Categoria: News

  • Gli atti  degli  apostoli  – corso biblico

    Gli atti degli apostoli – corso biblico

    Dal 13 aprile al 25 maggio
    Tutti i giovedì ore 15,30/16,30
    Centro parrocchiale
    Via Conciliazione 15, Desio

    Iscrizioni: c/o la segreteria parrocchiale della Basilica di Desio
    via Conciliazione 2 – 0362 621678 – basilica.desio@tiscali.it
    o dalle 14,30 del 13 aprile (primo giorno di corso)
    È gradito un contributo spese

  • 8 suggerimenti per vivere meglio la Settimana Santa

    Per aiutarci a vivere con più consapevolezza la Settimana Santa o Autentica prendiamo spunto da una omelia di Papa Francesco e dalle riflessioni che don Alberto ci propone giorno per giorno, ambedue aiutandoci ad allargare i nostri orizzonti di contemplazione, devozione e amore cristiano. Amore verso Dio e amore verso la Croce, che è la chiave che ci apre le porte del cielo.

    Ma che cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Che cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvario verso la Croce e la Risurrezione? Nella sua missione terrena, Gesù ha percorso le strade della Terra Santa; ha chiamato dodici persone semplici perché rimanessero con Lui, condividessero il suo cammino e continuassero la sua missione; le ha scelte tra il popolo pieno di fede nelle promesse di Dio. Ha parlato a tutti, senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ai potenti e ai deboli; ha portato la misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, consolato, compreso; ha dato speranza; ha portato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ogni donna, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli. Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si è mosso verso di noi, senza calcoli, senza misure. Dio è così: Lui fa sempre il primo passo, Lui si
    muove verso di noi.

    Nella Settimana Santa Gesù entra in Gerusalemme per compiere l’ultimo passo, in cui riassume tutta la sua esistenza: si dona totalmente, non tiene nulla per sé, neppure la vita. Nell’Ultima Cena, con i suoi amici, condivide il pane e distribuisce il calice “per noi”. Il Figlio di Dio si offre a noi, consegna nelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per essere sempre con noi, per abitare in mezzo a noi. E nell’Orto degli Ulivi, come nel processo davanti a Pilato, non oppone resistenza, si dona; è il Servo sofferente preannunciato da Isaia che spoglia se stesso fino alla morte (cfr Is 53,12).

    Gesù non vive questo amore che conduce al sacrificio in modo passivo o come un destino fatale; certo non nasconde il suo profondo turbamento umano di fronte alla morte violenta, ma si affida con piena fiducia al Padre. Gesù si è consegnato volontariamente alla morte per corrispondere
    all’amore di Dio Padre, in perfetta unione con la sua volontà, per dimostrare il suo amore per noi. Sulla croce Gesù «mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20).

    Ciascuno di noi può dire: Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Ciascuno può dire questo “per me”. Che cosa significa tutto questo per noi? Significa che questa è anche la mia, la tua, la nostra strada. Vivere la Settimana Santa seguendo Gesù non solo con la commozione del cuore; vivere la Settimana Santa seguendo Gesù vuol dire imparare ad uscire da noi stessi per andare incontro agli altri. C’è tanto bisogno di portare la presenza viva di Gesù misericordioso e ricco di amore! Papa Francesco

    1. DOMENICA DELLE PALME: la festa
      “Che ve ne pare? Verrà alla festa?” (Gv 11)
      Sì, il Signore viene, in particolare in questa Settimana che è il cuore dell’Anno Liturgico. Dobbiamo accoglierlo con l’amore appassionato di Maria di Betania e la gioia dei piccoli, non con il cuore indurito dei nemici di Gesù
    2. LUNEDÌ SANTO: la veglia
      “State attenti perché i vostri cuori non si appesantiscano. Vegliate ogni momento” (Lc 21)
      La preghiera è uno stare con Gesù per vincere ogni tentazione
      Rimaniamo fedeli all’incontro con Lui, nonostante i nostri mille impegni
    3. MARTEDÌ SANTO: la scelta
      “Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e il Figlio dell’Uomo sarà consegnato per essere crocifisso” (Mt 26)
      Gesù accetta liberamente e per amore la Croce: muore per noi
    4. MERCOLEDÌ SANTO: il tradimento
      “Uno dei dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”
      Anche noi possiamo tradire, rifiutare Gesù con il nostro peccato col quale, magari, pensiamo di guadagnare la gioia
    5. GIOVEDÌ SANTO: il dono
      “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Bevetene tutti perché questo è il mio sangue versato per molti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me” (Mt 26)
      Gesù nell’ultima cena si dona totalmente a noi e ci chiede di rinnovare il suo gesto d’amore nell’Eucaristia.
    6. VENERDÌ SANTO: il sacrificio
      “Gesù, crocifisso, emesso un alto grido, spirò” (Mt 26)
      Adoriamo Cristo crocifisso segno del nostro peccato, ma, soprattutto dell’amore misericordioso di Dio
    7. SABATO SANTO: la speranza
      “Non abbiate paura, so che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto come aveva detto” (Mt 28)
      È la veglia pasquale, cuore di tutto l’anno liturgico. Si ripercorre la storia della salvezza, dalla creazione del mondo alla nuova Creazione: Cristo è risorto!
    8. DOMENICA DI PASQUA: la gioia
      “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci e in esso esultiamo” (dalla liturgia)
      È giorno di immensa gioia poiché Gesù ha vinto il peccato e la morte. È risorto ed è con noi. Rinnoviamo questa gioia ogni domenica, che è la Pasqua settimanale, nell’Eucarestia in cui incontriamo Gesù risorto

