COMUNITÀ PASTORALE S. TERESA DI GESU’ BAMBINO
NOTIZIARIO QUINDICINALE DELLA PARROCCHIA S.S. SIRO E MATERNO IN DESIO
Anno 14 – Numero 5 – Domenica 8 Novembre 2015
Giornata Diocesana Caritas 2015 – Domenica 8 novembre 2015
PER UNA ECOLOGIA UMANA INTEGRALE
Dall’Expo al Giubileo della Misericordia: una carità che si fa cultura
Messaggio del Cardinale Arcivescovo
Carissimi,
la Giornata Diocesana della Caritas Ambrosiana cade a pochi giorni dalla chiusura dell’Expo di Mila-no, evento che vi ha visti partico-larmente coinvolti:
- sia nel garantire una presenza costante ed una accoglienza competente alle migliaia di visitatori che sono passati attraverso l’edicola che mostrava in modo efficacemente evocativo quel “Dividere per moltiplicare” di chiaro sapore evangelico;
- sia nell’offrire a parrocchie, oratori, scuole e cittadinanza in generale – attraverso molti incontri e conferenze – l’opportunità di pensare all’Expo non tanto come una grande e fantasmagorica fiera, ma come una straordinaria pro-vocazione rispetto al fatto che il pianeta non è adeguatamente nutrito. Non solo perché le pur ingenti risorse di cui dispone il creato – la nostra “casa comune” – sono concentrate in poche mani, ma anche perché noi cristiani non ci lasciamo educare dall’Eucaristia a vivere gli stessi sentimenti e il pensiero di Cristo.
Carissimi operatori e volontari di Caritas Ambrosiana, lasciatemi esprime-re il ringraziamento della nostra Chiesa milanese per il lavoro straordinario che siete riusciti a realizzare in occasione di Expo. Se Expo ha aiutato ad appro-fondire il senso della persona e della famiglia umana lo deve anche al vostro prezioso impegno. Un impegno che su questi temi non potrà venire meno o considerarsi concluso. Ce lo chiede il recente magistero di Papa Francesco che con l’enciclica Laudato si’ indica la strada su cui continuare a camminare affinché le suggestioni di Expo non si esauriscano con la sua chiusura. Ce lo chiede il dovere di continuare a tradurre queste tematiche formidabili in nuovi stili di vita alla portata delle nostre stesse famiglie, che lo scorso 4 ottobre hanno concluso un promettente percorso indicando feconde prospettive di futuro.
Ce lo chiede il Sinodo dei Vescovi che si è impegnato ad approfondire il valore della famiglia, dimora di nutrimento materiale e spirituale. «Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge così una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione» (n. 202 Laudato si’).
Mi preme anche far riferimento alla Lettera pastorale indirizzata a tutti i battezzati e le donne e gli uomini di buona volontà della nostra Diocesi dal titolo “Educarsi al pensiero di Cristo”. Oltre a rinnovare l’invito perché venga letta da tutti e commentata in tutte le comunità cristiane, mi permetto di suggerire anche a voi sia come singoli personalmente, sia alla Caritas Ambrosiana nella sua struttura organizzativa, alcuni spunti per una sua adeguata comprensione e attuazione che tenga conto delle vostre specificità.
È mia convinzione, confortata dal parere del vicario episcopale e dei responsabili della Caritas ambrosiana, che la missione della Caritas consista nel proporre una esperienza di fede, di speranza, di carità capace di farsi cultura, di plasmare il modo di guardare alla storia e di valutare i fatti a partire dall’affermazione di Paolo: “Noi abbiamo la mentalità e i sentimenti di Cristo”. Si può essere formalmente uomini e donne di fede senza che questa incida sulle nostre scelte quotidiane; è altrettanto reale il rischio di essere buoni e bravi operatori di carità, senza che questa arrivi a dare forma coerente a tutta la nostra esistenza.
Subire passivamente che la fede possa fare da sfondo, da scenario della vita, senza determinarne le scelte decisive, è una dimostrazione della verità di quanto Paolo VI, negli anni ’70, denunciava a proposito della rottura tra la fede e la vita. Non è infrequente ascoltare prese di posizione che portano a pensare al Vangelo, a Gesù Cristo come orizzonte ultimo che però non deve avere pretese di determinare, di orientare, di incanalare le decisioni sociali, politiche ed economiche. La “rottura” di cui parlava Paolo VI tra fede e vita colpisce anche una Caritas come la nostra, per cui non è infrequente trovarsi di fronte a bravi operatori che però con fatica riescono a tradurre il loro servizio in una visione sapiente della vita e del mondo. In piena sintonia con quanto sempre il Beato Paolo VI, nel lontano 1972, dichiarava a favore della “dimensione prevalentemente pedagogica della Caritas”, mi permetto di incoraggiarvi affinché in tutte le vostre opere si abbia cura di promuovere un modo di riflettere sempre più secondo il pensiero di Cristo.
Il nostro vissuto quotidiano deve poter testimoniare ciò che affermavo nella Lettera pastorale:
«La carità porta con sé un preciso modo di guardare alla vita, genera cultura. Attraverso le opere di carità si promuove una visione autentica dell’uomo e del suo essere in relazione con gli altri, del suo destino e del senso della sua esistenza dal concepimento fino al suo termine naturale. Le opere di carità diventano, in questo modo, un’occasione privilegiata di educazione integrale per coloro che le compiono e di testimonianza per tutti gli uomini e le donne che si incontrano».
Di fronte ad un mondo che continua a cambiare, ad un’Europa sempre più disorientata e ripiegata su egoismi nazionali, ma soprattutto incerta sull’avvenire, i credenti in Gesù Cristo, pieni di gratitudine per il dono bello della fede, sono chiamati ad annunciare a tutti la gioia del Vangelo. E le strade della carità sono quelle privilegiate nel nostro tempo.
Mentre vi ringrazio di tutto cuore nel Signore vi benedico
Angelo card. Scola
Arcivescovo
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