Categoria: Omelie

  • IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    IV di Pasqua

    Il brano di Vangelo di oggi fa parte del lungo discorso
    nell’Ultima Cena in cui Gesù rivela ai suoi amici le cose che
    più gli stanno a cuore: una pagina che è la sintesi e il vertice del Vangelo perché ci parla dell’Amore. Sembra un brano facile, che si può riassumere in un generico “vogliamoci bene“, ma se ci lasciamo prendere dalla Parola del Signore, ci accorgiamo che è una pagina molto densa.

    L’amore è un dono di Dio per noi. E per un cristiano, amare è un condividere questo amore, è un manifestare la vita nuova in noi che è partecipazione della natura intima di Dio che è Amore, rivelatosi in Gesù. Gesù rivela il suo amore con il dono della vita. E’ un amore richiesto con il Suo stile: un amore che si fa piccolo, umile, rispettoso della libertà degli altri, pronto al perdono.

    Proviamo a chiederci, innanzitutto, se siamo convinti che l’amore è un dono da chiedere a Gesù che lava i piedi ai suoi apostoli, e se abbiamo compreso che bisogna “rimanere nel suo amore“ cioè in una
    vita spirituale profonda. Il nostro amore assomiglia a quello di Gesù? è senza limiti o al contagocce? è per tutti o qualcuno è escluso? è umile servizio o un sentirci superiori o bravi?

    Oggi è la Giornata mondiale per le vocazioni: ciascuno di noi porta in sé un progetto di Dio, un modo
    particolare in cui vivere e manifestare l’amore ricevuto, cioè una vocazione.

    Chiediamo al Signore di donarci il suo Spirito d’amore e di lasciarci prendere da questo Amore, per essere testimoni credibili del suo Vangelo, secondo la nostra vocazione.

    don Alberto

  • IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    III di Pasqua

    Nel brano di Vangelo di questa domenica, Gesù accusa i
    suoi nemici di essere bugiardi e schiavi ed essi reagiscono
    definendolo samaritano ed indemoniato.

    Il contrasto si rivela già dalle prime battute di questo
    brano: Gesù proclama “Io sono la luce“, cioè colui che può dare senso alla vita e alla storia, ma gli avversari chiedono qualche testimonianza di questo. Gesù rivela il volto di Dio, ma essi non l’accettano perché non rientra nei loro schemi: c’è una chiusura totale.

    Non dobbiamo meravigliarci che la Chiesa faccia fatica ad annunciare il Vangelo e che tanti non la accettino, anzi la ostacolino. Ma qual è il motivo di questo rifiuto? Forse è dovuto al fatto che la Chiesa, come dice il Vangelo, difende il valore della persona al di là di tutte le etichette sociali o di razza; o perché proclama la sacralità della vita dall’inizio alla fine; o perché difende l’istituto naturale della famiglia; o perché come Gesù ha un’attenzione particolare ai poveri, richiamando verso di essi
    l’attenzione delle istituzioni; o perché ricorda a chi ha in mano le leve dell’economia il diritto primario di ogni uomo ad un lavoro onesto e retribuito, non deve meravigliarsi o scoraggiarsi se è rifiutata.

    Se, invece, il rifiuto della Chiesa dipende dagli scandali, allora gli uomini di Chiesa con umiltà riconoscano gli errori, riparino i danni compiuti e si convertano al Vangelo. Lo Spirito Santo, dono di Cristo risorto, ci aiuti in questo lavoro di discernimento, così che la Chiesa possa continuare ad essere segno di Gesù risorto nel mondo d’oggi.

    don Alberto

  • IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

    II di Pasqua

    Nel Vangelo di oggi si vede il sorgere del “giorno del Signore” cristiano che è il ”primo giorno dopo il sabato“.

    Anche se la prima Comunità celebrava con gli altri ebrei il riposo il giorno di Sabato,
    nella coscienza dei discepoli di Gesù diventa sempre più importante il giorno della
    Risurrezione, il 1° dopo il sabato, cioè la domenica.

    I cristiani, come i primi discepoli, si trovano insieme in questo giorno per incontrarsi
    con Gesù risorto, per ascoltare la sua parola, per nutrirsi di Lui e così avere la forza di testimoniarlo.

