Categoria: News

  • «Sante subito!»

    «Sante subito!»

    il 18 giugno famiglie protagoniste in piazza Duomo

    Un incontro di due ore, aperto a tutti per riflettere, pregare e fare festa per e con le famiglie in preparazione all’Incontro mondiale di Roma (22-26 giugno).

    In tre piazze di Milano, dalle 17, laboratori, stand a tema e momenti di animazione.

    Poi tutti i partecipanti confluiranno in piazza Duomo per la celebrazione delle 19 con testimonianze, festa e preghiera, con l’attore Giovanni Scifoni e l’Arcivescovo Mario Delpini.

    Vi invitiamo a partecipare, non è prevista alcuna iscrizione. Per formare il gruppo della nostra comunità mandare una mail a commissionefamigliadesio@gmail.com o contattare Adriana al 3384507346 entro il 1° giugno.

  • Sull’albero con Zaccheo  IL SICOMORO

    Sull’albero con Zaccheo IL SICOMORO

    I prossimi incontri di catechesi per gli adulti saranno:

    • venerdì 13/5
    • martedì 24/5
  • Charles De Foucauld sarà Santo

    Charles De Foucauld sarà Santo

    Beatificato da Papa Benedetto XVI nel 2005, Charles de Foucauld verrà solennemente canonizzato da Papa Francesco in Vaticano il prossimo 15 Maggio 2022.

    “Iniziatore” di un movimento che in seguito divenne “Congregazione dei Piccoli Fratelli di Gesù”, ormai
    diffusa in tutto il mondo, Charles de Foucauld nasce a Strasburgo da una famiglia cristiana e credente, che tuttavia presto lo lascia orfano. Allevato con molto affetto dal nonno, cresce nello studio con
    una vivace intelligenza. Nell’età giovanile si lascia coinvolgere da una vita mondana, spensierata e gaudiente. Si iscrive a una scuola militare, a 20 anni diventa ufficiale e si trasferisce di stanza in Algeria e quindi in Tunisia. Nel 1882 lascia l’esercito e si dedica a viaggiare, soprattutto in Marocco, allora terra proibita per gli europei. Travestito e fattosi passare per ebreo, vi rimane per lunghi mesi. Osservatore attento e in grandi rapporti con la popolazione locale, raccoglie moltissime annotazioni che gli daranno anche la fama di esploratore e autore di un libro (Reconnaisance au Maroc).

    “Quando il chicco di
    grano cade e non muore,
    resta solo; se il chicco muore,
    porta molti frutti”

    L’osservazione della profonda religiosità dei musulmani, la ricerca interiore della verità, l’aiuto dell’abate Huvelin gli faranno riscoprire la fede (“non potevo fare altrimenti che vivere per Dio”). Dopo un pellegrinaggio in Terrasanta diventa monaco trappista, ma dopo molti anni lascia la Trappa di Akbes per vivere la propria vocazione (“una vita nascosta e silenziosa e non quella dell’uomo di parole”).

    Nel 1901 riceve l’ordinazione sacerdotale in Francia e quindi torna In Algeria al confine con il Marocco, nell’oasi di Beni-Abbes che presto diventerà un incrocio di presenze (“voglio abituare tutti gli abitanti, cristiani, musulmani, giudei, a guardarmi come il loro fratello, il fratello universale”).

    Nel 1905 volge la sua attenzione al mondo dei Tuareg, si traferisce nel cuore del Sahara a Tamanrasset, povero tra i poveri, sempre pronto a dare e a prendersi cura (“di fronte alle ingiustizie contro coloro che ci sono in qualche modo affidati, bisogna dirlo, perché noi non abbiamo il diritto di essere come sentinelle addormentate, cani muti, pastori indifferenti”). Questi anni di intensa esperienza portano Charles de Foucauld alla profonda convinzione che “è dunque impossibile voler amare Dio senza amare gli uomini; più si ama Dio più si amano gli uomini”.

    Il sincero e stretto rapporto instaurato con i Tuareg si caratterizza per una grande amicizia, ma anche per un prezioso contributo alla stesura di un testo dei Vangeli in lingua Tuareg e di un dizionario “Tuareg-Francese”. Alti progetti sono nel suo orizzonte, ma la situazione anche locale diventa critica. Nel 1916 si intensificano gli scontri tra esercito e Senussiti, e il 1 dicembre 1916 Charles De Foucauld viene tragicamente ucciso.

    Guido Feltrin

  • Tempi di adorazione eucaristica

    Tempi di adorazione eucaristica

    Il prossimo appuntamento sarò il 12 maggio alle ore 17:30 in Basilica, mentre il 19 maggio alle 10 sarà a San Giovanni Battista

  • Il lavoro nelle ACLI e le ACLI per il lavoro

    Il lavoro nelle ACLI e le ACLI per il lavoro

    In occasione del 1° maggio, festa dei lavoratori, presentiamo un’associazione che, rifacendosi ai valori cristiani, si mette al servizio del mondo del lavoro conciliando l’insegnamento sociale della Chiesa e i diritti sanciti dalla Costituzione

    Oggi pochi, pochissimi giovani sanno che cosa siano le ACLI, nate nell’immediato dopoguerra in epoca di unità sindacale come Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.

