Categoria: News

  • Faremo insieme un grande Oratorio Feriale

    Faremo insieme un grande Oratorio Feriale

    La bella esperienza dell’oratorio feriale 2021 ha permesso di scoprire nuovi modi di fare le attività estive: ciò che è stato imparato lo si vuole mettere nuovamente in pratica quest’anno, allargando gli spazi e le opportunità. Circa una cinquantina di persone maggiorenni hanno risposto al sondaggio proposto, rendendosi disponibili per aiutare in estate. Con la bella stagione alle porte è quasi ora di tirare le somme.

    Immaginiamo per un minuto di tornare al pomeriggio del 25 giugno del 2019, un martedì di inizio
    estate, una giornata soleggiata. Qualcuno magari si ricorda quel giorno per un avvenimento particolare, altri magari non rammentano cosa hanno fatto, forse una semplice giornata di lavoro, non diversa da altre. Ma proviamo ad immaginare di essere passati in oratorio, lascio al lettore scegliere quale, intorno alle 16 del pomeriggio, staremmo vedendo decine, forse centinaia, di bambini giocare e divertirsi, senza mascherina, con gli animatori e forse uno o due adulti.

    Torniamo al presente, sono passati ormai 3 anni, è iniziata la pandemia, qualcosa è cambiato, non possiamo di certo ancora tornare al passato, ma vogliamo, o almeno ci proviamo a far vivere ai ragazzi la bella esperienza estiva di giocare insieme, di potersi conoscere, divertire.

    L’anno scorso l’obiettivo è stato raggiunto, non come si sarebbe fatto prima, si sono dovuti limitare i ragazzi, gli spazi (l’oratorio BVI e S Pietro e Paolo); tutto questo è stato reso possibile grazie e soprattutto all’aiuto di volontari adulti. Quest’anno, visto che la situazione sembra essere migliore, l’obiettivo è un oratorio “un po’ in grande” e andando a raddoppiare gli spazi ed aumentare i ragazzi. Non tutto però è stato negativo, nella difficoltà si sono scoperti nuovi modi di vivere l’oratorio, i ragazzi, pur venendo da realtà diverse, si sono uniti e formato legami, si è scoperto l’importanza di avere delle persone adulte che affiancano i ragazzi e il lavorare in piccoli gruppi ha permesso di sopperire alle problematiche dovute alla pandemia. Quello che abbiamo imparato non vogliamo perderlo. Da qui nasce l’idea di fare un oratorio a livello di Comunità, farlo divisi per fasce d’età, sfruttando gli spazi dei vari oratori, aiutandoci tutti insieme.

    Ma l’oratorio è basato sul volontariato di coloro che donano gratuitamente il tempo per far star
    bene la collettività e tutti gli altri, senza dei quali non potremmo fare nulla. Un mese fa circa, l’equipe di pastorale giovanile, che si occupa di organizzare le attività dei ragazzi, ha chiesto tramite un sondaggio la disponibilità di persone maggiorenni, perché con l’auto di tutti, si può fare qualcosa di davvero bello e grande per i nostri ragazzi. Il sondaggio si è concluso il 20 marzo, circa cinquanta persone si sono rese disponibili, ma basteranno per seguire il sogno
    di fare l’oratorio in quattro oratori? Forse la risposta è no, ma c’è anche fiducia, che tanti che non hanno risposto, si uniranno.

    Non tutto è perduto, nelle prossime settimane ci sarà ancora modo di dare la propria adesione.
    Grazie al tuo aiuto si potrà far vivere un’emozione grandissima a più bambini. L’oratorio ha anche
    bisogno di te!

    Alessio Malberti

  • Il Diacono Cesare Bidinotto: quale scelta

    Il Diacono Cesare Bidinotto: quale scelta

    Cesare Bidinotto vive a Desio, coniugato con Cristina, è diacono permanente dal 2005 e svolge il suo ministero nella cappellania dell’Istituto “Corberi” di Limbiate. Abbiamo chiesto a lui una testimonianza sul suo ministero e sulla sua esperienza di fede a contatto con gli ammalati, spesso gravi e dimenticati.

