Categoria: Commissione missionaria

  • Vendita di Riso a sostegno di progetti missionari di evangelizzazione

    Vendita di Riso a sostegno di progetti missionari di evangelizzazione

    Il “Gesto di Solidarietà”, conosciuto anche come “Gesto del Riso”, nasce negli anni ’80, quando alcuni rappresentanti delle commissioni missionarie della Zona V di Monza insieme a p. Mario Vergani (missionario Saveriano) hanno pensato di fare un gesto comune di solidarietà, finanziando un piccolo progetto di evangelizzazione, riuscendo a coinvolgere tutte le parrocchie della zona, nella stessa domenica. Si è scelto il riso perché è uno degli alimenti utilizzati da gran parte della popolazione nel mondo.

    In particolare quest’anno la vendita del riso per la nostra città, legata al decanato di Lissone, sosterrà alcuni progetti tra i quali questo in Perù.

    Luogo del progetto: Perù.

    Referente sul luogo: Sr. Ely Marina Perez Rimarachin, Superiora Locale

    Destinatari: Parrocchia di San Bartolomeo di Tacabamba – Perù

    Obiettivo dell’intervento: raggiungere le 120 comunità che la Parrocchia segue per consolidare e fortificare la fede dei laici, che si prendono cura delle stesse comunità; motivare la partecipazione dei loro fedeli, creare e dare impulso coinvol gente con la missione della Chiesa nei differenti gruppi parrocchiali.

    Obiettivo dell’intervento: Incontri formativi con tutti gli Agenti Pastorali delle 120 Comunità.

    Ritiro spirituale con i giovani di Pùcara, Chiguiripe Anguia.

    Esercizi spirituali per Catechisti e Agenti pastorali

    Incontri per la Pastorale giovanile

    don Flavio

  • Raccolta fondi per Talita Kum

    Raccolta fondi per Talita Kum

    Raccolta fondi per Talita Kum al Circolo Culturale Pro Desio per 3 progetti in Repubblica Centroafricana

    • Giornata di sabato 23/04
      • Dalle 10,00 alle 18,30 banco di beneficenza (artigianato etnico, abbigliamento e dolci confezionati)
    • Giornata di domenica 24/04
      • Ore 14,45 accoglienza
      • Ore 15,00 Immagini dalla Repubblica Centrafricana Proiezione foto dei progetti realizzati nel 2021
      • Ore 16,00 Tombolata
      • Ore 17,30 rinfresco con Colomba
  • Semplicemente Grazie

    Semplicemente Grazie

    Carissimi parrocchiani delle comunità di San Giovanni Battista, della Basilica e di San Giorgio

    Un sentito ringraziamento per l’affetto dimostrato nei nostri confronti e a sostegno della popolazione centrafricana.

    La raccolta fondi di 3598 euro svoltasi nello scorso Avvento ci permetterà di completare i lavori di pavimentazione e gli intonaci della Cappella dedicata a San Francesco nel villaggio di Yolé – Bwabuziki, diocesi di Bouar in Rep. Centrafricana.

    “Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”

    Gv 15,16

    Come cristiani, abbiamo la responsabilità di andare verso tutti con il cuore spalancato. Lasciamo che la forza dell’amore si propaghi attraverso i nostri gesti concreti.

    Grazie di cuore
    Stefania e mamma Ardelia
    Associazione TtalitÁ kum O.n.l.u.s.
    Via Canonico Villa, 71 – Desio
    tel. 0362 630843
    0362 301257
    e-mail: stefania.africa@tiscali.it

  • «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato»

    Proponiamo alla riflessione comune un estratto dal messaggio del papa per la Giornata Missionaria Mondiale

    Il tema della Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno, «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» , è un invito a ciascuno di noi a “farci carico” e a far conoscere ciò che portiamo nel cuore. Questa missione è ed è sempre stata l’identità della Chiesa: «essa esiste per evangelizzare» (S. Paolo VI). La nostra vita di fede si indebolisce, perde profezia e capacità di stupore e gratitudine nell’isolamento personale o chiudendosi in piccoli gruppi; per sua stessa dinamica esige una crescente apertura capace di raggiungere e abbracciare tutti.

