Da tre settimane la nostra comunità pastorale è investita da un terremoto di colori, di energia, di gioia, accompagnato da un notevole chiasso che supera ben oltre i livelli imposti dalla zonizzazione acustica vigente nel comune di Desio. Di cosa sto parlando? Se abitate nei pressi di uno dei cinque oratori della città lo sapere di sicuro: sto parlando dell’oratorio feriale 2013!
“Every body – un corpo mi hai preparato” questo è il titolo scelto della FOM per l’oratorio estivo 2013, l’invito è quello di riflettere sulla bellezza e la ricchezza del corpo che Dio ha donato a ciascuno di noi, senza dimenticare che tutti assieme costituiamo la Chiesa, corpo di Dio. Non so se vi è capitato di scorgere sulle bandiere che sventolano sopra gli ingressi degli oratori il logo che accompagna questo percorso: uno strano omino il cui corpo stilizzato è costituito da quattro parti (che in realtà sono le quattro lettera della parola B-O-D-Y). Bene questo mese vorrei parlare proprio di questo strano compagno di viaggio.
Partiamo da quella testa che ricorda tanto un vortice (la lettera O) mi piace pensare ai bambini che stanno abitando i nostri oratori in questi giorni, così caotici, così confusi quando sono tutti assieme, come un turbinio che non smette mai. Eppure lì c’è nascosta una gioia immensa, una felicità gratuita, un affetto semplice e sincero; i loro sorrisi se spegnessimo per un attimo il Sole, sarebbero come le stelle in una notte d’estate: luminose e sorprendenti, affascinanti e brillanti.
Spostando di poco lo sguardo ci soffermiamo sulle due braccia della nostra mascotte (la B e la D); credo si possano paragonale agli animatori e a tutti i volontari adulti che aiutano in questi giorni così intensi. I primi sanno essere la causa della gioia più grande e, subito dopo, dell’amarezza inattesa; ragazzi delle superiori che si impegnano per far giocare i più piccoli, animare le lunghe giornate, consolare con semplicità ed incitare con grinta. Certo si potrebbe sempre fare di più, si potrebbe tenere un linguaggio senza inutili parole volgari, si potrebbe anche capire che in fondo “è solo un gioco, non vale la pena litigare per questa sconfitta”, eppure ci sono, sono adorati dai bambini e, quando vogliono, sanno toccare il freddo cuore di un prete stressato dalle mille cose. Gli adulti, da parte loro, permettono che la fantastica avventura dell’oratorio feriale sia arricchita da interessanti laboratori, che gli ambienti restino puliti, che gli elenchi di gite e iscrizioni siano sempre ordinati. La gentilezza e la bontà di una mamma che ti dice “Questa settimana sono in ferie, quindi se ti fa piacere vengo a dare una mano” è segno concreto di gratuita disponibilità; l’abbraccio di un papà che ti saluta caloroso alla fine della giornata è affetto tangibile.
L’occhio scende verso la base del corpo del logo e scopri il tronco sottile con due esili gambe (la Y girata sottosopra), questa ultima parte può essere vista come il prete e le suore/ausiliarie della situazione. Eh si ci sono anche loro, nonostante sembrino sempre di corsa, sempre distratti, sempre stanchi, insomma paiono essere sottosopra proprio come la lettera che li rappresenta! Sono loro che hanno deciso di consacrare completamente la vita al Signore, di lasciare a Lui di essere la fonte inesauribile dell’energia per andare avanti imprevisto dopo imprevisto; da soli possono fare poco ma, grazie alle altre parti del corpo, ecco che si compie il miracolo dell’oratorio feriale.
Ma sapete qual è la parte più importante della nostra mascotte? Non l’avete ancora capito? Beh, in effetti non si vede utilizzando gli occhi. La parte più importante è il cemento invisibile che tiene unito il corpo, che permette non cada a pezzi, che fa si che possa camminare senza sosta. Il cemento invisibile è il Signore Gesù, solo Lui rende queste cinque settimane uniche e dense di significato, solo Lui permette che i bambini stiano assieme agli educatori, agli adulti, ai preti e alle consacrate, solo Lui rende possibile l’impossibile e straordinario l’ordinario, solo Lui evita che ogni parte del corpo vada per la sua strada, faccia quello che vuole dimenticandosi del resto.
La prossima volta che vediamo il logo dell’oratorio feriale sventolare su di una bandiera o lo vediamo disegnato su di un muro ricordiamoci di fissare lo sguardo sullo spazio occupato dal cemento invisibile e ringraziare il Signore per i bei gioconi, per gli allegri canti, per i semplici momenti di preghiera, per la condivisione dell’affetto; perché la nostra vita diventi testimonianza dell’amore pulsante di Cristo per ciascun uomo.
don Pietro
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