Categoria: SS. Siro e Materno

  • Comunità in cammino – 29 marzo 2020

    Comunità in cammino – 29 marzo 2020

    COMUNITÀ PASTORALE
    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 18 – Numero 31 29 marzo 2020

    BALCONI, CAMPANE, SILENZIO

    In questi giorni – ormai oltre cinque settimane – si è sentito di tutto: opinioni, riflessioni, invocazioni, proteste. Si vuole attraversare questo lungo periodo vincendo lo smarrimento, soffrendo per le troppe vittime, ipotizzando un futuro impalpabile. Più che chiederci quando ne usciremo, ci stiamo chiedendo come ne usciremo: diversi? migliori? più saggi?

    Per un po’ i balconi e i davanzali delle città sono diventati luoghi di aggregazione, di esibizione, di musica e canti: una sorta di rito collettivo per incoraggiarsi a vicenda e quasi esorcizzare il male che avanza. Con umiltà anche noi cristiani siamo stati invitati una sera a mettere sul davanzale una candela o un drappo bianco, come segno di speranza e di preghiera.

    In aggiunta le chiese continuano a far risuonare le loro campane. Lo ha chiesto l’Arcivescovo (per «guardare in alto e capire che siamo tutti fratelli e sorelle, figli di un solo Padre»), ma anche tanti altri che apprezzano che le campane contrastino il suono delle sirene dei mezzi di soccorso.

    Le campane, come le chiese aperte, desiderano ricordare a chi possiamo affidare l’abisso di questi giorni: al Signore Gesù Crocifisso che non sta di fronte a noi come su una cattedra, ma accanto a noi, nel percorso che crocifigge tanti uomini e donne in questa crisi terribile.

    Paradossalmente le campane invitano anche a fare silenzio, un silenzio operoso, fatto di preghiera e interiorità, di domande: «e ora, cosa conta davvero nella nostra vita? per cosa vogliamo combattere, e vincere, e vivere?».

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 22 marzo 2020

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    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

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    Anno 18 – Numero 30 – 22 marzo 2020

    MONS. DELPINI: LA GRANDE LIBERTÀ

    Il nostro Arcivescovo, mons. Mario Delpini, ci aiuta nell’attuale emergenza a custodire sguardo lucido e mente aperta e libera. Per chi l’avesse perso, ecco un passaggio significativo della sua omelia di domenica scorsa, 15 marzo, nella cappella del Policlinico di Milano.

    La situazione drammatica che si è creata in questa nostra terra può indurre a inseguire ogni minuzia, ogni informazione che sia resa disponibile, allo scopo di rassicurare o di spaventare, di confondere o di fare chiarezza. Siamo disposti ad ascoltare di tutto, a vedere di tutto, a credere a tutto. Forse abbiamo nostalgia delle piccole libertà, delle scelte che non impegnano troppo, della normalità confusa in cui si parla, si vive, si pensa, di agisce, gratis e senza impegno.

    Ma la celebrazione della Quaresima, l’avvicinarsi della Pasqua si propone agli uomini e alle donne “che avevano creduto in lui”, come l’annuncio dei giorni della grande libertà. Sperimentiamo la frustrazione dell’impotenza, la trepidazione dell’incertezza, lo smarrimento delle previsioni. La brutta sensazione di vedere tutto incerto e tutto vacillante può essere motivo di angoscia.

    Ma chi incontra Gesù, chi ascolta la sua parola, chi non si arrocca nella presunzione di aver creduto, ma si dispone a credere, riceve la promessa, può ascoltare l’invito: questi sono i giorni della grande libertà! Chi osserva la mia parola non vedrà la morte in eterno. Scegliete la vita. Fidatevi di Dio. Imparate da Gesù che cosa sia la vita o la morte, imparate da Gesù che cosa sia essere servo o essere figlio, dire la verità o la menzogna.

