Categoria: News

  • «Noi siamo sempre aperti!»

    «Noi siamo sempre aperti!»

    Tra poco, per molti, inizierà il periodo delle vacanze estive. In questa pagina don Paolo ci ricorda alcuni consigli per sfruttare anche cristianamente questo tempo di riposo dagli impegni quotidiani.

    Tra poco più tre settimane inizierà l’estate.
    Sarà ancora un’estate particolare, con molte limitazioni per la pandemia che non è sconfitta, ma con qualche apertura in più per la campagna vaccinale che sta continuando con rapidità.
    Probabilmente troveremo anche qualche cartello con scritto: “Chiuso per ferie”.
    Ma noi preti diremo ai fedeli delle nostre parrocchie: “Noi NON chiudiamo per ferie!”.
    Le celebrazioni saranno garantite, l’annuncio del Vangelo prosegue e la carità non verrà meno.
    Due anni fa il nostro Vescovo Mario aveva scritto nella lettera pastorale: “la situazione è l’occasione”.
    Anche negli anni passati i Papi e i Vescovi avevano scritto lettere che accompagnavano il tempo estivo…
    dei cristiani. Probabilmente sono riflessioni che gà conosciamo bene, però può essere utile ricordarne alcune.

    Processione in Val Badia

    1 L’estate è un tempo che può aiutarci a costruire legami più vivi e intensi in famiglia, tra parenti e amici, e, nella libertà da impegni e orari stringenti e in un clima di serenità, può permetterci di godere la contemplazione silenziosa ed eloquente delle bellezze che il Creatore non si stanca di donarci.

    2 I cristiani, in particolare, devono essere disincantati di fronte ad alcuni atteggiamenti di moda per essere invece testimoni di uno stile di vita più essenziale, sobrio, interiore, responsabile, pronto a diffondere quella gioia pura e autentica che deriva dal vivere nella Grazia del Signore.
    Non facciamoci mancare, allora, qualche spazio di preghiera, ritiro spirituale o anche la sosta in un santuario.

    3 L’invito ad essere ad essere testimoni di Gesù risorto si deve tradurre anche nell’incontro con le comunità cristiane locali nei luoghi di villeggiatura, che offre la significativa opportunità di condividere la fede comune, soprattutto partecipando alla celebrazione eucaristica nel giorno del Signore.

    4 Ogni Chiesa locale ha radici storiche e culturali in quel determinato territorio che merita di essere conosciuto, favorendo così un’evangelizzazione insieme ricevuta e data. Sappiamo che il turismo si dilata sempre più a dimensione mondiale.
    Veniamo così sollecitati ad aprire i nostri orizzonti culturali per costruire ponti, imparando la tolleranza e il rispetto, integrando con senso critico valori e prospettive di genti diverse da noi, ma tutte unite nell’unica grande famiglia di Dio. Sant’Agostino scrive che il mondo è come un libro e che chi non viaggia legge solo una pagina di questo libro. Ma leggere una sola pagina, la propria, può essere pericoloso: può chiuderci in noi stessi, farci innalzare antichi steccati, condurci a considerare gli altri come “nemici”.
    Meglio condividere i nostri valori, anche “viaggiando”!
    Qualche anno fa il nostro Vescovo Card. Tettamanzi ci scriveva: “Non c’è dubbio che oggi, con l’enorme e inarrestabile sviluppo delle comunicazioni sociali e dei mezzi di trasporto, questa “globalizzazione turistica” è divenuta una realtà quotidiana. Ma è anche una “globalizzazione culturale”? Non nel senso di un “meticciato” generico, incolore, omologato all’occidente, bensì di una stima per ogni esperienza culturale diversa in vista di una integrazione, quale reciproco arricchimento di valori. In clima o in sospetto di “scontro di civiltà”, questa globalizzazione diviene richiamo e chiarimento utile per tutti: per chi viaggia, per gli operatori e responsabili del turismo, per le comunità cristiane impegnate nell’accoglienza.”

    5 Non manchi la carità e qualche impegno di volontariato. Le attività estive per i ragazzi negli oratori purtroppo saranno limitate per le condizioni di sicurezza che ci vengono imposte. Ma si farà di tutto perché giovani e adulti si mettano a disposizione con generosità per stare accanto ai nostri bambini e ragazzi in questo tempo di vacanza libero dagli impegni scolastici (su Comunità in cammino n° 18 sono state già date alcune indicazioni).
    La Caritas ambrosiana, dopo un anno di stop, propone ai giovani (dai 18 ai 30 anni) i Cantieri della solidarietà (cantieri@caritasambrosiana.it).
    La visita alle persone sole può essere vissuta con disponibilità ma sempre con prudenza.
    Ma la nostra creatività costruirà e inventerà altre occasioni di solidarietà.
    Buona estate dunque affidandoci al Signore, a Maria Santissima e ai nostri Santi protettori.

