare e agire in modo attivo, sviluppando un senso di umiltà”. Ha aggiunto che “L’iniziativa ha contribuito a sensibilizzare i giovani sull’importanza della cura del bene comune, un aspetto spesso trascurato”. Chiara Resini, un’altra educatrice coinvolta, ha evidenziato l’impegno e la dedizione dei partecipanti, anche se in numero limitato: “Mettersi in gioco per la loro comunità ha messo in luce
    la loro voglia di fare del bene e speriamo di replicare l’esperienza in altre zone di Desio, come il parco Tittoni”.

    Franco Castoldi, responsabile ed educatore, ha espresso gratitudine al Comune di Desio e all’ufficio ecologia per il loro sostegno all’iniziativa. La nuova ausiliaria di San Pio X, Liliana Rivolta, ha partecipato all’evento.

    A fine mese, il gruppo organizzerà un’attività presso La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, coinvolgendo persone con disabilità. Nel mese di dicembre, è previsto un incontro sulla legalità in collaborazione con l’associazione Libera.

  • Solidarietà ben dopo la pandemia

    Solidarietà ben dopo la pandemia

    POSTERIA SOCIALE: UN LUOGO VICINO A CASA PER FARE DEL BENE ALL’ALTRO DAL 2021

    I locali della Posteria Sociale, che si trovano in via Grandi 3 a Desio, continuano a fare del bene per chi ha bisogno di un aiuto dal punto di vista alimentare e non solo.

    La pandemia è stato un periodo che ha lasciato un segno, in molti modi, a Desio,
    l’ha fatto anche con la Rete di Solidarietà Alimentare che si è sviluppata in un
    progetto per sostenere le famiglie in difficoltà e che ha preso il nome di “Poste-
    ria Sociale”.

    Un’idea di sviluppo di Comunità e un nuovo servizio per la Città che è nata
    dall’iniziativa del “Carrello Sospeso”, avviato con il primo lockdown. Sono tante
    le iniziative di sostegno alle persone in difficoltà introdotte dall’Amministrazione
    comunale in collaborazione con le Associazioni di volontariato che si occupano
    di povertà ed emarginazio ne sociale.

    La consegna di pacchi alimentari è diventato un presidio di solidarietà ben strutturato, grazie alla collaborazione tra il servizio sociale, le parrocchie e le associazioni di volontariato. Inizialmente questa era un’attività che coinvolgeva no le singole parrocchie e non era coordinata in modo così forte dall’amministrazione comunale, come invece avviene ora. Inoltre, i generi alimentari prelevati dai Carrelli Sospesi vengono riposti sugli scaffali. In questo modo le famiglie possono recarsi
    alla Posteria per la scelta dei prodotti. Questo luogo vuole ricostruire l’autonomia delle persone e recuperare la dignità personale di chi si trova in difficoltà. La pandemia ha quindi lasciato un segno di comunità e solidarietà che è destinato a durare e ad evolversi nel tempo a venire.

    Eleonora Munero

  • Chi c’è dietro ai “nostri” mercatini natalizi

    Una tradizione che ha una storia e tanti volti che lavorano dietro le quinte per donare gioia e felicità a chi vende e a chi acquista per un nobile fine: sostenere le attività parrocchiali.

    I “Mercatini Natalizi” nelle parrocchie della città di Desio sono una tradizione che nasconde tanti volti e tante storie di coloro che si impegnano a raccogliere fondi per le singole parrocchie: in futuro, forse, lo faranno tutti insieme, un unico mercatino per la comunità parrocchiale intera.