    don Alberto

  • San Siro con i cresimandi

    San Siro con i cresimandi

    Erano oltre 50.000 i ragazzi che si preparano alla cresima e che hanno vissuto un momento di gioia, di festa e di preghiera con l’Arcivescovo Mario Delpini, i vescovi ausiliari, sacerdoti, diaconi e consacrati della diocesi di Milano. Tre autobus partiti da Ss Pietro e Paolo per 4 oratori più uno dall’oratorio centrale hanno reso speciale un giorno di festa insieme ai genitori e alle catechiste, per trasformare il prato di San Siro in una piazza paradiso, accogliente e festante, e in cui tutti hanno saputo dimostrare che “Sostare con Te” è sempre più bello!

  • Settimana autentica 2023

    Settimana autentica 2023

    Tutte le celebrazioni della Settimana «Autentica» 2023 (“Settimana Santa”) nella comunità pastorale Sante Teresa di Gesù Bambino di Desio

    Confessioni Santa Pasqua 2023

    Per permettere di vivere in pienezza la Settimana Autentica dell’anno del Signore 2023 i sacerdoti della nostra comunità hanno organizzato numerose occasioni per accostarsi al Sacramento della Riconciliazione (“Santa Confessione”):

    • Lunedì 3 aprile,
      • S.Pio X: ore 15:30 – 18:30
      • SS. Pietro e Paolo: ore 9:00 – 11:00
      • ore 21:00 Celebrazione comunitaria della Penitenza in SS Siro e Materno (basilica)
    • Martedì 4 aprile:
      • S. Giorgio: ore 21.00
      • S.Pio X: ore 15:30 – 18:30
      • SS. Pietro e Paolo: ore 9:00 – 11:00
    • Mercoledì 5 aprile
      • S.Pio X: ore 15:30 – 18:30
      • ore 21:00 Celebrazione comunitaria della Penitenza a SS. Pietro e Paolo
    • Giovedì 6 aprile,
      • S.Pio X: ore 10:00 – 12:00; 15:30 – 18:30
      • SS. Pietro e Paolo: ore 16:00 – 18:30
      • SS. Siro e Materno: 8.00-12.00; 15.00-17.00
    • Venerdì 7 aprile,
      • SS. Pietro e Paolo: ore 9:00 – 11:00
      • S.Pio X: ore 10:00 – 12:00; 16:30 – 18:30
      • SS. Siro e Materno: 8.00-12.00; 16.30-19.00
    • Sabato 8 aprile,
      • San Giorgio: 9.30-12.00; 15.00-19.00;
      • S.Pio X: ore 10:00 – 12:00; 15:30 – 18:30
      • SS. Pietro e Paolo: ore 16:00 – 18:30
      • SS. Siro e Materno: 9.30-12.00; 15.00-19.00

    Read More
  • La conversione: una questione quotidiana

    La conversione: una questione quotidiana

    Siamo in auto e ci accorgiamo che abbiamo sbagliato strada: dobbiamo fare una conversione a U. Ecco, il punto di partenza è sentire il bisogno di cambiare qualcosa nella mia vita: convertirsi oggi cosa può voler dire?

    A volte ci si accorge di essere su una strada che non porta dove vorremmo e da qui ne deriva il bisogno di convertirsi verso un qualcosa che ci
    fa stare bene. Bisogna attivare un mutamento interiore che ci conduce a cambiare stile di vita, ad abbracciare nuove conoscenze, a distinguersi agendo in maniera diversa. A mio parere , oggi bisogna leggere la conversione anche come un nuovo
    modo di percepire e di intendere, come una mente e un cuore nuovi, come una missione cristiana, come un ritorno a Lui, a Gesù. Convertirsi inteso come azione di apertura verso le persone in difficoltà, ascoltandole, valorizzandole, accompagnandole in un nuovo percorso finalizzato a migliorare il proprio stile di
    vita.

