La ricorrenza dell’8 dicembre nacque in Oriente attorno al secolo VIII col nome di Festa della concezione di S. Anna e riguardava il prodigioso miracolo, narrato dai vangeli apocrifi, secondo il quale Gioacchino ed Anna, pur in tardissima età, ricevettero il dono di avere come figlia la Vergine Maria.
In Occidente la festa si diffuse dopo il secolo XI ma solo nel 1476 papa Sisto IV diede l’approvazione perché venisse celebrata in tutto il mondo cristiano. Si dovette attendere poi fino al 1661 per vedere papa Alessandro VII proclamare che oggetto della festa era la preservazione di Maria dal peccato fin dal suo concepimento. Finalmente nel 1854 papa Pio IX proclamò tale verità come dogma di fede e la festa venne elevata al più alto grado della liturgia: divenne solennità e fu considerata giorno di precetto.
(da “L’anno liturgico ambrosiano” di mons. M. Navoni)
Categoria: News
LA FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE
Nel cuore dei misteri
Un libro inchiesta, perché il sacrificio di Lucia, Olga e Bernardetta, le tre missionarie uccise in Burundi nel 2014, non sia stato vano
Giusy Baioni, giornalista desiana freelance, scrive per diverse testate nazionali, oltre che su alcune riviste missionarie. In occasione dell’uscita del suo libro inchiesta “Nel cuore dei misteri” (ed. All Around), ci racconta perché ha deciso di impegnare alcuni anni della sua vita e del suo lavoro alla ricerca di una verità scomoda e velocemente insabbiata, che ha a che fare con notevoli interessi che si sviluppano in Africa, ma che sono a vantaggio di altri paesi… “Perché solo la verità rende liberi davvero, solo la verità salva”
La verità: perché darsi tanta pena per cercarla? Non basta conservare una dolce memoria di chi non c’è più? Di chi è stato strappato al mondo con violenza? Perché riaprire ferite ormai rimarginate?
Forse più di una persona si porrà questa domanda, scoprendo che a distanza di otto anni dal barbaro assassinio della saveriana desiana Lucia Pulici e delle sue consorelle Olga Raschietti e Bernardetta Boggian, un’inchiesta riapre la vicenda. Perché? Me lo sono domandata più e più volte, in questi anni, mentre tentavo di ricomporre pezzi di un puzzle che parevano assurdi nella loro crudezza e durezza. Perché? Non era meglio lasciar stare, lasciare che tutto restasse com’era?Lo si fa spesso, questo ragionamento. Comprensibile, quando si tratta di lenire il dolore della perdita di un familiare o di un amico.
Ma se nessuno si preoccupa di comprendere e di cercare in profondità la verità dei fatti, non facciamo un torto anzitutto a chi non c’è più? Pensiamo che le tre missionarie siano morte invano, senza una causa, una mano che quel delitto ha compiuto, una mente che lo ha pensato? Lasciare le cose come stanno, qui o altrove, crea un grosso problema, che si autoalimenta e si ingigantisce via via: se nessuno chiede conto, se nessuno cerca i colpevoli, costoro si sentiranno liberi di agire di nuovo, di disporre a loro piacimento della vita degli altri. Tanto più se questi “altri” sono persone senza voce, senza diritti… Se dei killer spietati non si sono fermati nemmeno davanti a tre religiose, davanti a tre donne ultrasettantenni (in Africa i consacrati e gli anziani godono di un rispetto quasi assoluto) per di più straniere e occidentali, allora immaginate come possano agire nei confronti di chi non ha voce. Se vogliamo che il sacrificio di Lucia, Olga e Bernardetta non sia stato vano, è necessario comprendere: persino il perdono necessita di nomi e volti a cui essere donato, altrimenti resta un inutile esercizio retorico.
Cercate e troverete: le risposte arrivano, per chi le cerca. Sempre. Ma talvolta possono rivelarsi dure, quasi insopportabili. Affrontarle, guardarle in faccia richiede coraggio, ma anche misericordia, per non cadere nella trappola dello scandalismo.