    È evidente la creatività dei lavoretti che vengono pensati all’oratorio della Beata Vergine Immacolata da un gruppo di mamme che lasciano libera la loro fantasia per aiutare a trovare il regalo giusto per i propri cari: “Stai già pensando ai regali per Natale”. È un progetto nato durante la pandemia. Per aiutare l’oratorio le mamme si sono sbizzarrite: hanno confezionato degli angioletti di feltro (più di 120!), dei bracciali e collane, oltre a kit porta carte, biglietti di tutti i tipi e hanno addirittura proposto il presepe in birra. Da qualche anno hanno creato anche i kit: colazione, aperitivo, dolce. Un grazie a Simona, Claudia, Fiorella, Monia, Enza, Carla, Anna, Miriam, Federica, Flavia, Cristina, Carolina, Greta, Monica, Betty, Ilaria e Marzia. Anche per loro trovarsi è sia un modo di stare insieme diverso che un attimo di condivisione in un gruppo sempre in crescita.

    Anche a San Giorgio la tradizione viene portata avanti grazie ad un gruppo di abili donne, tra cui Marina Piacenti. Qui è nato negli anni Ottanta: “Io ho iniziato a collaborare quando avevo vent’anni grazie ad una mia zia che confezionava cose fatte a mano. Ho conosciuto le altre signore e mi sono subito inserita con entusiasmo”. C’è stato un susseguirsi di persone e gli anni passano: “C’è sempre stata la volontà di dare una mano alla parrocchia e grazie a questa iniziativa sono state raccolte notevoli somme che hanno sostenuto diverse spese importanti“. La motivazione nasce anche dalla volontà di stare a contatto e confrontarsi con altre persone, cercando di relazionarsi positivamente. Io, sotto questo aspetto, sono cresciuta molto all’interno della parrocchia”.

    Anna Colombo per San Pio X ci racconta che da anni il gruppo delle “signore diversamente giovani”, chiamato “Gruppo simpatia” cerca di usare materiali riciclati per confezionare i pensieri per Natale. “Inoltre, facciamo la vendita di cioccolatini con confezioni a tema natalizio. Quanto riusciamo a raccogliere ci servirà per sostenere le spese dell’oratorio, visti i rincari in generale. Stiamo facendo dei laboratori per i bambini, come la favola animata, il laboratorio di pasticceria e tanto altro. Siamo molto soddisfatti per la partecipazione che c’è”.

    Laura Radaelli coordina il mercatino ai Santi Pietro e Paolo: “Abbiamo venduto i fiori per la Festa della Mamma e lo facciamo da qualche anno. Ci piace fare queste attività per i vari momenti dell’anno. Quest’anno per Natale abbiamo voluto provare a fare qualcosa con dei prodotti fatti da noi, artigianali, come delle piccole box per la colazione, per reinventarci un po’ e sta andando bene, ma ci sono anche molte cose recuperate da persone che ci aiutano”. È nato, all’incirca, una cinquantina di anni fa. “Da che ho memoria io c’è sempre stato e abbiamo voluto cercare di tenere viva questa tradizione perché è una bella cosa che contribuisce al sostentamento della parrocchia”.

    La disponibilità e lo scambio di idee e materiali a livello di comunità pastorale potrebbe essere una nuova idea per lo sviluppo di queste ricche tradizioni parrocchiali.

    Eleonora Murero

  • Unire presepe e passione:  si chiama presepismo

    Unire presepe e passione: si chiama presepismo

    Il corso si è tenuto nella casa dei padri Saveriani di Desio, grazie a Luigi Valenti con 12 allievi e 2 insegnanti.

    L’unione di una passione e di un’arte. Con l’avvicinarsi del Natale è vivida la voglia di rappresentare la natività. C’è chi non ha perso tempo e si è dedicato, già nel mese di novembre, ad un corso per imparare la nobile arte della composizione dei presepi.
    «È stata un’esperienza molto piacevole e positiva perché le persone che hanno partecipato sono state molto soddisfatte». È stato il commento di Luigi Valenti, uno degli organizzatori del corso di presepismo.

    I quattro incontri si sono tenuti nella casa dei Padri Saveriani. Presenti 12 allievi e due insegnanti. «Hanno concluso il corso con ottimi risultati, da parte dei partecipanti c’è stata una grande soddisfazione. Siamo davvero contenti di condividere lo spirito per una tradizione così radicata».

