Autore: Pietro Guzzetti

  • Non abbiamo che questo

    1. I cristiani, gente per bene.

    I cristiani sono gente per bene. Parcheggiano con criterio, se sbagliano una manovra chiedono scusa. Sono gente per bene: parlano senza troppe parolacce, discutono senza gridare troppo, parlano di calcio e di politica, un po’ come fanno tutti, lamentano dei mali presenti, un po’ come fanno tutti. Sono gente per bene: se c’è da dare una mano, non si fanno pregare; se capita una disgrazia sono tra i primi a commuoversi e a soccorrere, per la festa del paese ci prendono gusto a organizzare il pranzo comunitario e la pesca di beneficenza.

    1. I cristiani e il loro cruccio.

    Tuttavia i cristiani sentono dentro una inquietudine e c’è un cruccio che li lascia tranquilli. Guardano i loro bambini e sospirano: “Come sono belli e cari! Ma che sarà di loro? Non siamo in grado di assicurare loro la gioia!”. Applaudono gli sposi novelli, hanno ma come un retropensiero: “ Come sono  contenti! Ma durerà? Non siamo in grado di assicurare la fedeltà!”. Attraversano con un senso di colpa i giardinetti in cui bivaccano adolescenti inconcludenti: “Quanto tempo sciupato! Quanti talenti sotterrati! Non siamo in grado di aiutarli a rispondere alla loro vocazione!”.
    Ecco come sono i cristiani: sono inadeguati e sanno di non essere all’altezza della loro missione. Sono là per essere sale e non riescono a dare sapore! Sono là per essere luce e anche loro talora sono avvolti da un grigiore confuso.
    Ecco come sono i cristiani: gente per bene, che non è all’altezza delle sfide di questo tempo complicato.

    1. Né argento né oro: solo il Nome.

    C’è però da dire che l’essere inadeguati al compito non è, per i cristiani, motivo di scoraggiamento. Non si sentono complessati. Continuano a ripetere le parole di Pietro: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo…!”(At 3,6)
    Per questo, ogni anno, i cristiani percorrono le vie della vita quotidiana celebrando la processione del Corpus Domini, per dire a tutti: “Siamo gente per bene, abbiamo tutte le buone intenzioni, non siamo all’altezza. Però questo sì possiamo offrirlo: il Pane della vita eterna. Siamo cristiani!”

    Mario Delpini
    Vescovo e Vicario Generale, Arcidiocesi di Milano

  • Ritiro Spirituale AC

    Domenica 11 giugno 2017 ore 15.30 
    Antica Chiesa S. Martino – Bovisio Masciago

    Ritiro Spirituale Decanale AC 
    Recita Vespri – Meditazione di Don Luigi Terragni – Adorazione
    A conclusione momento conviviale.

    Sono invitati tutti i fedeli della comunità.

  • Tutto tranne che: Detto, fatto!

    “Detto, fatto”, chissà quante volte hai usato questa espressione per indicare una cosa semplice e veloce da fare, quasi che il tempo per raccontarla fosse maggiore di quello richiesto per realizzarla.

    Bene, questa stessa espressione è stata scelta come motto per l’oratorio estivo di questo anno. Il passo della Sacra Scrittura a cui fa riferimento sono i giorni della creazione nei quali Dio ha realizzato ogni cosa. Bellissimo tema e pieno di possibili riflessioni da fare con i ragazzi in queste settimane estive, che si fanno sempre più vicine.

     

    La verità è che un oratorio estivo è tutto tranne che “Detto, fatto!”, dietro quelle settimane piene di colore, musica e giochi, c’è tanto lavoro e moltissime persone coinvolte. La prima categoria che mi viene in mente sono gli animatori, di solito ragazzi delle superiori, che si occupano di seguire i più piccoli facendoli giocare e divertire a più non posso; poi ci sono i tanti volontari adulti che svolgono le mansioni più disparate: c’è il bar da gestire, ci sono gli spazi da pulire, c’è la segreteria da seguire con i suoi mille elenchi, ci sono le gite da organizzare, i piatti da servire e -a volte- anche da cucinare. Insomma dietro quei giorni che appaiono sempre felici e, che per uno sguardo distratto, possono far credere che la crisi degli oratori sia lasciata alle spalle, c’è una mole di lavoro mastodontico e che inizia ben prima che la temperatura segnata dal termometro superi i 20 gradi.

