Categoria: Omelie

  • Il pensiero della settimana – III domenica dopo Pentecoste

    Il pensiero della settimana – III domenica dopo Pentecoste

    Carissimi, il tema delle Letture è quello dell’amore coniugale.

    A Gesù viene chiesto a qua­li condizioni è pos­sibile il divorzio, avendo a mente la legge di Mosé. Quando que­sto era tale da giustificare il libello di ripudio? una cor­rente riformista giustificava il ripudio in caso di in­fe­deltà, mentre la cor­ren­te las­sista permetteva il di­vor­zio per i motivi più banali.

    Gesù esclude l’una e l’al­tra, richiamandosi al pro­getto di Dio sull’amore co­niu­gale che, facendo dei due una carne sola, pre­clu­de ogni possibilità di di­vi­sione e ci riporta alla bel­lis­si­ma pagina del­la Genesi sull’amore coniugale  nel pensiero di Dio.

    L’amore coniugale, come ogni realtà della vita, è un dono del Signore. È Dio che conoscendo l’ani­mo uma­no bi­so­gno­so di dia­lo­go, di co­mu­nio­ne, met­te vi­ci­no al­l’uo­mo una don­na, sen­ti­ta subito diversa dalle altre creature: “essa è car­ne del­la mia car­ne, ossa delle mie ossa”.

    Certamente l’amore che c’è tra queste due creature è così forte profondo e in­timo che “i due sono una carne sola“ e, quindi “l’uo­mo non può dividere quello che Dio ha congiunto“.

    Ma Gesù non si è limitato a confermare il dise­gno ori­gi­nario, ma lo ha portato a compimento con il sa­cra­men­to del Ma­trimonio.

    In esso propone a due gio­va­ni, che si amano, di es­se­re immagine vivente del suo amore per la Chiesa: se ac­col­go­no la sua proposta, li ren­de capaci di questo amo­re.

    Dobbiamo ricordarci che il nostro amore nasce da Dio. La preghiera familiare, la santa Messa, i sacramenti, sono la premessa e la con­di­zio­ne indispensabile di un amore  riuscito.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – II domenica di Pentecoste

    Il pensiero della settimana – II domenica di Pentecoste

    Nel periodo dopo la Pentecoste la Liturgia ci fa meditare su tutta la Storia della salvezza, contrassegnata,  da una parte dall’amore di Dio, gratuito e fedele, dall’altra dall’indifferenza e spesso dal rifiuto da parte dell’uomo.

    Questa domenica ci riporta il 1° atto di questo amore, la Creazione, che è un gesto d’amore di Dio che comunica la sua bellezza e grandezza ad ogni creatura, ma soprattutto all’uomo, che ha voluto a sua immagine e somiglianza.

    Il Vangelo ci ricorda che Dio non solo è creatore, ma provvede alle sue creature.

    Si cura degli uccelli, dei fiori: quanto più farà per l’uomo. E’ un Padre amorevole che sa di che cosa abbiamo bisogno e provvede.

    Sono tanti gli spunti per la nostra riflessione e la nostra preghiera

    Sappiamo guardare al mondo, alla natura con occhi di fede, sapendo scoprire la sapienza e l’amore del Signore?  Sappiamo educare i nostri figli  a guardare così il creato?  Un fiorellino, un uccellino, un bel panorama ci fanno pensare al Signore?

    Abbiamo il rispetto, la cura del creato perché dono del Signore?

    Il creato è un bene che abbiamo ricevuto e che dobbiamo trasmettere alle generazioni future.

    Chiediamo al Signore di riscoprire nel Creato la sua sapienza e chiediamo il suo aiuto  per rispettarlo e renderlo sempre più bello.

    Ringraziamo il Signore del creato, di tutti i doni  che ci ha fatto, del suo amore provvidente, rendendoci capaci di condividerli, di essere  noi “provvidenza” per gli altri.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Santissima Trinità

    Il pensiero della settimana – Santissima Trinità

    Celebriamo oggi il mistero della SS. Trinità, mistero centrale della nostra fede che ci contraddistingue dalle altre grandi religioni monoteiste.

    È il mistero che richiamiamo tutte le volte che facciamo il segno della Croce: nel nome singolare della Trinità. La S. Messa è tutta una preghiera al Padre, per Cristo, animati e sostenuti dallo Spirito. Tutti i sacramenti sono incontri con Gesù risorto, reso presente dallo Spirito santo, che ci fanno riscoprire in Dio un Padre.