    Di solito oggi vengono associate ai loro servizi, senz’altro una parte importante – ma non l’unica – della loro identità. Essi spaziano dall’assistenza fiscale e di ausilio nel pagamento dei tributi (Caf), all’assistenza al lavoro, alla pensione e al welfare (Patronato), dall’assistenza alla famiglia per l’assunzione di lavoratori domestici, colf e badanti (Saf), all’assistenza ai cittadini stranieri (pratiche di permesso di soggiorno), fino all’assistenza nelle dichiarazioni di successione. A livello provinciale, attraverso un apposito istituto (ENAIP), fra i più importanti in Italia, le ACLI svolgono
    anche attività qualificata di formazione professionale. A livello locale viviamo la dimensione
    del Circolo, presente anche a Desio e dedicato al Fondatore delle ACLI nazionali, Achille Grandi, ubicato nella via a lui intitolata, dove morì. Un luogo che è anche momento di amicizia, ricreativo e anche di spiritualità e formazione.

    Non manca la dimensione del turismo, attraverso ben due Agenzie di viaggi del Sistema ACLI che propongono vacanze alternative o gite giornaliere. Organizziamo momenti – in presenza e online – di lectio divina, di formazione e di spiritualità che ci portano a confrontarci, da cristiani, sulle problematiche più attuali, con particolare attenzione alla Dottrina Sociale della Chiesa.

    Non dobbiamo avere paura di dirlo: le ACLI hanno anche una dimensione politica (che non significa certamente prendere le parti di un partito), perché provano a declinare la Bibbia e in particolare il Vangelo, l’insegnamento sociale della Chiesa, le encicliche dei Papi e i documenti del magistero in proposte concrete realizzabili a livello locale, nazionale e globale.

    Non per nulla il logo che caratterizza le ACLI presenta una croce (la Croce di Cristo a cui – non dobbiamo dimenticarlo – in passato sono state contrapposte croci ad essa nemiche, che indica la nostra appartenenza a Cristo e alla Chiesa), un libro (che è anzitutto la Parola di Dio, la Bibbia e in particolare il Vangelo, ma è anche la Costituzione della Repubblica e, più in generale, ogni libro che ci forma come persone adulte e in grado di contribuire al progresso materiale e spirituale della società), una vanga e un’incudine (simboli del lavoro e della fatica che esso comporta, ma anche dei “lavoratori”, parola così cara anche alla Costituzione della nostra Repubblica).

    Il tutto racchiuso in quello che parrebbe un esagono, ma che è, invece, una cella d’alveare, perché – come ci esortava Paolo VI – “le ACLI sono le api operaie della Dottrina Sociale della Chiesa” (che non è un di più della nostra formazione cristiana riservata a chi si occupa di politica o del sociale, ma che tutti siamo chiamati a conoscere per vivere una fede adulta!).

    Ed è così che le ACLI anche oggi, dopo oltre 75 anni dalla loro nascita, possono ancora essere
    obbedienti alle loro tre fedeltà – alla Chiesa, al lavoro e alla democrazia – che, come ci ha ricordato Papa Francesco, si sintetizzano in una quarta fedeltà che le riassume tutte: la fedeltà ai poveri.

    Nelle ACLI c’è spazio per tutti: per chi vi lavora e per chi vi sta da volontario, donando un po’ del proprio tempo per amore della giustizia che si fa cura del prossimo.

    Francesco Pasquali

  • LA VALLE DI EZECHIELE

    LA VALLE DI EZECHIELE

    Rialzare persone, cadute negli errori commessi

    Durante la quaresima appena trascorsa, don David, cappellano della casa circondariale di Busto Arsizio, ha incontrato gli adolescenti per parlare della sua esperienza con i detenuti e del suo ruolo nella cooperativa “LA VALLE DI EZECHIELE”. Riportiamo un riassunto del progetto che don David sta seguendo per aiutare i carcerati.

    Cos’è la valle di Ezechiele?
    La “Valle di Ezechiele” è una cooperativa sociale senza scopo di lucro in cui i detenuti della casa circondariale di Busto Arsizio, non solo trovano un lavoro, ma anche la “risurrezione”.

    Dove nasce l’idea?
    “La Valle di Ezechiele cooperativa sociale” nasce nel giugno 2019, da un’idea di don David Maria Riboldi, cappellano della casa circondariale di Busto Arsizio, stanco dell’ozio forzoso cui il sistema penale italiano costringe chi ha da espiare una pena e allo stesso tempo desideroso di dare un’opportunità ai carcerati.

    Qual è la missione?
    Lo scopo è quello di rimettere in piedi, “far risorgere”, persone che sono cadute e che spesso non sono consapevoli di aver bisogno di una mano.

