Categoria: News

  • VI dopo Martirio di San Giovanni

    Il Vangelo di oggi suscita in noi una reazione istintivamente negativa: il padrone è giusto con tutti, inspiegabilmente più generoso con alcuni. Ma una parabola non può essere certamente presa alla lettera, come sistema di conduzione sindacale di un’azienda. La parabola ci ricorda che Dio non può essere giudicato secondo le nostre categorie, con la tentazione di costruirsi un Dio a propria immagine e somiglianza, un idolo. La 1a e la 2a lettura sottolineano che il nostro è un Dio che salva gratuitamente e per amore, che ci invita ad andare a Lui perchè solo in Lui si trova la salvezza.

    Dio vuole la nostra collaborazione, vuole avere bisogno di noi. Se ha una preferenza, ce l’ha per gli ultimi, per quelli che alla fine della giornata non hanno ancora trovato lavoro: per il Padrone questi sono i più sfortunati.

    Di fronte a un Dio che manifesta in questo modo la sua bontà, quale è il nostro atteggiamento? Purtroppo non riusciamo ad accettare questo comportamento di Dio pronto a perdonare, a cominciare da capo. Preferiremmo un Dio fiscale che, secondo i nostri schemi, dia poco o tanto Paradiso a seconda del nostro giudizio: più facile accettare la giustizia di Dio che la sua misericordia.

    Dobbiamo riscoprire che la vita è un dono, saperci meravigliare che Dio si interessi di noi, ci perdoni. Abbiamo bisogno di ascolto della Parola, di preghiera; dobbiamo sentirci tutti chiamati a condividere i nostri doni, a preoccuparci della vigna che per noi potrebbe essere la parrocchia o l’oratorio.

    don Alberto

  • La mia  esperienza  in Messico

    La mia esperienza in Messico

    In occasione del mese dedicato alle Missioni abbiamo chiesto a Padre Franco Benigni, rettore dei Missionari Saveriani di Desio, di spiegarci che significato ha oggi “fare ed essere missione nel mondo”.

    Il fenomeno attuale della globalizzazione ha portato alla ribalta non solo delle cronache ma anche della nostra vita di tutti i giorni, l’esistenza e l’importanza di altre culture e di altre religioni, cosicché questo non è più un fatto nuovo per nessuno. Tuttavia i missionari da sempre si sono trovati a confrontarsi con questi “altri”. Infatti, in questi ultimi cinquant’anni circa, in questa nuova temperie culturale, essi hanno dovuto ripensare la missione alla luce delle mutate situazioni storiche e delle nuove indicazioni della Chiesa, soprattutto del Concilio Vaticano II e dei pronunciamenti degli ultimi papi.

    Attualmente nel mondo, i tre grandi settori dove i missionari in generale, e in particolare i saveriani operano sono: il dialogo con le religioni, la promozione umana come esercizio della carità, (per es. costruendo scuole, ospedali…) e l’inculturazione del vangelo, come cioè tradurre il messaggio di Cristo nelle categorie di pensiero e nel contesto sociale vivo delle altre culture.

    I missionari saveriani, svolgono la loro opera anche in Messico, dal 1951.

    Un settore dell’attività dei saveriani in Messico è costituito dalle scuole, a vario livello. È importante questa azione missionaria nel campo scolastico: infatti ci sono zone in Messico dove la scristianizzazione provocata dalle conseguenze della rivoluzione del 1910 e poi dalla persecuzione del 1927-1929 ha allontanato completamente la gente dalla chiesa. Uno dei modi di avvicinarsi è appunto la scuola. Infatti, in molti casi la gente ci ascolta non tanto perché siamo sacerdoti ma perché siamo insegnanti.

    A me appunto è toccato, da quando sono stato inviato in Messico nel ’93, questo settore dell’evangelizzazione, e cioè la promozione umana attraverso la scuola.