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  • Comunità in cammino 15 marzo 2020

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    COMUNITÀ PASTORALE
    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

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    Anno 18 – Numero 29 logo basilica 15 marzo 2020

    NON DISPERDERE LA FIDUCIA

    Nel 2008 il crollo economico che partì dagli USA e danneggiò seriamente l’economia mondiale, causando dissesti bancari, disoccupazione non solo giovanile, chiusura di aziende, impoverimento delle famiglie, nasceva sostanzialmente da una crisi di fiducia: non ci si fidava più di persone, istituzioni, sistemi economici nazionali e internazionali, sospettati di cercare esclusivamente il proprio interesse a danno di clienti, aziende, lavoro. Per lungo tempo questa crisi, accompagnata da eventi terroristici, movimenti migratori, cambiamenti climatici e, in sintesi, da un giudizio negativo su ciò che si chiama “globalizzazione”, è stata la causa della paura: paura di diventare più poveri, di perdere abitudini, privilegi, serenità.

    Oggi quella paura è maggiore a causa di un virus nascosto, insidioso, poco conosciuto. Un virus per vincere il quale ci è chiesto di stare a distanza, di rendere quasi programmatica la sfiducia verso ogni relazione, contatto, incontro: l’altro mi può contagiare.

    Sapremo solo alla fine quanto avremo seminato circa i rapporti tra le persone e se avremo trovato il modo – in questo periodo di sospensione – di riqualificarli anche per la vita comunitaria: quella che si svolge in famiglia, nella città, nella chiesa, a scuola, in oratorio, al lavoro.

    Al virus che impone distanza fisica non possiamo far vincere la battaglia di un male più profondo, quello che distrugge la fiducia tra le persone e provoca ulteriori distacchi. Pur “distanti”, vediamo e apprezziamo tanti segni di vicinanza, di prossimità: un tesoro per il futuro.

    don Gianni

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  • Via Crucis con l’Arcivescovo

    Via Crucis con l’Arcivescovo

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    Testo della Via Crucis con l’Arcivescovo di martedì 10 marzo sera (21.00) trasmessa dalla cappella feriale del Duomo.

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    Si potrà seguire su Radio Marconi, Radio Mater e su www.chiesadimilano.it.

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  • Comunità in cammino 1 marzo 2020

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    Anno 18 – Numero 27  1 marzo 2020

    QUARESIMA E QUARANTENA

    Il gioco di parole è fin troppo facile ed è già stato utilizzato: quaranta giorni di tempo per prepararsi alla Pasqua o per essere sicuri di sapersi liberi da contagi e malattie.

    La Quaresima inizia senza ceneri e senza celebrazioni di SS. Messe o, meglio, con un modo di celebrare diverso.

    Le ceneri: non è esperienza di fragilità e di cambiamento dover ribaltare d’improvviso la propria vita, non mandare i bambini a scuola, riaggregare le famiglie senza averlo scelto, svolgere il lavoro da casa, non sapere come utilizzare un inaspettato tempo libero?

    Circa la S. Messa, quando ho celebrato nella basilica deserta mi sono rivisto come don Camillo (altri l’avranno ricordato!) che celebra nella chiesa allagata e la sua predica raggiunge la popolazione provata dall’alluvione e schierata sull’argine. Oggi radio, televisione e web consentono di arrivare a tutti: solitamente se ne avvalgono i malati, ma stavolta è per tutti.

    Sarebbe bello che i cattolici riscoprissero una caratteristica dei fratelli maggiori ebrei, la cui liturgia non era principalmente al tempio o in sinagoga, ma in casa. Forse occorre riabituarsi a pregare insieme e a colloquiare anche delle cose della fede e della figura di Gesù.

    Privati delle abitudini, anche religiose, possiamo chiederci: cosa è veramente essenziale e irrinunciabile? La fede cresce nelle prove, oppure svanisce, ma allora c’era poco anche prima.

    (PS. Vedi don Camillo: https://youtu.be/AWH3v6b5LQI )

    don Gianni

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  • Celebrazioni Eucaristiche sospese

    L'Arcivescono della Diocesi di Milano, Sua Eccellenza Monsignor Mario Delpini, in ragione dell'ordinanza emanata dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di concerto con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, dispone la sospensione delle Celebrazioni Eucaristiche con concorso di popolo a partire dall'orario vespertino di domenica 23 febbraio 2020 e fino a data da definire a seguito dell'evolversi della situazione. Nella giornata di domani, lunedì 24 febbraio, verranno fornite ulteriori indicazioni in merito alle celebrazioni rituali.S

    Il Vicario Episcopale di Zona mons. Luciano Angaroni ha inviato il messaggio sopra allegato.
    Le SS. Messe con concorso di popolo sono sospese a partire già dalle celebrazioni di questa sera.
    Nei giorni feriali sarà possibile seguire le SS. Messe attraverso la radio parrocchiale.

