Autore: Eleonora Murero

  • La solidarietà concreta: oltre centocinquanta coperti per la raccolta fondi per l’Ucraina

    La solidarietà concreta: oltre centocinquanta coperti per la raccolta fondi per l’Ucraina

    Centocinquanta coperti per la raccolta fondi della Caritas per l’Ucraina. La cena è stata organizzata nel salone dell’oratorio Beata Vergine immacolata dopo due anni di fermo: “Era forse in noi la volontà di fare qualcosa per il progetto dell’Ucraina e visto che da un paio d’anni non si facevano cene di questo tenore abbiamo voluto cogliere l’occasione” ha detto Maurizio Parravicini, che ha coordinato il gruppo della cucina. Anche don Pietro Cibra si è unito ai ringraziamenti. “Grazie ai circa dodici volontari che hanno
    realizzato una cena di quattro portate all’insegna della solidarietà e della ritrovata unione. Questo dà tanta soddisfazione”.

    I fondi raccolti saranno destinati alla Caritas che provvederà a sostenere dei progetti in corso per azioni di solidarietà verso gli ucraini che stanno vivendo questa complicata situazione. “Per questo ringrazio anche chi ha reso questo possibile: Vimercati Lorenzo Carni di Desio, il fruttivendolo Molina Stefan e il Panificio Pancecco”. Ha animato la cena un gruppo con delle voce giovanili che hanno ripercorso brani di pace. Gli adolescenti si sono messi a servizio e per tutta la serata hanno servito ai tavoli (e sparecchiato alla fine). Una serata solidale dalla buona riuscita grazie all’impegno di tutti.

    Eleonora Murero

  • SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI:  UN’INTEGRAZIONE POSSIBILE

    SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI: UN’INTEGRAZIONE POSSIBILE

    La scuola di italiano per stranieri è una realtà che è presente nel nostro territorio dalla fine degli anni Novanta per prendere posizione in modo deciso su un tema controverso: l’immigrazione.

    La fondatrice della scuola, Liboria Strazzanti, da tutti chiamata Orietta, (che
    il 2 giugno ha ricevuto l’onorificenza a Cavaliere della Repubblica Italiana) l’ha fondata nel 1996 come reazione ad un manifesto comparso a Desio nel quale, l’Amministrazione che allora governava, invitava gli immigrati, i poveri ad allontanarsi dalla città. Per questo ha deciso di reagire e, dopo aver passato tanti anni sotto la saggia direzione di Adele Brugola, è da maggio 2021 che la 23enne Chiara Arosio ne ha preso le redini. Lei sta studiando mediazione linguistica all’università e quindi questo incarico, che le è stato
    affidato inaspettatamente, le permette di mettere in pratica quanto sta studiando e il tipo di città nella quale vorrebbe vivere. Una città che integra partendo dalla lingua locale.

    Nel concreto la realtà della scuola di italiano per stranieri ogni anno offre corsi per chi dall’estero si trasferisce nel nostro Paese. Più precisamente martedì e venerdì dalle 14.30 alle 16 per le lezioni alle donne, per gli uomini invece dalle 20.45 alle 22.15 mercoledì e martedì.

    Offrono anche il servizio di doposcuola dalle 16.30 alle 18 ogni martedì e venerdì. In totale ci sono circa 90 iscritti. Il tutto si regge in piedi grazie alla volontà (e generosità) di trenta volontari.

    Il mezzo della lingua è fondamentale per integrarsi” ha detto Chiara. Sono tornati in presenza dal 15 febbraio, dopo aver tenuto le lezioni in modalità
    mista. “Vorrei fare di più. Dopo la crisi umanitaria in Afghanistan, ad esempio, abbiamo coinvolto delle scuole superiori del territorio per fare un aiuto compiti ad alcuni rifugiati adolescenti. Penso che collaborazione con altre realtà del territorio e sensibilizzazione oltre allo studio della lingua sono due obiettivi che vedo per il futuro dei nostri studenti”.

