Categoria: News

  • “Sii il sogno di Dio”: lo slogan per la Giornata Missionaria Ragazzi del 6 gennaio 2022

    “Sii il sogno di Dio”: lo slogan per la Giornata Missionaria Ragazzi del 6 gennaio 2022

    Aspiegare il senso di questo slogan è don Valerio Bersano: «La
    Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ci aiuta a capire soprattutto come essere testimoni del Vangelo e portatori delle profezie di Dio, capaci di partire dal proprio Battesimo e dalla fede ricevuta in dono e di “prendere il mondo in simpatia” guardando lontano. Pensando ai ragazzi, vogliamo rivolgere a ciascuno un invito appassionato: sii quello che Dio attende da te, sii quello che manca perché l’umanità sia migliore».

    D’altronde, anche papa Francesco invita a sognare: «E’ lui – sottolinea don Bersano – che ci esorta così: “Impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore e soprattutto sogna! Non avere paura di sognare. Sogna. Sogna
    un mondo che ancora non si vede. Il mondo, infatti, cammina grazie allo sguardo di uomini che hanno sognato. Vivi, Ama, Sogna, Credi!”.

    Ecco, come ci ricorda papa Francesco, Dio ci raggiunge anche oggi con il suo invito sorprendente: “Sii il mio sogno, sii parte del mio Regno, non spaventarti mai, perché io sarò sempre con te!”. Questo ci rassicura e ci incoraggia: ognuno è chiamato ad essere testimone della fedeltà di Dio
    e portatore di Misericordia ai fratelli che la vita ci fa incontrare», conclude don Bersano.

  • EPIFANIA: FESTA CONTEMPLATIVA

    EPIFANIA: FESTA CONTEMPLATIVA

    È una festa di luce, della manifestazione o Epifania della “Luce vera che viene nel mondo e che illumina ogni uomo” – Gv1,9.

    “La celebrazione dell’Epifania in ambito ambrosiano rappresenta il vero approdo del lungo cammino avviatosi con l’Avvento”: così esordisce il Messale Ambrosiano nell’introdurci a questa Solennità. È una festa di luce, della manifestazione/epifania della “Luce vera che viene nel mondo e che illumina ogni uomo”.

    È una festa “contemplativa” che ci richiama nel racconto dei magi dall’Oriente a guardare a come l’opera del Padre si è manifestata nella vita del Figlio. Lo stupore dei magi e l’aver scoperto noi stessi i segni della presenza di Gesù nella nostra vita possono davvero aiutarci
    a tornare ad adorarLo. Nel nostro essere persone pratiche e spesso indaffarate: quale spazio hanno la dimensione adorante, la vita contemplativa, di preghiera, la visita silenziosa al Santissimo Sacramento, il ringraziamento dopo aver ricevuto Gesù nella Comunione? Come guardiamo al creato, al lavoro, alla scienza e alla vita?

    La Luce di Cristo resta viva poi, per grazia di elezione, nella Sua Chiesa: Epifania allora è anche invito a manifestare la luce dell’Amore di Dio a tutto il mondo: ad ogni fratello e sorella dispersi. Quale testimonianza più grande, quale Luce più dolce e avvolgente, di fratelli, sorelle, famiglie, preti, suore, catechiste, educatori, volontari, che si vogliono bene? Il primato della comunione sul fare e sull’apparire è davvero quella conversione primaria che rende vivo Gesù tra noi, quella Stella silenziosa che richiama il mondo a Lui.

    don Marco Albertoni

  • Un’Arena… in Centro

    Un’Arena… in Centro

    SABATO 8 gennaio
    Ore 21 – Chiesa San Giovanni Battista
    CORO SANTUARIO DEL CROCIFISSO,
    direttore Cristian Chiggiato:

    O NIGHT DIVINE!

    Prenotazioni solo via e-mail (teatroilcentrodesio@libero.it) o telefono (0362626266).

