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stato offerto in dono un completo da scrittoio e una busta con 6mila euro da destinare a opere caritative a sua scelta.
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Comunità pastorale Santa Teresa di Gesù Bambino
Giorgio Celsi, presidente associazione Ora et labora in difesa della vita, è promotore, insieme ad altre 14 associazioni – tra i quali Pro Vita & Famiglia onlus – di una proposta di legge di iniziativa popolare per modificare la legge 194 del 1978.
L’dea è di aggiungere un comma all’articolo 14, l’1bis, con lo scopo, spiega Celsi, «di obbligare il medico abortista che esegue la visita pre aborto a far vedere il bambino alla mamma intenzionata ad abortire e far sentire lei il battito del cuoricino della vita che porta in grembo. Questa, nello specifico, la dicitura del comma che si intende aggiungere: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».
QUI TUTTE LE ISTRUZIONI OPERATIVE SU DOVE E COME FIRMARE
E’ una proposta di legge importante perché se si facesse questa operazione, la mamma probabilmente cambierebbe idea, come già accade in Paesi che effettuano questo passaggio. «La donna ha il diritto di essere resa consapevole della vita che porta nel grembo, una vita con un cuore che pulsa. Solo in tal modo può essere realmente libera e responsabile delle sue azioni» racconta Giorgio Celsi.
Solitamente, però, chi fa la visita pre aborto è un medico abortista quindi appartenente ad un gruppo di medici che tendono a non far mai questo passo: attenzione perché a quel punto potrebbero essere responsabili, nei termini previsti per legge, del mancato consenso informato.
Celsi conclude con un appello a partecipare all’iniziativa: «C’è tempo fino al 7 novembre per raccogliere le 50mila firme che occorrono per presentare la proposta: in tutti i comuni c’è la possibilità di firmare, informatevi. Se proprio non ci fosse questa possibilità avvisate Ora et labora: possiamo salvare moltissimi bambini, le generazioni future ce ne daranno merito e anche il buon Dio».
È stata presenta, in data 16 maggio, una proposta di legge di iniziativa popolare, dal nome “Un cuore che batte“, per integrare uno degli articoli della Legge 194 del 1978.
Nel dettaglio la proposta vuole introdurre il comma 1-bis all’articolo 14 della Legge, contenente “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”.
La proposta vuole aggiungere che: “Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza” ai sensi della legge, “è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”. Come segnalato dal sito Ora et Labora in Difesa della Vita, l’attivazione della raccolta firme, salvo casi particolari che vi esortiamo a segnalarci, è ormai disponibile in tutti i comuni italiani. Infatti i moduli e tutta la documentazione necessaria per l’attivazione della raccolta firme per la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Un cuore che batte” sono stati inviati tramite PEC (posta elettronica certificata) in tutti i Comuni d’Italia.
Gli organizzatori consigliano preventivamente di telefonare al Comune per sapere se effettivamente è stata attivata la raccolta firme e in quali orari è possibile recarsi per firmare. In caso affermativo, si esorta ognuno a firmare nel proprio comune di residenza e a farsi divulgatore della proposta, invitando quante più persone possibili a fare altrettanto, eventualmente comunicando loro gli orari di apertura dell’ufficio preposto.
Qualora invece la raccolta non fosse stata ancora attivata, l’invito è quello di chiedere al comune di controllare di aver ricevuto la mail PEC inviata dall’indirizzo oraetlabora33@pec.it.
Per eventuali chiarimenti o problemi è possibile contattare Ora et Labora al seguente numero: 3467035866.
Per quanto riguarda il materiale utile, è possibile scaricare QUI il Vademecum sui moduli da depositare in comune per la raccolta firme; QUI il Modulo per la raccolta delle firme e QUI il Manuale Operativo per la raccolta in piazza; QUI l’Informativa sul trattamento dei dati personali.
Nel messaggio di saluto e di ringraziamento alla Comunità di Desio, che ha guidato e custodito per sette anni, don Gianni ci lascia un’esortazione a “prendere il largo”, a diventare una comunità di testimoni vivendo pur in mezzo a mille dubbi e difficoltà – da cristiani nel mondo.
Pensavo che le coincidenze di alcune date tra la mia vita e la comunità di Desio dovessero segnare un legame indissolubile tranoi: il 1 ottobre la festa di santa Teresa di Gesù Bambino, patrona della Comunità Pastorale, coincide con la mia data di nascita e il 7 ottobre, festa della Madonna del Rosario patrona della città, coincide con la data del mio Battesimo.
Il Signore ci insegna che conduce la nostra vita come vuole Lui e non secondo schemi prefissati, che – per quanto riferiti ai santi – possono saltare.
In questo momento di congedo ho scelto che a parlare siano due vetrate della nostra basilica che sintetizzano due espressioni di Vangelo essenziali a rileggere questo momento e il cammino di questi anni.
