Categoria: News

  • Centenario dell’elezione di papa Pio XI

    Centenario dell’elezione di papa Pio XI

    Il 6 febbraio 1922, Achille Ratti, nostro concittadino e Arcivescovo
    di Milano, veniva eletto al soglio pontificio con il nome di Pio XI.
    A causa del perdurare della crisi sanitaria, le manifestazioni previste
    per questo importante anniversario saranno rimandate in altra data.

    Desiderando ugualmente ricordare la circostanza, la sera di sabato 5 febbraio alle ore 18.30 nella Basilica dei SS. Siro e Materno verrà celebrata una S. Messa solenne presieduta dal Vicario Generale dell’Arcivescovo, S. E. mons. Franco Agnesi.

  • L’Amore ha tracciato una strada Anche Paola l’ha percorsa

    L’Amore ha tracciato una strada Anche Paola l’ha percorsa

    2 febbraio – giornata della vita consacrata

    Da poco si è concluso il percorso natalizio in cui abbiamo contemplato l’Amore che si è fatto carne, fatto uomo, ha tracciato una strada, quella del dono, del servizio, dell’annientamento.

    Paola di Rosa l’ha percorsa per prima entrando nel mondo della sofferenza con creatività e con fede coinvolgendo altre giovani nel servizio della Carità, dando origine alla nostra famiglia religiosa che continua la sua opera, ne coltiva la memoria e rivive il suo spirito.

    Una vicenda tanto eccezionale non è un fiore nel deserto: si inserisce in una storia di servizio che va arricchendosi nel tempo di nuovi apporti, di nuovi germogli, proprio come un fiume si espande per la confluenza di ruscelli e affluenti diversi.

    Risalire, anche per sommi capi, il percorso di questo fiume ci permette di scoprire le fonti alle quali ha attinto Santa Maria Crocifissa e accostarci alle motivazioni profonde di alcune sue scelte, accompagnare gli operosi passi in risposta alla sua vocazione di Carità.

    Nella contemplazione del Crocifisso, della Eucarestia e nella fervente preghiera in Paola fiorisce una specifica intuizione di Carità, una spiritualità dell’azione saldamente motivata dalla fede e animata dalla Carità.
    I santi non cessano di stupire, ma anche di indicare percorsi antichi e nuovi per rendere più luminosa e solidale la breve avventura umana.

    Da quel lontano 18 maggio 1840 “primo giorno di quel percorso” ad oggi, le Ancelle continuano a camminare all’interno di quel processo evolutivo, a rispondere ai diversi contesti sociali ed ecclesiali, solcando la traccia feconda di Paola di Rosa, recuperando, della sua originale e originante intuizione di Carità, forme sempre più attive di collaborazione con i laici.

    Nel Libro della Costituzione del 1851 si legge:

    “L’Ancella, custode di una tradizione e di una consegna ricevuta, a nessuna opera di Carità si reputerà straniera, essendo consacrata a tutte col solo nome di “Ancelle della Carità”.

    Il nostro servizio di Amore si è diffuso e continua ancora oggi in Italia, in Croazia, in Ecuador, in Brasile, in Ruanda e in Burundi perché Cristo Gesù merita in ogni tempo e in ogni luogo di essere amato e conosciuto.

    La vita di Paola, intensissima di orazione e di opere resta esemplare: è una sorprendente incarnazione della Spiritualità del servizio nel suo tempo che si disseta alle fonti della più genuina tradizione cristiana, in grado di illuminare anche questo nostro tempo.

    L’Amore ha tracciato una strada e anche Paola l’ha percorsa. Dietro a Lei altre donne hanno accolto l’invito a seguirla in una forma di totale dedizione in comunione di vita e di preghiera; le figlie guardano a Lei come faro che illumina i loro passi, scalda i loro cuori e la Madre le invita a puntare in alto, a mirare a cose grandi a guardare al passato con gratitudine, al presente come dono, al futuro con speranza.

    Suor Lucia, Ancelle della Carità.

  • Rinnovamento nello Spirito Santo

    Il 4 febbraio il gruppo Rinnovamento nello Spirito Santo Gesù Misericordioso vi invita a partecipare con noi ai Primi Venerdì del Mese, nella chiesa del Sacro Cuore in via Segantini alle ore 20,30.

