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  • Il cammino dei giovani verso il Sinodo

    Il desiderio della gioia abita tutte le stagioni della vita e nell’età giovanile esso si presenta in misura così evidente da poterlo considerare il suo tratto specifico.
    I giovani nati digitali vivono multitasking: oggi, la ricerca della gioia e del senso della vita li porta a vivere contemporaneamente su più piani.
    Così Papa Francesco si è rivolto ai giovani nella sua lettera in occasione del prossimo Sinodo: “Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori”.
    Il prossimo Sinodo dei Vescovi sui giovani, fortemente voluto da Papa Francesco, rappresenta quindi per la Chiesa l’occasione per riflettere circa il rapporto tra le generazioni.
    Il Sinodo chiede alla Chiesa di rileggere le pratiche pastorali fino ad oggi poste in essere.
    L’intento è quello di uscire incontro ai giovani, a tutti i giovani, nei loro diversi ambiti di vita per aiutarli a rispondere alla domanda “per chi sono io?”. Questa è infatti la “mossa sinodale”: un giovane incontra la gioia nel momento in cui scopre chi nella sua vita è chiamato a rendere felice.
    Diverse le proposte in calendario: dalla collaborazione con l’Università Cattolica, alle iniziative di ascolto nell’ambito dello sport, dell’università e del tempo libero, alle possibilità di accostarsi al discernimento attraverso l’iniziativa Start-Up!, al percorso del Gruppo Samuele, alla scuola di vita comune, all’itinerario delineato dalle Veglie di Redditio e in Traditione Symboli, nonché agli esercizi spirituali di Avvento e di Quaresima, per concludere con i pellegrinaggi estivi.
    Infatti, la prossima estate i nostri giovani saranno invitati dai loro educatori a camminare insieme lungo strade d’Italia ricche di storia e di spiritualità: pellegrinaggi che si concluderanno a Roma, sabato 11 e domenica 12 agosto 2018, dove tutti insieme ci si porrà in ascolto delle parole di Papa Francesco e si pregherà in vista del Sinodo.
    Il nostro augurio è che attraverso queste iniziative tutti i gruppi giovanili diocesani possano prepararsi al Sinodo attraverso la ricezione dei suggerimenti e degli spunti che il Documento Preparatorio ci ha offerto e continua a offrirci: il Sinodo è certamente “dei Vescovi”, ma è la Chiesa intera che vi partecipa a partire proprio dai giovani stessi e dai loro educatori.

    don Massimo Pirovano
    Responsabile del Servizio per i Giovani e l’Università

     

  • Messaggio per la giornata diocesana di Avvenire

    I cristiani hanno qualche cosa da dire. La missione indiscutibile che Gesù ha affidato ai suoi discepoli, incaricandoli di essere il sale della terra e la luce del mondo, è difficilmente compatibile con l’afasia imbarazzata che caratterizza alcuni cristiani. Di fronte agli argomenti di attualità, assediati dai luoghi comuni, dalle ricostruzioni approssimative di problematiche, dallo scherno di chi squalifica l’interlocutore prima che abbia aperto bocca, i cristiani si sentono zittiti, preferiscono tacere “per evitare discussioni inconcludenti”. È vero che talora discutere non serve a nulla se non ci si mette in discussione ma si vuole solo ribadire quello di cui si è convinti; è vero che su argomenti di attualità i giudizi possono essere legittimamente diversificati; è vero che argomenti complessi non si possono ridurre a battibecchi durante la pausa pranzo. Tuttavia i cristiani devono avere qualche cosa da dire sugli argomenti di cui si discute in ufficio, in treno, nella cerchia degli amici, negli incontri occasionali. Ma per avere qualche cosa da dire è necessario essere informati, attingere a fonti affidabili su quello che capita, evitare di censurare i dati in basi a una tesi che è già consolidata perché funzionale agli interessi dominanti.

