Il Vangelo di oggi ci riporta la parabola della zizzania: una delle più conosciute e una delle poche spiegate da Gesù. La parabola ci ricorda che Dio è sempre presente nella storia dell’umanità ed è paziente con l’uomo. Non sfugge nulla al padrone del campo, anche se non è imputabile a lui la zizzania; sa che c’è e chi l’ha seminata. Ha presente la situazione del mondo, sa che c’è il bene, ma sa che purtroppo c’è anche il male.
Al contrario di noi uomini, che vorremmo subito la divisione tra il bene ed il male e l’annullamento di questo, Dio sa aspettare perché, a differenza di quanto avviene nel mondo vegetale, la zizzania potrebbe diventare buon grano, una persona cattiva può diventare buona. La storia ci presenta delle conversioni clamorose.
Il discepolo di Gesù deve essere attento ai fenomeni del suo tempo. Sa che nel mondo c’è zizzania, che c’è il demonio, il male, ma sa anche che c’è il Signore che è superiore ad ogni forza cattiva, c’è anche il buon grano.
Buon grano e zizzania non sono due categorie di persone, ma modi di vivere che possono essere presenti in ciascuno di noi.
Il cristiano non nega il male, ma di fronte alla persona che sbaglia ha sempre speranza che si converta e lo sforzo che deve fare, nel punire il colpevole, è di recuperarlo. Devi imitare Gesù che condannava il peccato salvando il peccatore.
Chiediamo allora al Signore di saper guardare il mondo, la storia con i suoi occhi, di avere la sua pazienza e misericordia con chi sbaglia e di essere strumento del suo amore nel mondo.