    Ma all’importanza di questo mistero corrisponde l’indifferenza o l’ignoranza di tanti cristiani: la Ss. Trinità sembra quasi un teorema irrisolvibile, più che una “ bella notizia”.

    Forse perché definire la Trinità un mistero toglie la volontà di approfondimento.
    Eppure l’unicità traspare nel disegno di salvezza di Dio che rimane fedele al suo piano lungo tutta la storia umana: la Trinità si manifesta nei tempi e nelle operazioni diverse in questa storia.

    Pensiamo al primo capitolo della  Genesi, dove viene detto che siamo stati creati “ a immagine e somiglianza di Dio”: se Dio è comunità di amore, se è “ tre Persone” che si conoscono, si parlano, si donano totalmente l’una all’altra, l’uomo sarà riflesso di Dio quando conosce, parla, si dona, in una parola quando ama e fa comunità con gli altri: la Comunità per il cristiano, è un’esigenza stessa dell’uomo, è il rivelare la sua natura.

    Lo Spirito Santo che è l’amore, che ci fa riscoprire in Dio il Padre e negli altri, in Gesù, dei fratelli e ci permette di costruire una comunità.

    don Alberto

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Pentecoste

    Il pensiero della settimana – Pentecoste

    L’Anno liturgico è un lungo cammino in cui  riviviamo il mistero della salvezza, quanto Dio ha fatto a continua a fare per noi, in Gesù Cristo, mediante la sua Chiesa.

    In questo cammino la Pentecoste è certamente una tappa fondamentale. Se non ci fosse lo Spirito Santo, la Chiesa sarebbe un organismo destinato a perire per il peccato delle sue membra: se dopo 2000 anni la Chiesa è viva, è perché lo Spirito Santo è in essa.

    Le fiammelle richiamano la luce e noi abbiamo bisogno tutti a sempre di questa luce. Un dono da chiedere continuamente è quello del discernimento, della luce dello Spirito per la nostra vita personale e per le grandi scelte che la nostra società è chiamata a compiere.

    Un secondo dono da chiedere è la forza, rappresentata dal “vento gagliardo”: non basta sapere, capire, ma bisogna attuare il disegno di Dio.

    Gli apostoli hanno dovuto affrontare un mondo a loro ostile o indifferente. Anche oggi i cristiani vivono un momento storico delicato sia perché si avvicinano ad essere minoranza sia per la presenza sempre più massiccia di altre religioni o forme di pensiero che tendono ad annullare la vera fede.

    La Pentecoste ci ricorda che la forza del Cristianesimo non sta nel numero ma nella presenza dello Spirito Santo. Il terzo dono da chiedere è sicuramente quello dell’unità. Nel brano degli Atti vengono ricordati ben 16 paesi diversi per razza e cultura che capiscono l’annuncio degli Apostoli.

    Gesù ha voluto l’unità come segno distintivo della sua Chiesa. È un dono da chiedere ed accogliere continuamente.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Ascensione

    Il pensiero della settimana – Ascensione

    Carissimi, oggi è la festa dell’Ascensione: Gesù che sale glorioso al cielo, riconosciuto  Signore del cielo e della terra.

    Di solito quando parte una persona cara, c’è malinconia, tristezza, ma nel Vangelo si sottolineano la serenità e la gioia. L’Ascensione non è la partenza di Gesù, ma la sua glorificazione, cioè la proclamazione che Gesù, Uomo-Dio, è eguale in dignità e potenza a Dio Padre. Le espressioni “fu elevato in alto, una nube lo sottrasse ai loro occhi, veniva portato in cielo“ sono espressioni bibliche per dire che Gesù con la sua risurrezione è vicino e uguale al Padre e, quindi, come il Padre è eterno, onnipotente, onnisciente è anche onnipresente, non solo come Dio, ma anche come uomo. Proprio per l’Ascensione, Gesù di Nazareth è qui come in ogni parte del mondo.

    Salendo in Cielo ha portato con sé la nostra Umanità, è andato avanti a prepararci un posto. L’Ascensione è la giornata più bella in cui pensare ai nostri cari che ci hanno lasciato, con nostalgia, perché lì incontreremo di nuovo, con il Signore.