    “L’immagine che mi è venuta in mente quando entrai al Corberi per la prima volta è quella del quadro di Munch intitolato “Il grido” dove viene espressa la disperazione, la paura, lo smarrimento, l’angoscia, il senso di solitudine dell’uomo, dato che questo è un luogo di sofferenza, fragilità, emarginazione,
    “Tu che Sei Chiesa, cosa fai per noi?” – “Se il tuo Dio è così buono, perché non fa qualcosa per mio figlio?” – “io in Chiesa non ci verrò mai e so io il perché” – “che fede vuoi che io abbia?” – “non venire da me a parlarmi di fede, di preghiera o di Dio, perché io con Dio e con la Chiesa sono arrabbiato. Non sempre
    vengo accolto con amore dalla mia comunità parrocchiale, vista la mia situazione complicata”. Queste sono alcune provocazioni con le quali fui accolto al mio arrivo quale assistente spirituale presso il Presidio Neuropsichiatrico Corberi in Limbiate diciassette anni fa, subito dopo l’ordinazione. Si tratta
    di alcuni genitori e familiari dei malati che risiedono in questo luogo. Mi sono chiesto: come accompagnare questi “fratelli” con così profonde ferite attraverso la fase di disperazione espressa dall’acclamazione “Dio mio Dio mio perchè mi hai abbandonato?” verso la speranza che viene ponendo fiducia in Dio e che fa invece dire: “Tu Signore non stare lontano”? come accompagnarli all’incontro con Cristo Gesù ? E’ vero che io sono lì accanto a loro con la mia presenza, prego per loro e li ascolto con pazienza, ma come Chiesa cosa possiamo fare di più?

    In questa comunità, anche se piccola, mi pare di cogliere le medesime dinamiche esistenti nelle Parrocchie e nella Chiesa in generale. Anziché trovarsi di fronte ad un “campo” con diverse tipologie di terreno che potrebbero dare molteplici frutti per il bene di tutti, il più delle volte si ha l’impatto con “piccoli
    orti” con recinti e presidi che impediscono di accedere e condividerne vicendevolmente i frutti. Sono consapevole che il nemico è sempre pronto a seminare “zizzania”. Il lavoro più oneroso e sfibrante per me fin da subito è stato quello di abbattere le mura esterne del Presidio, (Fare conoscere alla società che
    esistono anche gli “invisibili”) ma soprattutto quello di cercare di demolire gli steccati interni degli orticelli che impediscono la Comunicazione (Spirito di Auto- referenzialità – Mancanza di Relazione – Narcisismo). È molto difficile raggiungere, ma soprattutto mantenere la comunione tra le diverse presenze (Dirigenza di Presidio, Associazioni di Volontariato con differenti finalità, volontari “senza alcuna etichetta”, genitori e familiari, operatori).

    Mi domando spesso come far sì che la pluriformità nell’unità sia veramente tale e non motivo di divisione col pretesto di difendere una propria identità ed un determinato posto fisso “tipo cariatide”.

    Nonostante ciò, e pur essendo luogo abitato dalla tribolazione e dalla sofferenza, il Corberi è anche luogo dell’incontro con Dio, dove Dio è presente nei malati, si fa vicino e si fa scorgere attraverso gli sguardi, gli abbracci, le mani, le carezze, i bacetti che questi malati donano a chi è disposto ad accoglierli come persone nella loro interezza e non solo come utenti destinatari di cure. È anche luogo di conversione dei cuori, che favorisce una revisione delle priorità, un cambiamento di stile di vita, e questo è attestato dalle diverse testimonianze raccolte negli anni.

    Da Marzo 2020, a causa della pandemia, purtroppo è stato possibile accedere solo saltuariamente alla struttura che è tra l’altro oggetto di ristrutturazione e trasformazione in “cittadella della fragilità” la quale
    comprenderà anche un Hospice. Intravvedo quindi nuove vie di servizio da percorrere nel prossimo futuro che la provvidenza sta preparando.

    Diacono Cesare Bidinotto

  • GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI

    GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI

    24 Marzo 2022, giorno del martirio del Santo Oscar Romeo, si celebrerà la giornata dei Missionari Martiri, un momento per ricordare tutti coloro che hanno donato totalmente la loro vita e
    per essere “voce del Verbo di Dio”.

    Ogni anno nel tempo della Quaresima, si svolge
    una giornata di preghiera e di digiuno in
    memoria dei Missionari Martiri. Il prossimo
    24 marzo 2022 sarà la 30ª edizione. Era il 1991 quando fu proposta per la prima volta questa Giornata alle Chiese in Italia, dal Movimento Giovanile Missionario (ora Missio Giovani). Da allora, con ricorrenza annuale, si svolge con Veglie di preghiera ed altre iniziative.

    La scelta della data non è affatto casuale: il 24 marzo del 1980,
    infatti, mons. Oscar Romero veniva assassinato a San Salvador. Quel giorno, mentre stava celebrando la messa, al momento dell’elevazione dell’ostia, fu raggiunto da un colpo di fucile ad
    opera di un sicario, mandato dai leader politici al potere.

