venerdì 8 dicembre ore 15,30
c/o Il centro – Sala Castelli
Preghiera e festa dell’adesione, in questa occasione avverrà consegna tessere.
Comunità pastorale Santa Teresa di Gesù Bambino
venerdì 8 dicembre ore 15,30
c/o Il centro – Sala Castelli
Preghiera e festa dell’adesione, in questa occasione avverrà consegna tessere.
Con l’intenzione di dare spessore e solidità ad un cammino di rinnovamento avviato ormai da anni, monsignor Mario Delpini chiede alla Diocesi di iniziare un percorso inedito, quello del sinodo minore. Si tratta in un tempo relativamente breve (un anno) di attivare un percorso articolato e organizzato di ascolto e consultazione che porti il corpo ecclesiale ad una lettura matura dei cambiamenti che sta vivendo, nella convinzione che proprio dentro di essi va cercato il destino di grazia che Dio ci sta preparando.
Come recita bene il titolo di questo sinodo minore (“Chiesa dalle genti”), ci è chiesto di leggere insieme come, in un periodo di grandi trasformazioni sociali e culturali, anche l’operazione di raccolta delle genti che lo Spirito santo compie da secoli qui a Milano stia conoscendo trasformazioni sensibili.
C’è bisogno di un sinodo, per riuscire in un’operazione simile. Come nella precedente occasione (il sinodo 47°, nel 1995), riprendendo di quel sinodo il capitolo dedicato alla pastorale degli esteri. Questo testo chiede di essere adeguato ai cambiamenti che lo stanno interessando. Si tratta di comprendere come l’arrivo di nuovi popoli ci chiede non soltanto di attivare servizi di accoglienza e percorsi di integrazione, ma più profondamente ci chiama a realizzare una fraternità di diversi.
Lo scopo di questo cammino sinodale è eminentemente pastorale. Ogni comunità cristiana, ogni realtà ecclesiale è invitata a reagire alle questioni poste da un testo che farà da guida al percorso sinodale. Ai consigli diocesani (pastorale e presbiterale) spetta il compito di fare sintesi del lungo momento di ascolto, trasformando le riflessioni raccolte in mozioni che verranno consegnate al Vescovo attraverso l’assemblea dei decani. L’esito sarà una Chiesa maggiormente consapevole della propria cattolicità. Una Chiesa dalle genti che con la propria vita quotidiana saprà trasmettere serenità e capacità di futuro anche al resto del corpo sociale, aiutando a superare le paralisi e le paure con cui guardiamo spesso al fenomeno dei migranti. Una Chiesa dalle genti, una Chiesa in sinodo che intende vivere questo cammino proprio per restare fedele alla sua identità ambrosiana: come ai tempi di sant’Ambrogio, in continuità con il suo spirito.
Mons. Luca Bressan
Vicario episcopale
Il desiderio della gioia abita tutte le stagioni della vita e nell’età giovanile esso si presenta in misura così evidente da poterlo considerare il suo tratto specifico.
I giovani nati digitali vivono multitasking: oggi, la ricerca della gioia e del senso della vita li porta a vivere contemporaneamente su più piani.
Così Papa Francesco si è rivolto ai giovani nella sua lettera in occasione del prossimo Sinodo: “Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori”.
Il prossimo Sinodo dei Vescovi sui giovani, fortemente voluto da Papa Francesco, rappresenta quindi per la Chiesa l’occasione per riflettere circa il rapporto tra le generazioni.
Il Sinodo chiede alla Chiesa di rileggere le pratiche pastorali fino ad oggi poste in essere.
L’intento è quello di uscire incontro ai giovani, a tutti i giovani, nei loro diversi ambiti di vita per aiutarli a rispondere alla domanda “per chi sono io?”. Questa è infatti la “mossa sinodale”: un giovane incontra la gioia nel momento in cui scopre chi nella sua vita è chiamato a rendere felice.