    Per noi cristiani la domenica è la Pasqua settimanale in cui riviviamo lo “spezzare il pane”, l’Ultima Cena, la Passione e la Risurrezione di Gesù.

    Un secondo aspetto che risalta dal Vangelo di oggi è che gli Apostoli senza Gesù hanno paura (le porte del Cenacolo erano chiuse) mentre, quando, invece, riconoscono Gesù diventano sereni e contenti. Ci pare di essere fuori dal mondo, eppure non ci dobbiamo scoraggiare perché il Signore è risorto, è con noi, ci sostiene.

    Un terzo insegnamento è che Gesù continua la sua opera di salvezza attraverso gli uomini. Come regalo di Pasqua, Gesù dà il potere di rimettere i peccati: dona il suo Spirito agli Apostoli perché possano continuare a dare il suo perdono.

    Gesù sa che non è facile credere alla risurrezione e proclama: “beati quelli che,
    senza aver visto, crederanno”: tra questi ci siamo anche noi.

    Chiediamo al Signore “accresci la nostra fede” e fa che la nostra vita sia testimonianza concreta del Vangelo in cui crediamo.

    don Alberto

  • Pasqua di Risurrezione

    Pasqua di Risurrezione

    La Pasqua, come dice il Salmo responsoriale, è “il giorno che ha fatto il Signore“, è la festa per eccellenza, così importante che i cristiani hanno sentito il bisogno di celebrarla ogni otto giorni, nella domenica. È giorno di luce e di gioia che, mentre celebra il trionfo di Cristo, ci aiuta a riscoprire chi siamo noi, perché possiamo dire che il cristiano è uno che crede e vive la Pasqua, testimoniandola ogni giorno.

    Nella seconda lettura, Paolo ci riporta al nucleo della fede cristiana e cioè che Cristo è morto, sepolto, e che è risorto il terzo giorno.

    È il mistero centrale della nostra fede, quello che ci distingue da ogni altra religione; è il fondamento della nostra preghiera, della Liturgia, dei Sacramenti che sono “incontro con Cristo risorto” nella Chiesa; è il senso della morale cristiana che è lasciarsi guidare dallo Spirito di Cristo risorto.

    Il cristiano testimonia la sua fede nella Pasqua quando vive come Gesù: quando sa dire il suo sì alla volontà del Padre; quando vede l’autorità come un servizio; è libero, davanti a tutto e a tutti, se è in gioco il Regno di Dio; quando sa perdonare chi lo emargina, lo rinnega, lo tradisce e lo mette in croce.

    Il cristiano è un ottimista ad oltranza in un mondo sempre più sfiduciato, pessimista, chiuso in sé nella ricerca di piccole gioie; è uno che vince la guerra con l’amore e il perdono, perché non si sente mai solo!

    Buona Pasqua.

    don Alberto

  • Domenica delle Palme

    Domenica delle Palme

    Il tempo della verità del cuore

    «Osanna al figlio di David!» Grido di gioia ed entusiasmo, grido di speranza e attesa. Pensiamo alla semplicità di quella gente che vedeva in Gesù il realizzarsi di tutti i sogni, il cancellarsi di tutte le paure, finalmente libera, libera dal dolore, dalla schiavitù. E mentre Gesù camminava, si dicevano tra loro: ha sfamato migliaia di persone, ha risuscitato il suo amico Lazzaro, ha guarito i lebbrosi come solo Dio poteva fare. Dio è in mezzo a noi e ci benedice! All’inizio di questa settimana detta “autentica” mentre sventoliamo i rami frondosi dell’ulivo e cantiamo: «Osanna al figlio di David», chiediamoci: troviamo oggi, in Gesù, la realizzazione delle nostre esistenze? Lo riconosciamo come il Salvatore delle nostre vite? Colui che ci guarisce? Domandiamoci: l’immagine e la somiglianza di Dio, per ognuno e ciascuno di noi, corrisponde a quella che Lui ci ha mostrato?