    Mons. Romero, (proclamato santo da papa Francesco nel 2018) difendeva e denunciava con voce profetica i soprusi e le ingiustizie perpetrate sul popolo contadino ed operaio. Egli si è fatto voce di chi non aveva voce. La sua voce di testimone fino al dono totale di se stesso per la causa del Vangelo, continua a risuonare raggiungendo, anche oggi, il cuore di molti, come “il chicco di grano che, caduto in terra, muore e produce molto frutto” (Gv 12, 25).

    Lo slogan di quest’anno, scelto da Missio per la Giornata è: “Voce del Verbo”. I Missionari Martiri con la loro vita donata totalmente sono “voce” del Verbo di Dio, che si è fatto carne, vicinanza all’umanità, presenza viva. Dio continua a parlare
    anche attraverso coloro che si fanno eco della Sua Voce (incarnando e testimoniando il Vangelo con la vita) per “amare, accogliere, abbracciare, donare, consolare, proteggere, curare”, vita condivisa fino agli estremi confini della terra, annuncio di resurrezione per le donne e gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.

    Secondo i dati raccolti dall’Agenzia Fides, nell’anno 2021 sono stati uccisi nel mondo 22 missionari: 13 sacerdoti, 1 religioso, 2 religiose, 6 laici.

    Quest’anno il nostro Arcivescovo sarà presente alla veglia zonale organizzata dalla zona VII (Sesto San Giovanni) a Cologno Monzese. La Comunità pastorale cittadina celebrerà la
    veglia dei martiri in Basilica il 24 marzo alle ore 21. Siamo tutti invitati.

    Germana

  • 25 MARZO, FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE

    25 MARZO, FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE

    (e del Sì di Maria)

    In questo giorno la Chiesa ci invita a ricordare e a fare festa, perché da qui è cominciato il cammino della nostra salvezza. Il catechismo della chiesa Cattolica recita così: “Infatti la Vergine Maria […] è riconosciuta e onorata come la vera Madre di Dio e del Redentore. […] Insieme però […] è veramente “Madre delle membra” (di Cristo).

    Per comprendere come mai la Chiesa ci indichi Maria come nostra vera madre ricorriamo al “Trattato della vera Devozione a Maria” di San Luigi Maria Grignion de Montfort. San Luigi Maria
    propone “la contemplazione amorosa del mistero dell’Incarnazione”. L’amore a Dio mediante l’unione a Gesù Cristo è la finalità di ogni autentica devozione, è il nostro unico maestro che deve istruirci… La devozione alla Santa Vergine è un mezzo privilegiato “per trovare Gesù Cristo
    perfettamente, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente”
    (Trattato della vera devozione, 62).

    “Ogni volta che tu pensi a Maria, Maria pensa per te a Dio. Ogni volta che tu dai lode e onore a Maria, Maria con te loda e onora Dio. Se tu dici Maria, ella ripete Dio. Quando è lodata, amata, onorata o riceve qualche cosa, Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato, Dio riceve per le mani di Maria e in Maria” (Trattato della vera devozione, 225). Il suo Sì a Dio non ha mai smesso di ripetersi, silenziosamente, da quando accolse nel suo grembo il figlio di Dio, a quando sotto la croce Gesù le affidò l’umanità, la sua Chiesa, attraverso Giovanni il discepolo amato: “Ecco
    tuo figlio…”. Da allora Lei non ha mai smesso di stare accanto ai suoi figli: Giovanni “la prese in casa sua”, e di pregare con e per loro “Tutti erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui”. Per questo noi facciamo festa con lei, Dio ci ha donato sua Madre e, come ha cresciuto Gesù nella sua vita terrena, fino alla pienezza della Grazia, così, da allora, non ha mai smesso di crescere anche noi, suoi figli adottivi che il Padre le ha affidato.

    Buona festa

    Fabrizio Zo

  • S. Giuseppe

    S. Giuseppe

    Sabato 19 Marzo la chiesa celebra San Giuseppe, sposo di Maria, grande figura di santo in tutto il mondo cristiano.

    Giuseppe è l’uomo del silenzio, muto testimone del mistero della Vergine Maria, madre di Gesù.

    Giuseppe è l’uomo dell’obbedienza a Dio, senza timore, e della responsibilità per una famiglia di cui ha cura.

    Giuseppe è l’uomo determinato, che non esita a portare la famiglia in esilio per difenderla, che non si stanca di cercare un figlio dodicenne disperso nel tempio.

    Di Giuseppe non si sente mai la voce, ma si avverte la presenza, discreta e salda. A Giuseppe affidiamo volentieri le nostre preghiere, nel silenzio, lontane dal frastuono dei nostri giorni.

    Guido Feltrin