Diverse le proposte in calendario: dalla collaborazione con l’Università Cattolica, alle iniziative di ascolto nell’ambito dello sport, dell’università e del tempo libero, alle possibilità di accostarsi al discernimento attraverso l’iniziativa Start-Up!, al percorso del Gruppo Samuele, alla scuola di vita comune, all’itinerario delineato dalle Veglie di Redditio e in Traditione Symboli, nonché agli esercizi spirituali di Avvento e di Quaresima, per concludere con i pellegrinaggi estivi.
Infatti, la prossima estate i nostri giovani saranno invitati dai loro educatori a camminare insieme lungo strade d’Italia ricche di storia e di spiritualità: pellegrinaggi che si concluderanno a Roma, sabato 11 e domenica 12 agosto 2018, dove tutti insieme ci si porrà in ascolto delle parole di Papa Francesco e si pregherà in vista del Sinodo.
Il nostro augurio è che attraverso queste iniziative tutti i gruppi giovanili diocesani possano prepararsi al Sinodo attraverso la ricezione dei suggerimenti e degli spunti che il Documento Preparatorio ci ha offerto e continua a offrirci: il Sinodo è certamente “dei Vescovi”, ma è la Chiesa intera che vi partecipa a partire proprio dai giovani stessi e dai loro educatori.
don Massimo Pirovano
Responsabile del Servizio per i Giovani e l’Università
I cristiani hanno qualche cosa da dire. La missione indiscutibile che Gesù ha affidato ai suoi discepoli, incaricandoli di essere il sale della terra e la luce del mondo, è difficilmente compatibile con l’afasia imbarazzata che caratterizza alcuni cristiani. Di fronte agli argomenti di attualità, assediati dai luoghi comuni, dalle ricostruzioni approssimative di problematiche, dallo scherno di chi squalifica l’interlocutore prima che abbia aperto bocca, i cristiani si sentono zittiti, preferiscono tacere “per evitare discussioni inconcludenti”. È vero che talora discutere non serve a nulla se non ci si mette in discussione ma si vuole solo ribadire quello di cui si è convinti; è vero che su argomenti di attualità i giudizi possono essere legittimamente diversificati; è vero che argomenti complessi non si possono ridurre a battibecchi durante la pausa pranzo. Tuttavia i cristiani devono avere qualche cosa da dire sugli argomenti di cui si discute in ufficio, in treno, nella cerchia degli amici, negli incontri occasionali. Ma per avere qualche cosa da dire è necessario essere informati, attingere a fonti affidabili su quello che capita, evitare di censurare i dati in basi a una tesi che è già consolidata perché funzionale agli interessi dominanti.
Per questa informazione pacata, per l’attenzione a confrontare opinioni diverse, per l’apertura a notizie che provengono anche da angoli di mondo trascurati dai notiziari attenti solo al cortile di casa, mi sento di raccomandare la lettura, l’abbonamento, la diffusione di Avvenire.
Per la verità mi sembra doveroso raccomandare più in generale l’intraprendenza, la franchezza, l’onestà intellettuale, la capacità di ascolto, insomma molte virtù che facilitano il dialogo, che consentono di approfondire il confronto e che sono occasione di testimonianza. Avvenire è uno strumento utile e merita di essere meglio utilizzato nelle comunità cristiane. Solo un utilizzo più corale può renderlo anche migliore, attento a farsi luogo di incontro della molteplicità delle sensibilità presenti nella comunità cristiana, disponibile anche ad essere critico e autocritico per rendere possibile il passo più avanti nel servizio al bene comune.
Desidero però oggi esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che “fanno il giornale” che apprezzo anche per la buona ragione che sono personalmente lettore abbonato da alcuni decenni. E desidero dire grazie a tutti i generosi promotori della diffusione di Avvenire con il fedele servizio alla buona stampa che dovrebbe essere presente in ogni parrocchia e comunità.
Mi piacerebbe trovare presto un’occasione per fare di questa gratitudine una festa condivisa e uno stimolo a una diffusione più capillare e a una lettura più attenta e fruttuosa del giornale. Intanto, a tutti, grazie di cuore!
+ Mario Delpini
Arcivescovo
Milano, 12 novembre 2017.
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