Categoria: News

  • I laici si prendano cura della Chiesa

    NEL RECENTE MESE DI FEBBRAIO PAPA FRANCESCO HA INCONTRATO I REFERENTI E I PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI PER IL LAICATO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI, SOTTOLINEANDO IN QUESTA OCCASIONE IL RUOLO RILEVANTE DEI LAICI, INTESI NON COME “OSPITI” NELLA CHIESA MA PROTAGONISTI AL PARI DEI “CONSACRATI” IN QUANTO TUTTI UGUALMENTE BATTEZZATI.

    Nei lavori delle Commissioni per il Laicato e nell’incontro con il Santo Padre emergono con decisione alcuni punti fermi a proposito del ruolo dei laici nella chiesa attuale: in quanto battezzati esattamente come i “consacrati”, essi rappresentano una realtà viva orientata a camminare insieme, e non più come “binari paralleli” destinati a non incontrarsi mai. Dal Papa c’è il pressante invito a recuperare una “ecclesiologia integrale”, nella quale il laico non è il “non-consacrato” o il “non-religioso”, ma è “il battezzato”, che nel Nuovo Testamento è chiamato “discepolo” e “fratello”. Si opera insieme, ciascuno vivendo il proprio specifico ministero, ma integrato e in armonia con la Chiesa intera.

    Laici e consacrati sono destinati a lavorare insieme come un unico “Popolo di Dio”, orientato alla testimonianza e alla missione come scopo ultimo di una diffusa sinodalità. In questo contesto il laico vive la Chiesa come “casa propria”, e in questo senso non è mai un “ospite”, ma à chiamato a prendersi cura di essa come protagonista. Come tale, il laico è depositario di un carisma (laicale appunto e non
    presbiteriale) che si traduce nella testimonianza cristiana – unitamente a tutti i pastori consacrati – in tutti gli ambienti secolari: il mondo del lavoro, della cultura, della politica, della comunicazione sociale, dove ciascun battezzato appunto è
    chiamato a essere “lievito” e testimone, nello spirito di una missionarietà diffusa.

    Guido Feltrin

  • Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo

    Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo

    A 100 anni dalla beatificazione: 1923-2023

    Quest’anno si celebrano due ricorrenze legate alla Patrona della nostra Comunità pastorale: 150 anni dalla nascita, avvenuta il 02 Gennaio 1873, ed il centenario della beatificazione, datata 23/04/1923.

    Proclamata beata da parte del nostro concittadino Papa Ratti (Pio XI), celebrerà ancora lui due anni dopo, anche la sua canonizzazione. Sarà sempre il Papa “di Desio” a dichiararla unitamente a San Francesco Saverio: “Patrona dei Missionari” e “Stella del suo pontificato“. Abbiamo così ancora un’altra occasione per farci aiutare da questa giovane santa, che ha chiesto a Dio prima di morire nel Carmelo di Lisieux, di: “Passare il suo cielo a fare del bene sulla terra”. Abbiamo forse anche noi uomini d’oggi, malati di autonomia, bisogno di ritrovare quella profonda fiducia nella Misericordia del Padre che vienedal sentirsi veramente figli, amati sopra ogni altra cosa… Quella fiducia che le farà scrivere nel suo diario “Storia di un’Anima“: “Ho sempre desiderato essere una santa, ma – ahimè – ho sempre accertato, quando mi sono paragonata ai santi, che tra essi e me c’è la stessa differenza che tra una montagna la cui vetta si perde nei cieli e il granello di sabbia oscura calpestato sotto i piedi dei passanti”.

