Categoria: News

  • 2 MARZO: DIGIUNIAMO LO STESSO

    Mercoledì scorso, all’udienza generale il papa ha dato voce anche a noi: “Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione”. Sembra naturale che il papa non venga ascoltato: il giorno successivo la situazione è peggiorata.

    Ha proposto di agire con armi diverse da quelle dei contendenti sul terreno: “vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare del prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, una Giornata di digiuno per la pace”.

    Anche se non sappiamo ora cosa accadrà nel frattempo e anche se per gli ambrosiani non c’è mercoledì delle ceneri, accogliamo lo stesso l’invito del papa e uniamoci a lui nella preghiera e nel digiuno. Sarà il segno eccezionale di un’invocazione più forte. E il digiuno ci aiuterà a riflettere su ciò che conta veramente e a mettere da parte pretese inutili e aspettative superficiali.

    Anche il nostro arcivescovo Mario Delpini invita a dire una decina del Rosario per l’intenzione della pace, immaginando di poter pregare sulla linea di confine, come a suo tempo immaginò il card. Martini – era il 29 gennaio 1991 – nel suo grido di intercessione: un testo che faremmo bene a rimeditare in silenzio davanti al Crocifisso Gesù e ai crocifissi della storia.

    don Gianni

  • ULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

    Il Vangelo ci riporta una scena gustosa: Zaccheo che corre ad arrampicarsi per vedere
    Gesù. Zaccheo era capo dei pubblicani, quindi persona importante e odiata dalla gente perché a servizio dei romani e facilmente esosa.Il suo comportamento lo rendeva ridicolo davanti alla gente.

    Un episodio che è un capolavoro in cui si manifesta la bontà del Signore verso i peccatori ed è esempio del come dovremmo comportarci con chi sbaglia. Nel Vangelo Gesù è l’unico che si accorge di questo uomo e lo chiama per nome; va in cerca di questo ricco; non pronuncia
    parole di rimprovero, anzi lo onora di una sua visita, non per giustificare il suo operato, ma per manifestargli il suo amore. Questo incontro, fondato sull’amicizia, è quello che cambia la persona, lo rende libero e generoso. Non si limita a restituire, è anche generoso con i suoi beni e tutto questo nella gioia.

    È così il nostro incontro con il Signore nella Parola, nei Sacramenti, in particolare nella
    Confessione? C’è il desiderio di vedere il Signore, di accoglierlo con gioia dentro di noi, di lasciarci cambiare il cuore, così da renderlo veramente generoso?

    Gesù non giustifica l’operato di Zaccheo, ma lo ama così come è: questo cambia il suo cuore. È una costante della storia: santi, poveri, hanno fatto breccia nei cuori chiusi dei ricchi. Chiediamo al Signore di credere al suo amore gratuito e di renderci testimoni di questo amore verso gli altri. La Quaresima, che sta per iniziare, ci aiuti anche in questo.

    don Alberto

  • SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI:  UN’INTEGRAZIONE POSSIBILE

    SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI: UN’INTEGRAZIONE POSSIBILE

    La scuola di italiano per stranieri è una realtà che è presente nel nostro territorio dalla fine degli anni Novanta per prendere posizione in modo deciso su un tema controverso: l’immigrazione.

    La fondatrice della scuola, Liboria Strazzanti, da tutti chiamata Orietta, (che
    il 2 giugno ha ricevuto l’onorificenza a Cavaliere della Repubblica Italiana) l’ha fondata nel 1996 come reazione ad un manifesto comparso a Desio nel quale, l’Amministrazione che allora governava, invitava gli immigrati, i poveri ad allontanarsi dalla città. Per questo ha deciso di reagire e, dopo aver passato tanti anni sotto la saggia direzione di Adele Brugola, è da maggio 2021 che la 23enne Chiara Arosio ne ha preso le redini. Lei sta studiando mediazione linguistica all’università e quindi questo incarico, che le è stato
    affidato inaspettatamente, le permette di mettere in pratica quanto sta studiando e il tipo di città nella quale vorrebbe vivere. Una città che integra partendo dalla lingua locale.

    Nel concreto la realtà della scuola di italiano per stranieri ogni anno offre corsi per chi dall’estero si trasferisce nel nostro Paese. Più precisamente martedì e venerdì dalle 14.30 alle 16 per le lezioni alle donne, per gli uomini invece dalle 20.45 alle 22.15 mercoledì e martedì.