Come ho avuto occasione di dire tante volte in questi anni, si tratta di una delle scritte che ho trovato maggiormente ripetute in tutte le lingue in chiese e cappelle di tutto il mondo, comprese costruzioni provvisorie di fango e paglia.
È Gesù che dice così e si pone come origine, traguardo e compagno di strada; è lui che ci consente di dire e fare cose che abbiano un senso e di discernere ed evitare ciò che ci danneggia.
Tutti cercano verità e vita: Gesù lo è per tutti ed è via, cammino per non perdere la direzione giusta.
La vetrata è accompagnata dai simboli dei quattro evangelisti, a ricordare il nostro attaccamento alla parola di Gesù e quella indicazione preziosa del card. Martini che ho citato spesso: «Sono sempre più persuaso che un’educazione all’ascolto del Maestro interiore passa per l’esercizio della lectio divina, della meditazione orante sulla parola di Dio, e non mi stancherò di ripetere che essa è uno degli strumenti principali con cui Dio vuole salvare il nostro mondo occidentale dalla rovina morale che incombe su di esso a causa dell’indifferenza e della paura a credere. La lectio divina è l’antidoto che Dio propone ai nostri tempi per farci superare il consumismo e il secolarismo, favorendo la crescita di quella interiorità senza la quale il cristianesimo non supererà la sfida del terzo millennio».
Ascolto della Parola e cura dell’interiorità: così continuiamo a seguire Gesù, via verità e vita.
Non si tratta qui solo di un’indicazione per me come persona ad assumere un nuovo incarico, per di più sulle rive di un lago, ma della chiamata a ogni comunità cristiana a guardare oltre, a non rimanere chiusa in abitudini e ripetizioni, ad allargare gli interessi a tutto ciò che è umano – la cultura, la salute, il lavoro, la famiglia, la giustizia, la pace, i poveri – e a tutto ciò che il mondo oggi ci porta in casa come varietà di popoli e di religioni, affinché ogni uomo e donna possano incontrare la gioia del Vangelo e liberamente sceglierla come fondamento della vita.
L’invito di Gesù a prendere il largo non è per un’iniziativa individuale, sporadica, ma tocca tutti i battezzati
e le battezzate, che potranno contribuire a edificare una comunità di testimoni solo se saranno andati al
largo, vivendo – pur in mezzo a mille dubbi e difficoltà – da cristiani nel mondo. E riconoscendo come la fede può essere vissuta in modi diversi, e tutti autentici, secondo le età, le lingue, le culture.
Come gli apostoli diciamo «sulla tua parola getterò le reti», perché il Signore non ci manda allo sbaraglio,
ma alla fine sale con noi sulla barca della vita e la orienta in mezzo alle tempeste.
Condividendo queste due parole, che sono state anche visivamente davanti a noi in ogni nostra celebrazione e che continueranno a essere ben visibili, dico la mia gratitudine al Signore che mi ha chiamato tra voi a condividere un tempo di cammino di fede e di chiesa
È difficile oggi specificare il grazie a ciascuna e ciascuno di voi – anche a chi non può essere qui stasera – senza far torto a qualcuno. Lo faccio in questa celebrazione – questa è l’Eucaristia – rendendo grazie al Signore che ha animato, custodito e accompagnato i passi di questi sette anni, che ha dovuto perdonarmi molte cose, e che affida ora questa comunità alla cura attenta e generosa di un nuovo pastore.
Monsignor Gianni Cesena
All’inizio della celebrazione è stato letto un ringraziamento per l’opera di don Gianni nei sette anni trascorsi a Desio. Alla S. Messa, nella Basilica gremita, hanno partecipato tutti i sacerdoti della Comunità e le autorità civili e militari.
Carissimo monsignore, o come ha sempre preferito essere chiamato, don Gianni, il consiglio pastorale cittadino, a nome di tutta la comunità pastorale di Desio, ci tiene a ringraziarla e ad esprimerle tutta la sua riconoscenza per quanto fatto in questi anni.
Comunità pastorale che, non senza fatica, lei ha cercato di far crescere e di far sentire tale, provando a instillare in tutti i consiglieri, nei religiosi e nei fedeli, quel senso di appartenenza ad una comunità cittadina che va oltre l’ambito parrocchiale – a cui spesso siamo ancora fin troppo ancorati
– in un’ottica di più ampio respiro.
In questi anni, è stata da esempio e da sprone la sua attenzione alla carità in tutte le forme: dai centri di ascolto, alle missioni, al neonato gesto “un dono da condividere” ecc… L’abbiamo vista spesso in mezzo ai ragazzi accompagnandoli alle vacanzine e cercando di essere sempre presente nei momenti più significativi del loro percorso di fede.