    Teresina cerca quindi una strada, una via diretta che la possa portare comunque verso il cielo…, scrive:
    Vorrei anch’io trovare un ascensore per salire la dura scala della perfezione”… Ma comprende che:
    l’ascensore che deve innalzarmi fino al cielo sono le vostre braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno
    di crescere, al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più
    ”. Sarà questa la sua: “Piccola via”. Scriverà ancora: “La perfezione mi sembra semplice: la perfezione consiste nel compiere la volontà di Dio, nell’essere ciò che Egli vuole che siamo. Vedo che basta riconoscere la propria inadeguatezza e
    abbandonarsi come un bambino tra le braccia di Dio
    ”… “Si ottiene da Dio tutto quanto ci si aspetta
    da Lui
    ”. Possono sembrare cose troppo lontane dal nostro vivere comune, destinate a qualche anima eletta da Dio, per qualche misterioso motivo a noi difficile da comprendere. Anime destinate ad essere
    poste sugli altari, e a cui magari rivolgere preghiere, ma lontane dal nostro quotidiano… Eppure il Padre
    celeste, attraverso la vita di Santa Teresa, ha permesso e voluto che tutti i suoi figli potessero percorrere la sua stessa “Piccola via” per giungere più facilmente a Lui. Questa è la via: “Soffrire per amore, gioire per amore e fare tutto per amore. Ogni piccola rinuncia, ogni piccolo sacrificio quotidiano nutre il cammino d’amore verso Dio. Non sono richieste grandi azioni eroiche, basta il cammino di rinuncia quotidiana”.

    Essere e sentirsi piccoli, amati e compresi: “Non ho il coraggio per mettermi a cercare belle preghiere
    nei libri, non sapendo quali scegliere, faccio come i bambini che non sanno leggere: dico semplicemente a Dio quello che voglio dirgli, e Lui mi capisce sempre”.

    Fabrizio Zo

  • Kyrie, il travaglio e la gioia

    Kyrie, il travaglio e la gioia

    Inizia anche in questo 2023 il periodo di quaresima, periodo forte e intenso che ci prepara alla Pasqua del Signore.

    Come già nello scorso anno, anche quest’anno ci lasceremo condurre, nelle cinque settimane che verranno, con alcune proposte spirituali di accompagnamento e alcuni impegni che vogliono essere semplici sollecitazioni e proposte.

    Cammineremo sulla traccia del libretto che la nostra Diocesi ha preparato per la Quaresima “Kyrie il travaglio e la gioia” e che vogliamo riprendere settimana per settimana.

    Sarà un modo, o meglio, un’occasione per fermarci in preghiera durante questo cammino quaresimale che mette in gioco la nostra libertà in un travaglio e una gioia derivanti dal mistero centrale della nostra fede cristiana: la passione, morte e resurrezione del Signore, la vittoria della vita sulla morte, che per noi è salvezza eterna per mezzo della croce, di un Dio che si offre per noi, di un amore che non conosce confini.

  • Quaresima di fraternità 2023

    Quaresima di fraternità 2023

    BRASILE, Diocesi di Roraima
    Un futuro per le donne migranti venezuelane

    Obiettivo: sostenere donne migranti venezuelane, specialmente se in gravidanza o con neonati e comunque in situazione di alta vulnerabilità sociale ed economica con percorsi di ascolto, accoglienza, orientamento e autonomia.

    La crisi politica e sociale del Venezuela ha costretto negli ultimi anni circa 7 milioni di persone a chiedere asilo, in particolare nei Paesi limitrofi. Circa 400.000 si sono diretti in Brasile, attraverso la frontiera di Pacaraima e arrivando nello Stato di Roraima; la maggior parte senza documenti né cibo, e molti con malattie croniche.
    Dal 2018 la Pastorale Migranti della diocesi di Roraima, guidata dalle suore Scalabriniane, interviene perché i migranti si riconoscano come protagonisti della propria storia, collaborino nelle azioni di trasformazione in cui vengono inseriti, diventino cittadini nella nuova patria.

    La Pastorale Migranti di Roraima dedica particolare attenzione alle donne in gravidanza o con neonati. Le incontra singolarmente per conoscerne la situazione personale e preparare la documentazione per accedere ai servizi sociosanitari. A loro viene distribuito un kit mamma-bambino per le esigenze più immediate e anche materiale edile per sistemare le casette in cui alloggiano.

    Successivamente vengono organizzati incontri di mutuo aiuto, sia nella sede diocesana che nei 16 nuclei territoriali, per incoraggiare le donne ad attivarsi in percorsi micro-imprenditoriali secondo le loro competenze e i loro desideri. Dopo un breve percorso formativo ricevono un piccolo fondo e i primi strumenti per avviare la loro attività, sotto la supervisione periodica della diocesi.