     

    A volte ho l’impressione che le persone -non tutte, sia chiaro- si approcciano alla proposta estiva dei nostri oratori secondo la logica del #dettofatto, ok c’è lo sbattimento di dover impazzire il primo giorno delle iscrizioni per non farsi portar via il posto a pranzo, magari non tutte le gite ci aggradano, in alcuni casi ci sono anche degli spiacevoli episodi che coinvolgono i propri figli; ma in fondo si può tirar un gran sospiro sapendo che il proprio figlio non sarà a casa da solo a buttar via giornate intere una volta che la scuola è finita. Questa è una tentazione che bisogna combattere, non si può dare per scontato che anche quest’anno, come ogni anno, ci sarà la macchina Oratorio Estivo ad offrire il servizio migliore al costo minore. Dobbiamo ricordare che dietro ad ogni risposta positiva o negativa circa le varie iniziative in programma c’è un duro impegno da parte di un grande numero di persone per offrire ai più piccoli un tempo di crescita educativo e di fede, NON facciamo e NON vogliamo essere un centro estivo. La logica che sostiene un oratorio estivo non è quella di rispondere a un bisogno, di offrire un servizio, per quello ci sono le proposte del Comune o di associazioni sportive. Cerchiamo di ricordarcelo mentre compiliamo la scheda d’iscrizione dell’oratorio vicino casa; anche se c’è il rischio di rimanere delusi da alcune attività, pensiamo a quante cose vengono fatte, a quanti volontari sono coinvolti e quanti bambini avranno da seguire.

     

    Qui non si offrono soluzioni per i problemi di tutti, ma si cerca di fare le cose con passione, col desiderio di ricordare a tutti che al centro ci deve essere Gesù: nelle parole che diciamo e nello stile che proponiamo. Qui si vuole valorizzare il poco che ognuno può offrire per fare molto assieme. Qui si desidera educare più che animare, rispettare più che vincere, sostenere più che sorprendere.

    Quando passeremo davanti all’ingresso dell’oratorio e vedremo sventolare la bandiera col motto “Detto, fatto” o sentiremo sparato a tutto volume l’inno ballato da tutti i bambini, ricordiamoci che dietro quelle due parole c’è qualcosa di assolutamente lontano dall’essere #dettofatto.

     

    don Pietro

  • SPAZIO e VITA

    SeVSegnaliamo che è disponibile su Amazon il volume “San Giovanni Battista SPAZIO e VITA”, dedicato ad una delle chiese della nostra Comunità Pastorale.

    Un libro dedicato alla Chiesa San Giovanni Battista in Desio, realizzata dallo studio Gabetti Isola di Torino nel 1998. Il volume è costituito da tre parti: la prima include quattro interventi, tra cui un inedito scritto dall’architetto Isola; il cuore è costituito dalla parte fotografica con 52 fotografie realizzate dal fotografo Giovanni Hänninen; la parte conclusiva include estratti che raccontano la chiesa da parte dei parrocchiani che la abitano. Il cammino proposto permette di gustare la bellezza architettonica della chiesa e di comprendere il significato particolare di questo spazio celebrativo attraverso alcuni ritratti di chi appartiene alla comunità cristiana che lo abita. Un’opera che coniuga la fotografia d’architettura con il racconto del valore sociale e culturale della Chiesa locale in Italia.

    CLICCA QUI per acquistarlo

  • Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

    Domenica 7 maggio celebriamo la 54ma Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. E’ stato il beato Paolo VI nel 1964 a volere questo appuntamento annuale per tutta la Chiesa. Papa Montini aveva intuito bene, di fronte ai nuovi orizzonti della evangelizzazione e ai processi di secolarizzazione, la necessità di risvegliare nel popolo di Dio l’importanza di pregare per il dono delle vocazioni, in particolare al sacerdozio e alla vita consacrata. Siamo indubbiamente in un tempo segnato da individualismo e indifferenza che non favorisce percorsi vocazionali. Occorre anche qui, come ci ricorda l’Arcivescovo Angelo, che la fede generi una nuova mentalità, educando a sentire la vita stessa come vocazione, come dono e compito. Papa Francesco per la Giornata mondiale di quest’anno ha scritto un messaggio intitolato “Sospinti dallo Spirito per la missione”; ci mette così di fronte alla dimensione missionaria della chiamata cristiana. La vita si realizza non se la tratteniamo, chiudendoci in noi stessi, ma se la mettiamo al servizio del Vangelo e dell’amore. Da questo messaggio di papa Francesco la Chiesa italiana ha proposto per la giornata mondiale di quest’anno il tema: “Vocazioni e santità: io sono una missione”. Ecco il contenuto per questa giornata! Pregare perché ciascuno scopra la vita come vocazione alla santità, alla pienezza dell’amore in Cristo (LG 42); pregare perché, soprattutto i giovani, scoprano la bellezza di una vita presa totalmente a servizio del regno di Dio. In effetti, la giornata mondiale di quest’anno acquista un’importanza speciale per i giovani. Papa Francesco ha deciso di dedicare la prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi ai giovani (2018), al loro rapporto con la fede e il discernimento vocazionale. E’ decisivo, infatti, riscoprire la bellezza di una fede viva, capace di intercettare i desideri più profondi del cuore, rendendo possibile l’avventura di lasciarsi “mandare” da Gesù in tutti gli ambiti della vita quotidiana, ad essere testimoni profetici della vita buona del Vangelo.

    + Paolo Martinelli