Ne valeva la pena? Resto convinta di sì: nonostante la fatica, nonostante lo shock e anche il dolore di alcune scoperte, nonostante le possibili incomprensioni, vale sempre la pena cercare la verità. Perché solo la verità rende liberi davvero. Solo la verità salva.
La pace si può
Un incontro di sensibilizzazione e raccolta fondi per sostenere il progetto AVSI in Libano.
Testimonianza di Jihan Rahan, coordinatrice delle opere locali e Mariagrazia Cova, nostra concittadina che ha recentemente visitato i luoghi e le opere curate da AVSI in Libano
Domenica 4 dicemnre 2022 ore 16 presso il Circolo Culturale ProDesio via Garibaldi 81, Desio
Un’omelia domenicale
Mi colpisce l’omelia di papa Francesco della scorsa domenica, che tocca situazioni concrete e invita a pensare più in grande. Ne rileggo con voi alcune espressioni.
Di fronte agli inganni: «Da quale inganno vuole liberarci Gesù? Dalla tentazione di leggere i fatti più drammatici in modo superstizioso o catastrofico, come se fossimo ormai vicini alla fine del mondo e non valesse la pena di impegnarci più in nulla di buono».
Invece: «Il cristiano davanti alla prova – qualsiasi prova, culturale, storica o personale – si interroga: “Che cosa ci sta dicendo il Signore attraverso questo momento di crisi?”». Chi ascolta, passa all’azione: «mentre vedi attorno a te fatti sconvolgenti, mentre si sollevano guerre e conflitti, mentre accadono terremoti, carestie e pestilenze, tu che cosa fai, io che cosa faccio? Ti distrai per non pensarci? Ti diverti per non farti coinvolgere? Prendi la strada della mondanità, di non prendere in mano, non prendere a cuore queste situazioni drammatiche? Ti giri dall’altra parte per non
vedere? Ti adegui, remissivo e rassegnato, a quello che capita? Oppure queste situazioni diventano occasioni per testimoniare il Vangelo? Oggi ognuno di noi deve interrogarsi, davanti a tante calamità, davanti a questa terza guerra mondiale così crudele, davanti alla fame di tanti bambini, di tanta gente: io posso sprecare, sprecare i soldi, sprecare la mia vita, sprecare il senso della mia vita, senza prendere coraggio e andare avanti?». Buona settimana.don Gianni
GIORNATA DELLA COLLETTA ALIMENTARE
Sabato 26 novembre 2022
ORGANIZZATA DAL BANCO ALIMENTARE: raccoglie i prodotti ricevuti e li distribuisce a tutte le associazioni che ne fanno richiesta per sopperire al bisogno alimentare dei più poveri ed indigenti.
GENERI RACCOLTI: quelli a lunga conservazione, latte, pasta, riso, pelati, legumi, biscotti,…
SUPERMERCATI DI DESIO CHE ADERISCONO ALLA COLLETTA: COOP, D+, ESSELUNGA, EUROSPIN, MD ed UNES.
Geografia pastorale d’Avvento: l’Altare
In questo Avvento riprendiamo contatto con gli ambienti che frequentiamo per la preghiera, riconoscendone il senso e il rimando liturgico che essi ci affidano. Guarderemo con semplicità ai luoghi primari (altare, ambone, cattedra) e secondari (battistero e tabernacolo). Lo scopo è rileggere gli spazi che abitualmente frequentiamo ma con uno sguardo diverso, comprendendo il senso della loro architettura e il rimando più profondo alla teologia pastorale che li accompagna
L’altare
L’altare è il centro del culto sacrificale, non solo nell’ebraismo e nel cristianesimo, ma in tutte le religioni.
L’altare è il segno della presenza divina; Mosè suppone questo quando spruzza metà del sangue delle vittime sull’altare e l’altra metà sul popolo, che in tal modo entra in comunione con Dio; e lo stesso Paolo, quando dice: “Coloro che mangiano le vittime non sono forse in comunione con l’altare?” (1Cor 10,18 ).