Ha dimostrato in più occasioni la sua apertura e la sua attenzione alle varie realtà religiose e sociali del territorio. Non potremo certamente dimenticare la sua vicinanza a tutta la comunità durante la pandemia facendo sì che, attraverso i mezzi tecnologici a disposizione, si assicurassero a tutti i fedeli momenti di preghiera e di formazione. Attenzione particolare ha avuto nei confronti dei fedeli di quelle parrocchie rimaste prive di vicario, cercando di essere lei stesso presente il più possibile, affinché non si sentissero mai abbandonati o trascurati dalla comunità.
Infine la ringraziamo per aver cercato di dare una solida formazione al Consiglio Pastorale, facendo attenzione alla partecipazione e al contributo di ognuno, aiutando tutti noi consiglieri a vivere tale incarico come servizio prezioso alla comunità.
In questi anni ha cercato di far suo quello che il Cardinal Martini, a lei tanto caro, chiamava il “primato della consolazione sulla desolazione” tentando di dare sempre risalto al positivo, al bello e al buono che è presente in tutto e in tutti.
Caro don Gianni, non ci resta che salutarla e farle gli auguri per il suo nuovo incarico, perché con la grazia di Dio, questo possa essere occasione di crescita nella fede per lei e per tutte le persone che la incontreranno.
Grazie e buon cammino!
Il Consiglio Pastorale
Sabato 30 settembre, nel Duomo di Milano, i 16 candidati al diaconato e al presbiterato hanno ricevuto, per le mani dell’Arcivescovo, Mons. Mario Delpini, l’ordinazione diaconale. Tra questi il nostro concittadino Edoardo Mauri che ci ha inviato questo messaggio
Carissimi amici di Desio, sembra ieri che vi scrivevo per il mio ingresso in seminario e invece eccomi qua
per condividere con voi la gioia della mia ordinazione diaconale. Infatti, sabato l’Arcivescovo di Milano, Mons. Delpini mi ha ordinato diacono insieme ad altri 15 miei compagni. Di fatto col diaconato dico il mio “Sì” definitivo al Signore, alla Sua Chiesa per donarmi tutto a Lui. Ho promesso per sempre la mia dedizione a Dio, nella preghiera, nell’obbedienza e nel celibato.
Sono giunto all’ordinazione con l’animo sereno e grato per quanto vissuto in questi 5 anni di seminario, in cui ho sperimentato ogni giorno quanto sia grande e vero il centuplo promesso da Gesù per chi si mette alla sua sequela.
Sono soprattutto grato per i tantissimi incontri fatti nelle parrocchie in cui sono stato, ma soprattutto ai Desiani che tanto hanno pregato per me e mi hanno sostenuto in questo cammino. Il diaconato è una tappa fondamentale per diventare sacerdote perché la sua essenza è il servizio, il rendersi sempre disponibili per gli altri perché il Signore possa toccare tutti attraverso la sua parola. Uno potrebbe chiedersi: ma cosa fa il diacono? Chi è il diacono? Il diacono è un ministro consacrato il cui compito principale è la predicazione del vangelo, ma non solo. Egli è segno di benedizione per la gente che incontra, perché il diacono può benedire, unire in matrimonio due persone, battezzare e portare l’Eucaristia ai malati. È chiaro che con l’ordinazione diaconale vivrò un bel cambio nella mia vita, non solo per l’appellativo di “don”, ma evidentemente crescono le responsabilità, le gioie, le aspettative date da quel “Sì, lo voglio” definitivo. Trascorrerò i prossimi mesi come diacono nella comunità pastorale San Paolo VI di San Giuliano Milanese, comunità che già mi ospita da un anno, in attesa di essere ordinato sacerdote il prossimo 8 giugno sempre nel Duomo di Milano. Pregate per me e per i miei compagni perché possiamo essere sempre docili allo sguardo d’amore di Dio e poterlo ridonare agli altri attraverso la nostra vita.
Edoardo Mauri
Siamo stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali o nevrotici; vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così sicuri. Non vogliamo essere subito già così senza sogni. Sciopero, sciopero, compagni! Per i nostri doveri. Signor Maestro, la smetta di trattarci come scemi che bisogna sempre non offendere, non ferire, non toccare. Non ci aduli, siamo uomini, Signor Maestro!