    Eleonora Murero

  • Aiutare l’altro: la strada per trovare (anche) un amico

    Aiutare l’altro: la strada per trovare (anche) un amico

    “Mi piace molto iniziare gli incontri con uno scherzo, una battuta. Non vedo l’ora di connettermi il mercoledì pomeriggio perché ho trovato un amico”. È la testimonianza di Alice Barzaghi

    Ripartito il progetto di aiuto compiti ai ragazzi delle medie e del BVI. “I ragazzi sono meno rispetto all’anno scorso, perché molte attività, che erano bloccate causa pandemia, hanno ripreso e quindi avevano meno disponibilità” ha spiegato Tiziana Calacina, professoressa delle scuole Rodari, che, insieme a Betty Veronese, responsabile per l’oratorio Beata Vergine Immacolata, organizzano le attività di aiuto compiti per i ragazzi delle medie. Sono tre i nuovi ragazzi tutor che si sono aggiunti nonostante tutto, uno di questi è Alice Barzaghi, 16 anni, frequenta la terza superiore. Ha sempre fatto parte della realtà dell’oratorio Beata Vergine Immacolata.

    “Ho iniziato quest’anno, ma già dall’anno scorso vedevo che mio fratello dava una mano ad un ragazzo per grammatica e non vedevo l’ora di poter iniziare anche io”. Non sapeva fino all’ultimo se avrebbero riattivato o meno l’offerta di aiuto compiti. Quando glielo hanno proposto ha accettato di buon grado: “Mi piace dare una mano in questo campo perché faccio il liceo delle scienze umane e ho voluto farlo come esperienza di insegnamento, per esperienza personale. Da settembre ho avuto il contatto e da poco ho iniziato a fare i compiti con un ragazzo straniero, ci vediamo il mercoledì dalle 16 alle 17. Le prime volte ho deciso di scherzare un po’, perché dovevamo fare un tema su cosa fa per divertirsi. Oggi abbiamo instaurato un bel rapporto, sono contenta”. Un’esperienza che le sta dando molto e che spera possa continuare. “Mi sta piacendo molto anche per iniziare con il sorriso e scherzare. In ogni caso funziona. Non importa che poi facciamo
    inglese o le espressioni di matematica. Mi dà soddisfazione capisce quello che gli spiego e mi rende orgogliosa aiutarlo. Anche se quell’ora non è tanto tempo, magari lo sta aiutando a crescere e a capire. È un’esperienza che consiglierei di provare, non bisogna sentirsi come se fosse un rapporto di professore-alunno, ma come un rapporto tra pari. Non si deve pensare di essere un insegnante, ma bisogna aiutarlo e capirlo perché ci siamo passati tutti. Ora lo attendo come un’amicizia”. Alice è molto sono contenta di aver intrapreso questa strada: “Sono contenta di connettermi ogni mercoledì”.

    Eleonora Murero

  • Fronte del porto: un aiuto alla persona  oltre che alle difficoltà scolastiche

    Fronte del porto: un aiuto alla persona oltre che alle difficoltà scolastiche

    “Fronte del Porto”: un accompagnamento allo studio.

    “Tutti siamo chiamati a prenderci cura degli altri e a fare del bene” ha detto Francesco Tanzilli, che sta prendendo la presidenza dell’associazione dalle mani di Agostino Fiorello. È un servizio attivo da 20 anni. È un luogo dove, tre pomeriggi a settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) per tre ore ci sono dei tutor che seguono, per un certo periodo di tempo, uno studente che ha bisogno di un supporto in una materia specifica.

    “L’idea è quella di rispondere ad un bisogno concreto, lo studio di una data materia, per sostenere la persona stessa – ha spiegato Tanzilli – È infatti in un percorso che avviene come relazione, non sono ripetizioni”. Questo servizio viene fatto in presenza e conta sulla presenza di circa 50 volontari e 64 studenti seguiti. “Non c’è solo la risoluzione di un problema, ma vogliamo instaurare una relazione. È un servizio aperto alla società tutta”.

    L’appello è rivolto a volontari che abbiano tempo ed energie per dedicarsi ad un aiuto nell’ambito delle scienze, inglese, matematica, fisica e lingue antiche (latino e greco).