    L’attuale momento storico non è facile. La situazione della pandemia ha evidenziato e amplificato il dolore, la solitudine, la povertà e le ingiustizie di cui già tanti soffrivano e ha smascherato le nostre false sicurezze e le frammentazioni che silenziosamente ci lacerano. I più fragili e vulnerabili hanno sperimentato ancora di più la propria vulnerabilità e fragilità. Abbiamo vissuto lo scoraggiamento, il disincanto, la fatica; e perfino l’amarezza conformista, che toglie la speranza, ha potuto impossessarsi dei nostri sguardi. Noi, però, «non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: noi siamo i vostri servitori a causa di Gesù» . Per questo sentiamo risuonare nelle nostre comunità e nelle nostre famiglie la Parola di vita e di speranza che dona la libertà e l’audacia necessarie per alzarsi in piedi e cercare con creatività tutti i modi possibili di vivere la compassione e la vicinanza di Dio che non abbandona nessuno ai bordi della strada.
    Davanti alla tentazione di mascherare e giustificare l’indifferenza e l’apatia in nome del sano distanziamento sociale, è urgente la missione della compassione capace di fare della necessaria distanza un luogo di incontro, di cura e di promozione. «Quello che abbiamo visto e ascoltato» , la misericordia che ci è stata usata, si trasforma in passione condivisa per creare «una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni» (Enc. Fratelli tutti ). È la sua Parola che quotidianamente ci redime e ci salva dalle scuse che portano a chiuderci nel più vile degli scetticismi: “tanto è lo stesso, nulla cambierà”. E di fronte alla domanda: “a che scopo mi devo privare delle mie sicurezze e comodità se non posso vedere nessun risultato importante?”, la risposta resta sempre la stessa: «Gesù Cristo ha trionfato sul peccato e sulla morte e vive veramente»: vuole anche noi vivi, fraterni e capaci di ospitare e condividere questa speranza.

    Vito Bellofatto

  • La mia  esperienza  in Messico

    La mia esperienza in Messico

    In occasione del mese dedicato alle Missioni abbiamo chiesto a Padre Franco Benigni, rettore dei Missionari Saveriani di Desio, di spiegarci che significato ha oggi “fare ed essere missione nel mondo”.

    Il fenomeno attuale della globalizzazione ha portato alla ribalta non solo delle cronache ma anche della nostra vita di tutti i giorni, l’esistenza e l’importanza di altre culture e di altre religioni, cosicché questo non è più un fatto nuovo per nessuno. Tuttavia i missionari da sempre si sono trovati a confrontarsi con questi “altri”. Infatti, in questi ultimi cinquant’anni circa, in questa nuova temperie culturale, essi hanno dovuto ripensare la missione alla luce delle mutate situazioni storiche e delle nuove indicazioni della Chiesa, soprattutto del Concilio Vaticano II e dei pronunciamenti degli ultimi papi.

    Attualmente nel mondo, i tre grandi settori dove i missionari in generale, e in particolare i saveriani operano sono: il dialogo con le religioni, la promozione umana come esercizio della carità, (per es. costruendo scuole, ospedali…) e l’inculturazione del vangelo, come cioè tradurre il messaggio di Cristo nelle categorie di pensiero e nel contesto sociale vivo delle altre culture.

    I missionari saveriani, svolgono la loro opera anche in Messico, dal 1951.

    Un settore dell’attività dei saveriani in Messico è costituito dalle scuole, a vario livello. È importante questa azione missionaria nel campo scolastico: infatti ci sono zone in Messico dove la scristianizzazione provocata dalle conseguenze della rivoluzione del 1910 e poi dalla persecuzione del 1927-1929 ha allontanato completamente la gente dalla chiesa. Uno dei modi di avvicinarsi è appunto la scuola. Infatti, in molti casi la gente ci ascolta non tanto perché siamo sacerdoti ma perché siamo insegnanti.

    A me appunto è toccato, da quando sono stato inviato in Messico nel ’93, questo settore dell’evangelizzazione, e cioè la promozione umana attraverso la scuola.