    Siamo profondamente uniti a papa Francesco, ai nostri sacerdoti e alle nostre parrocchie, vogliamo raggiungere chiunque si trovi in un momento di crisi, di depressione, di malattia. Vogliamo aprirci all’Amore di Gesù perchè riempia i nostri cuori e consacrare tutta la città di Desio al Suo Sacro Cuore: per riparare i danni fatti dalla pandemia, per riparare i peccati con cui ancora Gli voltiamo le spalle, ma soprattutto per consentire al Suo Amore di consolare, guarire, ridare senso e speranza, per farci ripartire ancora una volta verso la Santità.

    A voi che soffrite per ogni genere di male ci rivolgiamo: permettete al Signore di parlare al vostro cuore! Da qui, lasciate che il mondo rinasca!

    Gruppo RnS – Gesù Misericordioso

  • Il Papa e il Vangelo: ruminare la Parola

    Il Papa e il Vangelo: ruminare la Parola

    Relativamente alla Domenica della Parola, che ricordiamo questa domenica, vogliamo riprendere una esortazione del papa che il 31 ottobre scorso ci sollecitava, con una curiosa metafora, a leggere, rileggere e appassionarsi alla Parola di Dio.
    “Così ci entrerà nel cuore e potremo portare frutto in Lui”.

    Un grande monaco vissuto intorno all’anno Mille, Guglielmo de Saint-Thierry, diceva che la Parola di Dio va ruminata nell’anima. Proprio come le mucche fanno con l’erba, con quella stessa lenta e gustata assimilazione.

    Scriveva il monaco ai suoi fratelli di Mont-Dieu: “Ogni giorno bisogna far scendere nel ventre della memoria qualcosa che convenga al nostro proposito di vita, che favorisca l’attenzione a Dio e trattenga l’anima dal disperdersi in pensieri estranei”.

    Questo paragonare la digestione delle mucche all’assimilazione spirituale delle Sacre Scritture può meravigliare qualcuno, oggi, ma non scandalizzava nessuno dei contemporanei di Guglielmo che avevano davanti agli occhi le immagini di una vita rurale e di una natura dove era più facile scorgere i segni del grande mistero che ci fa esistere.

    Papa Francesco ha citato la curiosa metafora del monaco medievale nell’Angelus del 31 ottobre scorso, quando ha invitato i fedeli a leggere ogni giorno una pagina del Vangelo. “La Parola del Signore va ripetuta – ha detto Francesco – fatta propria, custodita. La tradizione monastica usa un termine audace ma molto concreto. Dice che la Parola di Dio va ‘Ruminata’. Possiamo dire che è così nutriente perché deve raggiungere ogni ambito della vita: coinvolgere, come dice Gesù, tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente, tutta la forza”.

    Abbiamo imparato a conoscere la concretezza di questo papa e così succede anche quando Francesco invita i fedeli a leggere e ‘ruminare’ ogno giorno qualche versetto dei Vangeli. Accompagna sempre questo invito con dei consigli semplici e concreti. Come il suggerimento di procurarsi una copia tascabile dei Vangeli da tenere sempre con sé.
    “È importante familiarizzare con il Vangelo – spiegava nell’Angelus – averlo sempre a portata di mano e leggerlo e rileggerlo perché quando lo facciamo, Gesù, Parola del Padre ci entra nel cuore, diventa intimo a noi e noi portiamo frutto in Lui”. Certo, nell’era della tv e dei social le distrazioni non mancano. “Per questo – continuava ancora Francesco – chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo”.
    a cura della redazione

  • Sull’albero con Zaccheo

    Sull’albero con Zaccheo

    Il sicomoro

    Prosegue il cammino per la formazione adulti.

    Nei restanti incontri vogliamo affrontare il testo che fa da icona in questo anno liturgico commentando in maniera sempre diversa alcuni passi del racconto che ha tra i suoi protagonisti Zaccheo.

    Angela Leo, Massimo Ricci e Stefano Biffi dell’associazione “Pietre Vive” ci aiuteranno a “vedere” il brano di Luca attraverso un percorso artistico-teologico.