    E ricordiamoci sempre che le nostre Chiese NON CHIUDONO PER FERIE.

  • Il progetto di Gesù

    Gesù riunisce una comunità di Fratelli

    Ufficio Diocesano per la Pastorale Missionaria
    Terzo incontro interdecanale: zona V
    Decanati: Carate Brianza – Desio – Lissone

    Padre Emmanuel Adili Mwassa
    Missionario Saveriano
    Giovedì 3 giugno 2021 ore 21,00
    Incontro on line su Zoom
    Richiedi il Link tramite Whatsapp 3356654445

  • Partiti!

    Partiti!

    Sabato scorso è stata posizionata la gru che servirà per portare il materiale in quota per sostituire la copertura della Basilica

    È stato aperto in questi giorni il cantiere nel quale, per circa nove mesi, decine di operai si prenderanno cura della copertura in ardesia della cupola della nostra Basilica, simbolo della città di Desio, ammalorata dal tempo e dagli agenti atmosferici. Verranno sostituite le 28 mila scandole, in arrivo dalla Liguria. Un impegno davvero importante per la Parrocchia SS. Siro e Materno: “La parrocchia si rivolge a tutti i cittadini desiani e non solo – dice Mons. Gianni Cesena -. Facciamo un appello alle donne e agli uomini di buona volontà perché questo intervento possa essere portato a termine con successo e la città stessa possa ritrovarsi attorno alla sua basilica con un’identità più forte”. Nei prossimi giorni partirà anche l’”operazione scandole”. Quelle che verranno rimosse verranno infatti ripulite e decorate: devolvendo un contributo sarà possibile avere la propria scandola, opportunamente incorniciata, ovvero un pezzo di storia della Basilica da conservare nella propria casa. Andrea Pizzi

  • «Partecipare alla vita  di Dio»

    «Partecipare alla vita di Dio»

    Le Giornate Eucaristiche sono giorni particolari della vita della Chiesa durante le quali, nelle parrocchie, viene data la possibilità di sostare presso Gesù eucaristico

    In programma per questo fine settimana nelle parrocchie di Desio ci sono le Giornate Eucaristiche. Le proponiamo in un periodo vicino alla festa del Corpus Domini e a chiusura delle principali attività dell’anno pastorale. Non c’è obbligo di un calendario definito. Nella diocesi di Milano si chiede semplicemente che «l’esposizione solenne dell’Eucaristia (detta tradizionalmente Quarantore, o Giornate Eucaristiche) sia celebrata possibilmente ogni anno, fuori dai tempi di avvento, di natale e di quaresima» (Sinodo 47°, cost. 57).

    Il nome tradizionale di Quarantore pare derivare dal calcolo del tempo trascorso da Gesù nel sepolcro e si legherebbe così a una pratica ancora oggi molto diffusa durante il Triduo Pasquale: oltre all’adorazione della Croce, si prega davanti all’altare dove è conservata l’Eucaristia, o altare della riposizione, in passato impropriamente chiamato “sepolcro”.
    La storia delle Quarantore o Giornate Eucaristiche non è molto chiara: sembra un movimento nato “dal basso”, animato da numerosi santi e ravvivato da molteplici usi e devozioni, dove però possiamo trovare alcuni elementi fondamentali, utili a vivere bene anche oggi questa proposta spirituale.

    Scrive papa Benedetto XVI nell’Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis (2007): «l’adorazione eucaristica non è che l’ovvio sviluppo della Celebrazione eucaristica». E aggiunge: «L’atto di adorazione al di fuori della santa Messa prolunga ed intensifica quanto s’è fatto nella Celebrazione liturgica stessa. Infatti, soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera. E proprio in questo atto personale di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale che nell’Eucaristia è racchiusa e che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri».
    Dedicare un tempo forte a porsi di fronte a Gesù nell’Eucaristia, è anzitutto rivolgersi a Dio così come veramente è – non come lo immagineremmo noi – ossia a Colui che ha spezzato la sua vita per noi, che non la vuole possedere, ma salvare, che la vuole nutrire. Non sosteremo mai abbastanza in contemplazione del dono che Gesù ci fa di se stesso, della sua amicizia, della sua compagnia. La parola del vangelo ci potrà aiutare a stare con Lui. Il silenzio, abitato dalla sua presenza, non resterà momento vuoto, ma ricerca di intimità, quella che la frenesia delle giornate ci toglie, lasciandoci senza fiato.