In Cristo giunge a compimento la realtà dei sacrifici dell’Antico Testamento: il suo è il sacrificio perfetto, Gesù è al tempo stesso sacerdote, vittima ed altare.
Il rituale pontificale afferma: «L’altare è Cristo.»La struttura di una chiesa cattolica prevede la presenza del presbiterio, al cui centro sta l’altare: su di esso si celebra la liturgia eucaristica della Messa, e su di essa si pone l’ostensorio per la solenne adorazione eucaristica.
Le norme liturgiche prescrivono che l’altare sia rivestito, durante le celebrazioni liturgiche, di una tovaglia, al fine di mettere in evidenza il suo carattere di mensa, cosicché viene espresso il duplice carattere dell’Eucaristia: essa è sacrificio conviviale e convito sacrificale. La riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II collocò l’altare in modo tale che il celebrante fosse rivolto verso l’assemblea, al fine di favorire la piena partecipazione dei fedeli alla ricchezza dell’azione liturgica.
L’altare deve essere:- fisso in quanto Cristo è pietra angolare
- ben visibile
- degno nelle fattezze e nella iconografia
- Unico, perché comunichi l’Unico Cristo e l’unica Eucarestia
- collocato nell’area presbiterale e rivolto al popolo
- praticabile tutt’intorno e possibilmente di forma quadrangolare
A mo’ di provocazione, se l’altare deve richiamare la mensa delle nostre case, è ancora usanza la tavola, il pranzare insieme o la nostra società moderna ci ha fatto dimenticare la convivialità e così anche il senso della “mensa eucaristica e dell’altare”?
don Flavio Speroni
I reietti
il Sicomoro
per un cammino di fedeVenerdì 18 novembre
alle ore 21 presso la chiesa
di San Giovanni Battista
in via G. di Vittorio 18 a Desio● ● ● I reietti ● ● ●
Interviene don Claudio Burgio cappellano presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria” per provare a rispondere a queste domande: ci sono ragazzi che possiamo definire cattivi? Se esistono rimangono tali per sempre?
Al «Kaire delle 20.32» una preghiera per la pace
Dal 13 novembre al 23 dicembre torna l’appuntamento serale con l’Arcivescovo presso alcune famiglie e in alcuni luoghi significativi (come la cappella di un ospedale e di un istituto penitenziario) in collegamento con Chiesadimilano.it, YouTube, i social diocesani, Radio Marconi e, alle 23.30, Telenova
Torna anche per l’Avvento 2022 il «Kaire delle 20.32», momento quotidiano di preghiera proposto dall’Arcivescovo. Nell’anno in cui monsignor Delpini ha scelto di focalizzare la Proposta pastorale sulla preghiera, l’iniziativa – avviata nel 2020 in piena pandemia e da allora ripetuta in ogni tempo di Avvento e Quaresima – assume significati ulteriori. Gli interventi daranno inoltre un’attenzione particolare al tema della pace: ogni sera ci sarà un riferimento specifico a un luogo – in Italia o nel mondo – dove sussistono situazioni di violenza. Inoltre l’Arcivescovo proporrà in ogni appuntamento un’intenzione di preghiera per le vocazioni.
«Abbiamo bisogno di pregare, di imparare a pregare, di insegnare a pregare – scrive l’Arcivescovo nella Proposta pastorale Kyrie, Alleluia, Amen -, perché la grazia di Dio operi e sia anima della missione, della carità, dell’impegno a vivere nel mondo, per il mondo, senza diventare sale insipido, presenza insignificante. Abbiamo bisogno di pregare per attingere ogni giorno, insieme e personalmente, a un principio di pace e di fortezza».
Ci sarà poi un’Ave Maria con un’intenzione particolare per le vocazioni.
