Autore: Guido Feltrin

  • La Corona d’Avvento

    La Corona d’Avvento

    La corona d’Avvento, di origini nordiche, è divenuta sempre più un “segno” delle festività natalizie anche nelle nostre abitudini. Ma come nasce questa usanza?

    Nel 1840 il pastore luterano Wichern nella Germania del Nord prese l’abitudine di incontrare la sua Comunità nel periodo precedente il Natale, per vivere insieme alcuni momenti di riflessione e preghiera comune, stigmatizzando questi incontri con una candela accesa al centro del tavolo come simbolo della Luce e di presenza dell’Eterno.

    Un suo amico provvide a recuperare una ruota di carro, posta al centro del tavolo, su cui fissare di Domenica in Domenica una candela in più. Successivamente altri si preoccuparono di abbellire la ruota con rami di pino, fiori, bacche, frutti, etc…arricchendola di settimana in settimana.

    Solo tra il 1930 e il 1940 la Corona d’Avvento entrò nella tradizione cattolica, sia come “grande simbolo” al centro della Chiesa durante le funzioni liturgiche, sia soprattutto nelle famiglie e nelle case.

    Le grandi candele (quattro nel rito romano, sei nel nostro rito ambrosiano), accese in successione una per ogni Domenica d’Avvento fino alla Vigilia di Natale, rappresentano il senso dell’attesa, della nostra speranza in Cristo luce nel mondo, della riconciliazione, dell’allontanamento delle tenebre nella gioia della sequela di Cristo.

    È davvero bello vedere una corona d’avvento nelle case e nelle famiglie, con le candele accese, per esempio ogni domenica a pranzo.

    La proposta bella è quella di imbastirla con le proprie mani, con il contributo di tutti, anche a testimoniare l’unità della famiglia stessa che insieme vive l’attesa di un Gesù tra noi.

    Guido Feltrin

  • Quante persone collaborano alle attività delle Parrocchie?

    Quante persone collaborano alle attività delle Parrocchie?

    “Dietro le quinte” ci sono molte persone che si mettono a disposizione per il buon funzionamento di tutte le attività necessarie alla Parrocchia… ma c’è sempre bisogno di un aiuto.

    Le diverse attività della Comunità Pastorale nelle cinque parrocchie di Desio, non solo quelle liturgiche feriali o festive, ma tutte le attività pastorali amministrative e sociali, sono possibili e si realizzano grazie alla collaborazione di molte, tantissime persone della nostra città. Sono abitanti nella zona che danno una mano, anche per poche cose e per poco tempo, ma che – convinti di una “casa comune del popolo di Dio” – insieme fanno crescere in modo grandioso ogni parrocchia e l’intera comunità. Nessuno è pagato, nessuno ha fatto “voti” particolari. Sono tutte persone come chiunque, vivono accanto a noi, hanno famiglia, lavorano, seguono i figli, o magari sono nonni. Persone, tuttavia, che credono in questa “casa comune”, la chiesa di tutti, e ci tengono a dare una mano, per quel che possono, sapendo che anche il poco, messo insieme al resto, fa tantissimo.
    Ma chi sono questi silenziosi ma importanti collaboratori? Ogni celebrazione liturgica si realizza attraverso i presbiteri e i diaconi, ma soprattutto i cantori, gli animatori liturgici, i lettori, i ministri straordinari per l’eucarestia, i sagrestani, i chierichetti, gli organisti. Ma anche grazie a chi cura gli addobbi e i fiori, a chi lava paramenti e camici e tovaglie e altro, a chi settimanalmente pulisce gli spazi, a chi fa accoglienza e sanifica al termine di ogni celebrazione…

    Oltre a questo, ogni parrocchia è una istituzione anche amministrativa, con personale che gestisce la segreteria, l’archivio e la documentazione ormai ampiamente informatizzata. Ancora, la pastorale giovanile contempla catechisti, educatori, animatori d’oratorio, mentre tutta la pastorale sociale è garantita anche dai centri di ascolto, dalle attività della Caritas o di altre istituzioni, dai diversi gruppi di incontro (famiglia, anziani, etc…). Non da ultimo, molti sono impegnati in organismi rappresentativi importanti, come i consigli pastorali, i consigli d’oratorio, le diaconie, e altro.
    Sono davvero decine le persone che in ogni parrocchia si rendono disponibili, convinti che nessuno è solo spettatore, ma ognuno è attivo con entusiasmo. Ciascuno dona secondo la propria capacità (Cor 12, 1-31) e chi può dare solo “uno” vale come chi può dare anche “cento” (Mt 20, 1-16). Alla fine, ognuno scopre il bello del fare insieme, la gioia delle relazioni con gli altri, il gusto di sentirsi coinvolti, magari anche – dopo un po’ di lavoro insieme – il piacere di finire in allegria attorno a una pizza o a un calice di vino.
    La cosa stupenda di tutto questo? Una porta sempre aperta per chiunque voglia esserci e dare una mano: basta contattare i referenti della parrocchia.

    Guido Feltrin

  • San Giovanni Battista in festa

    Festeggiamenti per il Santo patrono e per il 55° anno di fondazione della parrocchia

    Il prossimo 20 Giugno la Parrocchia di San Giovanni Battista festeggia solennemente la propria festa patronale. Correttamente sarebbe il 24, ma si privilegia la celebrazione domenica 20 per una maggiore solennità, soprattutto in questo anno che rappresenta il 55° della parrocchia stessa.

    Fu nel lontano 1961 – durante le “Missioni” tenutesi a Desio nel marzo di quell’anno – che si decise di dividere la parrocchia desiana dei Santi Siro e Materno in 5 parrocchie cittadine: San Giorgio, San Pio X, Santi Pietro e Paolo, la stessa Santi Siro e Materno e San Giovanni Battista, quest’ultima “nata” il 17 luglio 1966. Da allora la comunità parrocchiale a est di Desio, che già aveva le sue radici storiche nella Cascina Bolagnos e nella chiesetta di San Rocco, è decisamente cresciuta non solo numericamente (allora erano meno di 3000 anime, oggi sfiora le 10.000), ma soprattutto nell’entusiasmo e nella fede, identificandosi come “pietre vive” di una chiesa sempre in cammino, fedele al motto di quei giovani che con i primi padri saveriani hanno dato vita alla nascita della parrocchia stessa (gruppo Parate viam Domini – “Preparate la via del Signore”, con forte richiamo appunto al Precursore San Giovanni Battista). Inoltre, nella scelta del nome, si era voluto anche onorare il papa di allora (Giovanni Battista Montini, San Paolo VI), l’allora arcivescovo di Milano card. Giovanni Colombo e il prevosto di Desio monsignor Giovanni Bandiera.

    La festa patronale di San Giovanni Battista è sempre molto sentita, anche se nel 2020 e in questo 2021 in “tono minore” a causa della pandemia da Covid. Rimarrà però la solenne Celebrazione Eucaristica alle ore 10.30, durante la quale vengono ricordati – come da tradizione – gli anniversari di matrimonio dei parrocchiani che nell’anno ricordano la propria unione a 5 o 10, 15, 20, etc… anni di distanza. Con molta gioia la comunità ha sempre celebrato negli anni in questa festa coppie anche con 60, addirittura 65 anni di vita insieme.

    Per la comunità di San Giovani Battista è un momento di intensa partecipazione, e anche quest’anno non sarà da meno. Festeggiare queste ricorrenze è anche un modo per condividere con quanti hanno fatto la storia di questa comunità, giorno dopo giorno.