    L’incontro si terrà in streaming venerdì 28 gennaio alle 21.00 su YouTube, canale “Pastorale Desio”

  • Pellegrinaggio diocesano

    Pellegrinaggio diocesano

    Agosto e settembre 2022

    A Santiago de Compostela e Fatima con l’Arcivescovo Mario Delpini

    Per informazioni su questa iniziativa si possono consultare i link
    qui indicati

  • Fedi e culture si incontrano

    Fedi e culture si incontrano

    Il Dialogo Interreligioso è iniziato a dicembre nella nostra città. L’incontro di venerdì 14 gennaio
    è stato rinviato ma vogliamo invitare a riflettere su questi appuntamenti di “Vivere per dono”
    proposti dai Missionari e Laici Saveriani, Desio Città Aperta e Associazione Minhaj Ul Quran.

    Perché questo percorso? Guardandoci attorno abbiamo capito che ancora non possiamo dire di vivere in un mondo perfettamente integrato, o meglio che l’integrazione sia un dato di fatto. Il dialogo tra culture e religioni è una strada da percorrere per arrivare a questa meta.

    Perché dialogo ed integrazione passano attraverso la religione? Le convinzioni del mio vivere, del mio fare, del mio dire derivano dal mio credo; solo riportando il tutto nel silenzio della preghiera e nelle radici della mia fede, qualunque sia la mia fede

    • l’ideale diventa stile di vita
    • l’altro diventa una persona

    Le nostre religioni hanno in comune un personaggio la cui storia è legata a tutti i nostri cammini di fede: Abramo. Dio chiese ad Abramo di alzare gli occhi al cielo e di contare le stelle… Il cielo ci dà un messaggio di unità. Contemplando lo stesso cielo, appaiono le medesime stelle che riescono ad illuminare le notti più scure perché brillano insieme. In quelle stelle vide la promessa della sua discendenza, vide noi. E oggi noi, cristiani e musulmani, insieme con i fratelli e le sorelle di altre religioni, onoriamo il padre Abramo facendo come lui: guardiamo il cielo e camminiamo sulla terra in pace. (Dal discorso di Papa Francesco alla Piana di Ur marzo 21).

    Ecco allora riprendere il cammino nel 2022.
    Nella quotidianità ognuno ha il proprio sentiero ma gli incroci sono importanti (momenti di conoscenza reciproca). Facendoci provocare dal tema del festival della missione 2022 (Vivere per dono), con il supporto delle Scritture e con la voglia di metterci in gioco, rifletteremo su argomenti come:

    • il valore della vita
    • per chi o per cosa vale la pena vivere?
    • celebrare la vita
    • la logica della gratuità

    Alcuni spunti arriveranno dal portare proposte per Agenda ONU 2030 (Obiettivo 04: Istruzione di qualità, Obiettivo 10: Ridurre le disuguaglianze, Obiettivo 12: Consumo e produzione responsabili,Obiettivo 13 : Lotta contro il cambiamento climatico)

    Il cammino è fatto anche da momenti di stop: fermandoci insieme a ricaricarci tramite la preghiera. Alla fine del percorso proporremo di condividere un momento di preghiera, di silenzio, in cui riportare i grazie, le domande, in cui insieme prendere forza e respiro.

    Darsi la mano per sostenersi giornalmente lo si può fare solo se si continua ad incrociarsi e fermarsi, guardare al cielo per camminare su questa terra in pace. Abbiamo bisogno di incontrare tante persone su queste strade per rendere il nostro confronto sempre più ricco.

    Betty – Equipe Dialogo Interreligioso

  • SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

    SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

    “In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”

    Questo è il versetto biblico scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si celebra dal 18 al 25 gennaio 2022. Tratto dal Vangelo di Matteo al capitolo 2, è il tema del consueto appuntamento delle chiese cristiane.

    Come ogni anno anche in questo 2022, nel mese di Gennaio, pregheremo in tutte le chiese per l’unità dei cristiani. Questo evento, nel suo profondo significato unitario, è fortemente voluto da tutte le Chiese cristiane, sancito nell’Assemblea Interreligiosa del lontano 1999, quando tutti si dichiararono convinti “che il dialogo tra le religioni non significhi rinunciare alle proprie identità, ma piuttosto rappresenti un momento di scoperta. Impariamo ognuno a rispettare l’altro come membri di un unico genere umano. Impariamo ad apprezzare sia le nostre differenze sia i valori comuni che ci tengono vicini …

    Noi ci chiediamo l’un l’altro di dimenticare gli errori passati, di promuovere la riconciliazione, di impegnarci in prima persona per superare l’abisso tra ricchezza e povertà e di lavorare per un mondo di giustizia e di pace durevole”.