    La prima città dove ho svolto la mia missione è stata Salamanca, (oggi 300.000 ab. circa), fondata dopo la pace con gli indios Chichimecas nel 1602, con il beneplacito del re di Spagna Felipe III; del periodo coloniale restano la chiesa di Sant’Agostino, a cassettoni ricoperti di polvere d’oro, del Settecento, ed un magnifico chiostro degli Agostiniani in stile “herreriano” e barocco; inoltre l’incantevole chiesa di san Bartolomeo apostolo in stile “churrigueresco”, con il bassorilievo sul portone che ricorda lo storico accordo di pace stipulato tra i bellicosi indios Otomies, della famiglia Chichimeca, e gli Spagnoli. Sono stato poi nel pueblo di Arandas (100.000 ab. circa) fondata nel 1544 sulle terre degli indios Caxcanes e Tecuexes; qui i coloni e gli indios vissero in guerra permanente fino alla metà del Settecento; questa è la terra del tequila che, come tutti sanno, è il liquore tipico messicano, prodotto dalla fermentazione del frutto dell’agave. Ci vogliono ben otto anni perché l’agave sia pronto per la produzione del liquore! Negli ultimi anni la produzione del tequila ha portato un maggior benessere. Inoltre le terre Alte di Jalisco, dove sorge Arandas, sono praterie ricche di bestiame e di cavalli. Qui iniziò la rivolta dei Cristiani (Cristeros) contro il governo anticattolico del presidente Plutarco Elias Calles, il giorno di Santo Stefano del 1926. Ho poi trascorso gli ultimi dieci anni nella città dell’eterna primavera, a Guadalajara (zona urbana di 5 milioni di ab. circa), capitale dello stato di Jalisco, fondata nel 1542, con rescritto del re di Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, Carlo V. Gli abitanti sono molto industriosi, un po’ come i Brianzoli; dico un po’, perché ogni popolo è diverso dagli altri. Guadalajara è la capitale industriale dell’occidente del Messico. Nella sua regione si allevano animali da carne, come bovini e maiali, ma anche cavalli da sella; inoltre si coltiva il mais, l’avocado, le fragole e i cactus per uso alimentare.

    Il Messico è un grande paese, con grandi possibilità, ma che ora deve affrontare il problema del narcotraffico.

    Ovunque io sono stato, e per il lungo periodo che ho trascorso fuori dall’Italia, mi sono sentito sempre a mio agio. In effetti, se posso permettermi una battuta, la vita è un po’ come una partita di calcio, dove per vincere ci vogliono bravura e fortuna. Per noi cristiani la bravura consiste nel fare quello che dice il Vangelo e, in quanto alla fortuna, essa si chiama Provvidenza.

  • Padre Emmanuel e Padre Franco:  il segno di una comunità saveriana che si rinnova

    Padre Emmanuel e Padre Franco: il segno di una comunità saveriana che si rinnova

    Un momento per salutare e per ringraziare: domenica 29 agosto c’è stata una Messa di saluto a padre Emmanuel Adili Mwassa e al diacono Jean Paul. La sala gialla della casa dei saveriani in via don Milani era piena di persone venute per salutarli, tra tanta commozione e affetto. Padre Emmanuel durante l’omelia ha ricordato la vocazione di ciascuno: “Ognuno di noi ha una vocazione. Tutti siamo stati creati da Dio e siamo un tesoro – ha detto – Grazie anche delle nostre debolezze”.

    La casa dei saveriani desiani ha regalato un’icona della Madonna a padre Emmanuel e un orologio a Jean Paul perché senta che è l’ora di fare il bene. Anche don Gianni Cesena li ha ringraziati a nome della comunità pastorale. “Da noi sei stato sei anni, ti ringraziamo perché ci siamo sentiti a casa e abbiamo lavorato insieme per la comunità desiana”.

    Dopo la messa sono intervenuti anche i diretti interessati, il diacono padre Jean Paul tornerà in Burundi, dove verrà ordinato sacerdote e inizierà lì il suo percorso. “Vorrei ringraziare la comunità e la città di Desio che mi ha accolto per 14 mesi e mi ha aiutato a crescere, nella missione e nella vita futura. Vi chiedo una preghiera per me”. Padre Emmanuel ha concluso dicendo tre parole: grazie, perdono e preghiera. “Sono arrivato a Desio dopo solo due mesi di ordinazione. Tutto ciò che sono lo devo a questa comunità, per questo voglio ringraziare. La prima destinazione del sacerdote è il primo amore, questo è il mio amore”.

    È arrivato ad inizio settembre il nuovo rettore del padri saveriani, padre Franco Benigni, (foto a lato) è nato a Bergamo nel 1952, è stato ordinato sacerdote nel 1978. Un fiero bergamasco, ma che in Messico ha chiesto ed ottenuto la cittadinanza messicana, visto che ha trascorso una buona parte della sua missione per quasi trent’anni. “Sono contento di venire a Desio per il servizio che i nostri superiori mi hanno richiesto” ha detto.

    Eleonora Murero

  • Il progetto di Gesù

    Gesù riunisce una comunità di Fratelli

    Ufficio Diocesano per la Pastorale Missionaria
    Terzo incontro interdecanale: zona V
    Decanati: Carate Brianza – Desio – Lissone

    Padre Emmanuel Adili Mwassa
    Missionario Saveriano
    Giovedì 3 giugno 2021 ore 21,00
    Incontro on line su Zoom
    Richiedi il Link tramite Whatsapp 3356654445