    Ingresso solo con Green Pass rafforzato e mascherine FFP2. Biglietto: 7 euro

    DOMENICA 9 gennaio
    Ore 16.30 – Basilica SS. Siro e Materno

    CORALE BILACUS
    NOTTE DI CIELO

    Prenotazioni solo via e-mail (teatroilcentrodesio@libero.it) o telefono (0362626266).
    Ingresso solo con Green Pass rafforzato e mascherine FFP2. Biglietto: 7 euro

  • Messaggio natalizio dalla comunità islamica

    Caro Don Gianni e comunità cristiana di Desio,

    Desideriamo porvi i nostri più sinceri auguri di buon Natale, nel segno dell’amicizia che ci unisce da molti anni. Stiamo camminando insieme sulla strada del dialogo, del rispetto reciproco, della conoscenza. La pandemia ci ha fatto capire ancora di più che siamo davvero tutti sulla stessa barca: come ha detto Papa Francesco, “nessuno si salva da solo”.

    È quindi sempre più urgente e importante il dialogo, il confronto, la conoscenza dell’altro, andando oltre i pregiudizi e le barriere. Abbiamo vissuto un altro anno difficile e ancora oggi viviamo in una situazione di forte incertezza a causa della pandemia. Abbiamo bisogno di sostenerci e di sentire che non siamo soli. La comunità pakistana di Desio sta cercando di dare il proprio contributo. Non vogliamo fermarci, anzi. Vogliamo proseguire insieme sulla strada della solidarietà e dell’amicizia. Nel 2022, a settembre, si terrà a Milano un evento importante, il festival delle missioni. Sarà una bella occasione di incontro, a cui parteciperemo anche noi per testimoniare che la convivenza tra persone di culture e fedi diverse è possibile. La città di Desio avrà un ruolo di primo piano perché porterà la testimonianza del nostro cammino di dialogo. Vogliamo partire da qui, per
    costruire un futuro migliore per i nostri figli e per il nostro pianeta, con coraggio e determinazione, insieme, cristiani e musulmani.

    Grazie per la vostra amicizia e tanti auguri di buon Natale.

    Ashraf Mohammed Khokhar, presidente associazione Minaji Ul Quran

  • Auguri a tutta la Comunità

    Auguri a tutta la Comunità

    Il Signore vi benedica
    e vi custodisca, vi
    mostri il suo volto
    e abbia misericordia
    di voi. Rivolga verso
    di voi il suo sguardo
    e vi doni pace.
    Il Signore benedica
    ciascuno di voi,
    i vostri cari, le persone
    che fra noi soffrono
    di più e hanno più
    bisogno di amore.
    Buon Natale di vero
    cuore a tutti voi!

    Te Deum Laudamus

    Noi ti lodiamo, Dio,
    ti proclamiamo Signore.
    O eterno Padre, tutta la terra ti adora.
    A te cantano gli angeli
    e tutte le potenze dei cieli:
    Santo, Santo, Santo
    il Signore Dio dell’universo.
    I cieli e la terra
    sono pieni della tua gloria.
    Ti acclama il coro degli apostoli
    e la candida schiera dei martiri;
    le voci dei profeti
    si uniscono nella tua lode;
    la santa Chiesa proclama la tua gloria,
    adora il tuo unico Figlio,
    e lo Spirito Santo Paraclito.
    O Cristo, re della gloria,
    eterno Figlio del Padre,
    tu nascesti dalla Vergine Madre
    per la salvezza dell’uomo.
    Vincitore della morte, hai aperto
    ai credenti il regno dei cieli.
    Tu siedi alla destra di Dio,
    nella gloria del Padre.
    Verrai a giudicare il mondo
    alla fine dei tempi.
    Soccorri i tuoi figli, Signore,
    che hai redento col tuo sangue prezioso.
    Accoglici nella tua gloria
    nell’assemblea dei santi.
    Salva il tuo popolo, Signore,
    guida e proteggi i tuoi figli.
    Ogni giorno ti benediciamo,
    lodiamo il tuo nome per sempre.
    Degnati oggi, Signore,
    di custodirci senza peccato.
    Sia sempre con noi la tua misericordia:
    in te abbiamo sperato.
    Pietà di noi, Signore, pietà di noi.
    Tu sei la nostra speranza,
    non saremo confusi in eterno. Amen

  • Dio viene a stare con noi

    Gesù è venuto in terra nella concretezza di un popolo per salvare ogni uomo e ogni donna, di tutte le culture e le nazionalità. Si è fatto piccolo perché possiamo accoglierlo e ricevere il dono della tenerezza di Dio.