    Perché Ezechiele?
    Entrando in carcere si fa spesso l’esperienza di Ezechiele, che si trova a camminare in una valle piena di ‘ossa inaridite’.Il Signore, però, rimette insieme i pezzi e non butta via niente.

    Cosa fanno i detenuti?
    I detenuti lavorano, in particolare si occupano di dematerializzazione di archivi cartacei, sbavatura e selezione di componenti in gomma, fanno corsi fotografici e realizzano cesti di Natale.

    Perché il lavoro?
    Il lavoro è uno strumento efficace per la rieducazione dei detenuti, diminuisce i casi di recidività (che in Italia sono del 70%) e permette di sopperire anche al piccolo numero di educatori che possono aiutare i carcerati nel percorso in carcere.

    Alessio Malberti

  • TALITA KUM e i progetti in Repubblica Centroafricana

    TALITA KUM e i progetti in Repubblica Centroafricana

    Stefania Figini si reca in Africa ogni anno da 27 anni e dice: “Una scelta di vita che mi ha cambiata”

    Sono tre i progetti che Stefania Figini sta portando avanti in Repubblica Centrafricana, un progetto di vita che si è concretizzato sempre più dal 1995. Li ha spiegati il 23 e 24 aprile al circolo culturale Pro
    Desio, dove ha organizzato una raccolta fondi.

    La Cappella

    Intanto stanno finendo di ristrutturare una cappella piccola e pericolante. “Strutturalmente non
    garantiva la sicurezza, con un ampliamento quest’anno siamo arrivati al tetto. Per il prossimo anno mancheranno intonaci e pavimento, ma la cappella c’è. È come una veranda molto ampia. [A causa della pandemia], “abbiamo avuto non pochi problemi di riperimento dei materiali. Abbiamo collaborato con la popolazione e con gli artigiani locali, prendendoli in modo ecosostenibile”.

    La scuola

    Il secondo progetto, nato nel 2006, è una scuola dell’infanzia, la struttura è del 2010, 600 metri quadri con all’interno tre classi: piccoli, mediani e grandi, in media ci sono 70 bambini. “Questo è il posto sicuro grazie al quale le mamme potevano andare a lavorare nei campi, ma mancavano di attività educative di supporto. Per questo siamo stati un progetto pilota, fascia coperta tra i 4-6 anni durante tutto lo sviluppo della socializzazione. Imprinting importante che devono avere affinché gli rimanga. Ricordo che i primi facevano fatica a giocare insieme, ora è molto bello”. La sua idea è quella di portare miglioramenti, coinvolgendo in prima persona gli abitanti, in modo che il cambiamento diventi parte di loro stessi e che non sia qualcosa di imposto.

    La Yogurteria

    Da ultima è nata un’attività associata: una yogurteria. “È un laboratorio iniziato l’anno scorso che produce yogurt per la scuola e il mercato locale, partiti con la produzione a novembre. Yogurteria per i bambini, nata per dare un alimento nutriente in aggiunta alla dieta normale, perché hanno problemi a livello intestinale e lo yogurt aiuta, le sue proteine inoltre possono sostituire la carne, che mangiano molto poco. Se ne riusciamo a produrre una certa quantità, circa 120-150 dosi al giorno, possiamo rivenderlo nella città più vicina e questo dà un contributo al giovane casaro per la fabbricazione e ad una dozzina di collaboratori che gestisce la scuola. È tutto alimentato ad energia solare e funziona bene. Vorremmo potenziarlo con nuovi pannelli”. Stefania Figini ogni anno cerca di andare almeno un paio di mesi in Repubblica Centroafricana: “Sento di essere cresciuta con loro e che danno tanto, grazie alla loro semplicità. La cosa che vedo più importante è fare i progetti insieme a loro. Per
    me è stato un arricchimento personale imparagonabile a quello che avrei potuto avere qui”.

    Stefania Figini con la mamma Ardelia Tani e il nunzio apostolico Santiago de Wit Guzmán

    Eleonora Murero

  • “Gesù venne, stette in mezzo a loro e disse: “Pacea voi!”

    “Gesù venne, stette in mezzo a loro e disse: “Pace
    a voi!”

    Gesù è risorto e, oggi come allora, si rende presente in mezzo a noi per portarci il dono inestimabile della Pace: con tutta la chiesa chiediamo il dono della pace, nei nostri cuori, nelle famiglie, in Ucraina, in tutto il mondo!

    Il gruppo del Rinnovamento nello Spirito “Gesù Misericordioso” invita tutti a celebrare con gioia ancora una volta la fedeltà del Signore Risorto nel Primo Venerdì del Mese, il 6 maggio ore 21 nella Chiesetta Sussidiaria del Sacro Cuore in via Segantini.

    Celebriamo il Signore perchè è buono: Eterna è la Sua Misericordia!”

    Rinnovamento nello Spirito