    Pregare così, con l’adorazione, è possibile a tutti, anche a coloro che non sono in grado di ricevere la Comunione, ma possono sostare davanti al Signore: non si tratta infatti di ricevere un premio, ma di ritrovare se stessi accanto a Lui.

    E, come scrive papa Benedetto, di ritrovare anche gli altri: la missione sociale dell’Eucaristia per rompere le barriere che ci separano gli uni dagli altri e vivere la memoria di Gesù non solo nei riti ma soprattutto nella vita. Fate questo in memoria di me: spezzate il pane per condividere l’amore.
    don Gianni

    Orari e giorni divisi per Parrocchia

    Parrocchia Santi Siro e Materno

    GIOVEDÌ 27 MAGGIO

    • 7.30 S. Messa e tempo per le confessioni
    • 9.00 S. Messa e tempo per le confessioni (fino alle 11.00)
    • 16.00 Tempo per le confessioni (fino alle 18.30)
    • 18.30 S. Messa e tempo di adorazione e confessioni
      fino alle 20.00

    VENERDÌ 28 MAGGIO

    • 7.30 S. Messa
    • 9.00 S. Messa
    • 15.30 Esposizione e adorazione eucaristica
    • 18.00 Vespri e riposizione
    • 18.30 S. Messa
    • 21.00 Esposizione dell’Eucaristia e adorazione guidata.
      Tempo di silenzio
    • 22.00 Compieta e riposizione

    Sabato 29 maggio

    • 9.00 S. Messa
    • 15.30 Esposizione e adorazione eucaristica
    • 18.00 Vespri e riposizione
    • 18.30 S. Messa vigiliare

    DOMENICA 30 MAGGIO

    Orario delle SS. Messe festivo

    • 10.00 S. Messa in Oratorio per la GIORNATA DEL GRAZIE
    • 12.20 (dopo la S. Messa) Esposizione e adorazione eucaristica
      Conclusione per tutta la città
    • 16.00 Vespro solenne e benedizione

    Parrocchia Santi Pietro e Paolo

    Venerdì 28 maggio

    • 08.30 S. Messa e adorazione fino alle 10.00 (possibilità delle confessioni)
    • 20.30 Adorazione eucaristica per tutti

    Sabato 29 maggio

    • 16.00 Adorazione eucaristica per ragazzi, adolescenti e 18enni
      17.00 Adorazione eucaristica per tutti
      (possibilità delle confessioni)
      18.30 S. Messa vigiliare

    Parrocchia San Pio X

    Venerdì 28 maggio

    • 08.30 S. Messa e adorazione fino alle 10.00

    Sabato 29 maggio

    • 15.00 Esposizione e adorazione eucaristica (fino alle 17.00)
    • 17.30 S. Messa vigiliare

    Parrocchia San Giovanni Battista

    GIOVEDÌ 27 MAGGIO

    • 08.30 S. Messa, adorazione e confessioni fino alle 10.00

    Venerdì 28 maggio

    • 08.30 S. Messa, adorazione e confessioni fino alle 10.00
    • 17.00 Adorazione V elementare
    • 20.30 S. Rosario

    Sabato 29 maggio

    • 16.00 Esposizione e adorazione eucaristica e confessioni
    • 17.30 Vespri e riposizione
    • 18.00 S. Messa vigiliare

    Parrocchia San Giorgio

    Venerdì 28 maggio

    • 16.00 Esposizione e adorazione eucaristica
    • 18.00 S. Messa
    • 20.30 Esposizione e adorazione eucaristica

    Sabato 29 maggio

    • 17.00 Esposizione e adorazione eucaristica
    • 18.00 S. Messa vigiliare
  • 29a Giornata del Malato

    29a Giornata del Malato

    Mercoledì 2 giugno 2021 nella Basilica dei Santi Siro e Materno con gli anziani e gli ammalati verrà celebrata l’Eucaristia (sarà possibile ricevere l’Unzione degli Infermi)

    • Ore 15,30 ritrovo per la recita del rosario
    • Ore 16,00 celebrazione della santa messa

    Signore Gesù, ancora oggi, come buon samaritano,
    ti fai vicino a ogni persona ferita nel corpo e nello spirito,
    per portare i segni della consolazione e della speranza.
    Per il dono del Tuo Spirito,
    fa’ che ogni condizione di paura si apra alla fiducia,
    ogni situazione di dolore sia illuminata dalla speranza,
    ogni atteggiamento di egoismo si converta nella gioia
    della condivisione e del servizio.
    Fa’ che la nostra esistenza sia una casa accogliente,
    fondata sulla roccia del tuo amore.

