Categoria: Omelie

  • Il pensiero della settimana – Domenica V di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica V di Pasqua

    Il Vangelo di questa domenica ci riporta all’Ultima Cena di Gesù. Il brano fa parte della bellissima preghiera (detta Preghiera Sacerdotale) che ci rivela il sentimento di profonda comunione tra Gesù ed il Padre e il desiderio che anche i discepoli entrino in questa comunione di vita. Questa invocazione deve essere di modello al nostro modo di pregare.

    La preghiera di Gesù è sempre in un clima di amore filiale e di gratitudine: ringrazia ancor prima che il Padre gli conceda quanto chiede. Gesù sente l’amore del Padre per lui e che tutto quanto possiede è dono suo: anche i discepoli “erano tuoi, li hai dati a me“.

    Nel Vangelo Gesù dichiara “non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato“.

    Il “mondo” non sono i lontani, quelli che ancora non conoscono Gesù, ma quelli che lo rifiutano, che hanno chiuso gli occhi per non vedere “la luce”.

    Ecco allora la seconda caratteristica della preghiera cristiana, che non è il costringere Dio nei nostri schemi, ma è l’aprirsi a Lui, è il mettersi in ascolto, è il dichiararsi disponibile a quanto ci chiede.

    Il dono fondamentale da chiedere, ci ricorda Paolo, è lo Spirito Santo, che ci permette di conoscere l’unico vero Dio e colui che ha mandato, Gesù Cristo.

    Lo stile del nostro pregare è, quindi, innanzitutto, invocare il dono dello Spirito, metterci in ascolto e essere disponibili a quanto il Signore ci chiede.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Domenica IV di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica IV di Pasqua

    La liturgia che ci ha presentato, domenica scorsa, Gesù come Agnello pasquale, oggi ce lo presenta come buon pastore.

    Nell’Antico Testamento Dio si manifesta, spesso, come il Pastore di Israele. I “pastori“ sono persone chiamate a guida del suo popolo. Dio è il pastore, la guida, l’autorità, ma è un’autorità che vive con il suo popolo, cammina con lui, convivendo difficoltà e sofferenze.

    Gesù si attribuisce questo titolo, specificando di esse un vero pastore, non un mercenario; un pastore che conosce a una a una le sue pecore, le chiama per nome ed essere conoscono la sua voce; è preoccupato e ricerca chi si smarrisce, pronto a dare la vita per le sue pecore.

    Che bello se sentissimo sempre così il Signore, non solo come il Creatore che ci ha dato la vita e il giudice che ci dà un premio o un castigo alla fine, ma veramente “l’Emanuele“, il Dio con noi, che cammina con noi, che ci ama a uno a uno, che non si dimentica mai di noi e provvede alla nostra vita.

    L’immagine del Pastore, attribuita spesso ai Vescovi e ai Sacerdoti, ci invita a pregare per loro perché siano guide sagge e a pregare perché non vengono mai meno nella Chiesa giovani che accettino la chiamata a loro compito.

    La Giornata mondiale delle vocazioni è l’occasione per tutti di riscoprire la propria vita come una chiamata ad un servizio e a pregare perché sorgano vocazioni di totale Consacrazione al Signore anche nella nostra Comunità.

  • Il pensiero della settimana – Domenica III di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica III di Pasqua

    Il Vangelo di oggi ci riporta il Battesimo di Gesù raccontato non nel suo accadere, ma testimoniato, in seguito, da Giovanni Battista. Gesù è colui che ci salva: come l’agnello pasquale aveva salvato i primogeniti degli ebrei, in Egitto, così Gesù, con la sua morte e resurrezione, ci libera dal peccato che è la sorgente di ogni schiavitù.

    L’evangelista insiste molto sul parallelismo Gesù-Agnello pasquale nel suo racconto della Passione. Gesù è l’agnello ucciso nell’ora in cui venivano immolati gli agnelli per la Pasqua, crocifisso senza che gli venga rotto nessun osso, come per quelle vittime sacrificali: a Gesù non vengono spezzate le gambe come ai due ladroni.

    Giovanni parla non tanto “dei peccati” ma “del peccato”, della scelta fondamentale della vita in cui siamo tentati di mettere il nostro “io” al posto di “Dio”. Gesù toglie il peccato perché lo porta su di sé: colui che non conobbe peccato, si è fatto peccato per noi sulla Croce!

