Autore: sgiovannib

  • Sto alla porta e busso

    Senza accorgerci siamo già arrivati alla fine della seconda settimana d’Avvento, questo tempo forte che ci prepara alla festa del Natale, a fare memoria della scelta straordinaria di Dio di incarnarsi in un fragile bambino in una mangiatoia.

    Avvento vuol dire attesa, ma per chi –come il sottoscritto- è prete ambrosiano Avvento fa rima con benedizioni, in queste sei settimane siamo chiamati a portare la benedizione del Signore in tutte le famiglie che vorranno accoglierla. Allora ecco che mi viene alla mente il versetto dell’ Apocalisse “sto alla porta e busso” Ap 3,20; le serate spese da un campanello all’altro, da una villetta ad un palazzo, da un sorriso che ti invita ad entrare al silenzio di chi finge di non essere in casa pur di non risponderti. Devo dire grazie, e devo farlo ad alta voce, perché nonostante il freddo, nonostante l’entusiasmo non sempre al top le benedizioni natalizie sono più di una semplice tradizione: sono una testimonianza, sono l’occasione per sentire ancora più forte sulla pelle il dovere di rappresentare il Signore davanti agli uomini.

    Attraverso la scelta dell’incarnazione Dio ci ha indicato la Sua volontà di farsi prossimo all’uomo, anzi di farsi uno di noi; Egli ha scelto di venire incontro a ciascuno di noi diminuendo fino all’inverosimile la distanza tra il Creatore e la creatura; non ha aspettato che l’uomo fosse pronto, ha fato Lui il primo passo per darci la forza di compiere gli altri. Ogni sera nel semplice gesto di bussare alla porta che si trova di fronte, la Chiesa rinnova il suo impegno a farsi prossima in maniera indistinta, pronta a rispettare chi rifiuterà la possibilità dell’incontro.

    Dietro ogni porta c’è una storia, ci sono gioie e sofferenze, calore o solitudine, fede o indifferenza, il fatto straordinario è l’esigenza impellente del Signore di incontrare ogni singolo uomo, di rendersi presente, senza temere le situazioni più disagiate, i rifiuti carichi di rancore, le scelte che sviliscono la bellezza dell’umano. Le visite di questi giorni diventano un richiamo alla preghiera, un’invocazione alla carità sacerdotale, uno stimolo per impegnarsi sempre più nella sequela di Cristo; per tutto questo bisogna ringraziare, voglio ringraziare… ciascuno di voi, chi ha aperto la sua porta e chi ha rifiutato, chi mi ha offerto un sorriso e chi ha condiviso il dolore che abita la sua esistenza.

     

    don Pietro

  • Musical don Bosco

    L’oratorio San Giovanni Battista è felice di invitare l’intera Comunità Pastorale al musical che ha realizzato!

    DonBosco

  • Pellegrinaggio Terra Santa

    La Pastorale Giovanile della nostra Comunità Pastorale propone un intenso pellegrinaggio in Terra Santa dal 14 al 21 agosto per tutti i ragazzi nati dal 1996 in poi.

    Scarica il programma e tutte le info cliccando qui.

  • Venerdì 25 ottobre

    Durante la prima serata di Gerico, quando è stato detto che NON SIAMO UN’ISOLA mi è venuta in mente una frase che avevo letto in un libro su Ayrton Senna. Il pilota di Formula Uno diceva :“La gente ricca non può vivere a lungo in un’isola circondata da un oceano di povertà. Tutti noi respiriamo la stessa aria. Dobbiamo dare a tutti una possibilità, almeno un’opportunità per avere educazione, cibo e assistenza sanitaria”

    Poi il video mi ha richiamato alla memoria alcune considerazioni sulla felicità, tratte dal libro “Vivere felici” di Christophe André, che afferma:

    ” Le nostre riflessioni sulla felicità si basano sull’uso di 4 verbi: essere, avere, fare, appartenere. Quasi tutte le nostre gioie quotidiane rientrano in una di queste 4 categorie:

    ESSERE: si tratta di tutte quelle gioie in cui basta aprire gli occhi, rallegrarsi per il fatto di esserci, di sentirsi semplicemente esistere. E’ una gioia pressoché animale.