    Offrono anche il servizio di doposcuola dalle 16.30 alle 18 ogni martedì e venerdì. In totale ci sono circa 90 iscritti. Il tutto si regge in piedi grazie alla volontà (e generosità) di trenta volontari.

    Il mezzo della lingua è fondamentale per integrarsi” ha detto Chiara. Sono tornati in presenza dal 15 febbraio, dopo aver tenuto le lezioni in modalità
    mista. “Vorrei fare di più. Dopo la crisi umanitaria in Afghanistan, ad esempio, abbiamo coinvolto delle scuole superiori del territorio per fare un aiuto compiti ad alcuni rifugiati adolescenti. Penso che collaborazione con altre realtà del territorio e sensibilizzazione oltre allo studio della lingua sono due obiettivi che vedo per il futuro dei nostri studenti”.

    Eleonora Murero

  • Salviamo la cupola

    Salviamo la cupola

    I lavori di sistemazione della copertura della Basilica procedono con rapidità. Sono state un successo anche le iniziative culturali promosse da “L’Arena in Centro” per sostenere la raccolta di fondi, ma ora va fatto un ultimo sforzo per arrivare all’obiettivo della copertura completa delle spese.

    Gli spicchi della cupola disegnata sul tabellone che si trova in fondo
    alla Basilica si colorano sempre di più: sono la rappresentazione
    grafica della raccolta fondi per il restauro del simbolo della città,
    arrivata alla significativa cifra di circa 570.000 euro (aggiornamento al 18 gennaio 2022). I desiani stanno partecipando con generosità a questa impresa economica che ridonerà splendore alla grande cupola costruita nel 1895.

    Nel cantiere procede a ritmo serrato la posa delle nuove scandole di ardesia e i lavori si intravedono dietro i ponteggi. Si prevede che entro la fine del mese di marzo, imprevisti permettendo, i lavori potranno essere conclusi.
    Intanto le vecchie scandole recuperate sono nelle mani degli artisti, che le stanno decorando. Anche in questo caso la consegna a chi ha prenotato questo prezioso e originale cimelio dovrebbe iniziare per l’inizio del
    mese di aprile. Prima della distribuzione, ci sarà una mostra di tutte le scandole decorate e verranno esposte pure alcune fotografie degli eventi che hanno caratterizzato nei mesi scorsi l’Arena In Centro.

    Altre iniziative di sensibilizzazione sono in cantiere perché comunque serve ancora un significativo sforzo per raggiungere l’obiettivo della raccolta, ovvero 800.000 euro. È sempre dunque possibile sostenere il progetto con le note modalità.

    Andrea Pizzi

  • Sinodo: incontrare, ascoltare, discernere

    Dalla omelia del Santo Padre all’apertura del Sinodo (commentando il brano del “giovane ricco”) possiamo trarre qualche spunto di riflessione e di lavoro riguardo il tema proprio del “sinodo” e del cammino che la Chiesa è chiamata a compiere in questi mesi.

    […] Egli (Gesù) ci svela che Dio non alberga in luoghi asettici, in luoghi tranquilli, distanti dalla realtà, ma cammina con noi e ci raggiunge là dove siamo, sulle strade a volte dissestate della vita. E oggi, aprendo questo percorso sinodale, iniziamo con il chiederci tutti – Papa, vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi, sorelle e fratelli laici –: noi, comunità cristiana, incarniamo lo stile di Dio, che cammina nella storia e condivide le vicende dell’umanità? Siamo disposti all’avventura del cammino o, timorosi delle incognite, preferiamo rifugiarci nelle scuse del “non serve” o del “si è sempre fatto così”? […]
    Fare Sinodo significa camminare sulla stessa strada, camminare insieme. Guardiamo a Gesù, che sulla strada dapprima incontra l’uomo ricco, poi ascolta le sue domande e infine lo aiuta a discernere che cosa fare per avere la vita eterna. Incontrare, ascoltare, discernere: tre verbi del Sinodo su cui vorrei soffermarmi.
    Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, di discernimento ecclesiale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio. E la seconda Lettura proprio oggi ci dice che la Parola di Dio «è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). La Parola ci apre al discernimento e lo illumina. Essa orienta il Sinodo perché non sia una “convention” ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico, perché non sia un parlamento, ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito. In questi giorni Gesù ci chiama, come fece con l’uomo ricco del Vangelo, a svuotarci, a liberarci di ciò che è mondano, e anche delle nostre chiusure e dei nostri modelli pastorali ripetitivi; a interrogarci su cosa ci vuole dire Dio in questo tempo e verso quale direzione vuole condurci. […]
    Quest’ultimo paragrafo è illuminante: si tratta di pregare, ascoltare la Parola, incontrare… in poche parole “fare come Gesù”. Sembra una conclusione semplificatrice ma probabilmente è l’esercizio che non siamo ancora capaci di fare e per questo ripartiamo da qui, ma questa volta insieme e non in ordine sparso.
    don Flavio