    Questa convinzione, e l’impegno che ne deriva, riconducono direttamente alle stesse parole di Gesù espressa nella preghiera ultima al Padre “che siano uno perchè il mondo creda”!

    Prima dell’Assemblea Interreligiosa del 1999 fu papa Giovanni Paolo II con la famosa enciclica “Ut Unum Sint” (1995) a tracciare le linee non solo di un senso ecumenico ma di una vera “unità” di tutti i cristiani. Questo messaggio venne e viene tuttora decisamente condiviso da papa Francesco e da tutta la Chiesa come testimonianza convinta di un Dio unico per l’uomo chiunque esso sia. Da allora e sulla scia di questi impegni si sta facendo un grandioso lavoro congiunto in senso ecumenico, come per esempio le risoluzioni condivise con la Chiesa evangelico-luterana, gli incontri frequenti e le celebrazioni congiunte con la Chiesa anglicana così come con la Chiesa ortodossa. Si tratta non soltanto di scoprire da una parte quante cose abbiamo in comune, ma anche di saper valorizzare le differenze, che si traducono in una effettiva ricchezza, dono di una condivisione. Insomma, si ha l’impressione che sia un percorso tracciato, e nella spontanea semplicità di molti tutto questo è già una realtà. Anche sul nostro territorio.
    Che siano uno perché il mondo creda, appunto.

    Guido Feltrin

  • Ricordi e spunti di riflessione per una Musica Sacra

    Ricordi e spunti di riflessione per una Musica Sacra

    “…Ma c’è uno strumento musicale che è proprio della Chiesa e che viene dagli antenati, l’organo, il quale per la sua meravigliosa grandiosità e maestà, fu ritenuto degno di associarsi ai riti liturgici, sia accompagnando il canto, sia durante i silenzi del coro, secondo le prescrizioni della Chiesa, diffondendo armonie soavissime…”

    Non sapevo che questa citazione, tratta dalla Bolla papale “Divinis cultis” redatta nel 1928 dall’allora papa desiano Pio XI avrebbe segnato la mia vita. Ero un bambino che in braccio alla mamma ascoltava con meraviglia lo storico organo Serassi della cattedrale di Sant’Andrea della città di Asola, esempio mirabile di perfetto stile gotico-lombardo. Avevo solo tre anni, ma ricordo visivamente e uditivamente quei momenti con mamma e papà, nonni, zii e cugini recarsi in chiesa per il solenne pontificale della domenica.
    Questi ricordi d’infanzia si sono poi trasferiti a Desio, all’oratorio, oggi B.V. come piccolo cantore, e poi via, verso studi musicali accademici. La musica sacra, il canto sacro, l’organo, non mi avrebbero più abbandonato. La musica è un ausilio determinante per avere un aiuto verso il mistero della fede. Quando la parola finisce il proprio compito di esplorare l’infinito e l’irrazionale, ecco che la musica, quella vera, dischiude mondi sconosciuti che si aprono alla contemplazione e alla preghiera.

    La Chiesa conosce bene il ruolo sociale dell’arte, e la musica è sempre stata il mezzo privilegiato per avvicinare l’Uomo al mistero divino, ma ad una condizione; che sia vera musica.

    “…Si curi la formazione e la pratica musicale nei seminari, … Si abbia in grande onore l’organo a canne, il cui suono è in grado di aggiungere splendore alle cerimonie della Chiesa e di elevare gli animi a Dio…
    I compositori compongano melodie che abbiano le caratteristiche della vera musica sacra…”

    Questi sono solo pochi spunti del capitolo IV dedicato alla musica sacra dal Concilio Vaticano II nel documento che riguarda la liturgia (1963).

    Facciamone tesoro!

    Enrico Balestreri

  • L’importanza e il significato del Battesimo

    L’importanza e il significato del Battesimo

    Perché è così importante il Battesimo? E quale significato ha il Battesimo di Gesù?

    Il tempo liturgico del Natale si conclude con il Battesimo di Gesù, che cade la domenica dopo la solennità dell’Epifania. Battezzato da Giovanni nelle acque del fiume Giordano, Gesù ricorda che “Chi crede e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Marco 16,16).

    Ultimo dei profeti del Vecchio Testamento, Giovanni Battista il Precursore si trovava nei pressi del Mar Morto, alla confluenza del fiume Giordano, proprio per convertire le genti, somministrando il battesimo in grado di mondare da tutti i peccati. L’immersione nell’acqua del fiume era il rito simbolico a cui sottoporsi, stando a quanto profetizzato da Ezechiele: “vi aspergerò con acqua e sarete purificati”.

