Categoria: Pastorale giovanile

  • Iniziazione cristiana 2024-2025

    Iniziazione cristiana 2024-2025

    Iscrizione all’iniziazione 
cristiana

    Per le iscrizioni alla catechesi dell’ini­zia­zione cristiana è possibile rivolgersi alle segreterie dei singoli oratori.

    • S.Giovanni Battista, martedì e mercoledì ore 15 – 17
    • BVI, venerdi ore 16.30 – 18 e sabato ore 15 – 17.30
    • S.Pio X venerdì ore 16.30 – 17.30
    • SSPP, martedì, giovedì, venerdì, ore 16.30 – 18.30 e sabato ore 16.30 – 18
    • S.Giorgio, da lunedì a venerdì, ore 16 – 17.30

    Pastorale giovanile

    • Adolescenti: inizio percorso lunedì 7 ottobre. Le iscrizioni continuano attraverso Sansone, con consegna in segreteria del modulo privacy aggiornato.
    • Seconda e Terza Media: martedì 8 ottobre presentazione percorsi ai genitori, inizio incontri venerdì 11 ottobre
  • Catechesi 2024-2025

    Catechesi 2024-2025

    ORATORIO BEATA VERGINE IMMACOLATA

    • I ANNO (2° elem)
      3 incontri gentori e bambini nelle domeniche 27/10, 10/11 e
      15/12 alle 15.00. La catechesi per i bambini inizierà a gennaio
      2025 con cadenza mensile.
    • II ANNO (3° elem)
      Martedì 8 ottobre, dalle 16.50 alle 17.50
    • III ANNO (4° elem)
      Giovedì 10 ottobre, dalle 16.50 alle 17.50
    • IV ANNO (5° elem)
      Venerdì 11 ottobre, dalle 16.50 alle 17.50

    ISCRIZIONI SU SANSONE A PARTIRE DA LUNEDÌ 16 SETTEMBRE.

    Segreteria sansone per consegna moduli e versamento quota:

    • Venerdì dalle 16.30 alle 18.00
    • Sabato dalle 15.00 alle 17.30

    ORATORIO S. PIO X

    • I ANNO (2° elem)
      3 incontri gentori e bambini nelle domeniche 27/10, 10/11 e
      15/12 alle 15.00. La catechesi per i bambini inizierà a gennaio
      2025 con cadenza mensile.
    • II ANNO (3° elem)
      Martedì 5 novembre, dalle 17.00 alle 18.00
    • III ANNO (4° elem)
      Mercoledì 9 ottobre, dalle 17.00 alle 18.00
      IV ANNO (5° elem)
      Venerdì 11 ottobre, dalle 17.00 alle 18.00

    ISCRIZIONI DA VENERDÌ 20 SETTEMBRE IN SEGRETERIA SPX

    Segreteria Sansone:

    • Venerdì dalle 16.30 alle 17.30
    • Domenica 29 settembre dalle 16.00 alle 17.30

    ORATORIO SS. PIETRO E PAOLO

    • II ANNO (3° elem) – Martedì
    • III ANNO (4° elem) – Mercoledì
    • IV ANNO (5° elem) – Giovedì

    ISCRIZIONI DAL 10 AL 27 SETTEMBRE SU SANSONE DA COMPLETARE IN SEGRETERIA

    Segreteria Sansone:

    • Martedì dalle 16.30 alle 18.30
    • Mercoledì dalle 16.30 alle 18.30
    • Giovedì dalle 16.30 alle 18.30
    • Venerdì dalle 16.30 alle 18.30

    ORATORIO S. GIOVANNI BATTISTA

    ISCRIZIONI IN SEGRETERIA A PARTIRE DA VENERDÌ 20 SETTEMBRE

    Segreteria:

    • Martedì dalle 15.00 alle 17.00
    • Mercoledì dalle 15.00 alle 17.00
    • Giovedì dalle 17.30 alle 18.30
    • Sabato dalle 15.00 alle 17.00

    ORATORIO S. GIORGIO

    LE ISCRIZIONI ALLA CATECHESI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA SI RICEVONO IN SEGRETERIA.

