Categoria: SS. Siro e Materno

  • Comunità in cammino – 20 aprile 2019

    basilica

    COMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 17 – Numero 35 logo basilica 21 aprile 2019

    TRE RISURREZIONI. BUONA PASQUA!

    Risorgerà la cattedrale di Notre-Dame de Paris? E risorgerà la fede cattolica dei francesi? E come risorgeremo noi che celebriamo la Pasqua: quale risurrezione Gesù ci porta?

    C’è nella risurrezione di Gesù la risurrezione dell’uomo. In ogni tempo – ma per noi, che viviamo oggi, contano le difficoltà dell’oggi – l’umanità ha vissuto incertezze, perplessità, lotte fratricide, delusioni, trionfo dell’assurdo, disperazioni, indifferenze. Affidata a se stessa l’umanità è in grado sì di cercare e vivere la bellezza, l’amore, la solidareità, con la forza della ragione e della scienza, ma resta sempre avvolta da zone di ombra e turbata dall’enigma della morte. Con Gesù risorge anzitutto ciò che è semplicemente umano, quell’umano sintetizzato nelle antiche parole del libro della Genesi: “a immagine e somiglianza di Dio lo creò”.

    Nella risurrezione di Gesù c’è la risurrezione del cristiano, chiamato a custodire una presenza: quella di un Dio che non si nasconde tra le nuvole, ma si sporca i piedi sulle strade polverose della storia. Il cristiano risorge perché non resta nascosto nelle pieghe di timori o timidezze, ma comunica speranza a tutti, tutti destinati a una vita piena che già oggi sa andare oltre le felicità temporanee e lottare per vincere paure, povertà, solitudini.

    Nella risurrezione di Gesù risorge anche la Chiesa, intesa come la comunità di credenti che condividono non solo riti e cerimonie, ma un senso di appartenenza e di fraternità, intessuto di relazioni più autentiche e capace di essere nel mondo segno di nuova umanità. Buona Pasqua!

    don Gianni

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  • Pellegrinaggi mariani – maggio 2019

    Pellegrinaggio Caravaggio 2019-05 locandinaCARAVAGGIO – S. MARIA DEL FONTE

    venerdì 17 maggio

    • 13.30: partenza da p.za Conciliazione

    • 15.00: S. Rosario allo Speco

    • 16.00: S. Messa

    QUOTA: € 13,00=

    ISCRIZIONI entro martedì 14 maggio

     

  • Comunità in cammino – 14 aprile 2019

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 17 – Numero 34 logo basilica14 aprile 2019

    QUESTIONE DI VERO AMORE

    La parola amore non è più inflazionata solo nelle canzonette e nelle poesie, peraltro in maniera piacevole e utile a descriverne le caratteristiche, i processi, le fatiche, ma è diventata una specie di password per ogni comportamento umano: dire che una cosa si fa per amore (anche se si tratta di procreazione artificiale e surrogata, soppressione di un malato terminale, eccesso di legittima difesa “a causa della famiglia”, assalti in nome del popolo, della religione ecc.) sembra renderla automaticamente accettabile, legittima, ineccepibile sotto il profilo morale.

    La Settimana Santa, che oggi iniziamo, fa emergere nelle sue celebrazioni e nel clima generale che la caratterizza, più la gravità dei gesti, la serietà delle narrazioni, il dramma degli avvenimenti, che non la ragione di tutto ciò, che è invece puramente e semplicemente amore: l’unico che non può annientare se stesso, Dio, si annienta per amore, si mette all’ultimo posto per promuovere tutti, proprio tutti, gli esseri umani, anche quelli più detestabili e ignobili, e certamente quelli messi da parte dai prepotenti o che stanno nei sotterranei della storia.

    Gesù incarna il suo programma: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13), e ce lo affida: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12). Con questo amore concreto, con questo paradigma visibile nella Croce – anche se poco compreso e contestato da chi lo confonde con un sentimento sincero, ma illusorio – si confronta l’amore dei credenti.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 6 aprile 2019

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 17 – Numero 33 logo basilica7 aprile 2019

    TRADITIO SYMBOLI

    Il giorno che precede la domenica delle Palme nel nostro rito ambrosiano è chiamato sabato in Traditione Symboli, a ricordo della “consegna” (traditio) del testo del Credo (symbolum) che veniva fatta in origine ai catecumeni ormai prossimi al Battesimo. Un’origine antica che è ridiventata costante attualità: l’Arcivescovo celebra la traditio Symboli per i catecumeni adulti, ormai sempre più numerosi, nella veglia diocesana che convoca in Duomo anche i giovani, chiamati a riaccogliere il dono della fede e professarla in modo rinnovato.