    Preghiamo

    Padre mio,
    io mi abbandono a te, fa di me
    ciò che ti piace.
    Niente desidero di più, fare quello che
    vuoi Tu.
    Senza riserve con infinita fiducia
    mi pongo nelle tue mani perché Tu sei
    il Padre mio.
    Charles de Foucauld

    Impegno settimanale

    In questa settimana entriamo più spesso in Parrocchia, oltre a partecipare ai riti della settimana autentica, fermiamoci più del solito in Chiesa per meditare e adorare il grande mistero dell’amore di Dio per l’umanità

  • Da cuore a cuore

    «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza» (Dt 6,5) Questo passo biblico è la preghiera quotidiana dei nostri fratelli ebrei lo Shemà. Esprime una scelta di vita esemplare sia dal punto di vista religioso che morale. Un versetto molto caro anche a Gesù, che lo varierà introducendo la «mente»: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente» (Mt 22,37). Cuore e mente, passione e intelligenza. In questa quinta settimana leggeremo ogni giorno, nei brani di Vangelo proposti dalla liturgia, l’amore e la vicinanza di Cristo per quelli che lo cercano con un cuore desideroso di amare, un cuore puro, un cuore che sappia giudicare, in modo da distinguere il bene dal male.Preghiamo Signore, il tuo giogo è dolce e il tuo carico leggero, perché la tua Parola, accolta, porta nei cuori la pace vera. Ti prego per tutto il mondo, perché la pace autentica possa farsi strada nel cuore di ogni uomo. Amen

    Impegno settimanale

    Scopriamo: quale volto ha l’amore? Quale forma, quale statura, quali piedi, quali mani? (Sant’Agostino)
  • L’Amore che dona luce

    L’Amore che dona luce

    QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA

    In questa settimana siamo chiamati a riflettere sull’amore che dona luce. Farsi prossimo, lo si
    può fare solo amando. L’incontro con Gesù dona la vista, è come un bagno che elimina dagli occhi ogni sporcizia, siamo trasformati, capaci di guardare in faccia la realtà. In questa settimana
    riflettiamo su tutte quelle volte che non siamo stati luce. I nostri discorsi sono sovente frammisti
    d’intenzioni impure, adulterate.

    Cerchiamo, talvolta, di presentarci migliori di come in realtà siamo; nelle nostre parole spesso
    si celano aggressività e pregiudizi, sospetti e condanne. Per essere luce è necessario usare parole rette e trasparenti – senza secondi fini. Solo così è possibile creare un’atmosfera nella quale il “cieco” trovi il coraggio di guardare liberamente dentro di sé. Il nostro linguaggio deve trasmettere fiducia e limpidezza, usiamo uno sguardo di luce sul fratello che ci sta di fronte.

    Preghiamo
    Signore mio,
    non permettere che cada nella
    tentazione di giudicare
    e criticare i miei fratelli.
    Insegnami a scoprire negli altri il
    meglio di ciascuno,
    le sue virtù e le sue buone intenzioni.
    Amen

    Impegno settimanale

    Entriamo in relazione con la nostra
    sorgente interiore, con le risorse più
    profonde. Gesù confida in noi, non vuole
    fare tutto da solo.

  • Salmo in minore

    Salmo in minore

    Proseguo – dopo il segno della croce e l’invocazione penitenziale – a proporre qualche riflessione su alcuni elementi della celebrazione eucaristica.

    Oggi tocca a quello che solitamente chiamiamo “Salmo respon-
    soriale”. Anche se l’ultima riforma del rito ambrosiano lo chiama semplicemente “Salmo”, continua anche per noi a caratterizzarsi per la ripetizione di un ritornello, o responsorio, recitato o cantato. Non capita spesso che nell’omelia il predicatore faccia riferimento al Salmo e, forse, il ritornello si ripete meccanicamente, magari senza notare la differenza tra dire “Lodate il Signore popoli tutti” o “Perdona i nostri peccati” oppure “Salvaci, Signore, da ogni male”.

    I Salmi sono 150 componimenti a carattere poetico, che occupano un intero libro della Bibbia e intendono esprimere nello stesso tempo la preghiera a Dio e i diversi stati dell’animo umano.

    Il tono originario è quello di canti modulati su precise melodie ebraiche in grado di svelare sentimenti di gioia, lode, perdono, invocazione, intercessione, affidamento, fiducia, dolore, attesa di guarigione e salvezza. Dire “Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca” è diverso dal dire “Dal profondo a
    te grido, Signore”. I Salmi sono una preziosissima scuola di preghiera, capace di adattarsi a una molteplicità di soggetti: lo scrittore sacro che parte dalla sua esperienza diretta, Gesù che in diverse circostanze si rivolge al Padre, la Chiesa che innalza la preghiera di una comunità solidale, ogni essere umano – e io stesso – nei suoi desideri e nei suoi bisogni e in diverse situazioni dell’esistenza. Una preghiera che non si esaurisce nello slancio di una singola persona, ma che diventa voce dell’umanità intera pronunciata davanti a Dio.

