Categoria: SS. Siro e Materno

  • Comunità in cammino 2 giugno 2019

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    COMUNITÀ PASTORALE
    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

     

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 17 – Numero 41 2 giugno 2019

    DAL LIKE ALL’AMEN

    Che la Chiesa celebri una Giornata per le comunicazioni sociali può passare inosservato. Eppure, quanto tempo passiamo davanti alla tv, in ascolto della radio, consultando internet, i social (Facebook, Twitter, Instagram), gli instant messaging (WhatsApp, Telegram)?

    Nella circostanza il papa ha inviato un suo messaggio (che proprio internet offre integralmente). Eccone alcuni passaggi.

    Se internet rappresenta una possibilità straordinaria di accesso al sapere, è vero anche che si è rivelato come uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali”.

    La rete è un’occasione per promuovere l’incontro con gli altri, ma può anche potenziare il nostro autoisolamento, come una ragnatela capace di intrappolare”.

    La Chiesa stessa è una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui like, ma sulla verità, sull’amen, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”.

    Persone che non si fermano a ciò che attira, piace o approva (i like), ma che ricercano un fondamento di vita (l’amen): ecco i cristiani non schizzinosi, che sanno dare agli strumenti il loro giusto valore senza esserne schiavi, e custodendo la capacità di discernere giusto e sbagliato, opinione e verità, rispetto dell’altro, della comunità, e distruzione della vita comune.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 26 maggio 2019

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    Anno 17 – Numero 39 26 maggio 2019

    EUROPA ED EUCARISTIA

    La settimana inizia con le elezioni europee e si conclude con le Giornate Eucaristiche: ci sarà mai un legame tra due avvenimenti tanto distanti e diversi?

    Ricordo quanto diceva un vecchio teologo: «Non sarà l’Europa a salvare il cristianesimo; sarà il cristianesimo a salvare l’Europa». È vero: i cristiani sono chiamati a essere cittadini del continente capaci di entrare in dialogo con tutte le sue varietà culturali, linguistiche, istituzionali, religiose. Perciò non cercano privilegi, neppure se fossero ufficialmente riconosciute le radici cristiane dell’Europa (che sono nei fatti più che nelle dichiarazioni), ma si pongono a servizio dello sviluppo integrale delle persone e dei popoli, senza esclusioni.

    L’Europa di oggi non è esente da tentazioni che si risolvono in una sola parola: egoismo. Egoismo di singoli, gruppi, nazionalità. Egoismo che impedisce di affrontare a una sola voce tante questioni internazionali tra cui pace e ambiente, a cooperare correttamente allo sviluppo dei paesi più poveri, a gestire senza inutili strappi il fenomeno epocale delle migrazioni, a riconoscere la dignità della famiglia e della vita umana dalla nascita alla morte.

    Una buona parte di europei vive ancora ogni domenica un appuntamento serio con la Parola di Dio e la memoria della Cena del Signore: nasce da lì quell’amore per il prossimo, che per un credente si fa anche impegno umile e sincero di cittadinanza, nel nome del Vangelo, senza sbandierarlo in pubblico, ma cercando di viverlo ogni giorno con coerenza e concretezza.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 19 maggio 2019

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    Anno 17 – Numero 39 19 maggio 2019

    QUANDO UNA FIRMA NON BASTA

    Il nostro Arcivescovo ha scritto: “noi preti siamo facilmente in imbarazzo nel sollecitare offerte destinate al nostro sostentamento”, benché abbia aggiunto “in un contesto dove molti sperimentano la precarietà della loro situazione, noi possiamo dedicarci con generosità al servizio degli altri anche perché per quanto riguarda noi, possiamo sentirci garantiti per la casa, l’occupazione, il sostentamento”. Nella nostra città la carità domenicale dei fedeli tramite le offerte durante le Messe sostiene in parte la vita dei loro preti e delle parrocchie.

    Oggi però la giornata disensibilizzazione per il sostegno economico della Chiesa Cattolica sollecita un’attenzione più ampia. Chiede infatti quella firma consapevole sui moduli dell’otto per mille il cui ricavato oltre che al sostentamento del clero è destinato a tutte le attività della Chiesa cattolica in Italia (culto, pastorale, carità, ma anche conservazione del patrimonio edilizio e culturale e sostegno a progetti di cooperazione all’estero).

