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LE VIDEO-LETTERE FIRMATE DA GIACOMO PORETTI
Spiegare Milano a uno straniero in due minuti. È quello che cerca di fare Giacomo Poretti nella prima delle video-lettere, scritte e interpretate dall’attore del famoso trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”, per la visita di papa Francesco a Milano.
Da sabato 25 febbraio fino all’arrivo di papa Francesco, ogni settimana una video-lettera diversa, che arricchisce ulteriormente il materiale disponibile in avvicinamento e preparazione alla visita del Santo Padre.
«Non ti fare intristire da certe frasi che ti avranno riportato. Noi gli stranieri, gli argentini, li abbiamo sempre accolti, bene», avverte quasi sottovoce Poretti che fa subito dopo tre esempi: Milito, Cambiasso, Zanetti detto “el Tractor”. Tre giocatori che hanno militato nelle squadre di casa, tutti e tre argentini nipoti o pronipoti di immigrati italiani, proprio come il Pontefice.
Nel videoselfie c’è spazio anche per stigmatizzare alcune “bizzarrie” locali, come ad esempio il «bosco verticale», premiato come il palazzo più bello del mondo, «perché a noi milanesi che siamo un po’ bauscia o pomposo, i boschi piace farli verso il cielo» e le palme in piazza Duomo «messe per ricordare forse il sole di Miami e della Palestina a noi che abbiamo sempre la nebbia».
Autoprodotte dallo stesso Poretti con uno smartphone nel salotto di casa, le “letterine”, da 120 secondi, come ama definirle lo stesso autore, hanno un tono confidenziale e tenero, come fossero i messaggi di saluto di un figlio a un papà che torna da un lungo viaggio, e vogliono dare il benvenuto al Papa, presentandogli, ogni settimana un aspetto diverso della città.
È possibile vedere su YouTube o su papamilano2017.it
La prima video-lettera: https://youtu.be/qCgNU4btT9U
Tutto il materiale in avvicinamento alla visita del Santo Padre è disponibile su papamilano2017.it
Papa Francesco tra vocazione e missione
Tra qualche settimana papa Francesco sarà tra noi! Il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, visiterà le nostre terre. La sua venuta si colloca in profonda unità con il cammino che l’Arcivescovo sta facendo compiere alla diocesi con la sua visita pastorale in forma feriale e che avrà la sua ultima fase con l’individuazione, per ogni comunità, del “passo” da compiere per una maturità più grande nella fede. Per questo è tanto importante la presenza tra noi di Pietro, nella figura di papa Francesco, che ci conferma nella fede e orienta il cammino. Quali sono i segni di una fede più matura? Papa Francesco fa riferimento spesso a due segni. Il primo è la nascita nel nostro cuore del desiderio di comunicare a tutti la gioia del vangelo (EG 1). La fede è per sua natura missionaria. Ecco il cuore della “conversione pastorale” (EG 25) che ci è chiesta! Questo invito chiede di vivere in modo dinamico il nostro essere Chiesa: occorre superare la divisione tra pastorale parrocchiale e pastorale d’ambiente. Anche la parrocchia, ci ricorda papa Francesco, ha una vocazione missionaria (EG 28). Per questo la pastorale ha bisogno di far crescere quella pluriformità nell’unità, in cui carismi condivisi, associazioni e aggregazioni ecclesiali, lavorino perché tutti possano sperimentare nel modo più adeguato l’appartenenza ecclesiale ed essere raggiunti dall’annuncio del vangelo nella propria condizione concreta. Un secondo segno importante: la fede vissuta genera decisioni che impegnano tutta la vita. La fede ci porta a vivere la vita come vocazione fino a maturare scelte vocazionali definitive. Questo vale sia per il matrimonio e la famiglia, che per la vita consacrata e sacerdotale. Per questo papa Francesco vuole che la Chiesa tutta rifletta sul rapporto tra fede e vocazione, in particolare per i giovani (Sinodo 2018), perché, vincendo “la cultura del provvisorio che ci bastona tutti”, abbiano forza di compiere scelte coraggiose per l’edificazione del Regno di Dio e per promuovere vita buona.
+ Paolo Martinelli
Vescovo ausiliare, Arcidiocesi di MilanoQuaresima 2017
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