Segni di bene nel buio della violenza
Il secondo incontro del ciclo “L’altro è un bene?”, avvenuto il primo marzo, ha avuto come tema centrale il conflitto che sta avvenendo in Terrasanta. Il primo relatore, Andrea Avveduto, giornalista, ha descritto il conflitto della Terrasanta. Il secondo padre Marwan Di’des, frate francescano della Custodia di Terra Santa, ha invece raccontato della sua esperienza personale e del suo ordine.
La genesi dell’ultimo conflitto in Terrasanta
Sabato 7 ottobre 2023, l’organizzazione terroristica di Hammas attacca Israele dalla Striscia di Gaza aggiungendo una nuova pagina al conflitto che da oltre 75 anni, a tempi alterni, vede martoriato il territorio della Terrasanta per il confronto tra Israeliani e Palestinesi. Questo evento ha scatenato la risposta militare Israeliana e tutt’ora il conflitto è in corso senza uno spiraglio di pace.
Chi sono i due contendenti?
Da un lato dello schieramento, La Striscia di Gaza, un piccolo territorio, di circa 360 chilometri quadrati, controllato dai palestinesi. Il territorio è circondato da un muro che lo divide dagli stati confinanti ed è in atto un blocco navale sul confine marittimo. La popolazione è prevalentemente giovane, costretta ad affrontare una vita senza prospettive se non dopo aver distrutto il rivale di sempre: lo stato israeliano.
Sull’altro fronte troviamo Israele, uno stato in forte crisi politica, da una parte i sostenitori del premier Netanyahu, visto come il leader che li possa guidare nel conflitto contro i palestinesi, dall’altra la sua opposizione che non vuole andare verso un regime autocratico.
Chi sono i custodi della Terrasanta?
I Custodi della Terrasanta sono un gruppo di frati francescani che dal 1217 ad oggi hanno dedicato i loro sforzi nell’attività pastorale e con opere di carattere sociale, come scuole, collegi, case per studenti, sezioni artigianali, circoli parrocchiali, case di riposo per anziani, doposcuola, laboratori femminili, colonie estive e ambulatori, nei territori Israeliani e negli stati vicini (Giordania, Siria, Libano, Cipro e Rodi).
La storia di padre Marwan Di’des
Durante la seconda Intifada, il 16 gennaio 2002, padre Marwan, ordinato da pochi mesi, perde in una sparatoria il fratello. E’ lui stesso a dover avvisare la madre e la sorella della scorparsa. Qualche tempo dopo, racconta padre Marwan, un’amica della madre è in visita a casa loro. Alla televisione vengono mostrate delle immagini di ebrei uccisi, la donna sembra essere felice dell’accaduto, dei loro rivali sono morti. La madre di Marwan invece non è per niente concorde, perché dietro ogni morte, c’è una madre, un fratello, una sorella,… che piangono il loro caro morto: alcune emozioni ci accomunano tutti, anche se di popoli o culture differenti.
Un luogo, tante culture
La Terrasanta è infatti un luogo in cui moltissime culture, etnie, religioni e popolazioni convivono. La convivenza di così tante persone differenti è molto complicata e soprattutto la mancanza di una cultura e un’identità politica unica fanno vanificare i tentativi di creare un unico stato. Le basse possibilità di futuro per alcuni gruppi, come ad esempio i palestinesi della Striscia di Gaza, aumentano ancora di più le difficoltà a creare un’unica popolazione.
Padre Marwan ci spiega che, affinché l’incrocio fra più culture sia vissuto in maniera pacifica, devono essere presenti due ingredienti: l’amore e il perdono.
Può esistere allora la pace in Terrasanta?
Esistono già forme di pace, piccoli spiragli avvengono tutti i giorni, quando si riesce a mettere da parte sé stessi e andare incontro all’altro e non voler smettere di combattere solo se le proprie condizioni sono soddisfatte. Si riesce a fare la pace quando si riesce a donare il perdono, come hanno fatto per 800 anni i frati della Custodia, che dopo ogni martire, hanno saputo perdornare e continuare nel loro servizio per rendere la Terrasanta un posto migliore.
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