Categoria: News

  • San Siro con i cresimandi

    San Siro con i cresimandi

    Erano oltre 50.000 i ragazzi che si preparano alla cresima e che hanno vissuto un momento di gioia, di festa e di preghiera con l’Arcivescovo Mario Delpini, i vescovi ausiliari, sacerdoti, diaconi e consacrati della diocesi di Milano. Tre autobus partiti da Ss Pietro e Paolo per 4 oratori più uno dall’oratorio centrale hanno reso speciale un giorno di festa insieme ai genitori e alle catechiste, per trasformare il prato di San Siro in una piazza paradiso, accogliente e festante, e in cui tutti hanno saputo dimostrare che “Sostare con Te” è sempre più bello!

  • Settimana autentica 2023

    Settimana autentica 2023

    Tutte le celebrazioni della Settimana «Autentica» 2023 (“Settimana Santa”) nella comunità pastorale Sante Teresa di Gesù Bambino di Desio

    Confessioni Santa Pasqua 2023

    Per permettere di vivere in pienezza la Settimana Autentica dell’anno del Signore 2023 i sacerdoti della nostra comunità hanno organizzato numerose occasioni per accostarsi al Sacramento della Riconciliazione (“Santa Confessione”):

    • Lunedì 3 aprile,
      • S.Pio X: ore 15:30 – 18:30
      • SS. Pietro e Paolo: ore 9:00 – 11:00
      • ore 21:00 Celebrazione comunitaria della Penitenza in SS Siro e Materno (basilica)
    • Martedì 4 aprile:
      • S. Giorgio: ore 21.00
      • S.Pio X: ore 15:30 – 18:30
      • SS. Pietro e Paolo: ore 9:00 – 11:00
    • Mercoledì 5 aprile
      • S.Pio X: ore 15:30 – 18:30
      • ore 21:00 Celebrazione comunitaria della Penitenza a SS. Pietro e Paolo
    • Giovedì 6 aprile,
      • S.Pio X: ore 10:00 – 12:00; 15:30 – 18:30
      • SS. Pietro e Paolo: ore 16:00 – 18:30
      • SS. Siro e Materno: 8.00-12.00; 15.00-17.00
    • Venerdì 7 aprile,
      • SS. Pietro e Paolo: ore 9:00 – 11:00
      • S.Pio X: ore 10:00 – 12:00; 16:30 – 18:30
      • SS. Siro e Materno: 8.00-12.00; 16.30-19.00
    • Sabato 8 aprile,
      • San Giorgio: 9.30-12.00; 15.00-19.00;
      • S.Pio X: ore 10:00 – 12:00; 15:30 – 18:30
      • SS. Pietro e Paolo: ore 16:00 – 18:30
      • SS. Siro e Materno: 9.30-12.00; 15.00-19.00

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  • La conversione: una questione quotidiana

    La conversione: una questione quotidiana

    Siamo in auto e ci accorgiamo che abbiamo sbagliato strada: dobbiamo fare una conversione a U. Ecco, il punto di partenza è sentire il bisogno di cambiare qualcosa nella mia vita: convertirsi oggi cosa può voler dire?

    A volte ci si accorge di essere su una strada che non porta dove vorremmo e da qui ne deriva il bisogno di convertirsi verso un qualcosa che ci
    fa stare bene. Bisogna attivare un mutamento interiore che ci conduce a cambiare stile di vita, ad abbracciare nuove conoscenze, a distinguersi agendo in maniera diversa. A mio parere , oggi bisogna leggere la conversione anche come un nuovo
    modo di percepire e di intendere, come una mente e un cuore nuovi, come una missione cristiana, come un ritorno a Lui, a Gesù. Convertirsi inteso come azione di apertura verso le persone in difficoltà, ascoltandole, valorizzandole, accompagnandole in un nuovo percorso finalizzato a migliorare il proprio stile di
    vita.

    Papa Francesco ha detto che “la conversione è una questione quotidiana” ovvero dobbiamo essere capaci di cambiare rotta ogni giorno e per tutta la vita, avendo come bussola il Vangelo…

    Sicuramente dobbiamo essere capaci di cambiare rotta ogni giorno, perché ogni giorno si presenta un problema diverso incontrando altre persone. Queste sono coloro che ci aiutano a modificare il nostro modo di essere, che ci aiutano a
    dialogare con gli altri e con Dio.