    AVERE: è la gioia di possedere, un libro, un oggetto che si ama, ma anche di vivere in un luogo che si apprezza, la gioia di avere caldo d’inverno, luce di notte.

    FARE: la gioia di camminare , lavorare, parlare con gli amici, immaginare, creare, fabbricare, riparare.

    APPARTENERE: è la gioia di vivere in seno a una famiglia, di lavorare all’interno di un gruppo che ci stima, di essere amati da una comunanza di amici.

    Quattro categorie di gioie così semplici ed elementari che le si dimentica presto.

    L’esercizio consiste appunto nell’aprire regolarmente gli occhi su di esse, nell’assaporarle, preservarle, farle vivere e rivivere, estenderne il numero. Per denominare questo tipo di esercizio la lingua inglese utilizza una bellissima espressione

    COUNT YOUR BLESSING (CONTA LE TUE FORTUNE)

    assapora i benefici che la vita ti offre….

  • Buongiorno Famiglia

    Mia zia diceva che “nelle situazioni difficili bisogna sempre ringraziare Dio che c’è la famiglia”. Oggi verrebbe da chiedersi: quale? Sorvolando qualsiasi sterile polemica, vorrei focalizzare l’attenzione sull’etimologia della parola “famiglia”, proveniente dal latino “familia” che deriva da “famulus” ossia “servitore, domestico”.

     

    Ecco, il cuore della famiglia è “servire”, come Gesù ha sempre testimoniato nel corso della sua vita, lasciandoci numerosi insegnamenti sull’importanza di essere servitori umili e sensibili all’altro. Anche nella famiglia bisogna imparare a servire: tra la coppia, verso i figli, nei confronti dei genitori. Un continuo atto proteso a donare senza chiedere, ad amare senza pretendere.

     

    In famiglia si parla al plurale, l’egoismo del singolo non può avere alcun valore. Certo è necessaria una unione di intenti seppur nella “pluriformità nell’unità”, come afferma il Card. Scola nella sua lettera pastorale “Il campo è il mondo”. La famiglia è sì lo specchio della società ma non deve diventare schiava di essa.

     

    Proviamo a ritornare a una vita di famiglia domestica: ritrovarsi insieme a tavola, parlare tra genitori e figli, mettere al centro la semplicità del rispetto, tracciare dei percorsi di crescita e di fede secondo le capacità di ciascun componente con l’obiettivo di raggiungere il medesimo traguardo: la bellezza dell’Amore. Sono sfide che combattono contro l’orgoglio moderno. Vincerle non è facile. Almeno, però, proviamo a equipaggiare le nostre famiglie con gli strumenti necessari per non farci sopraffare: il sorriso fraterno, la piena condivisione, la serenità di una fede viva.

    Stefano S.

  • Famiglie Insieme

    Un cammino di fede e condivisione per le famiglie con una serie di incontri che si terranno presso la parrocchia SS. Pietro e Paolo. Numerose le proposte per un percorso di crescita della famiglia cristiana.

    Scarica il volantino

  • Corso Cresima per adulti

    Inizia il corso di preparazione alla Cresima per adulti che, quest’anno, si terrà presso la parrocchia di S. Giorgio nei giorni 11 – 14 – 18 – 21 – 25 – 28 novembre 2013 alle ore 21,00.
    Ci si potrà iscrivere domenica 3 novembre presso l’aula San Giorgio, dalle ore 16.00 alle 18.00.
    Ricordarsi di portare il certificato di Battesimo!

    Leggi il programma degli incontri e le modalità

  • Serate di Emmaus 2013-14

    Riprendono le Serate di Emmaus, un piccolo eremo in città.
    Quest’anno si svolgeranno nella chiesa di S. Giorgio, a partire dal 30 ottobre.

    Per conoscere tutte le date previste per l’Anno Pastorale 2013-14,
    scarica il calendario

  • Giornata del Malato

    Il Gruppo UNITALSI di Desio organizza per
    sabato 12 ottobre
    un momento di incontro e preghiera con tutti gli ammalati presso la Chiesa Beata Vergine Immacolata dell’oratorio di Via A. Grandi.

    Leggi il programma