    Segreteria:

    • Martedì dalle 16.00 alle 17.30
    • Mercoledì dalle 16.00 alle 17.30
    • Giovedì dalle 16.30 alle 18.30
  • PELLEGRINAGGIO ASSISI – PREADO 2

    PELLEGRINAGGIO ASSISI – PREADO 2

    “Noi abbiamo il desiderio di essere amati per sempre”. Così suor Chiara Elisabetta presso il monastero di S.Quirico ad Assisi spiegava la sua vocazione e il senso della clausura. Ad ascoltarla un gruppo di una settantina di preadolescenti di seconda media insieme ai loro educatori, accompagnati da Don Pietro e Liliana. Il pellegrinaggio alla città della pace è iniziato la mattina di Venerdì 12 Aprile. La partenza, come sempre, da piazza mercato. Il primo giorno è stato caratterizzato dalla salita all’Eremo delle Carceri dove i ragazzi hanno potuto vedere con i loro occhi i luoghi dove S.Francesco si ritirava per pregare insieme ai suoi compagni. Carcer infatti deriva dal latino e significa luogo solitario/appartato. A spiegarlo un frate francescano che ci ha introdotto alla sacralità del luogo.

    Il pomeriggio, dopo una “tortuosa” discesa verso il centro di Asissi, siamo stati guidati alla tomba di Carlo Acutis presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore.

    Il secondo giorno è stato il giorno della ormai tradizionale “caccia al tesoro” per le strade della città sulle orme di S.Francesco e Santa Chiara, durante la quale i ragazzi hanno avuto modo di approfondire alcuni aspetti delle vite di entrambi.

    La celebrazione eucaristica della Domenica nella cappella di Frate Elia ha infine chiuso i tre giorni di pellegrinaggio. Ma come dice il celebre canto dell’Alleluja intonato proprio durante la messa: “La nostra festa non deve finire perché la festa siamo noi che camminiamo verso Te”. Alleluja e buon cammino a tutti (ancora).

  • Preadolescenti a Roma per dire “IO CREDO”

    Preadolescenti a Roma per dire “IO CREDO”

    Dal 1 al 3 aprile scorso 56 ragazzi ed educatori di terza media hanno compiuto il loro pellegrinaggio a Roma in vista della Professione di Fede. Un appuntamento che ogni anno coinvolge oltre 5.000 ragazzi di tutta la Diocesi che si ritrovano con il Papa a pronunciare con gioia il loro “Credo” davanti alla Chiesa riunita in festa. Ecco l’esperienza di un giovane educatore che ha accompagnato i preadolescenti quest’anno.

    “La mia prima esperienza a Roma fu nel 2018, quando il ragazzo di terza media ero io. Sei anni dopo e negli stessi giorni, io e i miei compagni educatori abbiamo ripetuto la stessa esperienza, che però si è rivelata essere completamente diversa. Questa volta i responsabili eravamo noi. Se alla partenza l’entusiasmo era alto, al ritorno era quadruplicato. Abbiamo avuto la possibilità di passare tre giorni con un gruppo di stupendi ragazzi al nostro fianco, i nostri “bambini” (come amorevolmente li chiamavamo), che per gli ultimi tre anni abbiamo visto un’ora alla settimana e che adesso erano sempre con noi. Nonostante la pioggia e la fatica, sono sempre riusciti a strapparci un sorriso con le loro battute. Oltre ai mille sorrisi e alle risate, però, uno dei sentimenti che ci rimane più a cuore è la preoccupazione: l’amore per i ragazzi che avevamo con noi che ci spingeva a preoccuparci della loro sicurezza anche quando erano a due passi da noi, un po’ come dei genitori alle prime armi.

    Quando si inizia il percorso di educatori si prova un sentimento di paura, di non essere all’altezza di trasmettere ai preadolescenti a noi affidati tutti i messaggi e gli insegnamenti che i nostri educatori hanno passato a noi.

    Questo pellegrinaggio è stata la conferma che ciascuno di noi è riuscito a lasciare qualcosa a questi ragazzi, e che loro hanno lasciato molto anche a noi. Non cambierei una virgola di quello che è successo durante questo viaggio, dai racconti simpatici davanti ai tanti monumenti, agli ombrelli che si piegavano sotto la pioggia, perché in ognuno di questi momenti non si era mai soli.