    Papa Francesco ha detto che “la conversione è una questione quotidiana” ovvero dobbiamo essere capaci di cambiare rotta ogni giorno e per tutta la vita, avendo come bussola il Vangelo…

    Sicuramente dobbiamo essere capaci di cambiare rotta ogni giorno, perché ogni giorno si presenta un problema diverso incontrando altre persone. Queste sono coloro che ci aiutano a modificare il nostro modo di essere, che ci aiutano a
    dialogare con gli altri e con Dio.

    La conversione nasce allora dall’ascolto di una parola di cui ti fidi, perché ti fidi di colui che parla. Nella nostra scuola, ad esempio,di recente c’è stata l’occasione di
    accogliere, con una bella festa, un nuovo alunno ucraino. La classe intera, alunni e insegnanti, per un breve periodo, hanno dovuto cambiare rotta per garantire al nuovo arrivato serenità e affetto.

    Anch’io sono stata coinvolta e mi sento di dire che il mio essere cristiana e il mio credo mi portano sempre ad accogliere il diverso a braccia aperte.

    Saper usare la libertà di scegliere il bene o il male, l’egoismo o l’attenzione al prossimo, gesti chiama in causa. E mentre Gesù poneuna domanda, invita ciascuno di noi a porre le domande giuste.

    Ecco perché in questa settimana vogliamo soffermarci proprio su questo: io credo? In che misura credo?

    In che modo manifesto il mio credo?

    Quanto mi lascio interrogare da Gesù, cercando le risposte corrette alle sue
    domande? Proviamo a trovare uno spazio di silenzio e di preghiera in cui provare a pensare esattamente a queste domande, chiedendo l’aiuto di trovare le risposte.
    di accoglienza o quelli di rifiuto.

    Un cammino di conversione mette al centro la responsabilità di ognuno: come realizzarlo in concreto? Sappiamo che i due pilastri del cristiano sono la preghiera e l’amore verso i fratelli. Ogni credente, attraverso un processo di cambiamento e di apertura verso il prossimo, è chiamato a mettersi in gioco su tutti gli aspetti
    del vivere. La carità ad esempio si esplica anche facendo parte di associazioni di volontariato, in cui l’operatore accoglie, ascolta e sostiene la persona in difficoltà.
    Far parte di queste associazioni mette in campo la parte più operativa della carità perché come diceva S.Paolo “la carità è tutto, fede, speranza e carità, ma di tutte la più grande è la carità”.

    Marina Ferraro Piacent

  • Costruire una cultura di pace

    Costruire una cultura di pace

    Siamo reduci da un anno che ha sconvolto il mondo, e che non può non averci interpellati nel profondo delle nostre prassi e delle nostre convinzioni. Il 2022 è stato un anno di guerra, capace – oltre che di seminare irreparabili lutti e violenze – di scardinare panorami geopolitici o energetici, cui eravamo assuefatti.

    Caritas Ambrosiana ha di recente promosso a Milano un convegno per celebrare in maniera non retorica il 60° anniversario della Pacem in terris, evidenziando l’attualità dei principi portanti dell’enciclica di papa Giovanni XXIII. Viviamo in un’epoca segnata da una pluralità di conflitti sfrangiati, riconducibili a logiche che Caritas è interessata anzitutto a decodificare, per aggiornare e rilanciare la cultura di pace e nonviolenza, che è patrimonio della sua storia. E che deve orientare le azioni di pace che vengono svolte in tanti luoghi di conflitto nel mondo, per provare a gettare semi di fraternità e creare condizioni di convivenza e di riconciliazione durature.

    Il nostro intento è dunque mostrare ai giovani, ma non soltanto a loro, che anche nel mondo attuale, nel quale il ricorso alle armi e agli eserciti sembra essere l’unico regolatore delle relazioni tra individui e popoli, la pace è un approdo faticoso ma possibile.

    Il pacifismo, ai tempi della “guerra mondiale a pezzi” denunciata da anni da Papa Francesco, deve aggiornare analisi e proposte, cercando di rifuggire il rischio dell’utopia velleitaria. Ma non può cessare di proclamare valori e indicare percorsi di pace.