Così Pasolini negli anni Settanta dava voce al desiderio dei giovani, alle loro speranze, ai loro bisogni. È il grido di chi vuole diventare grande sentendosi accompagnato da adulti capaci di essere incisivi, di toccare il cuore fino a ferirlo. Quel grido, oggi, è probabilmente meno evidente,soffocato dentro un disagio che non riesce a trovare parole per essere comunicato, espresso attraverso comportamenti e
atteggiamenti complessi che sono però – in modo ancora più drammatico – una domanda che gli adulti non possono eludere. Proprio questo è il punto da cui l’emergenza educativa dentro la quale viviamo può cominciare a essere affrontata: occorre accompagnare i giovani a comprendere che le domande nascoste sotto i molti paesi e le molte paure che sperimentano debbano essere innanzitutto svelate: lo sai che vuoi essere felice? Lo sai che tanti come te si sono messi in viaggio prima di te e adesso con te? Lo sai che non sei solo? Negli anni Settanta come oggi, i giovani chiedono di conoscere come altri prima
di loro si siano chiesti le stesse cose che si chiedono loro, quale viaggio hanno fatto per scoprire perché valesse la pena vivere e lavorare; chiedono di capire per chi e per che cosa svegliarsi ogni giorno e crescere e abitare il mondo. E chiedono un testimone, tanti testimoni: qualcuno che gli faccia compagnia, che con la sua stessa vita viva renda vere le parole di cui il mondo ha bisogno. Fino ad accorgersi con loro che il viaggio, la domanda e la ricerca hanno un punto luminoso verso cui andare, da cui venire invasi
e compresi. Non c’è nessuna riforma scolastica che insegni agli insegnanti a essere testimoni così, ma occorre che la scuola torni a diventare un luogo in cui la libertà di fare questo viaggio insieme sia ancora possibile. Così come non c’è nessuna magia che garantisca ai genitori di essere testimoni così e occorre che gli adulti trovino un luogo in cui per primi vengano continuamente educati. Lo stesso si può dire per la Chiesa: è solo una comunità di adulti in cammino, di gente che si interroga sul senso delle cose e abbraccia il mondo avendo incontrato una risposta alla propria inquieta ricerca che può arrivare a offendere, toccare e ferire il cuore dei giovani. Come voleva Pasolini. E come papa Francesco ha con forza riaffermato alla GMG di Lisbona.
Corrado Bagnoli
Domenica 24 settembre gli oratori di Desio, insieme a tutti gli oratori della nostra Diocesi, saranno in festa per l’apertura del nuovo anno oratoriano 2023/24. Il motto scelto dalla FOM per quest’anno è: PIENO DI VITA!
Proprio sul tema di quest’anno, il nostro Arcivescovo ci invita a pensare che “la vita è un dono ricevuto, come una luce che è stata accesa perché diventi fuoco; il lunedì ha senso se si vive la domenica con Gesù; il mondo si può aggiustare se ciascuno impara a condividere la sua vita con gli altri”. Il tema
di quest’anno si lega perfettamente con il logo che ci accompagnerà nei prossimi mesi e che rappresenta
Gesù, pane di vita, che prorompe con i suoi colori nel buio della notte per illuminare i nostri cuori, le nostre giornate, la nostra vita.
Sarà dunque questo il filo conduttore che lega i nostri oratori in questa domenica organizzata dalla pastorale giovanile e dai gruppi degli animatori, che ha avrà come punto centrale la celebrazione eucaristica in ciascuna parrocchia, in cui i catechisti, gli educatori e gli allenatori riceveranno il mandato nella comunità pastorale, per essere portatori di quella luce che dal pane di vita arriva nei nostri cuori.
Nel pomeriggio tutti i bambini e i ragazzi saranno invitati a giocare in oratorio per festeggiare l’inizio del
nuovo anno, che apre ufficialmente i percorsi dell’iniziazione cristiana e dei cammini di pastorale giovanile.
Ancora una volta siamo chiamati a volgere lo sguardo verso colui che dà il cibo di vita eterna, per dare testimonianza ai più giovani che la vita è un dono ricevuto che ci rende unici e originali, per scoprire che
Gesù è la pienezza di vita che richiama questo anno oratoriano.
A tutti, buona festa e soprattutto, buon cammino!
Diac. Fabrizio Santantonio
Con la Cresima inizia il tempo della vita cristiana professata e testimoniata nella comunità.
É il tempo della missione: col dono dello Spirito si è pronti a “prendere il largo”, a uscire, a rendere
ragione della fede ricevuta.
I cresimati sono i nuovi “discepoli- missionari”, «viandanti della fede, felici di portare Gesù in ogni
strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!» in famiglia, sul posto di lavoro e nella società, per
una vita di fede che si apre al mondo.
Gli incontri si terranno a Desio presso la Parrocchia dei Santi Siro e Materno (via Conciliazione, 2) nelle
date indicate, di mercoledì, alle 21.00
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: rivolgersi all’UFFICIO PARROCCHIALE DELLA BASILICA ogni lunedì, mercoledì, venerdì ore
17.00-19.00 (via Conciliazione, 2 – citofono “Ufficio Parrocchiale”; tel. 0362-621678; indirizzo mail: basilica.desio@tiscali.it).
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