Tag: S. Natale 2024

  • Segni di speranza in famiglia

    Segni di speranza in famiglia

    «Lungo il sentiero ripido e pietroso ho incontrato una bambina che saliva lentamente, portando sulla schiena il fratellino. Mi sono fermato e le ho detto: Stai portando un pesante fardello! Lei mi ha risposto: Non è un fardello; è mio fratello».

    Questa testimonianza mostra come ciò che si fa per la propria famiglia trasforma un sacrificio in un gesto d’amore. Questo stile di vita ce l’ha dimostrato Gesù, che ha detto: “Io sono in mezzo a voi come colui che serve”.

    Infatti la famiglia è una necessaria combinazione di gioie e di fatiche, di tensioni e di riposo, di sofferenze e di liberazioni, di soddisfazioni e di ricerche, di fastidi e di piaceri, sempre nel cammino dell’amicizia, che spinge gli sposi a prendersi cura gli uni degli altri.
    In realtà spesso corriamo il rischio di farci travolgere dalla frenesia e dalla superficialità, come ci ricorda David Weatheford in una sua poesia:

    “Percorri ogni giorno in volo? Quante volte chiedi: “Come stai?”, e ascolti la risposta? Quando alle sera ti stendi sul letto, quante questioni ti passano ancora per la testa? Hai mai detto a tuo figlio: “Lo faremo domani”, senza notare il suo dispiacere? Hai mai perso il contatto con una buona amicizia, che poi è finita, perchè non hai avuto il tempo di chiamare e di dire: “Ciao”? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà”.

    Educare alla pace in famiglia significa vivere gesti di solidarietà, di riconciliazione, di prossimità e di servizio. Occorre insegnare parole di bontà, perdono, comprensione, stima, fiducia e benevolenza.
    Educare alla speranza significa che è sbagliato arrendersi di fronte alle difficoltà; occorre saper vedere le sfide quotidiane come opportunità per crescere meglio insieme. Proprio l’affetto per i propri cari aguzza l’ingegno, perché si possa sperimentare anche in alcune situazioni complicate.

    Caravaggio, Riposo durante la Fuga in Egitto, 1597, Galleria Doria Pamphilj, Roma

    “La direttrice di una scuola elementare, durante una riunione con i genitori, ricordò loro come fosse importante che dedicassero molto tempo per parlare con i figli.

    Un papà intervenne dicendo che lui aveva questa opportunità solo alla domenica. Infatti gli altri giorni usciva di casa all’alba, mentre il figlio dormiva ancora; alla sera rientrava dal lavoro molto tardi, quando il figlio era già addormentato. Però ogni notte andava accanto al letto del bambino e lo baciava sulla fronte; poi faceva un nodo alla punta del lenzuolo. Quando al mattino il figlio si svegliava e trovava il nodo, capiva che suo padre era venuto a baciarlo. Quel nodo manteneva viva la comunicazione tra loro due!”

    Don Sandro

  • Pensare, cercare e operare per la pace

    Pensare, cercare e operare per la pace

    Raccontiamo segni di speranza

    La Festa della Famiglia, in programma domenica 26 gennaio, si presenta come un’importante occasione per celebrare, riflettere e condividere. Quest’anno il tema scelto è Raccontiamo segni di speranza – Pensare la pace, cercare la pace, operare la pace, tema di grande attualità e rilevanza, che invita a una profonda riflessione e a un’azione concreta.

    In un mondo caratterizzato da conflitti, la Festa della Famiglia si propone come un momento di unità e di dialogo, dove famiglie, comunità e individui possono riunirsi per celebrare e promuovere valori fondamentali come la pace e la solidarietà. La scelta di focalizzarsi sulla speranza è particolarmente significativa: in tempi di incertezze e sfide è essenziale alimentare la fiducia nel futuro e nella capacità di costruire relazioni positive e costruttive.

    L’idea di pensare la pace implica una riflessione profonda sulle radici dei conflitti e delle divisioni, promuovendo un approccio che parte dalla consapevolezza delle proprie azioni quotidiane.

    Cercare la pace richiama l’urgenza di un impegno attivo, che si traduce in gesti concreti di solidarietà e di aiuto verso chi vive situazioni di fragilità.

    Operare per la pace è un invito a mettere in pratica quanto appreso, diventando portatori di cambiamento all’interno delle proprie famiglie e comunità.