    La conversione nasce allora dall’ascolto di una parola di cui ti fidi, perché ti fidi di colui che parla. Nella nostra scuola, ad esempio,di recente c’è stata l’occasione di
    accogliere, con una bella festa, un nuovo alunno ucraino. La classe intera, alunni e insegnanti, per un breve periodo, hanno dovuto cambiare rotta per garantire al nuovo arrivato serenità e affetto.

    Anch’io sono stata coinvolta e mi sento di dire che il mio essere cristiana e il mio credo mi portano sempre ad accogliere il diverso a braccia aperte.

    Saper usare la libertà di scegliere il bene o il male, l’egoismo o l’attenzione al prossimo, gesti chiama in causa. E mentre Gesù poneuna domanda, invita ciascuno di noi a porre le domande giuste.

    Ecco perché in questa settimana vogliamo soffermarci proprio su questo: io credo? In che misura credo?

    In che modo manifesto il mio credo?

    Quanto mi lascio interrogare da Gesù, cercando le risposte corrette alle sue
    domande? Proviamo a trovare uno spazio di silenzio e di preghiera in cui provare a pensare esattamente a queste domande, chiedendo l’aiuto di trovare le risposte.
    di accoglienza o quelli di rifiuto.

    Un cammino di conversione mette al centro la responsabilità di ognuno: come realizzarlo in concreto? Sappiamo che i due pilastri del cristiano sono la preghiera e l’amore verso i fratelli. Ogni credente, attraverso un processo di cambiamento e di apertura verso il prossimo, è chiamato a mettersi in gioco su tutti gli aspetti
    del vivere. La carità ad esempio si esplica anche facendo parte di associazioni di volontariato, in cui l’operatore accoglie, ascolta e sostiene la persona in difficoltà.
    Far parte di queste associazioni mette in campo la parte più operativa della carità perché come diceva S.Paolo “la carità è tutto, fede, speranza e carità, ma di tutte la più grande è la carità”.

    Marina Ferraro Piacent

  • Costruire una cultura di pace

    Costruire una cultura di pace

    Siamo reduci da un anno che ha sconvolto il mondo, e che non può non averci interpellati nel profondo delle nostre prassi e delle nostre convinzioni. Il 2022 è stato un anno di guerra, capace – oltre che di seminare irreparabili lutti e violenze – di scardinare panorami geopolitici o energetici, cui eravamo assuefatti.

    Caritas Ambrosiana ha di recente promosso a Milano un convegno per celebrare in maniera non retorica il 60° anniversario della Pacem in terris, evidenziando l’attualità dei principi portanti dell’enciclica di papa Giovanni XXIII. Viviamo in un’epoca segnata da una pluralità di conflitti sfrangiati, riconducibili a logiche che Caritas è interessata anzitutto a decodificare, per aggiornare e rilanciare la cultura di pace e nonviolenza, che è patrimonio della sua storia. E che deve orientare le azioni di pace che vengono svolte in tanti luoghi di conflitto nel mondo, per provare a gettare semi di fraternità e creare condizioni di convivenza e di riconciliazione durature.

    Il nostro intento è dunque mostrare ai giovani, ma non soltanto a loro, che anche nel mondo attuale, nel quale il ricorso alle armi e agli eserciti sembra essere l’unico regolatore delle relazioni tra individui e popoli, la pace è un approdo faticoso ma possibile.

    Il pacifismo, ai tempi della “guerra mondiale a pezzi” denunciata da anni da Papa Francesco, deve aggiornare analisi e proposte, cercando di rifuggire il rischio dell’utopia velleitaria. Ma non può cessare di proclamare valori e indicare percorsi di pace.

    Nel faticoso cammino di costruzione della pace che ci troviamo di fronte, bisogna anzitutto realizzare un oggi solidale. Caritas Ambrosiana, le sue cooperative, le parrocchie della diocesi di Milano hanno accolto e aiutato in vario modo, da febbraio
    ‘22 a febbraio ‘23, oltre 1.600 profughi giunti nel nostro Paese, mentre la rete internazionale Caritas ha raggiunto quasi 4 milioni di ucraini, tra sfollati in patria e rifugiati in altri territori.

    Piegarsi su tante vittime e sulle loro ferite, fisiche e morali, non equivale a piegarsi all’ineluttabilità della violenza, ma provare a lenire dolori strazianti, destinati, se non curati, a incubare domani nuovi odi e nuove brutalità.