    La prima città dove ho svolto la mia missione è stata Salamanca, (oggi 300.000 ab. circa), fondata dopo la pace con gli indios Chichimecas nel 1602, con il beneplacito del re di Spagna Felipe III; del periodo coloniale restano la chiesa di Sant’Agostino, a cassettoni ricoperti di polvere d’oro, del Settecento, ed un magnifico chiostro degli Agostiniani in stile “herreriano” e barocco; inoltre l’incantevole chiesa di san Bartolomeo apostolo in stile “churrigueresco”, con il bassorilievo sul portone che ricorda lo storico accordo di pace stipulato tra i bellicosi indios Otomies, della famiglia Chichimeca, e gli Spagnoli. Sono stato poi nel pueblo di Arandas (100.000 ab. circa) fondata nel 1544 sulle terre degli indios Caxcanes e Tecuexes; qui i coloni e gli indios vissero in guerra permanente fino alla metà del Settecento; questa è la terra del tequila che, come tutti sanno, è il liquore tipico messicano, prodotto dalla fermentazione del frutto dell’agave. Ci vogliono ben otto anni perché l’agave sia pronto per la produzione del liquore! Negli ultimi anni la produzione del tequila ha portato un maggior benessere. Inoltre le terre Alte di Jalisco, dove sorge Arandas, sono praterie ricche di bestiame e di cavalli. Qui iniziò la rivolta dei Cristiani (Cristeros) contro il governo anticattolico del presidente Plutarco Elias Calles, il giorno di Santo Stefano del 1926. Ho poi trascorso gli ultimi dieci anni nella città dell’eterna primavera, a Guadalajara (zona urbana di 5 milioni di ab. circa), capitale dello stato di Jalisco, fondata nel 1542, con rescritto del re di Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, Carlo V. Gli abitanti sono molto industriosi, un po’ come i Brianzoli; dico un po’, perché ogni popolo è diverso dagli altri. Guadalajara è la capitale industriale dell’occidente del Messico. Nella sua regione si allevano animali da carne, come bovini e maiali, ma anche cavalli da sella; inoltre si coltiva il mais, l’avocado, le fragole e i cactus per uso alimentare.

    Il Messico è un grande paese, con grandi possibilità, ma che ora deve affrontare il problema del narcotraffico.

    Ovunque io sono stato, e per il lungo periodo che ho trascorso fuori dall’Italia, mi sono sentito sempre a mio agio. In effetti, se posso permettermi una battuta, la vita è un po’ come una partita di calcio, dove per vincere ci vogliono bravura e fortuna. Per noi cristiani la bravura consiste nel fare quello che dice il Vangelo e, in quanto alla fortuna, essa si chiama Provvidenza.

  • Don Davide Ciarla: ora è diacono

    Don Davide Ciarla: ora è diacono

    Insieme ad altri 21 candidati (e 4 del Pime) Davide Ciarla è stato ordinato diacono nel Duomo di Milano sabato 25 settembre. Un momento solenne e intenso, al quale si preparava da quando, nel 2015, è entrato in seminario arcivescovile di Milano dopo aver concluso gli studi al Politecnico di Milano.

    Don Davide Ciarla è entrato a far parte della comunità di Desio come seminarista già dallo scorso anno e proseguirà fino a fine maggio, quando ci sarà l’ordinazione sacerdotale.

    “Questo è un passo definitivo – ha detto Davide – Sono molto emozionato anche per il turbine di emozioni di questi giorni”. Domenica 26 settembre è infatti rimasto nella parrocchia d’origine a Biassono a festeggiare con parenti e amici la festa patronale e dell’oratorio.

    Davide ha chiaro il suo percorso da futuro prete: “Mi auguro di non pensare di dover fare le cose da solo, ma di ricordarmi che la cosa importante è saper mantenere le relazioni. In particolare, questi legami sono importanti da vivere con il desiderio di portare il Vangelo alle persone che incontro”. Eleonora Murero

  • Benvenuto  don Marco!

    Benvenuto don Marco!

    A San Pietro e Paolo

    Domenica 26 settembre la comunità parrocchiale di San Pietro e Paolo ha dato una calorosa accoglienza a don Marco Albertoni.
    Tra regali, pensieri e messaggi di ben arrivato il vicario è pronto a guidare la parrocchia con entusiasmo e determinazione.