    Il percorso sinodale diocesano

    Il Consiglio Pastorale cittadino del 21 gennaio scorso ha centrato l’attenzione su un tema tra i tanti proposti per gli incontri di ascolto sinodale a livello diocesano: “Dialogare nella Chiesa e nella società”.

    Secondo Papa Francesco “camminare insieme – laici, pastori, Vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica”. Non è difficile capirne il perché: è lo stile di vita della Chiesa che conta, più che le strutture o i grandi convegni come il Sinodo dei Vescovi: per il Papa se la Chiesa non impara davvero lo stile del “camminare insieme”, della sinodalità, allora tutto rimane lettera morta.
    Da qui nasce l’idea che il Sinodo prima di iniziare i suoi lavori consulti il popolo di Dio sulle sofferenze ed i problemi che incontriamo nella vita di tutti i giorni, sulle ansie di emarginazione e le paure che ci angosciano, ma anche sulle gioie e le speranze che sentiamo vive nel cuore quando ci affidiamo al vero Consolatore, lo Spirito di Gesù.
    I vescovi vogliono certo parlare a noi spezzando il pane della Parola e annunciando il Regno, ma prima desiderano ascoltare la nostra voce, soprattutto le parole di chi non ha voce, degli esclusi. Così hanno chiesto una consultazione generale a partire dalla chiesa locale, la parrocchia; vogliono capire, essere consigliati.
    L’ultima riunione del Consiglio Pastorale della nostra Comunità ha svolto questo compito, consigliare i nostri vescovi; insieme ai sacerdoti, al diacono ed alle religiose, i laici sono stati consultati perché corresponsabili nella Chiesa ed hanno potuto dire la loro.
    Più che una sintesi di quanto detto, impossibile da fare in queste poche righe, è questa la vera novità: lo stile di corresponsabilità che ci porta a camminare tutti insieme. Siamo tutti pellegrini in un popolo in cammino, sia pure con diversi carismi e ministeri, e quindi con differenti responsabilità, ma camminando insieme.
    Vittorino Sala

  • Semplicemente Grazie

    Semplicemente Grazie

    Carissimi parrocchiani delle comunità di San Giovanni Battista, della Basilica e di San Giorgio

    Un sentito ringraziamento per l’affetto dimostrato nei nostri confronti e a sostegno della popolazione centrafricana.

    La raccolta fondi di 3598 euro svoltasi nello scorso Avvento ci permetterà di completare i lavori di pavimentazione e gli intonaci della Cappella dedicata a San Francesco nel villaggio di Yolé – Bwabuziki, diocesi di Bouar in Rep. Centrafricana.

    “Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”

    Gv 15,16

    Come cristiani, abbiamo la responsabilità di andare verso tutti con il cuore spalancato. Lasciamo che la forza dell’amore si propaghi attraverso i nostri gesti concreti.

    Grazie di cuore
    Stefania e mamma Ardelia
    Associazione TtalitÁ kum O.n.l.u.s.
    Via Canonico Villa, 71 – Desio
    tel. 0362 630843
    0362 301257
    e-mail: stefania.africa@tiscali.it

  • VI DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

    VI DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

    Il tema centrale della Liturgia di oggi è l’annuncio che la salvezza è per tutti gli uomini e non solo per il popolo eletto. Gesù nel Vangelo si dimostra
    attento a tutti, anche alle persone che gli altri emarginano, come i lebbrosi, ripugnanti e contagiosi, e non guarda se sono giudei o samaritani. Sono 10 i lebbrosi guariti, ma uno solo, un Samaritano, torna a ringraziare e, nota il
    Vangelo, non solo è guarito, ma anche salvato. É una pagina che dobbiamo
    sentire rivolta a noi, ci aiuta a riscoprire quanto c’é nel nostro cuore.
    Siamo tutti lebbrosi, (falsità, incoerenze, debolezze, peccati); anche noi, come i lebbrosi, spesso siamo emarginati ed emarginiamo gli altri ma
    tutti possiamo essere guariti è salvati.