    In una società complessa come la nostra, partecipare economicamente alla vita delle parrocchie non è solo mettere mano al portafoglio, ma anche conoscere i nuovi meccanismi di sostegno (per es. le offerte deducibili, la stessa firma dell’8 ‰) e fare quattro conti per immaginare come esse possano affrontare le crescenti spese ordinarie e straordinarie di cui tutti godono (energia, oratorio, educazione, assistenza alle povertà ecc.): anche da quello sforzo di comprensione dipende come potrà svilupparsi la comunità del futuro e il suo impegno di evangelizzazione.

    don Gianni (altro…)

  • Comunità in cammino 12 maggio 2019

     

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    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

     

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    Anno 17 – Numero 38 12 maggio 2019

    SI METTE NELLE NOSTRE MANI

    Mettersi nelle mani di qualcuno non è raro. Lo fanno un uomo e una donna che si sposano e che stringono così un’alleanza di sostegno reciproco. Lo fa un malato mettendosi nelle mani di un medico. O un accusato nelle mani di un difensore. Accade quando ogni genitore protegge con le sue mani un figlio neonato, anche se questi non sa a quali mani è stato affidato.

    Nel momento di ricevere l’Eucaristia (o di fare la Santa Comunione, come recitano espressioni più tradizionali), non siamo noi a prendere Gesù, ma è lui che si mette nelle nostre mani, in modo non simbolico, ma concreto. Da quel momento chi sia lui, come venga percepito da chi crede e da chi non crede, dai familiari o dagli estranei, dipende da noi: si è consegnato a noi perché ne proteggiamo la memoria (“Fate questo in memoria di me”) e l’efficacia (“Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”).

    Ecco perché non è senza senso l’antico precetto nell’accostarsi all’Eucaristia: sapere e pensare chi si va a ricevere. “Chi”, non “cosa”. Eppure si vedono talvolta persone – e non sempre le più giovani – che si avvicinano alla mensa guardando qua e là, distratte da altro, incuranti dell’essere di fronte al Signore, maestro e amico, che sta per mettersi nelle nostre mani.

    Gesù si mette nelle mani dei nostri bambini e bambine in occasione della loro Prima Comunione: così potranno portarlo con sé, nelle loro famiglie, a scuola, nel gioco, in ogni circostanza. Come li avremo educati a riconoscerlo, a rispettarlo, a pregarlo?

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 5 maggio 2019

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    Anno 17 – Numero 37 logo basilica 5 maggio 2019

    MADRE, SORELLA E AMICA

    La considerazione della figura di Maria, la madre di Gesù, patisce qualche sofferenza: appare o eccessiva (c’è chi si reca direttamente agli altari della Vergine senza degnare di un saluto Gesù presente nell’Eucaristia, magari proprio mentre si sta celebrando la Messa), o assente (la preghiera del Rosario non sembra particolarmente nota alle giovani generazioni).

    Come sempre il cristianesimo richiede equilibrio: seguendo Papa Francesco si potrebbe dire che anche nel caso della devozione mariana “la realtà è superiore all’idea”.

    L’idea è quella che pone Maria in una sorta di isolamento rispetto al Figlio Gesù, senza collegare la varietà e ricchezza dei suoi titoli (nella nostra Basilica è presente come Madonna del Rosario e come Madonna Addolorata, ma è la stessa persona!), o legandosi in modo esclusivo a un solo luogo che ne promuove il ricordo o a un’unica forma di messaggio.

    La realtà ci viene consegnata dalla Parola di Dio, quella di cui lei stessa dice: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. È la madre che accompagna Gesù, ne medita nel cuore le opere, ne sostiene la missione, e fa rinascere la fiducia dei discepoli desolati per la sua Croce. Così la preghiera del Rosario, attraverso la meditazione dei venti misteri (gioiosi, luminosi, dolorosi, gloriosi) pone in ogni istante lei accanto al Figlio Gesù e avvicina anche noi alla vita di quel Figlio. Leggendo di lei nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli, la sentiamo al nostro fianco come sorella e amica, come esempio e guida nella fede.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 28 aprile 2019

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    Anno 17 – Numero 36 logo basilica  28 aprile 2019

    MATTINA DI PASQUA IN SRI LANKA

    Nessuno è rimasto indifferente alla notizia che la mattina di Pasqua, mentre i cristiani gioiscono per l’annuncio della risurrezione di Gesù, centinaia di cristiani in Sri Lanka sono stati massacrati o feriti all’interno delle loro chiese. Il Papa ha definito questi eventi “atti terroristici, disumani, mai giustificabili”.

    Quelle stragi interpellano profondamente tutti i credenti e toccano la sensibilità di ogni essere umano. È stato coltivato odio, ci si è organizzati meticolosamente e i programmi di morte hanno superato ogni immaginazione, provocando il più insensato dei delitti. Le vittime – al di là di ogni delirante rivendicazione – sono persone innocenti, quelle che il vangelo chiama senza ritegno i “piccoli”, proprio quelli a cui Gesù dà più valore. Se nessuna sofferenza umana ci è estranea, a maggior ragione quando una profonda ingiustizia colpisce fratelli e sorelle nella fede ci sentiamo colpiti anche noi.