    Ha 40 anni, è nato nel 1981 a Acquate di Lecco. “In questi giorni sentivo che ripetere il mio sì, il mio eccomi a Gesù era importante per questo passaggio. Non bastano solo le nostre forze, ma anche qualcun altro che ci aiuti – ha detto nell’omelia don Marco – Ho pensato davvero tanto a questa Messa e a questo inizio del mio percorso che coincide anche con il mandato degli educatori, allenatori e catechisti. Mi auguro il meglio per tutti, illuminati dal Vangelo”.

    Forse il regalo più significativo è stata una borsa di studio per un adolescente che ne aveva bisogno “vista la tua attenzione per chi ne ha più bisogno”, così come la tuta dalla società sportiva, i disegni dei bambini, lo zainetto e lo striscione con la scritta di benvenuto e le firme di giovani e adolescenti.

  • Accogliamo il Diacono Stefano

    Accogliamo il Diacono Stefano

    Sarà la nostra accoglienza e simpatia a coinvolgere nella vita pastorale il diacono Stefano Orfei che presterà servizio alla messa domenicale nella parrocchia di San Giorgio. Gli abbiamo chiesto di scrivere qualche riga di presentazione…

    «Mi chiamo Stefano e sono un diacono permanente dell’Arcidiocesi di Milano ordinato 19 anni fa. Nella mia vita lavorativa ho fatto il medico ospedaliero, ora pensionato, e sono stato per anni il primario della geriatria dell’ospedale Bassini. Dal 2015 il vescovo mi ha mandato a prestare il mio servizio di diacono e medico presso l’Opera Aiuto Fraterno dell’Arcidiocesi di Milano che si interessa per l’appunto dei sacerdoti anziani ed ammalati. Svolgo anche il servizio di accoglienza spirituale nel Duomo di Milano per chi ha “bisogno di parlare” dei propri problemi ed avere un consiglio, pur sapendo che questa non è una confessione (infatti le uniche cose che il diacono non può fare è l’Assoluzione dai peccati e la Consacrazione). Da agosto sono in parrocchia a San Giorgio per le celebrazioni domenicali e pertanto mi vedrete sull’altare con la stola diaconale per essere al vostro servizio».

  • Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito

    Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito

    Per la zona Pastorale V Gruppo Acor, Desio Decanato di Desio, il Servizio per la Famiglia della Diocesi di Milano organizza una serie di incontri nella fede, rivolti a coloro che vivono la separazione: sole, o in nuova unione.

    CALENDARIO E TEMI

    • 13 ottobre 2021 Un anno di Grazia (Lc 4, 14 – 30)
    • 10 novembre 2021 Si prese cura di lui (Lc 10, 25 – 37)
    • 15 dicembre 2021 Va dietro a quella perduta (Lc 15, 1 – 10)
    • 12 gennaio 2022 Gli corse incontro e lo baciò (Lc 15, 11 – 32)
    • 09 febbraio 2022 Il lembo del mantello (Lc 8, 40 – 56)
    • 09 marzo 2022 Insegnaci a pregare (Lc 11, 1 – 13)
    • 13 aprile 2022 Oggi sarai con me in Paradiso (Lc 23, 33 – 43)
    • 11 maggio 2022 Pace a voi! (Lc 24, 36 – 53)
    • giugno 2022 Incontro conclusivo

    Gli incontri si svolgeranno presso l’Istituto Missionari Saveriani,
    Via don Milani 2, Desio (Accesso da via per Binzago)
    Ogni secondo mercoledì del mese alle ore 21.00

    PER INFORMAZIONI

    Prima di partecipare agli incontri è consigliabile prendere contatti con i referenti di zona

    Per la zona pastorale V è a disposizione per l’ascolto e/o l’accompagnamento spirituale don Fabio Viscardi tel. 338 802 0135 – donfabio@trinitacesano.it

  • Un’Arena… in Centro

    Le iniziative culturali del fine settimana per sostenere
    i lavori alla cupola della Basilica

    MOSTRA E PREMIAZIONI

    Si è svolta domenica 3 ottobre, presso lo spazio espositivo del Centro Parrocchiale, la premiazione dei concorsi riservati agli alunni delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie, nell’ambito del progetto Salviamo la cupola. Sono arrivati 439 bellissimi disegni che le ragazze e i ragazzi hanno realizzato esprimendo la loro arte e la loro sensibilità, guidati con passione ed entusiasmo delle loro insegnanti.