    Ci sono tre condizioni: che riconosciamo di essere, peccatori; che con umiltà chiediamo al Signore di essere guariti; che, come il Samaritano, siamo riconoscenti del dono ricevuto affinché oltre ad essere guariti siamo salvati. Essere salvato vuol dire riconoscere l’amore gratuito di Dio che ci salva in Gesù e lasciarci conquistare da questo amore.

    Ma queste condizioni ci sono ricordate tutte le volte che celebriamo l’Eucarestia!

    All’inizio, siamo invitati a riconoscerci lebbrosi, peccatori. Nella Liturgia della Parola, il Signore ci aiuta a riscoprire, le nostre debolezze, ma soprattutto il suo amore che guarisce e perdona. Nella Liturgia Eucaristica, rendiamo grazie al Signore perché ci ama, rinnova la sua Pasqua, ci invita alla Cena, si dà in cibo per noi per cambiarci.

    don Alberto

  • Papa Pio XI Achille Ratti, a Cento anni dalla sua elezione al Soglio di Pietro

    Papa Pio XI Achille Ratti, a Cento anni dalla sua elezione al Soglio di Pietro

    È forte la volontà di continuare a studiare la storia che ha coinvolto il papa desiano nei diciassette anni di pontificato.

    1922 come oggi: festeggiamo i cento anni dall’elezione papale di Achille Ratti, il papa desiano. È salito al soglio pontificio come Papa Pio XI il 6 febbraio e nel corso degli anni ha avuto parecchi legami con la nostra Città, che gli diede i natali.

    Ripercorriamo in questa pagina alcuni dei più significativi momenti della sua esistenza.

    L’infanzia, l’educazione e i primi anni da sacerdote.

    Il 31 maggio 1857 nacque in Desio, Ambrogio Damiano Achille Ratti (il nome completo), quartogenito di Francesco Antonio e Angiola Teresa Galli. Venne battezzato il 1° giugno dal parroco don Giuseppe Lattuada, nella prepositurale dei SS. Siro e Materno. Achille, nell’infanzia venne educato dal de- siano don Giuseppe Volonteri, cappellano scolastico. Dal 1863 al 1866 frequentò le elementari a Seregno con la maestra Maria Cantù, detta Marzellina, nell’attuale casa di corso del Popolo in cui è presente il bar Zoeu.
    Suo compagno di classe è il seregnese Achille Locatelli, che Ratti da Papa eleverà alla porpora cardinalizia nel suo primo concistoro nel dicembre

    Achille Ratti, in giovane età, anno 1880

    Il 15 giugno 1878, nella cappella del seminario di Milano ricevette il suddiaconato da monsignor Paolo Angelo Ballerini, Patriarca Latino di Alessandria d’Egitto. Il 7 giugno 1879, nel Duomo di Milano venne Achille Ratti, in giovane età, anno 1880 ordinato diacono dall’arcivescovo di Milano, mons. Luigi Nazari di Calabiana. Fu poi ordinato sacerdote il 20 dicembre 1879 a Roma. Appassionato studioso, aveva una forte propensione tanto per gli studi umanistici quanto scientifici (e non solo: Ratti fu pure un abile alpinista). Ricoprì numerosi incarichi. Insegnò presso il seminario di Milano e nel 1888 entrò a far parte del collegio dei dottori della Biblioteca Ambrosiana, per diventarne successivamente Prefetto. Chiamato da Pio X a Roma, è dapprima, nel 1912, Viceprefetto, e successivamente, nel 1914, Prefetto della Biblioteca Vaticana.

    L’esperienza in Polonia e Lituania.

    Un altro importante accadimento è quello del 1918 quando papa Benedetto XV lo nominò visitatore apostolico per la Polonia e la Lituania e successivamente nunzio apostolico, con l’ordinazione episcopale avvenuta a Varsavia il 28 ottobre 1919. La sua missione lo portò ad affrontare la difficile
    situazione verificatasi con l’invasione sovietica nell’agosto del 1920 per i problemi creati dalla formulazione dei nuovi confini dopo la I Guerra Mondiale. Il compito specifico di Ratti era quello di richiamare alla concordia il clero tedesco e quello polacco e, tramite costoro, la popolazione tutta.

    Arcivescovo di Milano, la nomina a cardinale e poco dopo il papato.