    Giornata-del-malato-2021

  • Desio e la sua Basilica – Uno scrigno di bellezza e di sorprese

    Desio e la sua Basilica – Uno scrigno di bellezza e di sorprese – Episodio 1

    Entriamo nella basilica dei SS. Siro e Materno a Desio. Accompagnati e guidati dal Professor Massimo Brioschi scopriamo in questo episodio alcuni angoli nascosti e pressoché sconosciuti della chiesa desiana: l’ingegneristico sistema che sostiene il tetto, i resti del meccanismo dell’antico orologio frontale, il retro dell’organo, la salita alla torre campanaria e tante altre curiosità. Segui il progetto di restauro della cupola su

    www.desioelasuabasilica.it

    Video by Francesco Sangalli
    Fonico Riccardo Schellino
    Una produzione Parrocchia SS. Siro e Materno Desio

  • «Vieni e vedi»

    «Vieni e vedi»

    Comunicare incontrando le persone come e dove sono

    In occasione della 55a Giornata della Comunicazioni Sociali, che si tiene questa domenica 16 maggio, Papa Francesco invia questo messaggio che ci aiuta a vivere da cristiani l’approccio al mondo complesso delle comunicazioni.

    Cari fratelli e sorelle,
    l’invito a “venire e vedere”, che accompagna i primi emozionanti incontri di Gesù con i discepoli, è anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana. Per poter raccontare la verità della vita che si fa storia è necessario uscire dalla comoda presunzione del “già saputo” e mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto. «Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai, e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita», consigliava il Beato Manuel Lozano Garrido* ai suoi colleghi giornalisti. Desidero quindi dedicare il Messaggio, quest’anno, alla chiamata a “venire e vedere”, come suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta: nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale. “Vieni e vedi” è il modo con cui la fede cristiana si è comunicata, a partire da quei primi incontri sulle rive del fiume Giordano e del lago di Galilea.

    Consumare le suole delle scarpe

    Pensiamo al grande tema dell’informazione. Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in “giornali fotocopia” o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell’inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, “di palazzo”, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società. La crisi dell’editoria rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni. Se non ci apriamo all’incontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero.

    Quei dettagli di cronaca nel Vangelo

    Ai primi discepoli che vogliono conoscerlo, dopo il battesimo nel fiume Giordano, Gesù risponde: «Venite e vedrete» (Gv 1,39), invitandoli ad abitare la relazione con Lui. Oltre mezzo secolo dopo, quando Giovanni, molto anziano, redige il suo Vangelo, ricorda alcuni dettagli “di cronaca” che rivelano la sua presenza nel luogo e l’impatto che quell’esperienza ha avuto nella sua vita: «Era circa l’ora decima», annota, cioè le quattro del pomeriggio. Il giorno dopo – racconta ancora Giovanni – Filippo comunica a Natanaele l’incontro con il Messia. Il suo amico è scettico: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». Filippo non cerca di convincerlo con ragionamenti: «Vieni e vedi», gli dice. Natanaele va e vede, e da quel momento la sua vita cambia. La fede cristiana inizia così. E si comunica così: come una conoscenza diretta, nata dall’esperienza, non per sentito dire. «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito», dice la gente alla Samaritana, dopo che Gesù si era fermato nel loro villaggio. Il “vieni e vedi” è il metodo più semplice per conoscere una realtà, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga.

    Grazie al coraggio di tanti giornalisti

    Anche il giornalismo, come racconto della realtà, richiede la capacità di andare dove nessuno va. Una curiosità, un’apertura, una passione. Dobbiamo dire grazie al coraggio e all’impegno di tanti professionisti –  giornalisti, cineoperatori, montatori, registi che spesso lavorano correndo grandi rischi – se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate. Sarebbe una perdita per l’informazione, per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità.

    Opportunità e insidie nel web

    La rete, con le sue innumerevoli espressioni social, può moltiplicare la capacità di racconto e di condivisione: tanti occhi in più aperti sul mondo, un flusso continuo di immagini e testimonianze. La tecnologia digitale ci dà la possibilità di una informazione di prima mano e tempestiva, a volte molto utile: pensiamo a certe emergenze in occasione delle quali le prime notizie e anche le prime comunicazioni di servizio alle popolazioni viaggiano proprio sul web. È uno strumento formidabile, che ci responsabilizza tutti come utenti e come fruitori. Grazie alla rete abbiamo la possibilità di raccontare ciò che vediamo, ciò che accade sotto i nostri occhi, di condividere testimonianze.
    Ma sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili. Tale consapevolezza critica spinge a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere.