    Luciano Gualzetti
    Direttore Caritas Ambrosiana

  • Quaresima di fraternità

    Continua in queste settimane il “gesto di quaresima”, in ogni parrocchia si trova un raccoglitore per contribuire al progetto di Caritas Ambrosiana per aiutare le donne venezuelane costrette a migrare a causa della crisi politica e sociale.

  • L’albero della rinascita

    L’albero della rinascita

    Non dimentichiamo le vittime della pandemia

    Sabato 18 marzo, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime
    del Covid, attorno all’Albero della Rinascita, si è tenuto un momento di preghiera con tutta la comunità desiana e a seguire la celebrazione della S. Messa, preseduta da don Alberto Barlassina, in suffragio dei defunti per il Covid.

    L’Albero della Rinascita, è dedicato alla memoria di tutti i desiani vittime del Covid, che ha mietuto molte vittime anche nella nostra città. La statua è situata nel quartiere di San Giorgio, davanti alla Chiesa di via Sant’Apollinare 4.

  • Il silenzio

    Il silenzio: la condizione fondamentale per potere ascoltare… la propria anima

    Continuando il tema della preghiera iniziato la scorsa settimana, una delle condizioni fondamentali per potere entrare in una dimensione di dialogo (preghiera) è l’ascolto, ma per quanto ovvio, questo non è possibile senza fare silenzio. La cosa vale sia nei rapporti umani sempre più condizionati dal fare prevalere la propria voce, ma vale anche nei confronti di Dio, dove ci sembra necessario parlare anche nei tempi che pensiamo di dedicargli. Per domandare più che accogliere, per porre a lui tutte le nostre istanze, i nostri pensieri… perché abbiamo perso o forse non abbiamo mai imparato, a fermarci per ascoltare…
    Un noto sacerdote filosofo e teologo italiano, naturalizzato tedesco, Romano Guardini, scrisse che, non volere o non riuscire a rimanere nella dimensione del silenzio, è come volere solamente espirare e mai inspirare. L’uomo che non vuole e non sa tacere è come se volesse solo espirare, quindi senza mai inspirare è destinato alla morte… Quantomeno alla morte spirituale. Il rapporto tra il silenzio intimo e la parola che esce da noi è strettissimo, la parola viene generata dal silenzio. La parola è vera quando è generata dal cuore del silenzio. Quando questo non avviene, la parola è svilita, diminuisce di significato. A volte si può tacere eppure dire molto, cosi come si può parlare molto ma non dire niente… Spesso il parlare molto serve a coprire il vuoto interiore. Abbiamo la necessità, soprattutto in questo tempo che la Chiesa ci propone alla riflessione, di meditare sul perché Dio abbia scelto di farsi uomo, morire e risorgere, mostrandoci quale Amore il Padre abbia verso di noi sue creature. Dobbiamo ri-entrare in noi stessi e accogliere quella parola che può aprirci il cuore ad accogliere lo Spirito di Dio. Il quale non parla nel rombo del tuono ma nel soffio di una brezza leggera… (1Re 19, 12-13). Papa Francesco nell’omelia a Santa Marta del 13 Giugno 2014, usa queste parole bellissime e chiare per commentare questo passo della Bibbia: «Il Signore non era nel vento, nel terremoto o nel fuoco, ma era in quel sussurro di una brezza leggera: nella pace». O «come dice proprio l’originale, un’espressione bellissima: il Signore era in un filo di silenzio sonoro». In questa frase si racchiude il modo in cui possiamo accoglierlo ed ascoltarlo anche noi: entrare nella grotta del nostro cuore e nel silenzio accogliere la sua pace, il suo sonoro silenzio. Silenzio che non è solo vuoto, l’assenza di rumore, ma la condizione per cui il Signore può parlare al nostro cuore come ha fatto con il profeta Elia. Possa questo tempo che ci conduce alla Pasqua aiutarci a riscoprire il valore del silenzio perché possiamo tornare ad ascoltare in noi quella parola che sola può portare alla pace.
    Fabrizio Zo

  • Giornata dei Missionari Martiri

    Giornata dei Missionari Martiri

    Manifesto-Giornata-Missionari-martiri-2023

    Il 24 marzo 2023 si celebra in tutta la Chiesa italiana la 31esima edizione della GIORNATA DI PREGHIERA E DIGIUNO IN MEMORIA DEI MISSIONARI MARTIRI, appuntamento istituito nel 1993 dal Movimento Giovanile Missionario della direzione nazionale italiana delle Pontificie Opere Missionarie.
    Quest’anno lo slogan scelto da Missio Giovani è “Di me sarete testimoni (At 1,8)”, espressione che riprende il tema della Giornata missionaria mondiale dell’ottobre scorso.