    Traditio correttamente si traduce “tradizione”, una definizione che parrebbe richiamare cose antiche, ripetizioni rassicuranti, modelli obsoleti oppure certezze identitarie. Nei giorni scorsi per esempio si è parlato molto di “famiglia tradizionale”: una terminologia suggestiva (tanto per i sostenitori che per i detrattori), ma profondamente inadeguata e imprecisa.

    Nessun termine invece è così dinamico come traditio: si tratta infatti di consegnare un tesoro, un patrimonio, a nuove generazioni, affinché sappiano accoglierlo, rivitalizzarlo, inserirlo nei percorsi umani che si evolvono, mantenendo la freschezza del messaggio e la capacità di comunicarlo a chiunque. La traditio è consegna e trasmissione non di usi e costumi impolverati dal tempo, ma della Parola di Dio vivente attraverso i tempi e delle sue realizzazioni creative, che hanno i Santi come guida ed esempio. La traditio presuppone una mentalità fortemente innovativa che non muta il cuore del Vangelo, ma desidera renderlo accessibile a tutti.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 31 marzo 2019

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

     Anno 17 – Numero 32 logo basilica 31 marzo 2019

    DELPINI: C’È BISOGNO DI GENTE…

     

    In un recente convegno sui temi della mondialità l’Arcivescovo Mario Delpini, riprendendo una parola di Papa Francesco (“La paura ci rende folli”) si è chiesto: “Come vincere la paura che rende folli? Come reagire a comportamenti e modi di esprimersi che sono sfoghi, espressioni di rabbia, di rancore, di emotività alterata, di slogan gridati? La paura non è frutto di un ragionamento, non è la conclusione di una ricerca che raccoglie dati con l’intenzione di comprendere un fenomeno”.

    Suggerendo una reazione evangelicamente ispirata, mons. Delpini ha rivolto un’esortazione ai credenti: “In questo momento c’è bisogno di gente che sente ardere in cuore il fuoco di Pentecoste, la potenza del Signore risorto e s’azzarda fuori dalle mura rassicuranti del cenacolo e dà testimonianza a Gesù, con parole e opere. C’è bisogno di gente che vive nell’estasi per la presenza di Gesù in casa sua e si ispira a Lui senza troppo dipendere dal giudizio altrui e dai frutti che ne potranno venire. C’è bisogno di gente che di fronte allo sconosciuto massacrato dalla storia prova compassione e se ne fa carico, senza troppo indagare chi sia il colpevole e che cosa dovrebbero fare gli altri. C’è bisogno di gente che di fronte all’appello dei poveri si fa avanti per servirli, di fronte alle contese si mette di mezzo per seminare perdono e pace, di fronte ai problemi di dimensioni planetarie che insinuano la frustrazione dell’impotenza, invece di lasciarsi cadere le braccia pratica il gesto minimo che gli è possibile e si entusiasma nella persuasione di contribuire anche così ad aggiustare il mondo”.

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  • Comunità in cammino 17 marzo 2019

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

     

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 17 – Numero 30 17 marzo 2019

    LE VIE DEL DIGIUNO SONO INFINITE

    L’inizio della Quaresima non è notizia da prima pagina: le cronache si occupano di TAV, di ISIS, di cambiamento climatico e, naturalmente, di Borsa e di sport. In verità in settimana molto spazio è stato dedicato all’incidente aereo in Etiopia, dove hanno trovato la morte anche italiani impegnati nel volontariato e nella cooperazione internazionale. Qualcuno li ha definiti a buon diritto: “l’Italia bella, che aiuta il prossimo”.

    C’è una relazione tra la Quaresima, queste persone e il digiuno? Forse sì.

    Il digiuno fa notizia forse solo quando è protesta contro qualcuno o per ottenere qualcosa; ma il digiuno cristiano ha caratteristiche completamente diverse. Certo è privazione di qualcosa che ha valore, ma è anche indicazione di priorità: cosa conta veramente nella vita? A cosa potrei rinunciare per vivere meglio? Come affermare il primato di Dio? Come ricordare che tutto è relativo a lui, Creatore e Padre, e che siamo solo amministratori e non padroni dei beni di cui usufruiamo? Non solo di ciò che possediamo, ma anche dell’ambiente, del pianeta?