    Per le scuole secondarie i premi sono stati assegnati a Letizia Laveni (primo premio assoluto), Micol Baglìo (secondo premio) e Vittoria Finazzi (terzo premio). Molti altri disegni avrebbero meritato un riconoscimento per tecnica, originalità, creatività ed esecuzione. Riconoscimenti sono andati ai bambini della scuola primaria Niccolò Annoni e Elia Caracciolo. La scuola dell’infanzia di San Giorgio ha invece vinto il premio per il miglior plastico. I coordinamenti delle scuole dell’infanzia hanno deciso di devolvere al progetto di restauro della cupola i premi destinati alle scuole.
    Tutti i lavori possono essere ammirati nella mostra allestita al Centro Parrocchiale che resterà aperta anche sabato 9 e domenica 10 ottobre.

    SABATO 9 ottobre – Ore 21, Basilica dei SS. Siro e Materno, Desio
    CORO CITTÀ DI DESIO

    Dirige il Maestro Enrico Balestreri
    Il Coro propone un viaggio musicale partendo dalla polifonia del Cinquecento fino alle esperienze musicali del Novecento. Biglietto: 7 euro

    VENERDÌ 15 ottobre – Ore 21 – Teatro Il Centro, Desio
    INTERPLAY

    Interplay è un progetto culturale nato al Politecnico di Milano nel 2017. Il suo obiettivo è sperimentare la fusione di diverse culture musicali in un mix insolito dai sapori jazz e fusion. Biglietto: 10 euro

    sabato 16 ottobre – Ore 21 – Teatro Il Centro, Desio
    LOGOS BAND

    Torna la band, nata negli anni ottanta, da ragazzini con tanta voglia di musica. Biglietto: 10 euro

    Prenotazione attraverso mail teatroilcentrodesio@libero.it, telefonando al numero 0362.626266 oppure direttamente nel foyer del teatro ogni lunedì, ore 17-19.

    Per accedere al teatro è obbligatorio presentare il Green Pass

  • Una Chiesa lieta della gioia cristiana

    Un atteggiamento da testimoniare, celebrare, condividere e declinare nella vita sociale, sulla scia della «profezia» rappresentata dalla Chiesa dalle genti

    «Gesù indica nella gioia lo scopo della sua rivelazione». Monsignor Delpini scrive chiaramente quale stile di comunità ecclesiale propone: una Chiesa lieta.

    La gioia cristiana

    «La gioia cristiana, per quello che se ne può dire, coinvolge tutta la persona e tutte le esperienze. La sua espressione è la festa che ne fa esperienza comunitaria». Ma precisa anche cosa intende: «È riduttivo, infatti, descrivere la gioia come un sentimento che nasce da una situazione favorevole, come un’esperienza piacevole, come soddisfazione di un desiderio, come realizzazione di un’aspettativa, per quanto tutto possa essere compreso in quella gioia che viene dalla vita di Dio, creatore di ogni cosa buona».

    Una gioia che va condivisa. «È riduttivo definire la gioia come esperienza individuale. Pertanto la festa è l’espressione comunitaria della gioia condivisa tra le persone. L’arte di fare festa richiede un’esperienza spirituale intensa, un’appartenenza culturale per animare linguaggi, musiche, segni che esprimano la gioia e la rendano evento del villaggio, fecondità nella trasmissione del patrimonio alle giovani generazioni e insieme protagonismo dei bambini nel contagiare adulti e anziani».

    Anche da questo punto di vista è profetica la prospettiva della Chiesa dalle genti. Scrive infatti l’Arcivescovo: «Nella Chiesa dalle genti le tradizioni culturali diverse sono chiamate a contribuire alla festa di tutti non solo con rappresentazioni folkloristiche, ma con la sinfonia dei linguaggi e la sincerità della reciproca fraterna accoglienza».

    No a celebrazioni tristi

    «La festa cristiana – continua monsignor Delpini – ha il suo fondamento nella celebrazione. È quindi necessario che, attraverso la cura delle celebrazioni, si creino le condizioni perché si esprima la gioia frutto dello Spirito. Le celebrazioni tristi, grigie, noiose sono forse il segno di comunità tristi, grigie, noiose: è come se lo Spirito fosse trattenuto, come se il “roveto ardente” fosse solo una fotografia».