    Non è facile scoprire in noi questo peccato, perché Dio lo sentiamo lontano, non come Padre che ci ama e provvede a noi.

    Come riuscire a riscoprire, allora, Dio Amore e il peccato come rifiuto di esso? Lasciandoci guidare dallo Spirito Santo, che è l’amore del Padre e del Figlio, nella preghiera, nella Liturgia, nei Sacramenti…

    Comprendiamo che siamo frutto di questo amore e che solo rimanendo docili a questo amore possiamo realizzare in pienezza la nostra vita.

    Invochiamo, il dono dello Spirito Santo su ciascuno di noi, sulla nostra Comunità pastorale sulla Chiesa e sul mondo intero.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Domenica II di Pasqua

    Il pensiero della settimana – Domenica II di Pasqua

    Carissimi, dovremmo tutti trovare un momento per riascoltare nel nostro cuore la Parola di Dio, luce e forza nella vita.

    Nel brano sorge il “giorno del Signore” cristiano che è il ”primo giorno dopo il sabato “. Anche se la prima Comunità celebrava con gli altri ebrei il riposo il giorno di Sabato, nella coscienza dei discepoli di Gesù diventa sempre più importante il giorno della Risurrezione, cioè la domenica.

    I cristiani, come i primi discepoli, si trovano insieme in questo giorno per incontrarsi con Gesù risorto, per ascoltare la sua parola, per nutrirsi di Lui e così avere la forza di testimoniarlo.

    Per noi cristiani la domenica è la Pasqua settimanale in cui riviviamo lo “spezzare il pane”, l’Ultima Cena, la Passione e la Risurrezione di Gesù. La S. Messa è il centro di questa giornata che deve essere di gioia e di fraternità.

    Gli Apostoli senza Gesù hanno paura (le porte del Cenacolo erano chiuse) mentre, quando riconoscono Gesù diventano felici: ci pare di essere fuori dal mondo, eppure non ci dobbiamo scoraggiare perché Il Signore è risorto, è con noi, ci sostiene.

    Gesù continua la sua opera di salvezza attraverso gli uomini. Egli dà il potere di rimettere i peccati: dona il suo Spirito agli Apostoli perché possano continuare a dare il suo perdono.

    Gesù sapeva che questo non era facile credere alla risurrezione e proclama: “beati quelli che, senza aver visto, crederanno”: tra questi ci siamo anche noi.

    Chiediamo al Signore “accresci la nostra fede” e fà che la nostra vita sia testimonianza concreta del Vangelo in cui crediamo.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – Domenica delle Palme

    Il pensiero della settimana – Domenica delle Palme

    La liturgia di questa domenica ci preannuncia tutti i grandi misteri della nostra fede. Li celebreremo durante la settimana ritenuta la più importante nella storia della Chiesa, tanto da definirla la Settimana
    “Autentica“, “Santa”: insieme al trionfo di Gerusalemme, si parla di tradimento, di passione e di sepoltura.
    La Chiesa ci chiede di vivere pienamente questa settimana poiché i riti della Settimana Santa sono i più ricchi di tutto l’anno liturgico e la liturgia, capita e vissuta, è la sorgente e il culmine della vita cristiana: è ascolto, catechesi, culto, memoria viva dei misteri che si celebrano.

    Per vivere bene la Pasqua, uno degli strumenti più efficaci è il sacramento della Riconciliazione, in cui riviviamo dentro di noi la Morte e la Risurrezione di Gesù. Prendiamo atto, in esso, di essere stati anche noi come Giuda o come Pietro, ma nello stesso tempo siamo certi che il Signore ci conferma il suo amore e desidera che abbiamo nel nostro cuore la sua pace e la sua gioia.

    Evitiamo allora l’ipocrisia e il formalismo. Non si può portare il ramoscello d’ulivo, segno della pace, e non avere il desiderio della pace nel cuore, con Dio e con gli uomini.

    Non si può celebrare la Lavanda dei piedi, il Giovedì Santo e poi non vivere lo stile di servizio umile e attento.

    E non si può venire a baciare il Crocifisso, il Venerdì Santo, senza sentirci da una parte corresponsabili di quella morte, e dall’altra riconoscenti per l’amore che ci ha rivelato. Non si può celebrare la Risurrezione di Gesù e non desiderare di essere rinnovati interiormente.