    In questi frangenti va ricordata la poco accomodante parola di Gesù: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,18). L’opposizione a Gesù, alla Chiesa, ai cristiani fa parte della nostra professione di fede: non ci è chiesto di desiderarla, anzi ci addolora, ma non ci scandalizza, anche quando assume forme sia di inaudita crudeltà, sia di raffinata squalifica o esclusione dai contesti sociali o culturali. Ma tale opposizione non è l’ultima parola; Gesù infatti aggiunge: “se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra”.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino – 20 aprile 2019

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    Anno 17 – Numero 35 logo basilica 21 aprile 2019

    TRE RISURREZIONI. BUONA PASQUA!

    Risorgerà la cattedrale di Notre-Dame de Paris? E risorgerà la fede cattolica dei francesi? E come risorgeremo noi che celebriamo la Pasqua: quale risurrezione Gesù ci porta?

    C’è nella risurrezione di Gesù la risurrezione dell’uomo. In ogni tempo – ma per noi, che viviamo oggi, contano le difficoltà dell’oggi – l’umanità ha vissuto incertezze, perplessità, lotte fratricide, delusioni, trionfo dell’assurdo, disperazioni, indifferenze. Affidata a se stessa l’umanità è in grado sì di cercare e vivere la bellezza, l’amore, la solidareità, con la forza della ragione e della scienza, ma resta sempre avvolta da zone di ombra e turbata dall’enigma della morte. Con Gesù risorge anzitutto ciò che è semplicemente umano, quell’umano sintetizzato nelle antiche parole del libro della Genesi: “a immagine e somiglianza di Dio lo creò”.

    Nella risurrezione di Gesù c’è la risurrezione del cristiano, chiamato a custodire una presenza: quella di un Dio che non si nasconde tra le nuvole, ma si sporca i piedi sulle strade polverose della storia. Il cristiano risorge perché non resta nascosto nelle pieghe di timori o timidezze, ma comunica speranza a tutti, tutti destinati a una vita piena che già oggi sa andare oltre le felicità temporanee e lottare per vincere paure, povertà, solitudini.

    Nella risurrezione di Gesù risorge anche la Chiesa, intesa come la comunità di credenti che condividono non solo riti e cerimonie, ma un senso di appartenenza e di fraternità, intessuto di relazioni più autentiche e capace di essere nel mondo segno di nuova umanità. Buona Pasqua!

    don Gianni

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  • Pellegrinaggi mariani – maggio 2019

    Pellegrinaggio Caravaggio 2019-05 locandinaCARAVAGGIO – S. MARIA DEL FONTE

    venerdì 17 maggio

    • 13.30: partenza da p.za Conciliazione

    • 15.00: S. Rosario allo Speco

    • 16.00: S. Messa

    QUOTA: € 13,00=

    ISCRIZIONI entro martedì 14 maggio

     

  • Comunità in cammino – 14 aprile 2019

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

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    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 17 – Numero 34 logo basilica14 aprile 2019

    QUESTIONE DI VERO AMORE

    La parola amore non è più inflazionata solo nelle canzonette e nelle poesie, peraltro in maniera piacevole e utile a descriverne le caratteristiche, i processi, le fatiche, ma è diventata una specie di password per ogni comportamento umano: dire che una cosa si fa per amore (anche se si tratta di procreazione artificiale e surrogata, soppressione di un malato terminale, eccesso di legittima difesa “a causa della famiglia”, assalti in nome del popolo, della religione ecc.) sembra renderla automaticamente accettabile, legittima, ineccepibile sotto il profilo morale.

    La Settimana Santa, che oggi iniziamo, fa emergere nelle sue celebrazioni e nel clima generale che la caratterizza, più la gravità dei gesti, la serietà delle narrazioni, il dramma degli avvenimenti, che non la ragione di tutto ciò, che è invece puramente e semplicemente amore: l’unico che non può annientare se stesso, Dio, si annienta per amore, si mette all’ultimo posto per promuovere tutti, proprio tutti, gli esseri umani, anche quelli più detestabili e ignobili, e certamente quelli messi da parte dai prepotenti o che stanno nei sotterranei della storia.

    Gesù incarna il suo programma: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13), e ce lo affida: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12). Con questo amore concreto, con questo paradigma visibile nella Croce – anche se poco compreso e contestato da chi lo confonde con un sentimento sincero, ma illusorio – si confronta l’amore dei credenti.

    don Gianni

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