    Il motto dell’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio del Comune, è quello che incarna lo spirito saveriano: «Fare del mondo una sola famiglia» anche attraverso la raffigurazione di uno spazio sacro.

    Eleonora Murero

  • Con e per gli altri: i 18/19enni con i City Angels a Monza

    Con e per gli altri: i 18/19enni con i City Angels a Monza

    A Monza coi City Angels tra i senzatetto: «Voi siete i supereroi della notte, grazie per quello che fate e che ci avete fatto vedere e vivere con questo servizio»

    Abbiamo incontrato i supereroi della notte, che vestono di rosso (e non solo a Natale!). In dormitorio e per le strade di Monza (e dintorni) un gruppo di una trentina di giovani ragazzi e ragazze 18/19enni della Comunità pastorale Santa Teresa di Gesù Bambino di Desio ha voluto «sporcarsi le mani» e andare in alcune sere di novembre a Monza, al dormitorio e nel centro per aiutare gli angeli della città a portare conforto, una coperta e un tè caldo ai senza tetto.

    La proposta si inserisce all’interno di un percorso di comunità, coordinato dall’equipe di pastorale giovanile di Desio, coordinata dal responsabile, don Pietro Cibra.

    Franco Castoldi, l’educatore che aiuta a seguire la formazione e il cammino di questi giovani, ha affermato: «Ringrazio davvero per la disponibilità i City Angels, ringrazio gli utenti (i senzatetto, ndr) per l’umanità e la testimonianza che si è offerta a noi, che non lasciano indifferenti e ringrazio voi per esservi messi in gioco in questo modo».

    I City Angels sono un’associazione di volontariato fondata nel 1994 a Milano da Mario Furlan. Aiutano i senzatetto e contrastano il crimine in Italia e in Svizzera. Sono state diverse le reazioni e le emozioni
    che hanno suscitato nei ragazzi: «Ti segna vedere una cosa del genere dal vivo. Grazie ancora per essere stati insieme a noi e ad averci accompagnato». E ancora «Mi sono sentito utile ad aiutare e fare il mio piccolo per far sentire bene gli utenti della strada».

    Qualcuno ha notato come nella quotidianità siano figure che a malapena si notano, non c’è possibilità di istituire un rapporto: «Sono però persone, con nome e cognome e voi gli date umanità con la vostra visita
    e il vostro ascolto. Vedrò il mondo con occhi diversi, grazie». Essere City Angels è uno stile di vita: «Per noi è una seconda famiglia – hanno ribadito i volontari – Grazie per essere venuti, non è vero che i giovani non hanno voglia di fare nulla o di uscire di casa. Siete la testimonianza che la solidarietà umana c’è. Portate questa esperienza nel cuore e nella vostra vita».

    Eleonora Murero

  • Buon cammino Chiara!

    Buon cammino Chiara!

    È con un grande sorriso e la gioia nel cuore che la mattina del 17 settembre Chiara Galbiati, 36 anni di San Giorgio (Desio), è entrata nel protomonastero delle Clarisse di Santa Chiara ad Assisi sotto lo sguardo del Crocefisso di San Damiano, che parlò a San Francesco.

    Padre Alfio, che ha seguito il cammino con e di Chiara, durante l’Omelia ha detto: “Chiara, come è arrivata qui? Non è arrivata qui magicamente, delusa dalla vita perché si aspettava altro ed allora si rifugia in monastero. Io penso che voi sappiate che nessuna delle suore di clausura sono qui perché si sono rifugiate da qualche parte. Ma sono qui perché nella vita, come Chiara, ad un certo punto hanno cominciato a percepire che le cose che accadevano diventavano un bussare alla porta del loro cuore da parte del Signore. Rifugiarsi sarebbe molto più facile invece non si sono chiuse all’incontro. In sintesi Chiara fa questo passo, fisicamente, perché ha percepito che c’è la possibilità che la sua vita si realizzi. Non perché sarà tutto rose e fiori, ma perché è un passo necessario per Chiara per incontrare Cristo”.