Le meditazioni saranno realizzate presso alcune famiglie e in alcuni altri luoghi significativi della Diocesi (per esempio la cappella di un luogo di cura e quella di un istituto penitenziario). Verranno trasmesse alle 20.32 di ogni sera, dal 13 novembre al 23 dicembre, sul portale www.chiesadimilano.it, sui canali YouTube, Facebook e Instagram della Diocesi, su Radio Marconi e – alle 23.30 – su Telenova (canale 18 del digitale terrestre).
Avvento di carità 2022
Anche quest’anno la nostra città ha scelto di pensare ad alcuni gesti concreti di aiuto e devolvere le offerte raccolte nel tempo di Avvento per alcuni progetti che, seppure non risolveranno del tutto problemi o difficoltà, costituiranno un aiuto e un piccolo segno di vicinanza.
La Basilica e la parrocchia di San Giorgio sosterranno il progetto promosso da Caritas Ambrosiana a favore del Niger. Il progetto ha lo scopo di creare due pozzi d’acqua con l’installazione di pompe idrauliche muniti di recinti per preservare il luogo. Le famiglie locali potranno così usufruire di acqua potabile grazie al materiale per la raccolta che sarà loro distribuito gratuitamente.
San Giovanni Battista sosterrà il progetto per il Nepal che mira a garantire l’accesso all’istruzione di qualità a bambini e adolescenti del luogo. In particolare, si provvederà attraverso un accordo con il dipartimento dell’istruzione ad acquistare materiale per l’istruzione a distanza nonché a formare i docenti nell’ambito della psicologia e della pedagogia.
La parrocchia SS. Pietro e Paolo sosterrà la Comunità Cenacolo di Cascina Litta (Varese), una comunità di ragazzi, femminile e maschile, per il recupero dalla tossicodipendenza. Un ambiente che cerca di essere luogo di accoglienza, di amore e di servizio alla vita per tutti coloro che vogliono risorgere dalle tenebre alla luce attraverso uno stile di vita comunitaria semplice e autogestito.
La parrocchia San Pio X sostiene la missione di fratel Enrico Meregalli del Pontificio Istituto Missioni Estere, missionario in India, che attualmente gestisce laboratori di falegnameria per dare lavoro ai giovani.
Con il nostro sostegno non si pretende di risolvere problemi a volte complessi, ma dare un segno di attenzione verso fratelli e sorelle in difficoltà a cui molto spesso mancano elementi fondamentali per un vivere civile e sereno.
Caritas e carità
Non c’è dubbio che Caritas oggi sia un marchio importante o, come si
dice, un brand decisivo per la chiesa.Caritas opera a tutti i livelli – internazionale, nazionale, diocesano e parrocchiale – e copre tutte le aree che toccano il mondo della povertà: lavoro, casa, alimentazione, stranieri, carcere, salute mentale, disabilità, persone senza fissa dimora, dipendenze da alcool e stupefacenti, educazione alla pace. Con la rete dei Centri di Ascolto è in grado di elaborare una visione completa della diffusione della povertà e dei concreti bisogni presenti in un territorio.
E, infatti, annualmente Caritas Italiana, e anche Caritas Ambrosiana, offrono documentatissimi rapporti sulle situazioni di povertà, con dati statistici che non possono essere ignorati né dalla politica, né dai mezzi di informazione.
Accanto ai volontari operano persone con approfondite competenze che sanno
affrontare correttamente i casi più diversi e supportare anche le parrocchie di periferia nella ricerca di soluzioni adatte a chi è nel bisogno. Un grande lavoro con enormi risultati positivi.L’obiettivo che ancora fatica a essere raggiunto, difficile da organizzare e programmare, è ciò che stava a cuore all’ispiratore di Caritas, san Paolo VI: fare di questo organismo ecclesiale il motore per lo stile di vita di ogni cristiano, che nel dono di carità al prossimo – dono di tempo, di ascolto, di compagnia, talvolta anche di denaro – trovi l’espressione più vera della propria fede.
don Gianni
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