    Accettare Dio e ricevere il suo Spirito è infatti ancora oggi il rito iniziale di purificazione del cristiano che ha deciso di accogliere il Signore nel proprio cuore.

    Mentre svolgeva il suo sacro compito, Giovanni Battista riconobbe il Messia e lo indicò ai presenti indicando come tra loro si trovasse “uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali”. Gesù chiese di essere battezzato a sua volta, come gli altri, sorprendendo il predicatore. Uscito dalle acque, il cielo si aprì e lo Spirito Santo scese su di lui. Così, pieno della grazia divina, Gesù Cristo si avviò nel deserto dove rimase per quaranta giorni in meditazione. Dopo questi, tornò per dedicarsi alla vita pubblica in Galilea.

    Ma perché Gesù che era privo di peccato volle sottoporsi al battesimo? Perché “conviene così che si adempia ad ogni giustizia”, citando proprio il Messia, intento a spiegare la sua volontà al Battista. Accettando il battesimo, Gesù volle tanto rendersi solidale con i penitenti che si avvicinavano alla fede cristiana, quanto sancire in questo modo che il rito del Battesimo non sarebbe più stato di sola purificazione, ma un vero e proprio atto di riconciliazione tra il genere umano e il divino. Da quel momento, attraverso il battesimo, gli uomini si sarebbero purificati dal peccato originale.

    Il divino si era fatto uomo, e iniziava la sua opera di salvezza del genere umano, che avrebbe poi raggiunto il suo culmine con l’estremo sacrificio, nella crocifissione. Cancellando il peccato originale, l’uomo che si avvicina a Dio, si rende partecipe della sua grazia, che lo monda da tutte le colpe e le pene, fino ad allora commesse, rendendolo un membro della Chiesa cristiana.


    “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato”
    (Marco 16,16)

    Battesimo di Cristo, Piero della Francesca, 1445, National Gallery, Londra

    Per comprendere il valore del battesimo occorre sapere qual è la salvezza che desidero. Questo si capisce bene nel caso in cui la vita mi metta con le spalle al muro: se non vedo nessuna via di fuga, cerco subito di avere accanto chi mi potrebbe salvare. Questo vale, per esempio, quando sono pieno di debiti, oppure quando ho una malattia grave. Per farmi sopravvivere, l’istinto è pronto a tutto.

    Invece il credente è consapevole che la propria vita è nelle mani di Dio, il quale non è l’ultima spiaggia di chi è disperato, ma il Padre che ogni giorno bussa al mio cuore perchè lo accolga. Allora comprendo che la fede in Gesù anticipa fin d’ora la salvezza eterna, che mi farà sperimentare l’incontro diretto con Dio.

    Chi crede in Gesù si rende conto che, dopo averlo incontrato, la sua vita non è più quella di prima.

    Se ne rese conto anche quell’uomo thailandese, di cui raccontò la conversione un missionario italiano rientrato in Italia. Egli trascorse molti anni in uno sperduto villaggio, predicando il vangelo, istruendo i bambini, curando i malati. Una sera un uomo bussò alla sua porta e gli chiese perchè avesse lasciato l’Italia. Era stato costretto da una carestia? Erano morti tragicamente tutti i familiari?

    Il missionario allora volle rivelargli un segreto. “Io e te – gli disse – siamo fratelli!”

    “Come è possibile?” replicò sorpreso quell’uomo.

    Il prete gli mostrò il crocifisso e concluse: ”Gesù è venuto sulla terra per dirci che Dio è padre di tutti gli uomini.”

    Allora il thailandese, pieno di gioia, volle ascoltare il vangelo e prepararsi a ricevere il battesimo, per far conoscere anche ai suoi amici questa verità stupenda.

    Il battesimo ci rende cristiani perchè ci associa alla morte e alla risurrezione di Gesù, e ci introduce nella vita divina. Siccome il sacramento del battesimo manifesta l’assoluta generosità del perdono di Dio e ci rende figli nel Figlio, allora ascoltiamo con fiducia la parola del vangelo, perchè orienti al bene le nostre scelte di ogni giorno. Il battesimo è un dono che ci unisce ai credenti che ci hanno preceduto, ci aggrega alla comunità cristiana in cui viviamo e permette anche a noi di aspirare alla santità.