    Nulla sostituisce il vedere di persona

    Nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti. L’attrattiva di Gesù su chi lo incontrava dipendeva dalla verità della sua predicazione, ma l’efficacia di ciò che diceva era inscindibile dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti e persino dai suoi silenzi. I discepoli non solo ascoltavano le sue parole, lo guardavano parlare.
    In Lui – il Logos incarnato – la Parola si è fatta Volto, il Dio invisibile si è lasciato vedere, sentire e toccare, come scrive lo stesso Giovanni (Gv 1,1-3). La parola è efficace solo se si “vede”, solo se ti coinvolge in un’esperienza, in un dialogo. Per questo motivo il “vieni e vedi” era ed è essenziale.
    Pensiamo a quanta eloquenza vuota abbonda anche nel nostro tempo, in ogni ambito della vita pubblica, nel commercio come nella politica. Diceva W. Shakespeare: «Sa parlare all’infinito e non dir nulla». Le parole del drammaturgo inglese valgono anche per noi comunicatori cristiani.
    La buona novella del Vangelo si è diffusa nel mondo grazie a incontri da persona a persona, da cuore a cuore.
    Uomini e donne che hanno accettato lo stesso invito: “Vieni e vedi”, e sono rimaste colpite da un “di più” di umanità che traspariva nello sguardo, nella parola e nei gesti di persone che testimoniavano Gesù Cristo.
    Quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare ed ebbero la fortuna di passare del tempo con lui. Verificavano, vedendolo in azione nei luoghi dove si trovava, quanto vero e fruttuoso per la vita fosse l’annuncio di salvezza di cui era per grazia di Dio portatore. E anche laddove non poteva essere incontrato in persona, il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava.

    «Nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti», affermava Sant’Agostino, esortando a riscontrare nella realtà il verificarsi delle profezie presenti nelle Sacre Scritture. Così il Vangelo riaccade oggi, ogni qual volta riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù. Da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana.
    La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono.
    Signore, insegnaci a uscire dai noi stessi,
    e a incamminarci alla ricerca della verità.
    Insegnaci ad andare e vedere, insegnaci ad ascoltare,
    a non coltivare pregiudizi,
    a non trarre conclusioni affrettate.
    Insegnaci ad andare là dove nessuno vuole andare,
    a prenderci il tempo per capire, a porre attenzione
    all’essenziale, a non farci distrarre dal superfluo,
    a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità.
    Donaci la grazia di riconoscere le tue dimore nel mondo e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto.

  • FESTA DEI POPOLI 2021

    FESTA DEI POPOLI 2021

    La Festa dei popoli, organizzata dai Saveriani in collaborazione con associazioni e volontari, è di grande attualità. Se allarghiamo lo sguardo, oltre Desio, abbiamo a che fare con popoli, culture, lingue, identità diverse. Nelle stazioni, nelle piazze, sui treni, negli ospedali, per strada, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, negli oratori troviamo tutto il mondo.
    Celebrare la Festa dei popoli il 23 maggio 2021, domenica della Pentecoste, è particolarmente significativo. La Pentecoste è celebrazione della bellezza dell’universalità, delle diversità. Il volto di Dio è multiforme, multiculturale, multietnico. Dio parla le nostre lingue. La festa dei popoli è occasione per celebrare la bellezza delle nostre identità, delle nostre diversità con particolare attenzione alla fratellanza universale tra uomini e donne. Occorre avere – come diceva il card. Martini – “sincera simpatia per l’altro, avvicinarlo con fiducia, essere pronti a imparare da chiunque parli con sincerità e onestà intellettuale”.
    Quest’anno, unico evento, sarà la celebrazione dell’Eucaristia, presso i Missionari Saveriani, domenica 23 maggio alle 11,30.

    Don Tonino Bello, un giorno disse: “La pace è finita, andate a messa”. Così ci invitava a prolungare l’Eucaristia fuori della chiesa con persone diverse, con chi non condivide la nostra fede, la nostra cultura, la nostra lingua.

    Padre Emmanuel

  • Accolitato per Cosimo Iodice

    Sabato prossimo, 22 maggio, nella parrocchia di Garbagnate Milanese verrà conferito a Cosimo Iodice, parrocchiano di San Giovanni Battista e prezioso collaboratore nella Comunità Pastorale, il ministero dell’Accolitato, ultima tappa del percorso verso il Diaconato permanente. Partecipiamo alla sua gioia e lo accompagniamo nella preghiera.