    I Salmi vengono utilizzati nella Liturgia delle Ore che è la preghiera ufficiale della Chiesa, così da mettere davanti al Signore tutte le realtà umane, fino alle più estreme, affinché tutti possano essere ricordati davanti a Dio.

    Nella Messa ci vengono proposti pochi versetti, a complemento della prima lettura appena proclamata, così che la Parola ascoltata diventi anche Parola pregata.E tuttavia sembra che questa proposta riceva un’attenzione minore, appaia trascurabile, mentre può diventare manifestazione profonda del nostro mondo interiore. Un tesoro da custodire e sfruttare, da ascoltare e ripetere

    don Gianni

  • Per mezzo della fede

    Per mezzo della fede

    TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA

    Cos’è la fede? Come può l’uomo credere alle parole di un altro
    uomo, vissuto più di duemila anni fa, che si riteneva Dio? Ha ancora senso, oggi, parlare di fede, quando una gran parte di ciò che nel passato rappresentava un’incognita è stata spiegata esaustivamente dalla scienza? Non è puerile pensare che l’uomo moderno necessiti di fede? E la fede cristiana, così com’è, non dovrebbe essere sfrondata da credenze che
    sembrano credulonerie? Gli uomini religiosi, anche i cristiani, non hanno forse commesso, nella storia e ancora oggi, dei crimini orrendi appellandosi alla fede? Il mondo non sarebbe decisamente meglio senza le fedi? Non basterebbe affidarsi al buon senso della logica umana? Chiediamoci: queste persone di ieri e di oggi, che hanno commesso e commettono degli errori, lo hanno fatto per la troppa fede o perché la fede autentica non aveva e non ha convertito i loro cuori? La fede è un atteggiamento che richiede continua conversione, che cambia tutta la vita: non si resta gli stessi dopo avere aderito al Signore Gesù, dopo essere divenuti suoi discepoli.

    Preghiamo

    Signore,
    spesso siamo troppo convinti delle
    nostre idee e crediamo solo nelle
    nostre capacità.
    Aiutaci ad affidarci a te, alla tua
    parola che salva e dona libertà.

    Impegno settimanale

    Obbedienza alla fede. Vuol dire, non solo obbedire alle cose credute, ma anche obbedire credendo. «Credere è fare la sua volontà». Sant’Ireneo.

  • Un incontro che cambia la vita!

    Un incontro che cambia la vita!

    Seconda settimana di quaresima

    Il vero scopo della vita cristiana è di intessere un rapporto personale con Cristo. Ci sono molte vie per giungere alla fede. Una può consistere nel mettere sotto esame il proprio vivere quotidiano, chiedendosi se tutto ciò che così intensamente coinvolge, il lavoro le relazioni sociali, soddisfa le attese più profonde. Aiutarsi con la lettura del Vangelo, entrare in familiarità con le parole di Gesù e con gli eventi della storia della salvezza. Lasciarsi poco alla volta attrarre e affascinarsi dal modo con cui Gesù incontra le persone, le tocca e le rinfranca, senza farsi loro giudice. Incominciare la giornata con qualche momento di silenzio, mettersi sotto lo sguardo di Dio. A sera, poi, presentare a Dio tutti gli avvenimenti della giornata. Sostare serenamente di fronte a una icona del Salvatore, lasciandosi raggiungere dal suo sguardo che incontra e penetra nei cuori.

    Preghiamo

    Aprimi alla tua novità Signore,
    donami di accogliere la tua Parola
    come fosse il primo ascolto,
    la tua eucarestia con l’entusiasmo della prima volta,
    donami il cuore di un fanciullo che conosce e riconosce l’amore che ha dato a lui la vita.

    Impegno settimanale

    Non accontentarti di credere in Dio, ma cerca qui e ora l’esperienza di Dio, affinando i tuoi sensi e la tua sensibilità per ciò che ti accade intorno