    Ma c’è una frase degli Atti degli Apostoli che ci deve far riflettere: “Quel Gesù di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo“.

    E i discepoli ritornano a Gerusalemme nell’attesa” di ricevere la forza dello Spirito Santo.
    Dobbiamo andare nel mondo a comunicare la gioia di “Dio con noi“, con l’ottimismo, la speranza che è un tema costante in questo periodo pasquale: essere gente che sa lottare, impegnarsi perché sa che il Signore, anche se non si vede, è con noi.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Domenica VI di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica VI di Pasqua

    Ci stiamo avvicinando alla Pentecoste e il Vangelo di questa domenica ci parla del dono dello Spirito Santo.

    Gesù ci ricorda che “il Paraclito, lo Spirito Santo“ che io manderò dal Padre, darà testimonianza di me. Noi sappiamo che Gesù è risorto, è ancora tra i suoi amici: in particolare quando compiamo il gesto che egli ci ha comandato di ripetere, l’Eucarestia (“fate questo in memoria di me”), Gesù risorto è con noi. Gesù sa che non è facile capire la sua Parola e metterla in pratica, ecco perché, proprio nel Vangelo di oggi, affida allo Spirito Santo il compito di aiutarci a viverla.

    Ed è lo Spirito Santo, invocato dal Sacerdote sul pane e sul vino, che li rende Corpo e Sangue di Cristo. Ringraziamo il Signore di essere rimasto tra noi e chiediamogli il dono dello Spirito Santo perché ci aiuti capire la sua volontà e ci dia la forza di realizzarla.

    Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa e della nostra vita spirituale. Dovremmo avere la devozione allo Spirito Santo e invocarlo sulla nostra Comunità e su tutta la Chiesa.
    Vieni Santo Spirito, su ciascuno di noi!

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Domenica V di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica V di Pasqua

    Il Vangelo di questa domenica ci riporta all’Ultima Cena di Gesù. Il brano fa parte della bellissima preghiera (detta Preghiera Sacerdotale) che ci rivela il sentimento di profonda comunione tra Gesù ed il Padre e il desiderio che anche i discepoli entrino in questa comunione di vita. Questa invocazione deve essere di modello al nostro modo di pregare.

    La preghiera di Gesù è sempre in un clima di amore filiale e di gratitudine: ringrazia ancor prima che il Padre gli conceda quanto chiede. Gesù sente l’amore del Padre per lui e che tutto quanto possiede è dono suo: anche i discepoli “erano tuoi, li hai dati a me“.

    Nel Vangelo Gesù dichiara “non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato“.

    Il “mondo” non sono i lontani, quelli che ancora non conoscono Gesù, ma quelli che lo rifiutano, che hanno chiuso gli occhi per non vedere “la luce”.

    Ecco allora la seconda caratteristica della preghiera cristiana, che non è il costringere Dio nei nostri schemi, ma è l’aprirsi a Lui, è il mettersi in ascolto, è il dichiararsi disponibile a quanto ci chiede.

    Il dono fondamentale da chiedere, ci ricorda Paolo, è lo Spirito Santo, che ci permette di conoscere l’unico vero Dio e colui che ha mandato, Gesù Cristo.

    Lo stile del nostro pregare è, quindi, innanzitutto, invocare il dono dello Spirito, metterci in ascolto e essere disponibili a quanto il Signore ci chiede.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Domenica IV di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica IV di Pasqua

    La liturgia che ci ha presentato, domenica scorsa, Gesù come Agnello pasquale, oggi ce lo presenta come buon pastore.

    Nell’Antico Testamento Dio si manifesta, spesso, come il Pastore di Israele. I “pastori“ sono persone chiamate a guida del suo popolo. Dio è il pastore, la guida, l’autorità, ma è un’autorità che vive con il suo popolo, cammina con lui, convivendo difficoltà e sofferenze.

    Gesù si attribuisce questo titolo, specificando di esse un vero pastore, non un mercenario; un pastore che conosce a una a una le sue pecore, le chiama per nome ed essere conoscono la sua voce; è preoccupato e ricerca chi si smarrisce, pronto a dare la vita per le sue pecore.