    Le è stato poi consegnato il Tau, segno di salvezza (e simbolo dei francescani), poi lei ha varcato la soglia con la grata e si è messa al fianco ad un’altra quaratina di suore sedute su un auditorio ligneo, che hanno accettato la sua domanda di ingresso come postulante.

    Una scelta che è un atto d’amore per tutti quelli che la conoscono e che le vogliono bene.

    Presenti anche Valeriana e don Giuseppe Maggioni quel giorno insieme ad amici, familiari e membri della comunità desiana (nelle foto sopra).

    Eleonora Murero

  • GRAZIE DI TUTTO COSIMO!

    GRAZIE DI TUTTO COSIMO!

    L’arrivederci della comunità di San Giovanni Battista all’accolito che ha prestato il suo servizio per 14 anni a Desio è arrivato in occasione della festa patronale.

    In occasione della festa patronale di San Giovanni Battista tanti sono stati gli appuntamenti che hanno vista riunita la comunità: dalla Messa di ringraziamento con i collaboratori della chiesa del Sacro Cuore a San Rocco, alle confessioni fino alla Messa di domenica 26 giugno con gli anniversari di matrimonio e il saluto all’accolito Cosimo Iodice, che è stato a Desio con la sua famiglia per 14 anni a Desio per concludersi lunedì 27 giugno con la Messa di ricordo dei fedeli defunti.

    “Questa non è una messa di addio, ma di ringraziamento: è un arrivederci Cosimo” ha detto don Flavio Speroni, che ha presieduto la Messa anche insieme a don Gianni Cesena.

    Cosimo Iodice ha letto, alla fine della Messa, un ringraziamento alla comunità: “Salutare una comunità dopo 14 anni di esperienza non è facile. Questi giorni e settimane mi sono arrivate tante testimonianze di affetto. Grazie anche della vostra presenza oggi a questa celebrazione e quanti mi hanno fatto una visita a casa o mi hanno inviato un messaggio di vicinanza”. Porterà nel cuore per chi l’ha accompagnato in questi anni. “Arrivato a Desio non conoscevo niente e nessuno, era per me tutto nuovo, come la stessa Milano. Sono arrivato con pochi soldi e con una valigia. Oggi ringrazio per queste cose belle che sto facendo nella vita, che è merito di Dio”. Un grande applauso finale ha abbracciato le sue commosse parole finali: “È stato bello incontrarvi, grazie di cuore e il mio ringraziamento va al comitato di quartiere, alla parrocchia e a tutte le realtà con le quali ho collaborato”.

    Gli hanno consegnato dei regali: il vangelo di Marco e uno da parte del gruppo sportivo. Ora proseguirà il cammino, che lo vedrà diacono nel novembre 2023.

    Eleonora Murero

  • Don Davide tra gli “amici” di Desio

    Domenica 19 giugno, in Basilica, alle ore 10 don Davide Ciarla, nominato sacerdote l’11 giugno, ha celebrato con noi la Santa Messa insieme al diacono Fabrizio Santantonio, a don Pietro Cibra e il seminarista, Edoardo Mauri. Ora proseguirà il suo cammino a Vimercate!

    Grazia, grazie, dire grazie, rendere grazie, grazia su grazia… Sono le parole chiave della prima omelia che don Davide Ciarla ha predicato dal pulpito della Basilica di Desio.