    Per contatti: Palazzina Comunale – Via Gramsci, 12 – Desio (MB)
    E-mail: frontedelportodesio@tiscali.it; frontedesio@gmail.com
    Eleonora Murero

  • Oltre a quella rete c’è molto altro: una comunità educante

    Alla scoperta della società sportiva di S. Pietro e Paolo e di come si vive lo sport all’interno dell’oratorio

    Il progetto educativo dello sport. Un esempio virtuoso è quello del gruppo sportivo della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. Il presidente, Paolo Maroni e i membri consiglio direttivo, Stefano Russo e Massimo Gili hanno raccontato come all’inizio il gruppo è nato come forma di volontariato, per poi costituirsi sempre più come realtà educante, come un luogo di divertimento, ma anche di riflessione sul percorso che si compie
    in un certo luogo, cioè l’oratorio.

    È nato nel 2003 il gruppo sportivo che sempre è partito dalla volontà
    di alcuni appassionati genitori. Ora conta ben 14 squadre di calcio insieme
    a quella “Open”, una squadra che raccoglie sportivi di tutte le età. “Siamo contenti che ci sia spazio per tutti, dai più piccoli ai più grandi, infatti il calcio non è un’attività, per noi, che non deve finire ad una certa età, ma continuare” hanno spiegato.

    “Non mettiamo al centro lo spettacolo, ma la persona, il nostro obiettivo è quello di accompagnare i ragazzi nel percorso all’interno dell’oratorio ed accoglierli.”

    Non c’è solo il calcio, anche la pallavolo è una realtà ben rodata, da circa dieci anni. “Non mettiamo al centro lo spettacolo, ma la persona, il nostro obiettivo è quello di accompagnare i ragazzi nel percorso all’interno dell’oratorio ed accoglierli. Noi non facciamo alcuna selezione, abbiamo
    solo un numero massimo di iscritti, cerchiamo di garantire a tutti uno
    spazio per giocare e crescere”. Insomma l’obiettivo non è il calcio in sé e per sé, ma l’oratorio, per questo cercano di integrarsi alle attività complementari che vengono proposte, per cercare di cooperare sempre più. “Infatti vorremmo organizzare qualche pizzata e invitare catechiste e allenatori
    per capire che stiamo collaborando per lo stesso obiettivo. Già collaboriamo con don Pietro Cibra e le altre squadre per coordinarci”. Insomma da
    una rete possono nascere tanti servizi di carità ed ascolto.

    C’è inoltre molto lavoro da fare, non solo come allenatori, ma anche come organizzatori e volontari. “Tutti possono mettersi in gioco, ci sono più possibilità di quante si pensi”. Tutti sono invitati a partecipare al progetto educativo che vede lo sport non il fine, ma un mezzo per poter raggiungere il bello dello stare con gli altri e condividere un percorso di fede.

    Eleonora Murero

  • “Venne ad abitare in mezzo a noi”

    “Venne ad abitare in mezzo a noi”

    Il vero vaccino di cui il mondo ha bisogno sono i figli di Dio

    I giovani della zona pastorale di Monza si sono messi in ascolto del prologo di Giovanni nelle sere del 15-16-17 novembre a Seregno, nel santuario di Santa Valeria, per gli esercizi spirituali di avvento.

    Anche i ragazzi di Desio, dalla quarta superiore in poi, hanno partecipato alle tre serate. I temi erano: “In principio era il Verbo” la prima sera; “E il Verbo si fece carne” la seconda; “Dio, nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito lo ha rivelato” l’ultima sera.

    Durante il primo incontro si è ribadito che non siamo soli, non è vero che con la pandemia si è accentuato l’individualismo, è falsa retorica, poiché siamo e ci realizziamo solo nella relazione. Abbiamo scoperto, tramite i primi cinque versetti del prologo di Giovanni, quanto la Parola sia fragile e al contempo necessaria, quanto un Dio che si presenta a noi in questo modo, tramite la Parola, vuol dire che ha grande rispetto ed è connotato da una grande libertà.

    Nel seconda serata ci siamo soffermati sulla necessità di accettare l’esistenza delle tenebre per poter riconoscere la vera luce che viene nel mondo. Dio, divenuto uomo, ci dice che la vita è una cosa bella, degna di essere vissuta.

    Infine, nella terza catechesi, abbiamo riflettuto sulla grazia del dono e cosa vuol dire vivere nella grazia. La Grazia non è qualcosa uguale per tutti, dobbiamo essere disposti a gustare quanto riceviamo come dono. Vivere nella grazia significa vivere da figli, non da schiavi. La vita nella grazia sta nel vivere il non preventivato ed essere felici alla maniera di Gesù: il vero vaccino che il mondo ha bisogno sono i figli di Dio.