    Sempre Papa Benedetto XV, il 5 aprile 1921, lo nominò arcivescovo di Milano
    e il 13 giugno lo elevò alla dignità cardinalizia. L’8 settembre 1921 (centenario che abbiamo festeggiato in Basilica con una Messa con monsignor Mario Delpini a settembre 2021) partì in mattinata dalla natia Desio, sostò a San Eustorgio in Milano, e di là arrivò al solenne ingresso in Duomo nella Diocesi metropolitana. In questi pochi mesi visiterà la maggior parte della Diocesi Ambrosiana come dimostra il “Diario” del suo Segretario Particolare monsignor Carlo Confalonieri. Pochi mesi perché, nel 1922, proprio il 6 febbraio, Achille Ratti verrà eletto dai cardinali al soglio di Pietro assumendo il nome di Pio XI.

    Papa Pio XI, anno 1930

    La memoria del papato e i Patti Lateranensi.

    “Le mie pubblicazioni hanno di fatto “sdoganato” questo Papa con l’approfondimento degli eventi più salienti dei diciassette anni del suo Pontificato. È avvenuto alla luce dei documenti dell’Archivio Segreto Vaticano pubblicati per volontà di Papa Francesco” ha spiegato Franco Cajani, Segretario Generale del CISD Pio XI (Centro Internazionale di Studi
    e Documentazione Pio XI). Cajani ha illustrato i continui studi storici sull’attività di Achille Ratti soprattutto prima del 6 febbraio 1922, vale a
    dire prima della elezione al papato, di cui si sapeva poco. È stato il curatore
    di 20 volumi sulla vita del papa. “Il Pontificato di Pio XI – ha spiegato – è stato poco studiato per via dei Patti Lateranensi sottoscritti il 10 febbraio 1929 tra il Regno d’Italia nella persona di Benito Mussolini e la Santa Sede nella persona di Pietro Gasparri. Si metteva così la parola fine con questa “Conciliazione” alla “Questione Romana””.

    Una figura storica, che ha continuo bisogno di essere studiata per comprenderne la complessità.

    La Radio Vaticana.

    È tuttavia universalmente riconosciuto che, con le caratteristiche tipiche del tempo, Pio XI seppe spaziare con il suo magistero su tutti i campi della vita ecclesiale, dalla promozione delle missioni alla difesa della famiglia, dall’impegno dei laici tramite l’Azione Cattolica allo sviluppo delle moderne comunicazioni con la fondazione della Radio Vaticana.

    Papa Pio XI, con padre Filippo Soccorsi, direttore della radio Vaticana

    La memoria di Pio XI ai giorni nostri.

    In occasione del centenario dell’elezione di Pio XI, il 5 febbraio, si è tenuta
    la S.Messa con il vescovo, monsignor Franco Agnesi. Era programmata, sempre il 5 febbraio, l’intitolazione dell’Ospedale di Circolo, che è stata posticipata al 28 maggio, causa pandemia, alla quale è stato invitato il cardinal Pietro Parolini, Segretario di Stato Vaticano. Sempre il 28 maggio, nelle stanze della sua casa natale, sarà programmata la XII edizione del Convegno “Pio XI e il suo tempo”, organizzato dal CISD Pio XI, all’interno del quale venti relatori affronteranno temi specifici relativi a vari aspetti della vita di Achille Ratti.

  • Per poterlo vedere

    Per poterlo vedere

    Proiezione del docu-film
    “L’ultima Cena”
    Venerdì 18 febbraio – ore 21:00
    chiesa S. Giovanni B.

    “ Vogliamo raccontare la storia di Pablo Domínguez Prieto, un sacerdote umile, simpatico e disponibile. È anche la storia di Juan Manuel Cotelo, regista “scettico” che dopo aver incontrato Pablo vuole conoscerlo meglio. Continuerà a “salire” nella sua ricerca che in seguito trasformerà in un documentario. Lo sfondo è quello di una Spagna quasi completamente scristianizzata ma che si mette in fila per vedere il film.”

    La proiezione avverrà solo in chiesa, in lingua spagnola sottotitolata in italiano.

  • Articolo senza titolo 1878472

    Domenica 6 febbraio è venuto a mancare don Simone Vassalli, vicario parrocchiale di Biassono, comunità di origine del diacono Davide
    Ciarla, che attualmente svolge servizio nella nostra città.

    La nostra comunità si stringe intorno alla famiglia e a don Davide per questa gravissima perdita. Riportiamo qui la sua parola programmatica:

    “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”