    L’albero di Natale evoca la rinascita, il dono di Dio che si unisce all’uomo per sempre, che ci regala la sua vita. Le luci dell’abete richiamano quella di Gesù, la luce dell’amore che continua a risplendere nelle notti del mondo.

    Natale è questo, non lasciamolo inquinare dal consumismo e dall’indifferenza. I suoi simboli, specialmente il presepe e l’albero
    addobbato, ci riportano alla certezza che ci riempie il cuore di pace, alla gioia per l’Incarnazione, a Dio che diventa familiare: abita con noi, ritma di speranza i nostri giorni.

    L’albero e il presepio ci introducono a quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio delle nostre comunità: un clima ricco di tenerezza, di condivisione e di intimità familiare. Non viviamo
    un Natale finto, per favore, un Natale commerciale! Lasciamoci avvolgere dalla vicinanza di Dio, questa vicinanza che è compassionevole, che è tenera; avvolgere dall’atmosfera natalizia che l’arte, le musiche, i canti e le tradizioni fanno scendere nel cuore.

    La ragione della speranza è che Dio è con noi, si fida di noi e non si stanca mai di noi! E non si stanca mai di perdonare: siamo noi a stancarci di chiedere perdono. Viene ad abitare con gli uomini, sceglie la terra come sua dimora per stare insieme a noi e assumere le realtà dove trascorriamo i nostri giorni. Questo ci insegna il presepe. A Natale Dio si rivela non come uno che sta in alto per dominare, ma come Colui che si abbassa, piccolo e povero, compagno di strada, per servire: questo significa che per assomigliare a Lui la via è quella dell’abbassamento, del servizio. Perché sia davvero Natale, non dimentichiamo questo: Dio viene a stare con noi e chiede di prendersi cura dei fratelli e delle sorelle, specialmente dei più poveri, dei più deboli, dei più fragili, che la pandemia rischia di emarginare ancora
    di più. Così è venuto Gesù, e il presepe ce lo ricorda.

    (dal discorso di papa Francesco ai donatori del presepio e dell’albero di Natale, 10 dicembre 2021)

    Il gesto di Carità che le parrocchie della Comunità hanno organizzato
    per l’Avvento prosegue fino al 6 gennaio 2022. Non lasciamo passare questo
    periodo senza aver provato a donare un sorriso a chi è meno fortunato di noi.

    Le parrocchie SS. Siro e Materno, San Giovanni Battista e San Giorgio sostengono l’Associazione “Talità Kum”, e in particolare l’opera di Stefania Figini e Angelo Sala, nostri concittadini, a favore di progetti in corso nella Repubblica Centroafricana, e in particolare per la ristrutturazione e l’ampliamento della cappella nel villaggio di Bwabuziki/Yolé.

    La parrocchia SS. Pietro e Paolo sostiene il progetto “Aiuto alla Chiesa che soffre” attraverso la ricostruzione dei luoghi di culto e di istruzione, che sono andati distrutti per opera dell’Isis in Iraq.

    La parrocchia S. Pio X sostiene il progetto di suor Maria Pia Marzio, Missionaria di Santa Gemma, per l’assistenza ospedaliera dei numerosi malati di tubercolosi e malaria nella Repubblica Democratica del Congo, e in particolare dei bambini malnutriti e che vivono in condizioni di estrema povertà.

    IN OGNI PARROCCHIA della comunità SI TROVA UN RACCOGLITORE PER le OFFERTE DEDICATE A CONTRIBUIRE AL PROGETTO SCELTO COME GESTO DI CARITÀ 2021

  • Forza Tonino!

    Forza Tonino!

    Mettete a letto i più piccoli e non parlate con loro di quanto leggerete qui.
    Tonino è mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, in Sicilia. In seminario
    abbiamo studiato insieme. Ci siamo rivisti in qualche occasione, a Roma e a
    Noto.

    Tonino non ha remore: ai cresimandi nelle omelie cantava i testi delle canzoni di Marco Mengoni.

    Ora in un’omelia ha osato dire che Babbo Natale, così come è presentato dagli spot pubblicitari, non rispecchia la sua vera origine: il vescovo san Nicola di Myra o di Bari, che è sì portatore di un dono, ma universale e gratuito, corrispondente alla pace e alla gioia di Gesù. Semplificando molto: “quel” Babbo Natale – quello da ipermercato per intenderci – non esiste.