    Don Davide Ciarla l’11 giugno è diventato sacerdote e domenica 19 giugno ha celebrato in Basilica la prima Messa insieme al diacono, Fabrizio Santantonio, don Pietro Cibra e il seminarista desiano, Edoardo Mauri. Il coretto dei bambini e ragazzi ha animato la messa delle 10 in Basilica. Una chiesa gremita con tutte le panche occupate. Nelle file erano presenti anche molti animatori dell’oratorio estivo, che è iniziato lunedì 13 giugno e continuerà fino al 15 luglio. Ha predicato con il suo solito stile, cercando di comunicare con un linguaggio semplice e diretto con i fedeli riuniti: “Vi chiedo oggi di avere sempre nel cuore il desiderio del Signore presente in mezzo a noi. Siamo testimoni l’uno per l’altro di questo amore che ci attira ed è centrale. Io sono stato testimone di questo in questi due anni di queste cinque comunità che collaborano insieme e per questo ho visto che vale la pena di spendere la vita per Te, per ciò che siamo, per ciò che crediamo. La felicità e il senso della vita vengono fuori con Gesù: siamo i testimoni l’uno della salvezza dell’altro quando mettiamo il Signore al centro della nostra vita”.

    Alla fine della celebrazione gli sono stati dati dei doni: un abito liturgico bianco per le solennità e i santi e una scandola personalizzata con il versetto da lui scelto per l’ordinazione “Perché nulla vada perduto”. Come mai proprio quelle frasi? “L’ho scelto per ricordarmi cosa mi ha spinto ad intraprendere il mio cammino. Mi ricorda che le Grazie del Signore superano ogni misura e vanno oltre ogni aspettativa oltre a mettere nelle mani del Signore il poco che abbiamo”.

  • PIO XI COME OGGI: PAPA DELLA DIPLOMAZIA E DELLA PACE

    PIO XI COME OGGI: PAPA DELLA DIPLOMAZIA E DELLA PACE

    Pio XI, il Leone di Desio: il Cardinale Pietro Parolin è stato a Desio sabato 28 maggio
    in occasione del centenario della nomina di Achille Ratti a successore di Pietro.

    Cento anni sono passati dalla nascita del “Leone di Desio”, diventato papa Pio XI, ma nato Ambrogio Damiano Achille Ratti. È nato proprio a Desio il 31 maggio 1857 e si è spento il 10 febbraio 1939. Il 27 e 28 maggio si sono celebrate le ricorrenze che si sarebbero dovute tenere a febbraio, nel periodo dell’elezione.

    Sua Eminenza il Cardinale Pietro Parolin, ha presieduto le celebrazioni in città della giornata di sabato, dall’apertura degli studi del convegno, all’intitolazione dell’Ospedale di Desio, alla benedizione della Cupola. Hanno organizzato i vari momenti la «Fondazione Casa natale Pio XI», con il «Centro internazionale di studi e comunicazione Pio XI – Cisd Pio XI» e gli «Amici della Casa natale Pio XI», insieme alla parrocchia Ss. Siro e Materno.

    Durante il convegno il C. Parolin ha salutato la comunità a nome di papa Francesco e ha ringraziato quanti si impegnano per la diplomazia della Chiesa. “Una cosa che mi ha colpito molto nella figura di papa Pio XI è il silenzio, perché in tutti i momenti della vita della Chiesa, con più o meno intensità, ci siamo trovati di fronte a momenti difficili e Pio XI ha scelto una linea di verità e di chiarezza nei confronti dei totalitarismi, dicendo il suo fermo no”. Ha inoltre tratteggiato una serie di parallelismi che hanno collegato la figura di papa Pio XI a quella di papa Francesco oggi e al suo grido inascoltato per trovare un accordo per la pace in Ucraina (ma anche per tutti i conflitti nel mondo).

    “Un papa del coraggio e della verità. Nel ministero di sofferenza fisica che ora sta vivendo oggi papa Francesco rivedo un episodio del settembre 1938 alla conferenza di monaco, quando Papa Pio XI chiedeva la pace. Il mondo tutt’oggi ha bisogno urgente di pace e giustizia, di rispetto della vita e dignità della persona. Il papa allora come oggi non fu ascoltato” ha aggiunto S.E. Parolin. “Di fronte allo scenario dei tanti conflitti nel mondo le parole di Pio XI ci esortano nella diplomazia, la costruzione di una società basata sull’amore, giustizia e bene, ripudiando le armi. La testimonianza di Pio XI ci aiuti ad irradiare nel mondo l’amore di Dio che salva e che porta pace”. Anche il prevosto, don Gianni Cesena, ha ricordato, durante la Messa del sabato sera come: “La memoria dell’azione di Pio XI e del suo operato ci aiutino a vivere con la stessa passione e profondità di visione per le virtù di fede, speranza e carità”.