    La gioia e il travaglio

    Come rapportarsi alla sofferenza degli uomini? C’è contradizione con la gioia cristiana? «I discepoli di Gesù, destinatari della rivelazione che genera la gioia piena, partecipano delle vicende talora serene, spesso drammatiche e tragiche della storia umana, piangono con chi piange, soffrono con chi soffre.

    Che sarà della loro gioia? Sarà messa da parte in attesa del paradiso? Il soffrire genera tristezza e smentisce la dichiarazione di Gesù? C’è qualche cosa di misterioso nella paradossale gioia dei martiri e dei santi che sanno sorridere e cantare anche quando sono perseguitati e maltrattati, disprezzati e insultati, provati in mille modi dalle fatiche e dalle ostilità che incontrano nella loro stessa casa e comunità».

    Declinazione sociale della gioia cristiana

    Riferendosi ai 50 anni della Caritas, l’Arcivescovo sottolinea le modalità di una “traduzione” sociale della gioia cristiana. «Essere all’altezza dell’intuizione di san Paolo VI non significa aumentare la quantità delle azioni e delle opere che le nostre Caritas fanno (e di cui siamo riconoscenti), quanto piuttosto intensificare il loro compito pedagogico e culturale, perché possano proprio con il loro genuino e specifico tratto cristiano contribuire in modo attivo a quella transizione ecologica che il mondo invoca senza riuscire ad accendere. Si tratta in altre parole di vivere una declinazione sociale della gioia cristiana che permetta a tutti, cristiani e non, di riconoscere come la fede nel Dio di Gesù Cristo è capace di generare forme di trasfigurazione del mondo, dei suoi legami, delle sue attività, dei suoi modi di produzione, dei suoi riti e dei suoi ritmi di lavoro e di festa».

    «La gioia cristiana – conclude l’Arcivescovo – non è un’emozione ma più profondamente un habitus che dona energie spendibili nella vita di ogni giorno, a livello individuale, familiare e sociale, e che trascina tutti noi nel processo di rigenerazione della storia e del cosmo (vero motore di ecologia integrale) che è la risurrezione di Gesù Cristo. La gioia cristiana è strumento per la trasformazione del mondo e la conversione dei cuori».

  • “Non temere di abbracciare la tua Vocazione e seguire il Signore”

    Con queste parole il nostro Arcivescovo, in visita nella nostra città, ci ha portato l’annuncio del Signore.

    Come Gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo, in comunione con i nostri pastori della Chiesa vogliamo fare nostro e condividere la gioia di questo annuncio.

    Chiunque tu sia, dovunque ti trovi, qualsiasi croce tu stia portando, non avere paura!

    Il Signore Gesù ti ama, ti cerca e vuole prendere dimora col Padre nella tua vita.

    Oggi, se senti la voce del Signore, non indurire il cuore: ti aspettiamo il mercoledì sera alle 20.30 alla chiesetta del Sacro Cuore in via Segantini 18.

    Non avere paura, tu vieni e seguimi!

    Gruppo RnS Gesù Misericordioso

  • Un’Arena… in Centro

    SABATO 2 ottobre Ore 21
    Teatro Il Centro, Desio
    VIVA LA VIDA!
    Il Coro Santuario del Crocifisso
    presenta una lettura in musica
    di “Favola d’amore” di Herman Hesse
    Biglietto: 10 euro
    Ingresso su prenotazione
    DOMENICA 3 ottobre Ore 16.00
    Sagrato della Basilica,
    Piazza Conciliazione, Desio
    CORPO MUSICALE PIO XI
    CITTÀ DI DESIO
    Dirige il Maestro Gioacchino Burgio
    Nel corso della manifestazione si svolgerà
    la premiazione dei concorsi per le scuole del progetto Salviamo la cupola Ingresso libero (in caso di maltempo la manifestazione verrà annullata)

    Le iniziative si possono prenotare il lunedì dalle 17 alle 19 presso il Teatro Il Centro, telefonando al numero 0362.626266 o inviando mail a teatroilcentrodesio@libero.it oppure direttamente in teatro nel giorno dell’evento.

    Per accedere al teatro è obbligatorio presentare il Green Pass