    Il digiuno è strettamente legato nel periodo quaresimale all’intensificazione della preghiera e alle opere di carità. E infatti il digiuno assume anche una valenza di solidarietà: rinuncio per il bene di un altro, per condividere, per ristabilire la giustizia (anche se potrei non essere io ad averla violata). Per alcuni solidarietà e condivisione ha significato anche mettere a disposizione tempo, energie, competenze, viaggi e progetti. Altri continueranno generosamente la loro opera, ma non dispensiamoci noi dal compiere la nostra, in spirito di fraternità.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 10 marzo 2019

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 17 – Numero 29 10 marzo 2019

    APPARTENENTI A QUESTA VIA

    La prima definizione con cui i cristiani delle origini hanno parlato di se stessi è “coloro che appartengono alla Via”, gli appartenenti alla Via, come suggerisce il titolo del nostro programma di Quaresima e del libretto di preghiera che lo accompagna.

    L’immagine della Via, presente negli Atti degli apostoli, risuona nella lettera pastorale del nostro Arcivescovo Cresce lungo il cammino il suo vigore, titolo riferito a un salmo, preghiera del pellegrino che dai confini d’Israele si reca al tempio di Gerusalemme.

    Il pellegrinaggio è più che metafora della vita, perché percepiamo la nostra esistenza come cammino, percorso, tappa per rifocillarsi e sosta forzata di fronte agli ostacoli, frenate e accelerazioni, attesa paziente dei compagni di viaggio, sguardo sulla meta da raggiungere.

    La Via non è qualcosa di estraneo a noi viandanti: “Io sono la Via” ha detto Gesù, proponendosi come accompagnatore e amico, maestro sapiente, cibo per sostenere la fatica.

    Appartenenti alla Via è invito a ritornare a Gesù, al quale effettivamente apparteniamo, non per trascurare gioie o affanni della vita, ma per ritrovarne il senso, la direzione, la bellezza profonda: un itinerario interiore senza il quale ogni altro percorso è inutile vagabondaggio.

    Appartenenti alla Via ci apre anche alla reciproca appartenenza fraterna; la Quaresima è tempo favorevole sia per sentirci di più parte di una comunità dove si condivide la fede, sia di contribuire in quanto possibile alla solidarietà con i poveri: comunione e solidarietà secondo i profeti rappresentano il vero digiuno da praticare.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 2 marzo 2019

    basilica

    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 17 – Numero 28 3 marzo 2019

    RESTARE UMANI, E CRISTIANI

    «Gli insulti sui muri alla famiglia di Melegnano che ha adottato un ragazzo africano, gli episodi di intolleranza xenofoba sui mezzi pubblici, i cori razzisti da stadio, gesti ambigui o apertamente offensivi persino a scuola indicano che si sta sviluppando un clima culturale in cui diventa sempre più ammissibile esprimere sentimenti di aperta avversione verso persone immigrate, oggi soprattutto africane» (M. Ambrosini, Avvenire, 26 febbraio 2019, pag. 3).

    Pare che qualcuno si sia avventurato ad affermare che il Vangelo, parlando di amore del prossimo, suggerisca di fare differenza tra vicini e lontani, potendo mettere così in secondo piano intere categorie di persone (oggi gli africani e gli immigrati, domani i Rom, dopodomani gli omosessuali o forse gli occhialuti o i lentigginosi), senza ricordare che l’invito di Gesù nella parabola del buon Samaritano è piuttosto a farsi prossimo al malcapitato, definito intenzionalmente e semplicemente come “un uomo”, senza ulteriori specificazioni.

    All’invito restiamo umani, evocato da molti, i cristiani aggiungono criteri e scelte che ispirano la loro presenza nella società a una reale familiarità con la Parola e la persona di Gesù, colui che fu ucciso “fuori dalla città”, per non disturbarne l’ordine e il decoro.

    Pertanto non possono unirsi al coro di chi – magari da posizioni importanti – minimizza episodi di ostilità o si esprime in modo sprezzante verso chi è in difficoltà e chi lo soccorre. Non ci deve incantare la propaganda che spinge a costruire recinti sempre più stretti (i “nostri” contro i “loro”), dove il prossimo è immaginato a propria misura e non secondo quella di Gesù.

    don Gianni

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