    IN OGNI PARROCCHIA SI TROVA UN RACCOGLITORE PER CONTRIBUIRE A QUESTO PROGETTO NEL QUADRO DELLA QUARESIMA DI FRATERNITÀ DI CARITAS AMBROSIANA E PASTORALE MISSIONARIA DELLA DIOCESI DI MILANO

  • venerdì 3 Marzo
    Preghiera e digiuno per la Pace
    in Basilica dalle 13,00 alle 14,00

  • In preghiera per la pace con l’Arcivescovo

    In preghiera per la pace con l’Arcivescovo

    ➜ Dal 26 febbraio torna l’appuntamento quotidiano con monsignor Delpini «Kyrie, Signore!». Un appello a tutti i fedeli per una Quaresima di preghiera, penitenza e conversione al Vangelo per invocare e promuovere la pace nelle nostre relazioni e nel mondo.

    ➜ «Kyrie, Signore! In preghiera per la pace con l’Arcivescovo, ogni giorno di Quaresima» sono il titolo e il sottotitolo di una proposta a cui sarà possibile rispondere già a partire dal mattino: dalle 6.40 la meditazione sarà disponibile sul portale diocesano www.chiesadimilano.it e sui social (e sarà poi ovviamente fruibile in qualunque momento della giornata); alla stessa ora sarà trasmessa su Radio Marconi (con replica alle 20.30), mentre alle 7.55 dei giorni feriali e alle 9.25 della domenica verrà trasmessa su Telenova (canale 18 del digitale terrestre).

  • “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”

    In questa Quaresima, il gruppo RnS Gesù Misericordioso invita tutti alla celebrazione del primo venerdì del mese il 3 marzo alle ore 21 nella Chiesa del Sacro Cuore in via Segantini.

    Seguendo la liturgia ambrosiana, non celebreremo l’Eucaristia ma vivremo un tempo di contemplazione davanti alla Croce di Gesù, che “è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio”.

    Esaltiamo con la Chiesa il Signore Gesù, che per mezzo della croce è diventato per noi e per tutti Sapienza, Giustizia, Santificazione e Redenzione.

    Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo!

    Gruppo Rinnovamento nello Spirito

  • La Parola, ogni giorno

    La Parola, ogni giorno

    Kyrie
    Il travaglio e la gioia

    Domenica 19 febbraio sarà in vendita nelle parrocchie il sussidio alla preghiera per la Quaresima.

  • Iskenderun

    Iskenderun

    Prima comunicazione, pomeriggio di lunedì scorso: «La situazione di ora in ora è sempre più drammatica. Si attendono nuove scosse forti. Cattedrale Iskenderun crollata. Edifici episcopio e accoglienza devastati. Vescovo e collaboratori tutti vivi. Ma migliaia di morti nelle città della zona. Ospedali crollati o inagibili. Manca elettricità e quindi pochi collegamenti telefonici o via Internet. Grazie per la vostra preghiera e aiuto» scrive il vescovo dell’Anatolia, con sede a Iskenderun, mons. Paolo Bizzeti.

    A una sessantina di chilometri dalla città c’è Antiochia, dove Pietro ha sostato sulla via di Roma, dove Paolo ha iniziato la sua vita apostolica, dove anche Maria e Giovanni hanno vissuto per qualche tempo.

    Qui per la prima volta si coniò il termine “cristiani”.

    A un centinaio di chilometri a est c’è Aleppo, città martire della guerra in Siria, sede tutt’oggi di una vivace comunità cattolica.

    Il terremoto mette le dita nelle piaghe più vive del nostro tempo: guerre senza fine, profughi in enormi quantità, poveri che pagano le politiche criminali di pochi potenti privi di scrupoli; la prevenzione sprecata con la guerra (quante risorse bruciate in Ucraina) invece che con lungimiranti progetti di salute, educazione, urbanizzazione. E anche le memorie cristiane distrutte: perché essere cristiani non esime dall’essere umani, con i rischi e le sofferenze conseguenti. «Grazie per la vostra preghiera e aiuto» dice il Vescovo. Diamoci da fare in entrambe le direzioni.

    don Gianni