    La celebrazione della Giornata dei missionari martiri si colloca nel giorno dell’uccisione di monsignor Oscar Romero, avvenuta il 24 marzo 1980 in El Salvador, e vuole fare memoria del suo impegno a fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più poveri e dei lavoratori.

  • “Di me sarete testimoni”

    Suor Maria e suor Lucia hanno donato l’intera vita rispondendo ai bisogni di due popoli, martoriati da guerre, calamità, criminalità e soprusi

    Sono 18 i missionari uccisi nel mondo nel 2022: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico. Nove hanno perso la vita in Africa, otto in America Latina, uno in Asia.

    Due le italiane: suor Maria de Coppi, uccisa in Mozambico, dove aveva trascorso quasi sessant’anni della sua vita, e suor Luisa Dell’Orto, uccisa a Haiti dove si trovava da vent’anni, dopo aver vissuto in Camerun e Madagascar.

    Suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, la mattina di sabato 25 giugno è stata vittima di un’aggressione armata a Port-au-Prince, capitale di Haiti, forse vittima – così si è detto – di un tentativo di rapina. Da vent’anni si occupava soprattutto dei bambini di strada, colonna portante di Kay Chal, “Casa Carlo”, una casa famiglia per bambini di strada in un sobborgo poverissimo di Port-au-Prince. La notizia ha prodotto un fortissimo impatto nella capitale haitiana, dove “soeur Luisa” era molto conosciuta e amata.

    Suor Maria De Coppi, 84 anni, missionaria comboniana in Mozambico dal 1963, è stata uccisa nell’assalto alla missione di Chipene, nell’instabile nord del paese, nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2022. Gli assalitori hanno distrutto le strutture della missione, tra cui la chiesa, l’ospedale e la scuola primaria e secondaria. Suor Maria è stata colpita da un proiettile alla testa, morendo all’istante, mentre cercava di raggiungere il dormitorio dove si trovavano le poche studentesse rimaste. La provincia di Nampula, assieme a quella di Cabo Delgado, è vittima dell’instabilità causata dalla presenza di gruppi terroristici che si richiamano allo Stato Islamico. Suor Maria conosceva bene i rischi, ma non ha mai smesso di denunciare le ingiustizie subite dalla popolazione. Mons. Sithembele Sipuka, Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa meridionale (SACBC), in un messaggio di condoglianze sottolinea che “suor Maria si unisce a tante vite innocenti che sono state brutalmente stroncate… la sua è stata la morte di una martire, perché non ha abbandonato i poveri anche in questi tempi difficili”.

    Ed è proprio questo un punto centrale: è giusto e doveroso ricordare il sacrificio di chi dona la vita, ucciso per il servizio ai più poveri e dimenticati o per il servizio alla verità e alla giustizia, compiuto senza piegarsi ai soprusi. Ma rischia di diventare un ricordo fine a se stesso, se non si ha anche il coraggio di chiedere giustizia e verità, di indagare le cause delle loro uccisioni violente, dovute a un sistema di ingiustizia che miete tante più vittime fra le popolazioni locali, indifese e che non hanno nemmeno i riflettori del mondo a illuminare il loro calvario quotidiano. Faremmo un torto per primi ai missionari e alle missionarie uccisi, se ci limitassimo a celebrare il loro martirio, dimenticando di ricordare le popolazioni che hanno servito e aiutato in vita, impegnandoci fattivamente perché possano vivere in pace e con dignità.

    Giusy Baioni

  • Cresime adulti 2023

    Cresime adulti 2023

    Con la Cresima inizia il tempo della vita cristiana professata e testimoniata nella comunità.

    É il tempo della missione: col dono dello Spirito si è pronti a “prendere il largo”, a uscire, a rendere ragione della fede ricevuta. I cresimati sono i nuovi “discepoli-missionari”, «viandanti della fede, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!» in famiglia, sul posto di lavoro e nella società, per una vita di fede che si apre al mondo.

    Gli incontri si terranno a Desio presso la Parrocchia dei Santi Siro e Materno (via Conciliazione, 2)
    e proseguiranno fino a maggio.

    PRIMO INCONTRO: Che cosa cercate? Giovedì 16 marzo, h.21