    In questo contesto, la Festa della Famiglia rappresenta un vero e proprio laboratorio di pace, dove ogni partecipante può sentirsi parte di un progetto più grande.

    L’adesione attiva e il coinvolgimento sono fondamentali: ognuno di noi ha il potere di fare la differenza, di essere un seme di speranza.

    La Festa della Famiglia rappresenta una opportunità unica per celebrare i legami che ci uniscono e per rafforzare il senso di comunità. Non perdere l’occasione di partecipare a questa giornata speciale.

    La tua presenza è fondamentale per rendere l’evento ancora più speciale!

    Invita i tuoi familiari, amici e conoscenti e vieni a vivere un’esperienza che scalderà il cuore e arricchirà la nostre vite. Ti aspettiamo per celebrare insieme la bellezza della famiglia! Non mancare!

    Liliana,

    ausiliaria diocesana

  • Se fossi un personaggio del presepe?

    Se fossi un personaggio del presepe?

    I personaggi che popolano il presepe sono tanti! Ognuno ne può aggiungere altri al punto che, in alcuni luoghi, ogni anno viene proposta una nuova statuina da collocare tra quelle già esistenti.

    Alcuni personaggi sono indispensabili.

    Non c’è racconto della nascita senza Maria e Giuseppe che, stupiti, si lasciano interrogare da quanto sta accadendo. Non c’è presepe senza i pastori che, accogliendo il canto degli angeli, si dirigono con il gregge verso Betlemme; senza chi porta frutti della terra e del lavoro al Bambino; senza i Re partiti da lontano che, guidati da una stella, si dirigono, tra momenti di sicurezza e altri di incertezza, verso l’oscura città di Betlemme. Non c’è presepe senza Erode che, con un esercizio spietato del potere, vorrebbe spegnere ogni luce del racconto natalizio. Non c’è presepe senza l’asino, il bue e tanti altri personaggi.

    Con un po’ di attenzione si può affermare che non c’è presepe senza di noi, senza di te e di me. In fondo è condivisibile quanto afferma don Primo Mazzolari, profeta negli anni ’50 di una Chiesa ancora popolare: “Il mondo è in cerca di gioia, ha diritto di accorgersi che, con il Natale di Gesù, la gioia è entrata nel mondo… Coloro che credono in Lui, essendo capaci di gioia, lasciano intravedere la sorgente inesauribile della perfetta letizia”.

    In altre parole, tutti i personaggi del presepe sono attratti dal protagonista del Natale, dall’Emmanuele, il Dio con noi che, nel segno povero di un Bambino deposto in una mangiatoia si fa presenza.

    Dal riconoscimento di questa presenza nasce il popolo degli uomini e donne lieti. Lieti non perché senza problemi, affanni, fatiche e solitudini, ma perché hanno incontrato la sorgente della gioia che non lascia senza conseguenze, che non ci permette più di vivere come se Dio non ci fosse!

    Con un pensiero di un prete poeta, don Angelo Casati, possiamo affermare che l’origine della gioia condivisa è l’infinita tenerezza di Dio: “Chissà se ce ne siamo accorti. Il segno del presepe non è il segno della potenza che atterrisce, non ci sono troni: c’è il segno della semplicità, dell’infinito della semplicità; il segno della povertà, dell’infinito della povertà; il segno della tenerezza, dell’infinito della tenerezza. Niente spaventi. Il segno è quello della nascita di un bambino. A incantarti è la vita, sono gli occhi di quella madre e di quel padre, a parlarti non sono i palazzi, è quella mangiatoia, sono quelle fasce, cose da pastori, cose familiari a quei pastori. I pastori riferirono l’inimmaginabile: un Messia in fasce, nella mangiatoia, il Messia nella tenerezza.” Ecco perché non possiamo non esserci nel presepe della vita quotidiana. Ecco perché non possiamo più non essere lieti nel Signore!