    Apriti cielo! Le migliori menti intellettuali del paese hanno tacciato il vescovo di incapacità comunicativa – una premessa arrogante per mettere a tacere chi non la pensa come loro – rimproverandolo di distruggere così i sogni dei bambini. All’improvviso hanno difeso il Natale – per loro quel nome si può dire, anche se ne hanno dimenticato il significato – e hanno accusato Tonino di allearsi con le peggiori potenze anticapitalistiche mondiali, come solo a certi cattolici capita di fare. Pensavo che, quando si tratta di aborto o eutanasia, i cattolici sono accusati di essere benpensanti retrogradi. Ma sono sorpreso dai nuovi benpensanti che usano i sogni dei bambini per difendere gli interessi dell’economia!

    E pensare che da piccolo scrivevo la letterina di Natale a Gesù Bambino. Forza Tonino! Il Natale – e anche Babbo Natale – è ben altro!

    don Gianni

  • Accendiamo l’Av vento con le laterne verdi

    Accendiamo l’Av vento con le laterne verdi

    AGGIUSTARE IL MONDO PRATICANDO L’AMORE

    Quello che sta avvenendo sul confine tra Bielorussia e Polonia è un dramma, non la scena di un film, purtroppo è tutto vero. Migliaia di uomini, donne e tanti bambini si ritrovano ammassati a cielo aperto, al freddo e gelo, con poco cibo e vestiario, fra le due frontiere in una terra di nessuno perché sono allontanati da una parte e rifiutati dall’altra. Nella civile e ricca Europa si
    negano i diritti più elementari e si sceglie di chiudere gli occhi e voltarsi dall’altra parte.

    Così capita che due giovani siriani insieme al loro bimbo di nemmeno un
    anno scappino su mezzi di fortuna dalla guerra e dal loro paese in cerca
    della pace e di condizioni di vita più dignitose. Sul cammino trovano barriere sempre nuove, ma poi arrivano chissà come in questa bolgia di una guerra non dichiarata. Il bambino sopravvive a mesi di stento fino a quando i
    genitori si separano e si feriscono negli scontri: il piccolo resta così da solo
    nel minuscolo nascondiglio dove la famiglia si era rifugiata e quando arrivano i soccorsi il bambino è già morto, assiderato. Di questo bimbo non ci resta nemmeno un nome e un’immagine, ma solo il racconto disperato dei volontari di una ONG. In questo tragico scenario ci sono stati diversi morti, e di alcuni non sapremo mai. Così anche la morte di questo bimbo, vittima degli egoismi e dei rifiuti di noi europei, sembra scivolare nel silenzio e nell’indifferenza. Quella che fa scegliere di investire risorse e tanti soldi in armi imbracciate da migliaia di militari e in chilometri di filo spinato per respingere nient’altro che persone inermi e disarmate.

    Ma ci sono anche segni di speranza. In molte case sul confine tra Bielorussia e Polonia gli abitanti lasciano accesa una luce verde per indicare ai migranti che oltre il filo spinato sono in ricerca di una via d’uscita che in quelle abitazioni potranno trovare un rifugio sicuro per la notte, un pasto caldo e una persona amica. Quella lanterna indica un semaforo verde-speranza, un segnale che tutti capiscono e che non ha bisogno di parole. Piano piano e in modo spontaneo il movimento delle “lanterne verdi” si è allargato e sempre più famiglie delle zone di frontiera lasciano la lampada accesa alla finestra facendola diventare un simbolo di accoglienza verso ogni uomo che va al di là di ogni frontiera.

    Idealmente anche noi vogliamo allora lasciare le luci accese su queste violenze inaccettabili che colpiscono i più fragili, già segnati da anni di privazioni e violenze, e che gravano sulle coscienze di tutti noi. A noi il
    compito di alzare la voce e gridare la nostra indignazione. Quello delle lanterne verdi non è solo un gestosimbolo che sta popolando i social, ma un segno di vicinanza e di responsabilità di tutti coloro che non vogliono essere indifferenti e intendono restare umani, la speranza che non vogliamo spegnere.