    La cupola è stata benedetta e sono state donate al Cardinale Parolin le scandole affrescate dagli artisti del Gruppo Artistico Desiano. Alla fine della giornata, sempre in Basilica, ha assistito ad un concerto.

    Eleonora Murero

  • TALITA KUM e i progetti in Repubblica Centroafricana

    TALITA KUM e i progetti in Repubblica Centroafricana

    Stefania Figini si reca in Africa ogni anno da 27 anni e dice: “Una scelta di vita che mi ha cambiata”

    Sono tre i progetti che Stefania Figini sta portando avanti in Repubblica Centrafricana, un progetto di vita che si è concretizzato sempre più dal 1995. Li ha spiegati il 23 e 24 aprile al circolo culturale Pro
    Desio, dove ha organizzato una raccolta fondi.

    La Cappella

    Intanto stanno finendo di ristrutturare una cappella piccola e pericolante. “Strutturalmente non
    garantiva la sicurezza, con un ampliamento quest’anno siamo arrivati al tetto. Per il prossimo anno mancheranno intonaci e pavimento, ma la cappella c’è. È come una veranda molto ampia. [A causa della pandemia], “abbiamo avuto non pochi problemi di riperimento dei materiali. Abbiamo collaborato con la popolazione e con gli artigiani locali, prendendoli in modo ecosostenibile”.

    La scuola

    Il secondo progetto, nato nel 2006, è una scuola dell’infanzia, la struttura è del 2010, 600 metri quadri con all’interno tre classi: piccoli, mediani e grandi, in media ci sono 70 bambini. “Questo è il posto sicuro grazie al quale le mamme potevano andare a lavorare nei campi, ma mancavano di attività educative di supporto. Per questo siamo stati un progetto pilota, fascia coperta tra i 4-6 anni durante tutto lo sviluppo della socializzazione. Imprinting importante che devono avere affinché gli rimanga. Ricordo che i primi facevano fatica a giocare insieme, ora è molto bello”. La sua idea è quella di portare miglioramenti, coinvolgendo in prima persona gli abitanti, in modo che il cambiamento diventi parte di loro stessi e che non sia qualcosa di imposto.

    La Yogurteria

    Da ultima è nata un’attività associata: una yogurteria. “È un laboratorio iniziato l’anno scorso che produce yogurt per la scuola e il mercato locale, partiti con la produzione a novembre. Yogurteria per i bambini, nata per dare un alimento nutriente in aggiunta alla dieta normale, perché hanno problemi a livello intestinale e lo yogurt aiuta, le sue proteine inoltre possono sostituire la carne, che mangiano molto poco. Se ne riusciamo a produrre una certa quantità, circa 120-150 dosi al giorno, possiamo rivenderlo nella città più vicina e questo dà un contributo al giovane casaro per la fabbricazione e ad una dozzina di collaboratori che gestisce la scuola. È tutto alimentato ad energia solare e funziona bene. Vorremmo potenziarlo con nuovi pannelli”. Stefania Figini ogni anno cerca di andare almeno un paio di mesi in Repubblica Centroafricana: “Sento di essere cresciuta con loro e che danno tanto, grazie alla loro semplicità. La cosa che vedo più importante è fare i progetti insieme a loro. Per
    me è stato un arricchimento personale imparagonabile a quello che avrei potuto avere qui”.

    Stefania Figini con la mamma Ardelia Tani e il nunzio apostolico Santiago de Wit Guzmán

    Eleonora Murero