  • Il pensiero della settimana – V Domenica di Quaresima

    Il pensiero della settimana – V Domenica di Quaresima

    Mancano solo dieci giorni al Triduo pasquale e la Liturgia ci parla della Pasqua, di passaggio. La prima Lettura ci riporta alla liberazione del popolo ebreo dall’Egitto.

    Il Vangelo, con la risurrezione di Lazzaro, ci presenta la Pasqua come un passaggio dalla morte alla vita.
    La Pasqua è sinonimo di liberazione in cui il protagonista è il Signore.

    Ma la nostra attenzione è, in particolare, per il Vangelo che ci riporta l’ultimo dei “segni“, cioè dei miracoli che rivelano il mistero di Gesù e, in lui, il volto del Padre. Gesù, in questo fatto, si rivela modello per ciascuno di noi, dei valori umani: è amico vero, solidale nel dolore; sente la ribellione alla morte, si commuove e piange di fronte alla tomba dell’amico.

    Gesù però non si muove subito e parla di “sonno” di Lazzaro. Ha una logica diversa: “Deve manifestarsi la gloria di Dio”. Non accetta passivamente la morte, ma non incolpa Dio; sa che anche in questa vicenda si sta dispiegando l’amore di Dio.

    Gesù, inoltre, non ha paura del rifiuto, della lotta: ha una missione da compiere e nulla può distoglierlo “andiamo di nuovo in Giudea” e sarà crocifisso sulla Croce.

    Gesù, ed è il messaggio finale, è la vita che sconfigge la morte!

    La morte per Gesù è un addormentarsi per risvegliarsi alla voce di Dio: vincerà la morte definitivamente con la sua Risurrezione.

    Proviamo allora a chiederci se siamo coraggiosi nell’affrontare le difficoltà che ci si presentano con la certezza che Dio è con noi con la Provvidenza che sa trarre il bene anche dal male.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – IV Domenica di Quaresima

    Il pensiero della settimana – IV Domenica di Quaresima

    Il tema di questa domenica è la luce. Nel salmo diciamo “Alla tua luce, vediamo la luce”. La luce è il dono della vista e della fede che Gesù fa al cieco dalla nascita.

    Di fronte alla luce, che è Gesù, nel brano di Vangelo, c’è chi apre gli occhi, c’è chi li chiude e chi fa finta di non vedere.

    C’è chi non vuole guardare: è l’atteggiamento dei farisei che rifiutano Gesù perché rivela un Dio troppo diverso dai loro schemi: un Dio che ama tutti senza distinzione, anzi ha una preferenza per i peccatori.  Quindi non possono accettare il miracolo, segno di questo amore.

    Anche oggi si ripete questa situazione: c’è chi rifiuta a priori il mistero di Dio; non si accetta un Dio che non interviene per distruggere i cattivi e i disonesti e che impegna i credenti al perdono; in particolare, poi, si rifiuta che il Signore possa servirsi di persone umili, semplici, per richiamarci al senso vero delle cose e della vita.

    C’è chi non ha fatto e non vuole fare una scelta definitiva, per non sentirsi compromesso.

    E l’atteggiamento della gente che assiste al miracolo e, in particolare, dei genitori che temono rappresaglie dai farisei, come quando diciamo: “credo, ma ho una mia morale”.

    E poi c’è chi accoglie questa luce: è l’atteggiamento del cieco. Una persona semplice che è alla ricerca di uno che lo salvi, che è disposto a tutto pur di riavere la vista, e viene premiato con la guarigione e il dono della fede.

    Chiediamo al Signore di farci sentire bisognosi della sua luce; di essere capaci di accoglierla e di testimoniarla agli altri!

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – III Domenica di Quaresima

    Il pensiero della settimana – III Domenica di Quaresima

    La liturgia di oggi ci propone tre modelli su cui confrontarci: Abramo, il padre della nostra fede; Mosè, la guida del popolo; Gesù, colui che ci rende uomini liberi e veri.
    Abramo è il protagonista di questa domenica e ci viene presentato come modello di fede, il primo del vero popolo di Dio, costituito non tanto in base alla razza, ma alla fede: è la stessa fede che viene donata a noi nel Battesimo e che deve crescere lungo la vita.

    Mosè è il protagonista della 1a lettura. È il modello di ogni guida, come potrebbe essere un sacerdote o un genitore, o un educatore. Si presenta, spesso, come una persona che è sola; deve andare contro l’opinione comune.

    Gesù ci viene presentato nel Vangelo di oggi come il profeta promesso a Mosè, la coscienza critica, il fratello che ci fa prendere coscienza del nostro essere peccatori per aiutarci ad uscirne.