  • “Desio, sei sfilacciata e stanca. Serve audacia e creatività!” Omelia di fine anno – 31 dicembre 2024

    “Desio, sei sfilacciata e stanca. Serve audacia e creatività!” Omelia di fine anno – 31 dicembre 2024

    “Desio, sei sfilacciata e stanca. Serve audacia e creatività! E occorre avere una visione d’insieme per rilanciare la città”

    Omelia di fine anno – 31 dicembre 2024

    In questo ultimo giorno dell’anno, con tutta probabilità, i pensieri potrebbero essere contrastanti. Alcuni di noi concludono un anno con la necessità di ringraziare.
    Altri di noi, invece, concludono un anno dove prevalgono la tristezza, forse anche la delusione, la rassegnazione e la stanchezza di fronte alle sfide e alle complessità della contemporaneità, che si esplicita in uno sfilacciamento ecclesiale, istituzionale e quindi anche relazionale.

    L’Arcivescovo Mario Delpini nel discorso alla città, in occasione della festa di S. Ambrogio, ha affermato: “Dagli incontri che mi è dato di vivere, dalle confidenze che raccolgo mi sono convinto che si può riconoscere come uno dei sentimenti diffusi una sorta di spossatezza, come di chi non ce la fa più e deve continuare ad andare avanti. Ecco: la stanchezza mi sembra un punto di vista per interpretare la situazione”. Nel confronto avuto anche con chi ha condiviso con me l’incontro con le famiglie in occasione del Natale sono emersi segni di speranza e, al tempo stesso, di fatica e stanchezza.

    Vorrei condividere con voi, per l’amore che porto alla nostra città di Desio, i segni di speranza ma anche le frustrazioni e le complessità che hanno impoverito e potrebbero impoverire ulteriormente la convivenza sociale nel territorio della città.
    Segni di speranza e ombre che li oscurano

    I segni di speranza in città non mancano.

    Hanno il volto di uomini e donne di ogni età che in modo gratuito, costruttivo e sinergico mettono a disposizione il loro tempo nelle associazioni di volontariato sociale e in tutte le altre realtà che si occupano della cura della persona in tutte le fasi della vita, anche attraverso l’impegno educativo delle scuole e dei nostri oratori. Sappiamo tutti che di fronte a questo segno di speranza emerge sempre di più la fatica del ricambio generazionale.

    Sono segni di speranza la tenacia dei commercianti nel sostenere le attività nonostante la spietata concorrenza soprattutto dei centri commerciali, nonostante la burocrazia sempre più gravosa e, in molti casi, nonostante i costi degli affitti, spesso esorbitanti, non consoni ai ricavi.

    Sono segno di speranza in città gli operatori sanitari che, in ospedale e in altre strutture e in varie forme, si dedicano alle persone malate, anziane e sofferenti, nonostante i tagli economici sempre più pesanti. Dico questo pensando in particolare alla non sufficiente valorizzazione data al nostro ospedale intitolato a Pio XI, non ancora riconosciuto come riferimento territoriale per la cura della persona nel panorama degli investimenti economici nel territorio di Monza e Brianza.

    Segni di speranza sono, ancora, i desiani di nascita e di adozione che si impegnano a favore dell’amministrazione della città nonostante un clima sempre più individualistico, personalistico e conflittuale: si ha infatti la sensazione che prevalgano visioni di parte, a volte (Dio non voglia!) oscuri interessi, mentre dovrebbe essere ben altro ad animare chi è chiamato a lavorare per la città, ovvero il bene comune e la costruzione di un contesto sociale accogliente e attrattivo. Il mercato della casa, con le proprie logiche, se non è il più trasparente possibile, viene condizionato da interessi che favoriscono alcuni ma rendono sempre più poveri altri. La nostra città non merita di essere ancor di più impoverita, rischiando di diventare un quartiere dormitorio della vicina metropoli.

    Segni di speranza sono i dipendenti pubblici che compiono il proprio lavoro come servizio al bene comune e non come esercizio di un potere burocratico sempre più farraginoso, cavilloso e incapace di offrire risposte alla unanimemente riconosciuta concretezza brianzola, che cerca la realizzazione di obiettivi e non il rinvio all’infinito del compimento dei progetti. Diceva un grande Cardinale, anche capace di ironia: “Il nostro mondo è caratterizzato da ‘problematologi’, ma di ‘soluzionologi’ non se ne vedono”.

    Insomma, segni di speranza sono i tanti che cercano di rendere la città luogo di relazioni oneste, accoglienti, capaci di integrare e includere le diverse presenze culturali, razziali e religiose; sono i tanti che non si limitano al “si dovrebbe”, al “dovrebbero fare”, ma che piuttosto si chiedono “come possiamo contribuire al bene della nostra città?”; sono i tanti che – all’interno della Chiesa locale – si chiedono come poter camminare più uniti, passando da quel periodo del riferimento campanilistico a un percorso attento ad ogni frazione del territorio di Desio, ma in una comunione di intenti e di fraternità.