    Per questa informazione pacata, per l’attenzione a confrontare opinioni diverse, per l’apertura a notizie che provengono anche da angoli di mondo trascurati dai notiziari attenti solo al cortile di casa, mi sento di raccomandare la lettura, l’abbonamento, la diffusione di Avvenire.

    Per la verità mi sembra doveroso raccomandare più in generale l’intraprendenza, la franchezza, l’onestà intellettuale, la capacità di ascolto, insomma molte virtù che facilitano il dialogo, che consentono di approfondire il confronto e che sono occasione di testimonianza. Avvenire è uno strumento utile e merita di essere meglio utilizzato nelle comunità cristiane. Solo un utilizzo più corale può renderlo anche migliore, attento a farsi luogo di incontro della molteplicità delle sensibilità presenti nella comunità cristiana, disponibile anche ad essere critico e autocritico per rendere possibile il passo più avanti nel servizio al bene comune.

    Desidero però oggi esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che “fanno il giornale” che apprezzo anche per la buona ragione che sono personalmente lettore abbonato da alcuni decenni. E desidero dire grazie a tutti i generosi promotori della diffusione di Avvenire con il fedele servizio alla buona stampa che dovrebbe essere presente in ogni parrocchia e comunità.

    Mi piacerebbe trovare presto un’occasione per fare di questa gratitudine una festa condivisa e uno stimolo a una diffusione più capillare e a una lettura più attenta e fruttuosa del giornale. Intanto, a tutti, grazie di cuore!

    + Mario Delpini
    Arcivescovo

    Milano, 12 novembre 2017.

  • Gerico 2017/18

    Gerico 4 locandina

    Altro che favole: il nuovo «Gerico»

    C’era una volta…
    Un re! Diranno subito i miei piccoli lettori.
    No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

    Sono le battute iniziali del libro di Collodi, le «Avventure di Pinocchio», che quest’anno sarà uno dei protagonisti del nuovo percorso di Gerico: la catechesi degli adulti per tutta la Comunità pastorale. Qualcuno potrebbe chiedersi se c’era proprio bisogno di una favola. Se non era il caso di scegliere qualcosa di serio, di più serio. Ma c’è qualcosa di più serio delle storie? C’è qualcosa di più affascinante e misterioso, più profondo e significativo, di una storia?

    Gerico quest’anno propone un incontro con l’ossigeno vivo del racconto, della narrazione, del sapere che si offre come un evento. Proponiamo un gesto, una cosa semplice: leggere qualche pagina di un libro ad alta voce. Non per imparare a capire il libro, ma per vedere se il libro capisce me e il mio mondo; per vedere se il libro è talmente vivo da farmi chiedere alla fine se non è il caso che il mondo cambi. Leggiamo un libro per trovare parole che sono più vere di quelle del mondo, che sono in grado addirittura di giudicarlo. Potremo addirittura usare il libro per riscrivere anche noi un pezzo del nostro mondo. Gerico quest’anno, propone un libro che ci parla di noi, che parla con noi, che può consegnarci un dono, un’eredità preziosa da portarci in tasca e in giro per il mondo. Che ci chiama. A cui possiamo rispondere.

    Il primo appuntamento è per Venerdì 24 Novembre. Gli incontri inizieranno alle ore 21,00 e si svolgeranno nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, avranno la stessa struttura delle edizioni precedenti di Gerico: don Giuseppe ci guiderà nella prima parte della serata dentro i passi, i punti di svolta, i salti da compiere e i nodi da sciogliere sulla strada del nostro incontro con Cristo. Nella seconda parte, poi, interverranno alcuni amici, scrittori, studiosi, educatori che con la loro testimonianza e le loro riflessioni ci terranno compagnia in questa avventura. Quella di dare un nome alle cose che si agitano dentro il nostro cuore e nel mondo, di aiutarci a giudicarle insieme, a viverle secondo l’esempio di Gesù. Altro che favole!

    Corrado Bagnoli