    Nei prossimi giorni daremo maggiori informazioni, riguardanti anche le altre celebrazioni, specialmente i funerali. Ci atterremo alle disposizioni diocesane che verranno comunicate domani

  • Comunità in cammino 23 febbraio 2020

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    Anno 18 – Numero 26 23 febbraio 2020

    DEMOGRAFIA: QUANTITÀ E QUALITÀ

    Il sociologo Mauro Magatti ha di recente commentato i dati ISTAT sulla crisi demografica italiana: «nel 2019 in Italia il numero delle nascite è stato pari circa a 435.000, meno della metà rispetto ai nati del 1974 e minimo storico dall’Unità d’Italia». Il tasso di fecondità si è ulteriormente ridotto all’1,29 figli per donna (in Francia è del 2,01).

    Sorprende un altro dato clamoroso: in 10 anni 250.000 giovani hanno lasciato il paese.

    Amara conclusione dello studioso: «Per molti dei nostri giovani l’aspirazione a diventare padri e madri è destinata a non realizzarsi mai. O almeno a essere rinviata sine die».

    Anche Desio risente della situazione, al punto che la scuola parrocchiale San Vincenzo al quartiere Spaccone (San Pio X) verrà purtroppo chiusa al termine del corrente anno scolastico, poiché l’esiguo numero di alunni non garantisce la sostenibilità dell’opera.

    Magatti accenna alle difficili condizioni dei giovani oggi – «dal punto di vista del lavoro (con salari bassi, precarietà persistente e percorsi di carriera stentati, specie per le donne in età fertile), della casa (con un mercato immobiliare che continua a essere caratterizzato da valori sproporzionati) e dei servizi (con la scarsità e il costo degli asili nido)» – per osservare che diventa molto difficile decidere di formare una famiglia.

    Conclude citando un detto africano: «per crescere un bambino ci vuole un villaggio». Cioè una comunità: si apre ai cristiani uno spazio di pratica evangelica, per contribuire al bene di tutti.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 16 febbraio 2020

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    Anno 18 – Numero 25 16 febbraio 2020

    NON FACCIAMO PIÙ LA CRESIMA

    L’episodio in sé non è granché: durante la Messa serale del sabato quattro preadolescenti sono entrati in basilica, hanno lanciato un urlo e sono scappati. Di ragazzi e ragazze della loro età si aggiunge che siano protagonisti di bullismi, vandalismi o piccole risse qua e là per la città.

    L’età è quella cosiddetta del post-Cresima: quando si dovrebbe confermare consapevolmente e liberamente la fede professata nel Battesimo e darle seguito nella vita quotidiana.

    Tra addetti ai lavori – con un pizzico d’ironia e forse di amarezza – la Cresima è chiamata “il sacramento del ciao”. Prediligo un’altra immagine: non è una finestra da chiudere, dopo aver dato un’occhiata più o meno curiosa a “cose cristiane” e andare finalmente ai propri interessi, ma una porta che si apre per essere inviati nel mondo come testimoni di Gesù.

    Va riconosciuto che, nonostante l’impegno profuso, per tanti il traguardo non è raggiunto.

    In altri paesi la Cresima si dà verso i 18 anni; gli Ortodossi già ai neonati insieme al Battesimo.

    Il problema però non è l’età della Cresima, ma fare scelte che abbiano senso e, quindi, evitare quelle che non ne hanno. La scorrettezza, più che bypassare l’offerta educativa e religiosa della comunità per ottenere “i sacramenti a ogni costo!”, è il non riflettere responsabilmente, ragazzi e famiglie, sul significato di ciò che si chiede.

    (PS.: ma i genitori di quei preadolescenti sanno come i loro figli passano il tempo libero?)

    don Gianni

     

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