    Siamo stati nelle prime file sia durante la celebrazione della messa con il Vescovo Delpini che all’udienza del Papa, che, nonostante la stanchezza per la sveglia alle 5, hanno avuto un impatto importante su tutti noi, educatori e ragazzi! È un pellegrinaggio che merita di essere vissuto da entrambi i punti di vista, spero che abbia lasciato ai ragazzi tanto quando ha lasciato a noi edu! Un saluto a tutti!”.

    Paolo Colombo

  • Promozione umana

    Promozione umana

    Gli adolescenti che frequentano il percorso di catechesi stanno affrontando il tema delle dipendenze; lunedì 11 marzo don Massimo Bellotti ha offerto la sua testimonianza in merito alle attività che svolge in aiuto ai tossicodipendenti nella comunità Promozione Umana. L’incontro, ricco di spunti, è stato in preparazione alla visita che verrà fatta in occasione del ritiro di quaresima del 17 marzo alla comunità nella sede di Siziano.

    Cos’è Promozione Umana?

    Promozione Umana è una comunità terapeutica che offre alle persone che soffrono di dipendenze la possibilità di riconoscere il proprio problema e trovare una soluzione.

    La Comunità è stata fondata negli anni ottanta da don Chino Pezzoli, sacerdote della Diocesi di Milano, Oggi la fondazione ha 13 centri operativi di cui 12 nella regione Lombardia e 1 in Sardegna; dal lunedì al sabato i centri fanno colloqui con persone di tutte le età, dai più giovani di 17 anni, fino ai più anziani con oltre 67 anni, e aiuta circa 300 persone tra uomini e donne.

    Cosa vuol dire usare sostanze?

    Nella vita quotidiana, ci racconta don Massimo, alcune volte il male sembra essere troppo grande per essere superato e così come il male anche il bene e ci si avvicina alle sostanze stupefacenti perché si crede di non riuscire a farcela.

    L’assunzione di sostanze in maniera frequente porta alla dipendenza, cioè alla necessità di assumerne e di non rimanere senza. Le sostanze di contro hanno un’azione debilitante per il corpo delle persone che ne fanno uso o ne abusano.

    Questo fenomeno è in crescita negli ultimi anni l’utilizzo di sostanze stupefacenti è infatti triplicato rispetto al periodo pre-pandemico.

    Chi sono gli utenti della comunità?

    Don Massimo racconta alcune esperienze di tossicodipendenti che ha incontrato in comunità e dei luoghi che ha visitato in cui “vivono”.
    La sostanza fa perdere a chi la utilizza la capacità di prendersi cura di chi sta attorno.
    M. e C. sono due giovani che hanno incominciato ad assumere sostanze stupefacenti quando si sono conosciuti. Ad un certo punto la ragazza rimane incinta e questa cosa, invece che migliorare la loro situazione la peggiora, il loro consumo di sostanze aumenta. Nasce così il loro figlio, in uno stato di astinenza; i due giovani entrano nella comunità per disintossicarsi, ma ormai il loro figlio è perduto, infatti è stato dato in adozione ad un’altra famiglia, in quanto i genitori ritenuti non in grado di poter badare a lui.
    La necessità della sostanza fa perdere ogni rispetto per sé stesso e per gli altri. Il bisogno spesso porta alla vendita del proprio corpo che diventa uno strumento di scambio per ottenere l’oggetto della dipendenza o quello di cui necessitano. Stupisce la storia di J., un tossicodipendente che viveva in strada, che riusciva a farsi la doccia vendendo sé stesso per accedere abusivamente ad uno spogliatoio. La dipendenza porta quindi non solo ad una sofferenza del corpo, ma anche del proprio spirito.

    Riacquistare la consapevolezza di sè

    Non sempre la comunità riesce ad offrire una soluzione per tutti, alcuni riescono a fare solo qualche giorno o qualche settimana.

    Chi riesce a superare la dipendenza riesce a riacquistare la consapevolezza che la propria vita è importante. Alcuni riescono a riallaciare rapporti che aveva perso, come L., che è riuscita a riavvicinarsi a suo figlio, che gli era stato tolto per l’uso di sostanze. Altri riescono dare una svolta alla propria vita, come S. e A. che si sono conosciuti e usciti dalla comunità hanno comprato casa e iniziato una nuova vita. Tanti ancora sono rimasti per aiutare la comunità e altre persone con gli stessi problemi.