    Nel faticoso cammino di costruzione della pace che ci troviamo di fronte, bisogna anzitutto realizzare un oggi solidale. Caritas Ambrosiana, le sue cooperative, le parrocchie della diocesi di Milano hanno accolto e aiutato in vario modo, da febbraio
    ‘22 a febbraio ‘23, oltre 1.600 profughi giunti nel nostro Paese, mentre la rete internazionale Caritas ha raggiunto quasi 4 milioni di ucraini, tra sfollati in patria e rifugiati in altri territori.

    Piegarsi su tante vittime e sulle loro ferite, fisiche e morali, non equivale a piegarsi all’ineluttabilità della violenza, ma provare a lenire dolori strazianti, destinati, se non curati, a incubare domani nuovi odi e nuove brutalità.

    Luciano Gualzetti
    Direttore Caritas Ambrosiana

  • Quaresima di fraternità

    Continua in queste settimane il “gesto di quaresima”, in ogni parrocchia si trova un raccoglitore per contribuire al progetto di Caritas Ambrosiana per aiutare le donne venezuelane costrette a migrare a causa della crisi politica e sociale.

  • L’albero della rinascita

    L’albero della rinascita

    Non dimentichiamo le vittime della pandemia

    Sabato 18 marzo, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime
    del Covid, attorno all’Albero della Rinascita, si è tenuto un momento di preghiera con tutta la comunità desiana e a seguire la celebrazione della S. Messa, preseduta da don Alberto Barlassina, in suffragio dei defunti per il Covid.

    L’Albero della Rinascita, è dedicato alla memoria di tutti i desiani vittime del Covid, che ha mietuto molte vittime anche nella nostra città. La statua è situata nel quartiere di San Giorgio, davanti alla Chiesa di via Sant’Apollinare 4.

  • Il silenzio

    Il silenzio: la condizione fondamentale per potere ascoltare… la propria anima

    Continuando il tema della preghiera iniziato la scorsa settimana, una delle condizioni fondamentali per potere entrare in una dimensione di dialogo (preghiera) è l’ascolto, ma per quanto ovvio, questo non è possibile senza fare silenzio. La cosa vale sia nei rapporti umani sempre più condizionati dal fare prevalere la propria voce, ma vale anche nei confronti di Dio, dove ci sembra necessario parlare anche nei tempi che pensiamo di dedicargli. Per domandare più che accogliere, per porre a lui tutte le nostre istanze, i nostri pensieri… perché abbiamo perso o forse non abbiamo mai imparato, a fermarci per ascoltare…
    Un noto sacerdote filosofo e teologo italiano, naturalizzato tedesco, Romano Guardini, scrisse che, non volere o non riuscire a rimanere nella dimensione del silenzio, è come volere solamente espirare e mai inspirare. L’uomo che non vuole e non sa tacere è come se volesse solo espirare, quindi senza mai inspirare è destinato alla morte… Quantomeno alla morte spirituale. Il rapporto tra il silenzio intimo e la parola che esce da noi è strettissimo, la parola viene generata dal silenzio. La parola è vera quando è generata dal cuore del silenzio. Quando questo non avviene, la parola è svilita, diminuisce di significato. A volte si può tacere eppure dire molto, cosi come si può parlare molto ma non dire niente… Spesso il parlare molto serve a coprire il vuoto interiore. Abbiamo la necessità, soprattutto in questo tempo che la Chiesa ci propone alla riflessione, di meditare sul perché Dio abbia scelto di farsi uomo, morire e risorgere, mostrandoci quale Amore il Padre abbia verso di noi sue creature. Dobbiamo ri-entrare in noi stessi e accogliere quella parola che può aprirci il cuore ad accogliere lo Spirito di Dio. Il quale non parla nel rombo del tuono ma nel soffio di una brezza leggera… (1Re 19, 12-13). Papa Francesco nell’omelia a Santa Marta del 13 Giugno 2014, usa queste parole bellissime e chiare per commentare questo passo della Bibbia: «Il Signore non era nel vento, nel terremoto o nel fuoco, ma era in quel sussurro di una brezza leggera: nella pace». O «come dice proprio l’originale, un’espressione bellissima: il Signore era in un filo di silenzio sonoro». In questa frase si racchiude il modo in cui possiamo accoglierlo ed ascoltarlo anche noi: entrare nella grotta del nostro cuore e nel silenzio accogliere la sua pace, il suo sonoro silenzio. Silenzio che non è solo vuoto, l’assenza di rumore, ma la condizione per cui il Signore può parlare al nostro cuore come ha fatto con il profeta Elia. Possa questo tempo che ci conduce alla Pasqua aiutarci a riscoprire il valore del silenzio perché possiamo tornare ad ascoltare in noi quella parola che sola può portare alla pace.
    Fabrizio Zo