    Una proposta: avere una visione di insieme

    In questo contrastante panorama, caratterizzato da segni di speranza e dalle ombre che li oscurano, mi sono chiesto: quali suggerimenti posso dare?

    Un prete giornalista, don Vinicio Albanesi, coglie con chiarezza cosa ci manca e come cambiare rotta: “Agli italiani manca una prospettiva. Negli ultimi anni nessuno ha suggerito loro un futuro, indicato una strada, lanciato uno sguardo al di là del presente. Chi è che ci ha fatto sognare? Nessuno … siamo sopravvissuti.” In questa affermazione, dura e sferzante, mi sembra di poter indicare una strada per ciascuno di noi, per la nostra città, per la presenza della Chiesa nella città, per chi è chiamato ad amministrarla.
    E’ necessario, ora più che mai, avere una visione d’insieme.

    Occorre muoversi con audacia e creatività.

    Non è più tempo di interessi parziali, non è più tempo di fare spazio a chi ha magari ancora interessi illegali: queste persone devono essere amate, ma non seguite.

    E’ tempo di idee e progetti che possano essere condivisi da tutte le parti politiche: occorre avviare un percorso virtuoso, tra persone che sappiano sporcarsi le mani, che sappiano lasciarsi coinvolgere e che offrano prospettiva.

    Non possiamo permetterci di lasciare a un destino di abbandono la bella città di Desio, la città del lavoro e dell’intraprendenza, la città della cura e della prossimità, la città dell’accoglienza e dell’integrazione culturale e religiosa, la città dell’educazione pensata e realizzata, una città pronta ad accogliere e dare spazio di espressione a tutte le generazioni, attraente per i giovani e vivibile per gli anziani.

    Non è più tempo che la città paghi per la conflittualità tra le forze politiche, vuote di visione e di progettualità, incapaci di dare futuro e prospettiva, perché troppo impegnate a ‘guardarsi addosso’ e a difendere i propri fortini.

    Siamo ancora in tempo!

    E per questo prego, con un augurio: “Desio, il Signore già volge lo sguardo su di te.
    Il Signore ti doni la pace sempre invocata – in un tempo altrettanto complesso – dal nostro Papa Pio XI.
    Il Signore benedica tutti gli uomini e le donne che seminano speranza nella città perché siano costruttori di futuro.”

    Camminiamo insieme, perché amiamo questa città”.

  • In viaggio con i Re Magi

    In viaggio con i Re Magi

    6 gennaio In viaggio con i re magi ore 15.00 partenza dal Santuario della Madonna Pellegrina, via Milano 369 Desio Arrivo alla Chiesa dei SS Pietro e Paolo Carissime famiglie, vi invitiamo con gioia a partecipare al suggestivo corteo dei Re Magi: un momento di condivisione e festa che arricchirà il nostro cammino di fede. Non mancate a questo splendido appuntamento!

    Al termine del corteo dei Magi – preghiera e tradizionale bacio del Bambinello in chiesa.
    Premiazione del Concorso presepi e merenda nel salone dell’oratorio.
    Vi aspettiamo!

  • Messe di fine ed inizio anno

    Messe di fine ed inizio anno

    SANTI SIRO E MATERNO

    • martedì 31 dicembre 2024 ore 18.30 S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum
    • mercoledì 1 gennaio 2025
      • ore 8.30
      • ore 9.30 San Francesco
      • ore 10
      • ore 10.30 Sacro Cuore
      • ore 11.30;
      • ore 18.30

    SANTI PIETRO E PAOLO

    • martedì 31 dicembre 2024 ore 18.30 S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum
    • mercoledì 1 gennaio 2025
      • ore 9;
      • ore 11

    SAN GIOVANNI BATTISTA

    • martedì 31 dicembre 2024 ore ore 18 S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum
    • mercoledì 1 gennaio 2025 ore 10.30

    SAN PIOX

    • martedì 31 dicembre 2024 ore 17.30 S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum
    • mercoledì 1 gennaio 2025
      • ore 8;
      • ore 10.30;
      • sospesa la S. Messa alle 18