    Alessio Malberti

  • TRA PRESENTE E FUTURO

    TRA PRESENTE E FUTURO

    Giovedì 2 febbraio all’oratorio BVI i membri dei consigli degli oratori insieme ad educatori e a coloro che svolgono un ruolo educativo hanno avuto un momento di confronto, con la partecipazione di don Stefano Guidi, direttore della FOM (Fondazione Oratori Milanesi) per dare uno sguardo al futuro degli oratori e dei giovani. Ripercorriamo qui in breve alcuni dei punti salienti trattati da don Stefano durante la serata.

    Da dove parte la nostra Comunità?

    Negli scorsi anni la nostra città ha incominciato un percorso di rinnovamento per quello che riguarda la Pastorale Giovanile. Con l’aiuto di Tonino, un pedagogista, è stato fatto un percorso prima di verifica e poi di elaborazione di una proposta per una nuova pastorale giovani.

    I giovani in letargo

    Don Stefano ha esordito citando l’arcivescovo Mario che ha parlato dei ragazzi come di persone che devono reagire di fronte ad un’ingiustizia data nel nostro tempo: nessuno ormai si fida più dei giovani. I giovani fanno parte di una generazione che “dorme”, devono invece risvegliarsi e riprendere speranza e fiducia.

    Che modello seguire?

    Gesù è il modello di vita per eccellenza, il suo modo di fare e di essere deve ispirare il comportamento di tutti i giorni, compreso quello dei giovani. Agli educatori è quindi dato il compito di vivere il Vangelo e di portarlo ai ragazzi a loro affidati. Gesù ci insegna tre componenti fondamentali ed imprescindibili: predicazione, comunione e cura; tutti e tre questi elementi devono essere egualmente presenti.

    Perchè fare Pastorale Giovanile?

    I giovani fanno parte della Comunità, ma perché fare un sottogruppo per loro? Non tutti nella comunità hanno gli stessi bisogni e le stesse esigenze. Dalla necessità di parlare ai giovani della fede in una maniera a loro comprensibile nasce la Pastorale Giovanile.

    E i nostri oratori?

    Fare pastorale giovanile non vuol dire togliere i giovani dagli oratori. L’oratorio è un ambiente ampio, che accoglie persone di età ed esigenze differenti con uno scopo educativo, tra questi anche i giovani. Ci deve pertanto essere un dialogo tra la pastorale giovanile e gli oratori, perché entrambi concorrono, in modi differenti all’educazione dei giovani. Ma allo stesso tempo i giovani non vivono solo l’oratorio, al contrario si trovano all’interno delle nostre città e spesso vivono gran parte della giornata al di fuori di esse. Fare pastorale giovanile vuol dire anche guardare alle esigenze dei giovani dentro e fuori l’oratorio.

    Come dobbiamo procedere?

    • Attraverso una regia, che con uno sguardo comune, sappia coordinare le attività dei giovani.
    • Lavoro di equipe cittadino, che sappia ragionare non solo sulle attività dell’oratorio ma anche dello sport, della scuola,… di tutti i luoghi che visitano i ragazzi.
    • Attraverso i Consigli degli Oratori, che esprimono la cura verso i ragazzi all’interno degli spazi oratoriani.
    • Attraverso una prospettiva missionaria, che ci permetta di guardare al bene anche di quei ragazzi che non credono.

    Quali sono i nodi fondamentali da tenere a mente?

    • Fede. Punto estremamente importante per la vita dei nostri ragazzi, siamo in una società dove credere in Dio è ritenuto inutile, in cui è normale non credere e così anche i nostri giovani rimangono indifferenti alla fede.
    • Identità. Nella vita di oggi ognuno ha diversi profili (social e non) ma qual è la vera identità dei nostri giovani? Dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a diventare soggetti critici dentro una comunità e non rimanere soggetti isolati.
    • Comunità. Dobbiamo riuscire a creare un ambiente favorevole per far compiere ai ragazzi esperienze affettive vere. Un buono stato di salute della Comunità, dato soprattutto dal rapporto degli adulti, può essere di esempio per i giovani.

    Alessio Malberti