    Durante gli incontri non è mancato il momento di silenzio per la meditazione e per l’adorazione Eucaristica. Alla fine di ogni sera un’indicazione per l’actio e per la nostra vita. Durante l’ultima actio è stato consegnato a ciascuno un Vangelo di Giovanni per leggerlo, sottolinearlo e capirlo.

    Alessio&Eleonora

  • AVVENIRE E  COMUNITÀ  IN CAMMINO:

    AVVENIRE E COMUNITÀ IN CAMMINO:

    La giornata che la diocesi di Milano dedica al quotidiano Avvenire è questa domenica. Avvenire è nato su iniziativa di papa Paolo VI nel 1968 che volle un quotidiano dei cattolici italiani, che raccogliesse l’eredità di due storici giornali: come “L’Italia” di Milano e “L’Avvenire d’Italia” di Bologna. La scelta del Pontefice bresciano, già arcivescovo di Milano e figlio di un giornalista, si prefiggeva di tradurre lo spirito del Concilio Vaticano II in uno strumento popolare d’informazione e di giudizio sulla realtà del mondo contemporaneo. Missione del quotidiano è ancora oggi quella di rendere esplicita e interessante la natura di una voce originale di un coraggioso giornale di informazione e di idee alla luce della parola di Dio.

    Non è però l’unica ricorrenza da celebrare. A gennaio infatti anche il nostro Notiziario della comunità Comunità in cammino festeggerà un anno di vita. Il primo numero è stato stampato e distribuito il 24 gennaio 2021 e, in quell’occasione, nello spazio riservato all’editoriale del prevosto, don Gianni Cesena, si leggeva che: “Comunicare è l’essenza dell’essere umano, creato per la relazione, per vivere in società e progettare insieme il futuro (…) Comunicare è un riflesso di Dio nell’uomo”.

    L’obiettivo che ci siamo posti è certamente ambizioso: comunicare tutto il bello che succede all’interno della nostra Comunità Pastorale. Lo si può fare grazie all’impegno e all’aiuto di tutti, soprattutto di voi lettori!

    Eleonora Murero

  • Tra castagne e fraternità

    Tra castagne e fraternità

    Festa dell’oratorio a San Pio X

    La festa dell’oratorio rimandata per maltempo si è tenuta domenica 17 ottobre in un pomeriggio di sole, tra le castagne, i giochi e la buona compagnia. Simbolo dell’anno oratoriano è la lavanda dei piedi e dunque il “mettersi a servizio”. Gli adolescenti hanno organizzato e gestito i giochi a stand coordinati dai loro educatori. Papà, mamme e tanti volontari hanno contribuito al pieno successo dell’iniziativa. Un segnale forte di fraternità: “L’oratorio sarà sempre più un lavoro di rete. È la comunità educante, formata dalla scuola, famiglia ed educatori che aiutano un bambino a crescere” ha commentato don Paolo.

    Eleonora Murero

  • Festa di apertura degli oratori

    Il maltempo di domenica 26 settembre non ha fermato l’entusiasmo dei cinque oratori della comunità pastorale. San Pio X ha rinviato la giornata al 17 ottobre, mentre San Giorgio, Santi Pietro e Paolo, San Giovanni Battista e il Beata Vergine Immacolata hanno cercato di riconvertire momenti e giochi al chiuso. Un grande successo che ha visto coinvolti tanti adulti, sacerdoti, ausiliarie, ragazzi, adolescenti, giovani e bambini.

    Come ha ricordato il prevosto, don Gianni Cesena “L’oratorio non è un luogo, ma un tempo: il tempo educativo che la comunità adulta dedica ai piccoli e ai giovani per la loro crescita umana e cristiana”. A questo si è unito l’augurio di don Pietro Cibra, responsabile della pastorale giovanile: “Pregate per gli oratori che ne hanno bisogno e per i giovani che ne hanno di più”.