    SAN GIORGIO

    • martedì 31 dicembre 2024 ore 18 S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum
    • mercoledì 1 gennaio 2025
      • ore 9;
      • ore 11
  • Classifica concorso presepi

    Classifica concorso presepi

    Primi classificati:

    1. Raffaello Vaghi;
    2. Domenico Maresca;
    3. Condominio Pio XI

    Menzioni Speciali:

    • Paolo Brugora;
    • Valter Brioschi;
    • Aurora Scionti e Salvatore Di Guardo;
    • Alessandro Giacomelli;
    • Giulia Torre e nonno Domenico Montorro;
    • Emma e Edoardo Pedrielli;
    • Alberto Stucchi con i nipotini Riccardo e Rebecca Arienti;
    • Condominio “Il Molo”; 
    • Annalisa Gallo Stampino;
    • Pietro Storino
  • Confessioni S. Natale

    Confessioni S. Natale

    Ogni sabato dalle 16 in tutte le parrocchie e ogni giorno feriale in basilica dalle 8.30 alle 10 e dalle 17 alle 18.15 i sacerdoti sono a disposizione per il sacramento della Riconciliazione.

    CONFESSIONI COMUNITARIE

    • Lunedì 16 dicembre, ore 21, SGB, confessione comunitaria per adolescenti, 18/19enni e giovani
    • Venerdì 20 dicembre, ore 18, SSPP, confessione comunitaria per i preadolescenti
    • Venerdì 20 dicembre, ore 21, SSPP, confessione comunitaria per gli adulti
    • SS Siro e Materno
      • Sabato alle ore 8.30 alle ore 11 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30
      • Domenica in mattinata (durante le S. Messe) e dalle ore 16 alle ore 18.30
    • S. Giorgio: Don Silvio sarà a disposizione per le confessioni sabato 21 nel pomeriggio poi il 23 e il 24 mattina e pomeriggio
    • S. Pio X: Don Paolo sarà a disposizione da sabato 21 a mercoledì 24 dicembre per le confessioni
    • San Giovanni Battista:
      • Lunedì 16 dicembre ore 21: confessioni adolescenti e giovani
      • giovedì 19 dicembre ore 17.30: confessioni ragazzi
      • sabato 21 dicembre: ore 16 – 18
    • Santi Pietro e Paolo, venerdì 20 dicembre
      • ore 18: confessioni comunitarie preadolescenti
      • ore 21: confessioni comunitarie
  • Messe Natalizie

    Messe Natalizie

    SANTI SIRO E MATERNO

    • 24 dicembre – vigilia di Natale
      • ore 9
      • ore 18.30 “nella Vigilia”
      • ore 24 “nella notte Santa”
    • 25 dicembre – Santo Natale
      • ore 8.30
      • ore 10
      • ore 11.30
      • ore 18.30
    • 26 dicembre – S. Stefano
      • ore 8.30; ore 10; ore 18.30

    SANTI PIETRO E PAOLO

    • 24 dicembre – vigilia di Natale
      • ore 17.30 “nella Vigilia”
      • ore 22 “nella notte Santa”
    • 25 dicembre – Santo Natale
      • ore 9
      • ore 11
      • sospesa la santa Messa delle ore 17.30
    • 26 dicembre – S. Stefano
      • ore 9; ore 11

    SAN GIOVANNI BATTISTA

    • 24 dicembre – vigilia di Natale
      • ore 18 “nella Vigilia”
      • ore 24 “nella notte Santa”
    • 25 dicembre – Santo Natale
      • ore 7.30
      • ore 10.30
    • 26 dicembre – S. Stefano
      • ore 10.30

    SAN PIOX

    • 24 dicembre – vigilia di Natale
      • ore 17.30 “nella Vigilia”
      • ore 23 “nella notte Santa”
    • 25 dicembre – Santo Natale
      • ore 8
      • ore 10.30
      • sospesa la santa Messa delle ore 18
    • 26 dicembre – S. Stefano
      • ore 8
      • ore 10.30

    SAN GIORGIO

    • 24 dicembre – vigilia di Natale
      • ore 18 “nella Vigilia”
      • ore 22 “nella notte Santa”
    • 25 dicembre – Santo Natale
      • ore 9
      • ore 11
    • 26 dicembre – S. Stefano
      • ore 10.30