    Anche Papa Francesco in questi giorni a Cipro è tornato a ricordarci il dramma di tanti migranti nel mondo: “Voi siete arrivati qui, ma quanti dei vostri fratelli sono rimasti per strada? Quanti disperati iniziano il cammino in condizioni molto difficili e non arrivano… Guardando voi, guardo le sofferenze del cammino, tanti che sono stati rapiti, venduti, sfruttati… La migrazione forzata non è un’abitudine quasi turistica! Il peggio è che ci stiamo abituando a questo: “Ah oggi, sì, è affondato un barcone, tanti dispersi”. Ma guarda che questo abituarsi è una malattia grave: dobbiamo andare contro questo vizio di abituarci a queste tragedie che leggiamo nei media. È la sofferenza di fratelli e sorelle che non possiamo tacere…

    Che bello allora sarebbe far illuminare il prossimo Natale da quella luce verde che ci invita a riconoscere il volto del bambin Gesù in ogni essere umano che soffre, che è rifiutato. Sarà davvero importante se in questa stagione tesa e amara e sulla via del Natale di Gesù una grande luce verde, fatta di tante piccole lanterne, riuscirà a illuminare la notte dell’Europa e la
    sofferenza di uomini e donne esuli, che bussano alla porta e che non hanno luogo dove andare e dove stare.

    Vito Bellofatto

  • 25 anni di solidarietà: un esempio concreto

    25 anni di solidarietà: un esempio concreto

    La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare si è tenuta sabato
    27 novembre. Chiama a raccolta la solidarietà di tutta Italia, ma in particolare anche di ciascuno di noi, con le sue disponibilità e voglia di fare un gesto gratuito. È un mezzo, quello della colletta alimentare, che permette di essere solidali con un gesto concreto: facendo una donazione o facendo la spesa per chi ne ha più bisogno.

    Come tanti altri sono presenti all’appuntamento del Banco Alimentare anche dei desiani che coinvolgono amici e familiari perché la giornata sia la più proficua possibile. È l’esempio dei desiani responsabili del banco alimentare
    all’Unes via Valsassina a Lissone, Piergiorgio Galbiati, Noemi Arienti ed Enrico Sacchi. “È davvero un’esperienza molto bella – ha raccontato Noemi – È da vent’anni che non manchiamo all’appuntamento per fare questo gesto di solidarietà per rendersi conto dei bisogni che ci sono e ora, dopo la pandemia, sono tante anche le famiglie italiane che hanno bisogno di una mano”.

    Sono felici di poter dare il loro contributo per il prossimo. Hanno raccolto 1130 chili di alimenti per un totale di 123 cartoni. “Era da un po’ che non superavamo i 10 quintali. Evviva!” è stato il soddisfatto commento di Enrico.

  • La Luce del Signore risplende nelle nostre case

    La Luce del Signore risplende nelle nostre case

    Nelle nostre parrocchie stiamo vivendo, invitando le famiglie nelle chiese, a celebrare un segno “missionario” di luce. La luce ha un grande valore nella liturgia cristiana e soprattutto nel Natale, quando prendendo una antica festa pagana, abbiamo iniziato ad indicare Gesù “luce del mondo”.

    In questa ottica si è inserito anche il giorno del Natale stesso, quando le giornate iniziano ad allungarsi, la luce prevale sulle tenebre, il mondo si trasforma a partire da un evento astronomico. Il solstizio d’inverno infatti rappresentava occasione di festività di vario genere: il Sol Invictus, Saturnalia (dal 17 al 23) e Angeronalia nell’antica Roma; il Natale per il cristianesimo; Yule nel neopaganesimo e per gli Eteni con il nome norreno di
    Jól. In Gran Bretagna, a Stonehenge, sopravvivono imponenti ruderi: due cerchi concentrici di monoliti che raggiungono le 50 tonnellate.

    Nelle celebrazioni di questi giorni siamo invitati a portare nelle nostre famiglie due lumini: uno per pregare insieme ai nostri cari aspettando il Natale di Gesù e l’altro per poterlo donare a un vicino, un amico, una persona magari un po’ distratta di fronte a questa festività, accompagnando il segno con un augurio di pace. Un modo semplice, ma sincero per far risuonare il messaggio del presepe: pace in terra a tutti gli uomini e le donne amati dal Signore. E che luce sia! E la pace scenda su

    don Flavio Speroni