Il progetto relativo all’oratorio estivo 2024 avrà come tema “il pellegrinaggio”. Nel breve testo proviamo a declinare il progetto educativo e i sette passi che caratterizzano “il pellegrinaggio” secondo don Samuele Marelli.
Come si fa a trovare la strada giusta in una società basata sulle performance e la visibilità, sommersa dalle informazioni? Questa è la dinamica nella quale i nostri ragazzi devono scegliere e tracciare il cammino per il loro futuro. Per loro sarebbe necessario una segnaletica chiara a cui rivolgere lo sguardo. Per noi cristiani la via c’è, quella che ci ha indicato e tracciato Gesù, un cammino verso una meta, anche con delle deviazioni, perché non va raggiunta in fretta.
Per questo l’oratorio estivo 2024 mette a fuoco il tema del pellegrinaggio, non solo un semplice camminare, ma il muoversi verso una meta precisa, con una direzione aperta all’imprevedibile e agli incontri. Gesù ci insegna questo: per tutto il suo ministero è andato incontro alla gente, non ha avuto fretta di finire il cammino e ha superato ostacoli e difficoltà volgendo sempre lo sguardo verso la meta finale.
“Pellegrinare” non è da intendere solo come avanzare, un passo alla volta, ma anche abitare questo modo, vivere quella realtà sottesa tra corpo e anima, materia e pensiero, realtà e identità, cioè far convivere la dimensione terrena, umana, e la dimensione spirituale. Il pellegrinaggio diventa quindi luogo fertile per la propria interiorità
I sette passi
Per meglio comprendere il tema del pellegrinaggio, viene proposta la visione di don Samuele Marelli descritta nel suo libro A passo d’uomo. Il pellegrinaggio è una “esperienza generativa” suddivisa in sette passi: decidere, prepararsi, partire, camminare, arrivare, ritornare e raccontare.
Prima di tutto decidere, il pellegrinaggio non parte quando si inizia a camminare, ma quando si pensa alla meta, alle motivazioni, appunto quando si decide di intraprenderlo. Prepararsi, perché il pellegrinaggio è un’esperienza che va preparata, sia fisicamente che spiritualmente. Una volta che tutto è pronto, si può partire, bisogna avere il coraggio di interrompere la propria ordinarietà e mettersi in viaggio. Durante il pellegrinaggio si deve camminare, cosa che permette di fare esperienza di incontri, fatiche, scelte e non solo. Al culmine del cammino c’è la meta, arrivare è il coronamento dell’esperienza ed è importante che ci sia una meta altrimenti saremmo solo vagabondi. Dopo l’esperienza c’è il ritorno, cambiati dagli incontri e da quanto vissuto si deve ritornare all’ordinario, ma in un modo tutto nuovo e rinnovato. L’ultimo passo del pellegrinaggio è dare testimonianza di quanto vissuto, raccontare dell’esperienza che si è passata.
Alessio Malberti
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