    Che bello se sentissimo sempre così il Signore, non solo come il Creatore che ci ha dato la vita e il giudice che ci dà un premio o un castigo alla fine, ma veramente “l’Emanuele“, il Dio con noi, che cammina con noi, che ci ama a uno a uno, che non si dimentica mai di noi e provvede alla nostra vita.

    L’immagine del Pastore, attribuita spesso ai Vescovi e ai Sacerdoti, ci invita a pregare per loro perché siano guide sagge e a pregare perché non vengono mai meno nella Chiesa giovani che accettino la chiamata a loro compito.

    La Giornata mondiale delle vocazioni è l’occasione per tutti di riscoprire la propria vita come una chiamata ad un servizio e a pregare perché sorgano vocazioni di totale Consacrazione al Signore anche nella nostra Comunità.

  • Il pensiero della settimana – Domenica III di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica III di Pasqua

    Il Vangelo di oggi ci riporta il Battesimo di Gesù raccontato non nel suo accadere, ma testimoniato, in seguito, da Giovanni Battista. Gesù è colui che ci salva: come l’agnello pasquale aveva salvato i primogeniti degli ebrei, in Egitto, così Gesù, con la sua morte e resurrezione, ci libera dal peccato che è la sorgente di ogni schiavitù.

    L’evangelista insiste molto sul parallelismo Gesù-Agnello pasquale nel suo racconto della Passione. Gesù è l’agnello ucciso nell’ora in cui venivano immolati gli agnelli per la Pasqua, crocifisso senza che gli venga rotto nessun osso, come per quelle vittime sacrificali: a Gesù non vengono spezzate le gambe come ai due ladroni.

    Giovanni parla non tanto “dei peccati” ma “del peccato”, della scelta fondamentale della vita in cui siamo tentati di mettere il nostro “io” al posto di “Dio”. Gesù toglie il peccato perché lo porta su di sé: colui che non conobbe peccato, si è fatto peccato per noi sulla Croce!

    Non è facile scoprire in noi questo peccato, perché Dio lo sentiamo lontano, non come Padre che ci ama e provvede a noi.

    Come riuscire a riscoprire, allora, Dio Amore e il peccato come rifiuto di esso? Lasciandoci guidare dallo Spirito Santo, che è l’amore del Padre e del Figlio, nella preghiera, nella Liturgia, nei Sacramenti…

    Comprendiamo che siamo frutto di questo amore e che solo rimanendo docili a questo amore possiamo realizzare in pienezza la nostra vita.

    Invochiamo, il dono dello Spirito Santo su ciascuno di noi, sulla nostra Comunità pastorale sulla Chiesa e sul mondo intero.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Domenica II di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica II di Pasqua

    Carissimi, dovremmo tutti trovare un momento per riascoltare nel nostro cuore la Parola di Dio, luce e forza nella vita.

    Nel brano sorge il “giorno del Signore” cristiano che è il ”primo giorno dopo il sabato “. Anche se la prima Comunità celebrava con gli altri ebrei il riposo il giorno di Sabato, nella coscienza dei discepoli di Gesù diventa sempre più importante il giorno della Risurrezione, cioè la domenica.

    I cristiani, come i primi discepoli, si trovano insieme in questo giorno per incontrarsi con Gesù risorto, per ascoltare la sua parola, per nutrirsi di Lui e così avere la forza di testimoniarlo.

    Per noi cristiani la domenica è la Pasqua settimanale in cui riviviamo lo “spezzare il pane”, l’Ultima Cena, la Passione e la Risurrezione di Gesù. La S. Messa è il centro di questa giornata che deve essere di gioia e di fraternità.

    Gli Apostoli senza Gesù hanno paura (le porte del Cenacolo erano chiuse) mentre, quando riconoscono Gesù diventano felici: ci pare di essere fuori dal mondo, eppure non ci dobbiamo scoraggiare perché Il Signore è risorto, è con noi, ci sostiene.

    Gesù continua la sua opera di salvezza attraverso gli uomini. Egli dà il potere di rimettere i peccati: dona il suo Spirito agli Apostoli perché possano continuare a dare il suo perdono.

    Gesù sapeva che questo non era facile credere alla risurrezione e proclama: “beati quelli che, senza aver visto, crederanno”: tra questi ci siamo anche noi.

    Chiediamo al Signore “accresci la nostra fede” e fà che la nostra vita sia testimonianza concreta del Vangelo in cui crediamo.

    don Alberto