    Parla con coloro che già credevano in Lui e cerca di far toccare con mano la loro situazione di schiavitù, di incoerenza e di falsità.

    Gesù sembra perfino violento nell’accusa ai suoi discepoli: li definisce bugiardi, schiavi e figli del demonio.

    La Parola della Liturgia di oggi è un richiamo forte a ringraziare il Signore per il dono della fede, a chiedere al Signore, se siamo educatori, il dono della fermezza che scaturisce da un grande amore e a vedere dove in particolare siamo schiavi (soldi, pigrizia, chiacchiere…) o falsi (ipocriti, formalisti, incoerenti).

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – II Domenica di Quaresima

    Il pensiero della settimana – II Domenica di Quaresima

    Carissimi, dobbiamo sempre trovare un po’ di tempo per riflettere personalmente sulla Parola e lasciarla penetrare nel nostro cuore.

    La 1a Lettura ci ricorda che il primo impegno che abbiamo è proprio questo “Ascolta Israele”.

    Nella 2a Lettura, Paolo ci ricorda che, tra i comandamenti, il primo è quello dell’amore.

    Infine, il Vangelo ci riporta l’incontro di Gesù con la donna samaritana:

    un brano ricco di spunti di riflessione. Gesù supera le barriere razziali ( i giudei contro i samaritani), vince i tabù (un maestro che parla con una donna), il significato del pozzo come luogo degli incontri più significativi.

    Sembra che ci sia presentato anche il cammino della vita cristiana. Innanzitutto, ci ricorda che il cristiano è uno che incontra il Signore: il primo incontro avviene  nell’acqua del Battesimo con il dono dello Spirito, ma, poi, tutta la vita è un incontro con il Signore.

    L’incontro è sempre un dono gratuito del Signore che ci aspetta al pozzo, si fa bisognoso di un po’ d’acqua, inizia il dialogo e così cambia il cuore.

    Quando si incontra il Signore, siamo affascinati,  perché scopriamo che il Signore ha interesse per noi, ci ama, ci dice la verità, ci obbliga a rientrare in noi stessi, non per angosciarci, ma per convertirci.

    Proviamo, allora, a chiederci: la nostra preghiera, l’ascolto della Parola, I’Eucarestia è un vero incontro che parla al nostro cuore, ci mette in crisi? ci lasciamo interrogare intimamente da questa Parola? crediamo che il Signore possa cambiare la nostra vita?

    Chiediamo, insieme, al Signore di avere sete della sua “acqua viva”, che ci può dissetare, purificare, rafforzare nel cammino della nostra vita e renderci testimoni del suo Vangelo.

    don Alberto

  • Il pensiero della settimana – I Domenica di Quaresima

    Il pensiero della settimana – I Domenica di Quaresima

    La Quaresima, che inizia oggi, è il tempo liturgico di verifica e di conversione di cui non siamo noi i protagonisti, sempre così deboli, ma Dio che vuole rivivere la Pasqua in noi.

    Il brano di Vangelo ci porta nel deserto, presentato dalla Bibbia come il luogo in cui l’uomo riscopre la sua totale dipendenza da Dio e riesce ad ascoltare, fuori dal frastuono, la Parola del Signore. È la Parola su cui dobbiamo fondare la nostra vita: per ben quattro volte il Vangelo di oggi riporta la frase “sta scritto“, come qualcosa che non può essere messa in discussione. Ora, perché questa Parola non risulti vana, dobbiamo fare un po’ di silenzio nelle nostre occupazioni e preoccupazioni perché è la Parola più importante, ma anche la più delicata.

    Gioele, nella 1a lettura, ci mette in guardia contro una malattia facile nella religione, il formalismo. Cioè fare dei gesti che non hanno riscontro nella vita.

    L’ascolto della Parola ci deve portare a vincere, come Gesù, le tentazioni facili del potere, del sentirsi importanti, dello star bene… per una vita impostata alla donazione. L’imposizione delle ceneri, ad esempio, non deve essere un gesto formale, ma un riconoscere che siamo un pugno di polvere, ma nello stesso tempo chiamati per amore a essere immagine viva di Dio nel mondo.

    Il magro e il digiuno non siano solo un cambiare il menù a tavola, ma un segno di capacità di rinuncia fatto per chi non ha nulla.

    Buona Quaresima

    don Alberto