    Eleonora Murero

    SAN GIOVANNI BATTISTA

    Una spaghettata tricolore ha colorato la uggiosa giornata a San Giovanni Battista. I giochi si sono svolti prevalentemente nel salone dell’oratorio. Hanno dipinto il logo 2021 che verrà poi esposto in chiesa. Nella Messa delle 10.30 è stato conferito il mandato educatori, ma non solo, don Flavio Speroni ha anche lanciato un messaggio per la giornata del Migrante e del Rifugiato.

    BEATA VERGINE IMMACOLATA

    All’oratorio centrale, Beata Vergine Immacolata, sono stati fatti sei giochi a stand e alcuni in singolo. Hanno riproposto alcuni “giochi di una volta”, come prendere la pallina che esce da un tubo inclinato, far cadere una pallina nei bicchieri con i bastoni e molto altro. Dalle 15 alle 17 si sono divertiti gli animatori con gli educatori, coronati da un balletto e preghiera finale. Ai vincitori dei giochi è stata offerta la merenda.

    SANTI PIETRO E PAOLO

    Il tema all’oratorio dei Santi Pietro e Paolo era dei giochi semi-olimpici per questo hanno fatto le foto sul podio. Tanti i giochi a stand che hanno visti coinvolti educatori e bambini. Un grazie in particolare va al diacono Fabrizio Santantonio, all’Ausiliaria Graziala Calafà, all’educatore Alessandro Cima e a don Marco Albertoni. A lui è stata dedicata una colorata e affettuosa Messa di ingresso nella comunità che ha conciso con il mandato degli educatori, allenatori e catechisti alla celebrazione delle 11.

    SAN GIORGIO

    La tenacia la fa da padrona e, nonostante il tempo avverso, i fornelli sono stati accesi e così gli animi di bambini e ragazzi che si sono adoperati per la buona riuscita della festa anche a San Giorgio. Alle 11 si è tenuta la Messa del mandato degli educatori e nel pomeriggio, giochi e karaoke, hanno contribuito a rendere la “festa” più gioiosa e partecipata.

  • Padre Emmanuel e Padre Franco:  il segno di una comunità saveriana che si rinnova

    Padre Emmanuel e Padre Franco: il segno di una comunità saveriana che si rinnova

    Un momento per salutare e per ringraziare: domenica 29 agosto c’è stata una Messa di saluto a padre Emmanuel Adili Mwassa e al diacono Jean Paul. La sala gialla della casa dei saveriani in via don Milani era piena di persone venute per salutarli, tra tanta commozione e affetto. Padre Emmanuel durante l’omelia ha ricordato la vocazione di ciascuno: “Ognuno di noi ha una vocazione. Tutti siamo stati creati da Dio e siamo un tesoro – ha detto – Grazie anche delle nostre debolezze”.

    La casa dei saveriani desiani ha regalato un’icona della Madonna a padre Emmanuel e un orologio a Jean Paul perché senta che è l’ora di fare il bene. Anche don Gianni Cesena li ha ringraziati a nome della comunità pastorale. “Da noi sei stato sei anni, ti ringraziamo perché ci siamo sentiti a casa e abbiamo lavorato insieme per la comunità desiana”.

    Dopo la messa sono intervenuti anche i diretti interessati, il diacono padre Jean Paul tornerà in Burundi, dove verrà ordinato sacerdote e inizierà lì il suo percorso. “Vorrei ringraziare la comunità e la città di Desio che mi ha accolto per 14 mesi e mi ha aiutato a crescere, nella missione e nella vita futura. Vi chiedo una preghiera per me”. Padre Emmanuel ha concluso dicendo tre parole: grazie, perdono e preghiera. “Sono arrivato a Desio dopo solo due mesi di ordinazione. Tutto ciò che sono lo devo a questa comunità, per questo voglio ringraziare. La prima destinazione del sacerdote è il primo amore, questo è il mio amore”.

    È arrivato ad inizio settembre il nuovo rettore del padri saveriani, padre Franco Benigni, (foto a lato) è nato a Bergamo nel 1952, è stato ordinato sacerdote nel 1978. Un fiero bergamasco, ma che in Messico ha chiesto ed ottenuto la cittadinanza messicana, visto che ha trascorso una buona parte della sua missione per quasi trent’anni. “Sono contento di venire a Desio per il servizio che i nostri superiori mi hanno richiesto” ha detto.

    Eleonora Murero